La comunicazione politica di Nichi Vendola
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L’ipotesi da cui muove l’intera analisi è che, nell’odierna fase della comunicazione politica, caratterizzata da campagne elettorali permanenti, a vincere sia quella parte della politica più capace di interpretare un modello. Tale affermazione è rafforzata dalla riflessione secondo cui fenomeni come la personalizzazione ed il ritorno al localismo abbiano modificato e influenzato l’immagine e l’approccio di un leader ai propri elettori. E in tutto questo Barack Obama e l’esperienza americana sono esempi che che compariamo a Nichi Vendola.
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Anteprima del libro
La comunicazione politica di Nichi Vendola - Valentina Porcino
Valentina Porcino
LA COMUNICAZIONE POLITICA
DI NICHI VENDOLA
Abel Books
Proprietà letteraria riservata
© 2013 Abel Books
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:
Abel Books
via Terme di Traiano, 25
00053 Civitavecchia (Roma)
ISBN 9788867520633
L’immagine di copertina è stata curata da Gabriele Pasca.
Ai miei genitori
A mia sorella e a mio fratello
Prefazione
Il presente volume è dedicato al caso delle campagne elettorali di Nichi Vendola alla Presidenza della Regione Puglia. Di questa pubblicazione ho seguito personalmente la genesi in qualità di relatrice della tesi di laurea discussa dall’autrice presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e ho potuto apprezzare la perizia e la capacità di analisi con le quali Valentina Porcino ha affrontato l’argomento.
Non entrerò qui nei dettagli delle strategie di comunicazione di Vendola, perché a questo proposito invito soprattutto a leggere la trattazione di Valentina Porcino, che si distingue per chiarezza e notevole scorrevolezza espositiva.
Vorrei solo sinteticamente attirare l’attenzione sui principali concetti posti al centro di questa analisi come strumenti interpretativi del fenomeno Vendola: la personalizzazione della politica e la campagna post-moderna. Entrambe queste condizioni sono, infatti, alla base del successo di Nichi Vendola.
La candidatura di Vendola alla presidenza della Regione Puglia e la sua vittoria, prima alle primarie della coalizione di centrosinistra, poi alle elezioni, trovano, infatti, una spiegazione all’interno di uno scenario che vede la politica italiana profondamente cambiata rispetto alla Prima Repubblica. Infatti, se nel lungo periodo che va dall’immediato dopoguerra alla fine degli anni Ottanta è sempre prevalso uno stile di campagna partito-centrico che ha ammesso ben poche eccezioni, all’inizio degli anni Novanta il collasso del sistema dei partiti, la nuova legge elettorale e la rinnovata offerta partitica introducono in Italia una realtà già ben nota altrove, ovvero la personalizzazione delle campagne elettorali. Il fattore personale, quindi il carattere e le esperienze del candidato, diventano sempre più determinanti nell’influenzare le opinioni degli elettori e le loro scelte di voto.
Questo è il contesto che permette al candidato Vendola di prevalere pur non essendo sostenuto dai principali partiti del centrosinistra. I cambiamenti radicali che interessano la natura del legame partito-elettore consentono a Vendola di costruire il suo consenso non più sull’identificazione partitica in termini generali, ma piuttosto su una specifica proposta di leadership.
La campagna del 2005 e successivamente quella del 2010 sono state entrambe al centro di grande interesse mediatico. Questo in parte per il fattore sorpresa, che ha avuto una sua rilevanza soprattutto nel 2005, quando pochi si aspettavano l’affermazione di Vendola, ma anche e soprattutto per gli aspetti specificatamente legati al campaigning.
Quello di Vendola è uno stile di campagna elettorale che presenta diversi elementi di novità. Quando in Italia ancora prevaleva un modello che possiamo definire moderno
, per seguire la periodizzazione introdotta da diversi studiosi, prima fra tutte Pippa Norris, ovvero si assisteva a campagne sì personalizzate, ma comunque centralizzate e molto basate sulla televisione, già Vendola rappresentava un’avanguardia verso un modello post-moderno
.
Stiamo parlando della riscoperta della campagna sul territorio, quindi con elementi di decentralizzazione, e di una diversificazione degli strumenti che accoglie e valorizza in primo luogo le potenzialità offerte dai nuovi media. Come ben mostra Valentina Porcino, questo secondo elemento è messo particolarmente in luce nella campagna 2010, non caso aperta da un annuncio in rete della propria ricandidatura alla Presidenza della regione Puglia.
La notorietà acquisita dal caso del candidato Vendola tra coloro che studiano la comunicazione politica è legata soprattutto alla creazione delle Fabbriche di Nichi, nate con lo scopo di attivare una mobilitazione capillare. Di questo fenomeno Valentina Porcino offre al lettore una ricostruzione accurata che fa luce sul funzionamento di questa rete di persone, strumenti e azioni
.
L’autrice affronta, tuttavia, anche l’altro principale elemento che ha spesso attirato l’attenzione dei media e degli osservatori politici, ovvero il linguaggio di Vendola, peculiare perché in apparente controtendenza rispetto all’evoluzione del linguaggio della politica italiana, passato dal barocco e spesso oscuro politichese della Prima repubblica ad una comunicazione ipersemplificata e ritenuta perciò adatta alla ‘gente comune’.
Qui la tesi dell’autrice è che, nonostante il lessico colto e raffinato di Vendola sia in effetti complesso e quindi possa non essere facilmente compreso da tutti, le metafore e la vena poetica dell’oratore risultano alla fine risorse efficaci in virtù della notevole capacità di sollecitare risposte emotive.
In conclusione, il caso del candidato Vendola può essere considerato uno dei più interessanti degli ultimi vent’anni della comunicazione politica italiana, sia per la creatività e la pluralità degli strumenti messi in campo durante le campagne elettorali, sia per la notevole attenzione ad esso dedicata dai media e dagli osservatori politici. E’ un caso che merita, pertanto, di essere ulteriormente approfondito attraverso le categorie analitiche della comunicazione politica e della scienza politica. Questo volume offre a tal scopo un contributo utile e interessante.
Donatella Campus
8 Aprile 2013
Introduzione
Il presente lavoro tratta della comunicazione politica di Nichi Vendola e del rapporto che lega le strategie di campaigning di questo personaggio politico con altri elementi quali il fenomeno della personalizzazione della politica, la crescente e recente tendenza alla territorializzazione
della politica italiana e l’avvento di una nuova fase della comunicazione: quella della campagna elettorale postmoderna, inscindibilmente collegata alla diffusione dei nuovi media.
L’ipotesi da cui muove l’intera analisi è che, nell’odierna fase della comunicazione politica, caratterizzata da campagne elettorali permanenti, a vincere sia quella parte della politica più capace di interpretare un modello di campagna postmoderno. Tale affermazione è rafforzata dalla riflessione secondo cui fenomeni come la personalizzazione ed il ritorno al localismo abbiano modificato e influenzato l’immagine e l’approccio di un leader ai propri elettori, producendo un nuovo stile di campagna elettorale. In altri termini, il presente lavoro si propone di utilizzare l’esperienza politica di Vendola per evidenziare dinamiche ed esisti simili a quelli di altre esperienze di comunicazione. Tale obiettivo è stato perseguito, nel corso della trattazione, in maniera comparata con l’esperienza americana di Barack Obama ma anche seguendo una direzione per lo più innovativa quando si è scelto di limitare il raggio d’azione alla sola realtà politica italiana.
Il libro è diviso in quattro capitoli. Il primo propone una breve ricostruzione del percorso che ha portato la comunicazione politica ad essere una disciplina di insegnamento, senza trascurare le radici che essa ripone in civiltà molto antiche, come quelle greca e romana ed evidenziando la strettissima connessione della stessa con gli eventi e gli esiti della politica. Da tale ricostruzione si avviano i presupposti per l’analisi di un fenomeno come il processo di personalizzazione della politica: un cambiamento fortemente influenzato dalle caratteristiche della comunicazione del XXI secolo e da eventi politici come il progressivo indebolimento del potere dei partiti di massa, in seguito alla crisi della prima Repubblica. Si passa poi all’analisi delle teorie sulla personalizzazione più accreditate, come quella di Mauro Calise{1} che descrive il cambiamento di scenario attraverso una metafora decisamente efficace, ossia quella del tramonto dei dinosauri
e procede nella sua analisi del cambiamento ripercorrendo eventi come Tangentopoli e la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Il contributo di Guido Legnante{2} cerca di attribuire alla personalizzazione delle denotazioni analitiche che ne esplichino il senso e ne chiariscano il significato, mentre, altri autori, come Carlo Marletti e Paolo Natale{3} si soffermano su un livello comparativo che chiama in causa la dimensione locale e quella nazionale e si chiedono in che modo le caratteristiche strutturali ed istituzionali di un sistema politico possano favorire o rallentare il processo di personalizzazione della leadership in atto nel sistema. Dunque, un confronto tra il processo di personalizzazione che caratterizza una dimensione locale ed una nazionale, in relazione a specifici fattori d’analisi.
Il secondo capitolo introduce la figura di Nichi Vendola attraverso la descrizione di eventi che costituiscono una narrazione necessaria a spiegare i contenuti dell’intero lavoro. Questo capitolo, infatti, è strettamente collegato con la storia politica di Vendola ed anche con la storia del territorio da cui proviene ed in cui si colloca . La narrazione non trascura le anomalie che caratterizzano da sempre la vita politica pugliese, i rapporti tra centrodestra e centrosinistra e l’emblematicità di figure come quella di Michele Emiliano e Raffaele Fitto. L’ultimo paragrafo, in particolare, si concentra sulla dicotomia che intercorre tra la dimensione locale e quella nazionale in riferimento alla strategia comunicativa adottata da Vendola e dal suo staff, sottolineando la personalizzazione dei temi scelti per la comunicazione e la matrice d’appartenenza
che fa da filo conduttore per tutto lo standard di campaigning scelto.
Il tema del linguaggio politico di Vendola è il filo conduttore degli argomenti contenuti nel terzo capitolo. La riflessione muove a partire dai luoghi reali e virtuali e dagli strumenti scelti ed utilizzati per comunicare, sottolineando il cambiamento di scenario in atto e l’importanza che i nuovi media rivestono in questo particolare momento della storia della comunicazione politica. Dunque, l’analisi prosegue con particolari riferimenti al linguaggio adoperato dal leader del SEL nel corso di comizi ed interventi pubblici e si divide principalmente in due momenti: il primo è quello dell’analisi concettuale ed ideologica, mentre, il secondo è quello dell’analisi