19.9.17 - Fuga da Montecassino
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Una nuova apocalisse zombie targata collettivo Razione ILZ.
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Anteprima del libro
19.9.17 - Fuga da Montecassino - Autori vari
Giando
COPYRIGHT
19 9 17 – FUGA DA MONTECASSINO
Proprietà letteraria riservata Copyright ©2017 razione ILZ
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali. Nessuna parte di questo ebook può essere riprodotta e diffusa con sistemi elettronici, meccanici o di altro tipo senza l’autorizzazione scritta del collettivo razione ILZ.
Copertina di Alessandro De Felice
Questo libro è un’opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale.
Sito web : www.ilovezombie.it/
Pagina Facebook : https://www.facebook.com/collettivo.ilz/
INDICE
LA CASCINA
di Eric Screm
SANGUE E MORTE
di Walter White
NDV-2
di Giovanna Evangelista
PROGETTO IMMORTALITA’
di Rebecka Giando
NUOVO VANGELO, SECONDO MALACHIA
di Simone Volponi
SEGRETI
di Aurelio Andriani
SAPROFAGIA
di Isabella Marzola
INTRODUZIONE
Quando abbiamo indetto il concorso Fuga da Montecassino
, il nostro intento era quello di pubblicare una raccolta di racconti scritti dai fan del sito ilovezombie.it.
Stuzzicava l’idea di scoprire quali e quante versioni potessero derivare da un singolo spunto narrativo, oltretutto compresse e limitate da indicazioni ben precise. Quali emozioni, quali strategie, quali stati d’animo albergassero nelle menti di quei potenziali narratori perversi che sono i nostri lettori. E sotto sotto, qualcuno coltivava la tenue speranza di stimolare quel fanciullino zombie che avrebbe prodotto i suoi frutti… maturi, acerbi, agrodolci o amari a seconda della sensibilità, delle conoscenze e del vissuto di chi avesse osato raccogliere la sfida.
Quello che ne è venuto fuori è stata una sorpresa!
Ci sono giunti racconti di pregevole livello, interessanti sia dal punto di vista prettamente narrativo che dal punto di vista delle argomentazioni e delle risposte agli interrogativi implicitamente posti nelle linee guida. Un susseguirsi di trovate geniali, sviluppi impensabili e spunti di riflessione porti con eleganza e fantasia.
È stato difficile selezionare quelli che a nostro avviso erano più meritevoli ed alla fine, tutti noi del comitato di lettura ci siamo resi conto che gli autori prescelti, in maniera del tutto inconsapevole, hanno gettato le basi per qualcosa che non era una semplice raccolta di racconti, ma qualcosa di più… era una STORIA!
Dai racconti è emersa una storia, da noi non voluta, da loro non cercata. Una storia ispirata dai non-Morti, pensata, infusa e abilmente nascosta nella penna degli autori da quella misteriosa e al momento sconosciuta entità che ha creato gli Zombie. Siamo stati fortunati, e forse anche bravi, nel notare gli indizi, seguire le tracce e scoprire una visione d'insieme che ha permesso di legare i vari racconti.
Così nasce il libro che state per leggere.
Un libro dove follia, rabbia, paura, istinto, stanchezza, sfiducia, incoscienza, cattiveria diventano gli stati d'animo predominanti nell'essere umano guidandone spesso le azioni. L'allocuzione Homo homini lupus
qui diventa più attuale che mai. Tuttavia sproni emotivi interiori come combattività, curiosità, cooperazione, intelletto, scienza, curiosità, compassione e giustizia permettono ai nostri protagonisti di non scadere nella barbarie e nella frenesia del caos. Nonostante questa nuova realtà e malgrado l'uomo non sia più al vertice della piramide evolutiva, essi lo pongono comunque al di sopra degli zombie e soprattutto in una posizione più elevata e nobile rispetto a quei sopravvissuti, abbrutiti e privi di umanità, che rimangono sempre il pericolo più grande per gli altri scampati alla non-Morte.
Non ci resta che augurarvi buona lettura, consigliandovi di lasciarvi trasportare dalla narrazione, non soffermandovi sugli interrogativi che nasceranno in voi, poiché ogni domanda avrà la sua risposta e ogni tassello andrà al suo posto.
Alla fine il tutto apparirà chiaro.
lo Staff di ilovezombie.it
PROLOGO
« Cos'è tutto ‘sto casino? » , chiede il professor Arguti.
« Si tratta di Padre Malachia... »
« Ebbene? »
« Insiste per benedire le provette »
« Cosa? »
« Ha avuto una visione: i Santi Medici pretendono la benedizione delle provette prima di inserirle nell'autoclave. » .
Il professor Ferdinando Arguti, immunologo di fama mondiale e responsabile del progetto Montecassino
, annuisce sconsolato:
« Va be’… fallo passare e vediamo di sbrigarci, hai visto mai... » .
L’anziano professore era stato scelto non solo per l’enorme popolarità raggiunta nel secolo scorso grazie agli studi sul virus HIV, ma anche perché, in maniera più prosaica, risultava l’unico luminare disponibile su piazza data la recente moria universale. Come la Morte Nera che secoli addietro imperversò in Europa, la nuova peste azzerò tutto democraticamente, ripulendo le università e i centri di ricerca da quella feccia baronale che da tempo infestava quei luoghi. Se non altro, rifletterono gli ottimisti superstiti, ciò che resterà dell’umanità potrà ricostruire tutto da capo e, si spera, meglio.
La pandemia degli zombi quindi, a seconda dei punti di vista, fu interpretata o come un’enorme opportunità o come il giusto castigo di Dio. Ai più scafati però, appariva come la reazione disperata della Natura per salvare un pianeta che rischiava di soccombere sotto il peso di sette miliardi di individui, che tutti insieme costituivano una bomba demografica in procinto di scoppiare da un momento all’altro. I più cinici, poi, rispolverando antiche teorie, non fecero altro che sostituire il termine guerra
con epidemia zombi
per riformulare il concetto Futurista di igiene del mondo .
Al termine di una lunga e snervante serie di test e analisi che si era protratta fino a sera inoltrata, un gruppetto con a capo lo scienziato era uscito dai sotterranei dove era stato allestito in fretta e furia il più importante laboratorio di ricerca esistente al mondo. Sotto uno splendido chiaro di luna erano giunti nel chiostro del Bramante, lasciandosi alle spalle la Loggia del Paradiso per giungere al cospetto delle statue di San Benedetto e Santa Scolastica a guardia della scalinata. Sorretto da due aitanti biologi, il professore si era inerpicato faticosamente per raggiungere la Basilica, posta al di là dell’Antichiostro dei Benefattori. Con grande disappunto di Padre Malachia, tutte le sere vi si svolgeva all’interno una riunione in conferenza telefonica col comando interforze di ciò che restava della NATO.
A bordo della nave ospedale Nightingale della Royal Navy , ancorata nel golfo di Napoli, era distaccata una succursale scientifica composta da alcuni elementi del CDC di Atlanta, alla quale si aggiunse nel corso del tempo un drappello multietnico di specialisti giunti fin lì da varie parti del mondo.
Il professor Martin esordisce schiarendosi la gola:
« Professore Arguti, sia gentile, avrei bisogno di parlarle in privato » .
Dopo nemmeno un quarto d’ora il professore si affaccia al portale della Basilica e prega tutti di rientrare. Chiede di mandare a chiamare l’Abate e il Colonnello Sarti, il comandante del reparto militare distaccato a presidio della struttura.
Sale i gradini dell’Altare Maggiore e lì, tra marmi pregiati e statue dorate, comunica con voce rotta dall’emozione che la conferma dei loro peggiori incubi è appena arrivata. L’aberrazione biologica scoperta pochi giorni prima non era casuale come sperato. Si tratta purtroppo di una vera e propria mutazione che induce nell’ospite un radicale cambiamento: il virus si era evoluto, stimolando gli infetti ad assumere comportamenti di tipo cooperativo al fine di migliorare ulteriormente la diffusione del contagio. Adesso il virus non si accontentava più delle città e dei grandi agglomerati che aveva conquistato in pochi mesi dalla comparsa del paziente zero, ma si spingeva alla ricerca di organismi sani.
I soggetti catturati e sottoposti a screening nell’ultima settimana, non erano altro che l’avanguardia di una massa compatta che, come confermato dalla Nightingale, stava sciamando a centinaia di migliaia da Napoli in direzione Montecassino. Una massa che sembrava diretta da un’unica mente, quasi che gli zombi fossero singole molecole di un unico organismo dotato di vita propria, con la consapevolezza del pericolo rappresentato dalla struttura arroccata sulla montagna. La cosa peggiore era che così facendo, la mandria aveva praticamente tagliato le vie di rifornimento isolando Montecassino e rendendolo di fatto un caposaldo raggiungibile esclusivamente per via aerea. E data la penuria di carburante avio, due elicotteri riforniti attingendo alla riserva strategica, avrebbero raggiunto l’Abbazia con l’ultimo carico di provviste e materiali per poi evacuare il professor Arguti e parte del personale scientifico per continuare le ricerche a bordo della Nightingale. Nell’Abbazia sarebbero rimasti il personale scientifico, strettamente indispensabile a continuare gli esperimenti ad oltranza, e un pugno di militari. I civili rifugiati avrebbero dovuto abbandonare immediatamente la struttura per non gravare sulla residua operatività della struttura. L’unico a cui sarà accordata facoltà di scelta sarà il padrone di casa, il caro e preziosissimo Abate.
Tutti gli sguardi si rivolgono al padre Benedettino, che raggiunge il professore sull’Altare Maggiore:
« Professore, non lo dica nemmeno. L’accoglienza è il tratto caratteristico della nostra Regola e nel suo caso, mi consenta di comunicarle che si è trattato di un piacere, ancor prima che di un dovere. Per quanto mi riguarda, io resterò qui a difendere il baluardo della civiltà occidentale, l’Archivio e la Biblioteca che rappresentano la summa della cultura d’Occidente sin dal Medioevo e che nemmeno gli americani con le loro milleduecento tonnellate di bombe sono riusciti a distruggere. A tutti voi, invece, posso solo imporre una benedizione speciale ed assicurarvi il ricordo perenne nelle mie preghiere. » .
« Amen! » , grida il Colonnello Sarti. « E secondo lei » , dice rivolgendosi ad Arguti, « noi dovremmo abbandonare al loro destino tutta questa gente? ».
« Non secondo me, mio caro Colonnello » . « Questo è un ordine diretto del suo comando, mi pare » , dice consegnandogli un dispaccio copiato a mano che si avvicinava di molto a ciò che in tempi andati era definito fonogramma
. « La prego di darne lettura » , lo esorta infine senza particolare rancore nel tono.
Il Colonnello legge il contenuto del messaggio che avrebbe dovuto comunicare ai sopravvissuti rifugiati nell’Abbazia, e poi, annuendo vistosamente lo ripete ad alta voce a beneficio dei presenti:
" Virus mutato! Gli zombie sembrano aver sviluppato una certa capacità di autodeterminazione e tendono all’aggregazione manifestando tra loro comportamenti di tipo cooperativo. Percepita la presenza dell’uomo, tendono a concentrarsi e a dare l’assalto a qualsiasi struttura contando sulla semplice forza d’urto di una massa compatta. Si stanno verificando veri e propri esodi di massa dalle città da parte di migliaia di zombie. Una di queste mandrie, fuoriuscita dalla città di Napoli, sembra dirigersi verso Montecassino. Si dispone pertanto l’EVACUAZIONE DELLA BASE ad eccezione del personale strettamente necessario all’attività di ricerca. I civili sfollati, attualmente presenti nella struttura, saranno armati, equipaggiati, suddivisi in piccoli gruppi e dovranno abbandonare immediatamente la base OPERANDO IN COMPLETA AUTONOMIA.
Dovranno cercare scampo e rifugio, esaminando e analizzando tutto quello che osserveranno. Al termine della missione, se saranno ancora in vita, rientreranno alla base e compileranno una dettagliato rapporto sulla loro esperienza. Se impossibilitati a rientrare, lasceranno un comunicato alla casella della posta della Caserma Carabinieri più vicina al luogo in cui saranno rimasti bloccati. Sarà nostra cura recuperare le vostre relazioni e tentare di soccorrervi.
In questa fase dell’epidemia sembra che l’unica possibilità sia quella di restare in movimento e tenersi alla larga dai gruppi di zombie."
Sarti china il capo sospirando. « Quello che sembrava l’epilogo di una triste vicenda altro non è che l’inizio. Dopo la prima fase di consolidamento delle posizioni, gli zombie sono passati all’offensiva » .
« E hanno fame! » , conclude il professore.
CAPITOLO UNO
«Li abbiamo mandati tutti al massacro», sussurra a denti stretti il Capitano Salvo Nero, sballottato dai sussulti del VTLM (Veicolo Tattico Leggero Multiruolo) causati dall’impervia discesa che il convoglio sta affrontando per dirigersi sulla SR6. Lancia distrattamente un ultimo sguardo all’Abbazia, ormai quasi indistinguibile tra i pini che l’avvolgono sinuosamente, e controlla i tre blindati retrostanti che seguono ordinatamente la processione.
«Una sigaretta, Capita’?», chiede cordialmente il Brigadiere Orlando Roberto, soprannominato Nibbio, alla guida della Jeep.
Il Capitano rifiuta garbatamente estraendo contemporaneamente dal taschino un pacchetto di Camel. « Nibbio, toglimi una curiosità . Visto che h ai la possibilità di entrare in qualsiasi cazzo di negozio di tabacchi abbandonato e prenderti le sigarette migliori sul mercato, per quale motivo continui a fumare ‘ste schifose MS? ».
«Che le devo dire?! Ormai sono abituato a queste».
«La verità è che non capisce un cazzo», soggiunge con tono di scherno il Maresciallo Raciti Davide, soprannominato Dago, appollaiato sui sedili retrostanti. La sua stazza enorme li sovrasta costringendo l’autista a movimenti da contorsionista per riuscire a guardare dallo specchietto retrovisore. «È un rozzo senza speranze, Capitano. Per non parlare poi dei suoi gusti in fatto di donne…».
I due Carabinieri iniziano a quel punto a lanciarsi amichevoli frecciate sfottendosi reciprocamente, ma il Capitano Nero li abbandona al loro vociare sempre più ovattato, perdendosi nel dedalo contorto di pensieri e preoccupazioni. Duecento persone mandate al massacro che vagano da circa un mese nell’inferno dell’apocalisse! Non riesce a pensare ad altro da quando tutto è iniziato e i rimorsi lo attanagliano. Eppure non è stata sua la decisione, ma dei superiori... È stato un ordine del Colonnello Sarti. Ma è stato sempre così, responsabile di ogni evento, compreso quelli di cui lui stesso era vittima. Gli succedeva anche prima della fine del mondo, quando comandava la Compagnia Carabinieri di Cassino. Il magistrato scarcerava immotivatamente i ladri che acciuffava, e lui la viveva come una colpa personale. Il superiore non gli permetteva di avviare indagini sugli amministratori corrotti, e lui si sentiva un malfattore. Anche l’aver dovuto abbandonare la madre anziana in quell’ospedale oncologico di Roma è un pensiero che non lo fa dormire. Ma cosa fare? Non poteva certo lasciare il suo ruolo e il suo posto di comando quando il mondo era impazzito. E pensare che qualche settimana prima del risveglio dei morti avevano annunciato trionfalmente la scoperta di una cura per i tumori.
Proprio quando il mondo stava debellando quel mostro orrendo, quando si pensava di aver dato scacco matto alla morte, la morte si è presa la rivincita impossessandosi dei nostri corpi. Semmai esistesse un Dio, avrebbe di sicuro le sembianze del Joker!
E come se non bastasse, proprio a lui hanno affidato questo incarico assurdo: capeggiare la squadra di recupero dei sopravvissuti fatti uscire coattivamente dall’Abbazia. E chi mai potranno più recuperare? Non si sarà salvato nessuno. Le loro ossa spolpate staranno biancheggiando al sole da settimane. E Nero già sa che per ogni cadavere individuato, si sentirà inevitabilmente, immotivatamente, stupidamente colpevole.
«Capitano, lei avrà il compito di trovare i gruppi di sopravvissuti, ma soprattutto le loro relazioni», gli aveva ordinato il Colonnello Sarti. «Potrebbero aver notato qualche particolare a noi finora sfuggito. Sa, quando ci si muove in piccole unità, le possibilità di osservazione aumentano. Lei recupererà i loro manoscritti e li analizzerà da buon investigatore qual è. Questo mondo sta cambiando, questa epidemia si sta evolvendo, dobbiamo capire come agire. Loro sono stati i nostri occhi fuori da queste mura e il loro contributo potrebbe rivelarsi prezioso. Le affideremo un plotone di militari che avrà il compito