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Il processo originale di Galileo Galilei - Primo Processo del 1616
Il processo originale di Galileo Galilei - Primo Processo del 1616
Il processo originale di Galileo Galilei - Primo Processo del 1616
E-book132 pagine1 ora

Il processo originale di Galileo Galilei - Primo Processo del 1616

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Info su questo ebook

Domenico Berti fu più volte Ministro nei governi La Marmora e Depretis. Scrisse vari saggi tra i quali spicca “Il processo originale di Galileo Galilei”, dopo approfonditi studi sui documenti originali conservati negli Archivi Segreti Vaticani.
I processi a Galileo furono in realtà due, e fu forse il primo a determinare la decisione di condanna nel processo finale del 1633. Galileo, attraverso l’uso del suo cannocchiale, aveva fatto importanti scoperte che rese note con la pubblicazione del Sidereus Nuncius (marzo 1610). I filosofi aristotelici fecero appello alla Sacra Scrittura per continuare a sostenere invece la tesi geocentrica. Galileo si affrettò ad esporre, attraverso una lettera inviata ad un amico benedettino, i motivi per cui non si poteva parlare di contraddizione tra eliocentrismo e Scrittura, ma tale lettera arrivò nelle mani di due frati domenicani, ed attraverso loro al S.Uffizio, che in un primo momento non si espresse comunque negativamente. Fu dopo la veemente difesa delle sue idee nei confronti degli avversari, che Galileo fu ammonito ad abbandonarle dal cardinale Bellarmino, che agiva per conto di Paolo V. Correva l’anno 1616 e Galileo promise di ubbidire.
LinguaItaliano
Data di uscita6 nov 2012
ISBN9788896365205
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    Anteprima del libro

    Il processo originale di Galileo Galilei - Primo Processo del 1616 - Domenico Berti

    Copyright © 2012 Edizioni Savine

    Tutti i diritti riservati

    Strada provinciale 1 del Tronto

    64010 - Ancarano (TE) - Italy

    email: info@edizionisavine.it

    web: www.edizionisavine.it

    ISBN 9788896365205

    eBook a cura di Simona Gilberti

    In copertina:

    Galileo Galilei davanti all'Inquisizione (1857)

    Cristiano Banti (1824-1904)

    Carpi (MO) Collezione privata

    Fonti testo ed immagini nel pubblico dominio

    Il processo originale di Galileo Galilei

    Primo Processo del 1616

    Analisi storica del 1878

    Domenico Berti

    Introduzione

    Domenico Berti (Cumiana 1820 - Roma 1897) si distinse sia per l’attività politica sia per gli insegnamenti universitari. Fu Ministro dell’Istruzione oltre che dell’Agricoltura e Commercio con Alfonso La Marmora e Agostino Depretis. Scrisse vari saggi riguardanti il pensiero italiano del Rinascimento. Tra questi, riconducibile alla teoria eliocentrica di Niccolò Copernico, spicca Il processo originale di Galileo Galilei, elaborato dopo aver compiuto approfonditi studi sui documenti originali, conservati negli Archivi Segreti Vaticani.

    I processi a Galileo furono in realtà due, e fu forse il primo a determinare poi la decisione di condanna nel processo finale del 1633. La premessa al primo processo era che Galileo, attraverso l’uso del suo cannocchiale, aveva fatto importanti scoperte che rese note con la pubblicazione del Sidereus Nuncius (marzo 1610). I filosofi aristotelici fecero appello alla Sacra Scrittura per continuare a sostenere invece la tesi geocentrica. Galileo si affrettò a esporre, attraverso una lettera inviata all’amico benedettino Castelli, i motivi per cui non si poteva parlare di contraddizione tra eliocentrismo e Scrittura. Tale lettera arrivò però nelle mani di due frati domenicani, Lorini e Caccini, e attraverso di loro al Sant’Uffizio, che in un primo momento non si espresse comunque negativamente nei confronti dello scienziato. Fu dopo la veemente difesa delle sue idee nei confronti degli avversari, che Galileo fu ammonito ad abbandonarle dal cardinale Bellarmino, che agiva per conto di Paolo V. Era il febbraio del 1616, e Galileo promise di ubbidire.

    Questo eBook è stato creato con l’intento di riprodurre nel modo più fedele possibile il testo originale della Nuova edizione accresciuta, corretta e preceduta da un’avvertenza stampata nel 1878 a Roma da Voghera Carlo, Tipografo di S.M. Abbiamo deciso di rispettare lo stile espositivo dell’autore, dall’uso del corsivo alla scelta degli accenti, cercando al contempo di dare all’opera una struttura agevolmente fruibile in formato elettronico.

    Inoltre, per sfruttare le potenzialità che ci offre questo formato, abbiamo inserito nel testo dei link che offrono l’opportunità di accedere con un solo gesto agli approfondimenti reperibili in rete.

    Abbiamo infine ritenuto opportuno anteporre sia a questo eBook sia a quello inerente il Processo del 1633 l’Avvertenza e le Osservazioni intorno al volume 1881 considerato materialmente, in modo da lasciare libero il lettore di acquistare anche solo uno dei due libri senza rinunciare alle premesse dell’autore.

    Avvertenza

    I

    Cotesta nuova edizione comprende, come già la prima, la narrazione storica del processo ed i documenti. La narrazione storica venne da noi in più luoghi ampliata, ritoccata, corretta; i documenti furono riscontrati ad uno ad uno sul volume degli atti originali appartenenti all’archivio segreto del Vaticano. Lasciando di parlare della narrazione di cui a noi non spetta portare giudizio, ci restringeremo a dire qualche cosa intorno al modo con cui i documenti furono da noi fatti la prima volta di pubblica ragione ed intorno all’autenticità di taluno di essi che porse materia a così vive polemiche.

    II

    Nell’anno 1867 uscì alla luce in Parigi una monografia del sig. Enrico l’Epinois intorno al processo di Galileo Galilei intitolata: Galilée, son procés, sa condamnation d’après des documents inédits. Andavano congiunti a cotesto scritto parecchi documenti sino allora non conosciuti, tolti dal volume 1181 dell’archivio segreto del Vaticano.

    Come prima esaminammo cotesta pubblicazione storica fummo sorpresi di non trovare in essa riferiti o per sunto o integralmente i pareri dati dai consultori nei due processi. La mancanza ci parve tanto grave che concepimmo tosto il divisamento di tentare nuove ricerche. Ma il segreto che la Cancelleria romana aveva sempre mantenuto circa l’autografo del processo e la nostra qualità di deputato al Parlamento nazionale ci tennero alquanto di tempo in sospeso e ci fecero dubitare che il Vaticano si opponesse alla effettuazione del nostro disegno. Venimmo tuttavia nel 1869 in Roma e quivi dopo più di un mese perduto in indugi procedenti dall’indicata nostra peritanza, essendoci stata porta occasione di intrattenerci privatamente col cardinale Antonelli indirizzammo a lui dopo il nostro colloquio una domanda alla quale egli rispose (febbraio 1870) favorevolmente dandoci facoltà di consultare il mentovato volume nelle stanze del padre Theiner. Ci eravamo da pochi giorni messi alla trascrizione quando fummo richiamati in Firenze dai nostri pubblici uffici. Stretti dal tempo lasciammo da parte i documenti che già erano stati pubblicati da monsignor Marini, dal sig. de l’Epinois e ci ristringemmo a prendere e far prendere copia degli inediti cominciando dal sunto che sta in capo del volume e venendo giù sino all’interrogatorio del 21 giugno 1633 e al decreto del 30 giugno che concedette in grazia al Galileo la licenza di partire da Roma e di andare confinato a Siena. Qui (come indicammo alla nota della pag. 123 [1] del nostro libro) riputammo che avesse fine il processo perocchè i documenti che seguono si riferiscono per intiero all’eseguimento della sentenza. Partiti da Roma tenemmo in serbo i documenti copiati per il nostro studio senza pensare a pubblicarli e scrivemmo al padre Theiner, che in quel tempo reggeva l’ufficio di prefetto dell’archivio segreto, di darci copia di tutti onde ci fosse concesso di riscontrare quelli già editi e compiere gli inediti.

    Alla nostra lettera esso rispondeva addì 27 marzo 1871: «Colgo con vero piacere l’opportunità del sig. conte … … il quale, in compagnia con altro mio ottimo amico, si reca in Firenze per trasmettere a Vossignoria Ill.ma le copie delle note carte galileiane. Mi duole di non aver potuto far trascrivere tutte [2] ch’ella desiderava per il triste incidente pur troppo conosciuto».

    Queste ultime parole alludevano alla rimozione che era stata inflitta allo scrivente dall’ufficio di prefetto dell’archivio segreto del Vaticano per le ragioni che poi furono note. Io feci ritorno a Roma nel medesimo anno 1871 quando già si era compiuto il maggiore fatto dei nostri tempi, la caduta del potere temporale. Benchè il processo di

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