Puro spirito

Di Andrea Ferrando

RACCONTO LUNGO (46 pagine) - FANTASCIENZA - Puoi anche rifugiarti nel più remoto dei pianeti, ma se non hai chiuso i conti con i tuoi errori, il passato può venire a cercarti quando meno te l'aspetti. E solo in quel momento capirai qual è la cosa giusta da fare, sempre che il destino e il Chew-9, la droga del benessere, ti diano la possibilità di scegliere...

Philip Retseb ripara astronavi e coltiva fiori rari nelle serre del pianeta disabitato Arbus, ai margini della galassia. Quando il Titan III, un cargo che costituisce la sua più importante commessa, viene rubato, Philip sa che si deve occupare personalmente del recupero. Quindi lascia il suo volontario isolamento e si getta all'inseguimento fino ad arrivare su Cardassia, dove ritrova i suoi vecchi compagni di scorribande in lotta tra loro. Quando è il momento di saldare i conti lasciati in sospeso, bisogna decidere da che parte stare, anche a costo di morire per ritrovare una nuova vita.E per capire che cosa fare del Chew-9, la droga del benessere che tanti interessi smuove in tutta la galassia abitata. - Un nuovo capitolo di Chew-9, la serie fantascientifica del millennio, ideata da Franco Forte e che vede la partecipazione degli autori sul forum della Writers Magazine Italia, dove i racconti vengono letti e selezionati. Tutti possono partecipare!

Andrea Ferrando, nato nel 1970, laureato in fisica, vive a Genova con la sua splendida famiglia. Di giorno conduce progetti di miglioramento aziendale, di notte si dedica alla fantascienza, al rock, all'horror e al noir. Pensa che le due cose siano collegate ma deve ancora capire come. Qualche suo racconto è in giro per la rete o pubblicato in antologie di vario genere. Per Delos Digital ha pubblicato, in collaborazione con Fabio Pasquale, ""Siamo Legione"", il decimo capitolo della prima stagione di "The Tube".

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 10 giu 2014
• ISBN: 9788867753789

Anteprima del libro

a cura di Franco Forte

Puro spirito

di Andrea Ferrando

1.0 giugno 2014

ISBN versione ePub: 9788867753789

© Andrea Ferrando

Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

Versione: 1.0 giugno 2014

Font Quattrocento Sans by Pablo Impallari, SIL Open Font Licence 1.1

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

Indice

Colophon

Andrea Ferrando

Puro spirito

Premessa

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

Capitolo 6

Capitolo 7

Capitolo 8

Capitolo 9

Capitolo 10

Capitolo 11

Capitolo 12

Postfazione. CHEW-9 La droga del benessere

Delos Digital e il DRM

In questa collana

Tutti gli ebook Bus Stop

Andrea Ferrando

Andrea Ferrando, nato nel 1970, laureato in fisica, vive a Genova con la sua splendida famiglia. Di giorno conduce progetti di miglioramento aziendale, di notte si dedica alla fantascienza, al rock, all'horror e al noir. Pensa che le due cose siano collegate ma deve ancora capire come. Qualche suo racconto è in giro per la rete o pubblicato in antologie di vario genere. Per Delos Digital ha pubblicato, in collaborazione con Fabio Pasquale, "Siamo Legione", il decimo capitolo della prima stagione di The Tube.

Dello stesso autore

Fabio Pasquale, Andrea Ferrando, Siamo legione The Tube ISBN: 9788867751877

Premessa

Il Chew-9, la droga del benessere, è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno in grado di sconvolgere la vita degli esseri umani, capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà…

1

Infilo la mano nella terra umida che cede mollemente alla mia pressione. Socchiudo gli occhi, rimestando il compost marrone.

Sono solo. Solo in questa casa, solo in questo terreno, solo in questa regione. Sono solo anche su questo pianeta. Ma non mi pesa. Anzi.

Ogni tanto esco nella luce del tramonto e guardo la foresta infinita che ricopre questo mondo. E sono in pace con me stesso.

Il tempo in cui riuscivo a sopportare la gente è finito qualche anno fa, ma pare un’eternità. Un tempo convulso, dove essere nel vortice era obbligatorio. Quasi naturale. Adesso, invece, sono come sospeso nelle mie abitudini quotidiane, come un lento asteroide che orbita lontano, nello spazio vuoto.

Sollevo la mano cosparsa di terriccio: la temperatura è quella giusta, l’umidità anche. Un’occhiata al display sul muro della serra mi conferma quello che la mia esperienza mi ha già detto. Accarezzo con un sorriso le foglie brillanti e sussurro qualche parola affettuosa.

Io qui ci sto bene. Anche se Aprus non è sicuramente il pianeta più frequentato della galassia.

Quando mi accorgo del fruscio anomalo dietro di me è troppo tardi per rimediare. Sento un colpo secco, come se un chiodo mi entrasse nella nuca. Tutto si colora di arancione.

È un attimo, poi il buio mi riempie le pupille. Mi divincolo per risalire dal pozzo nero in cui sono precipitato. Ma è tutto inutile; la melma nera mi inghiotte. Il respiro si spezza, sento come il rumore di una mascella che affonda nella terra morbida. È la mia, anche se mi sembra lontana qualche centinaio di chilometri.

E poi basta.

Mi risveglio all’impulso della sveglia neuronale con un cattivo sapore in bocca. In un primo momento frugo nella memoria: non ricordo di aver esagerato, ieri sera.

Ho la mente spersa, come disturbata da un cattivo segnale analogico.

Poi l’umido sulla guancia mi rivela che non sono nel mio letto. Sento la terra appiccicata alla fronte e, mentre apro gli occhi con uno sforzo inusuale, tutto mi ritorna in mente.

La nuca pulsa ancora. Mi sollevo come se indossassi un casco di piombo, lo sguardo non a fuoco puntato verso l’oblò della serra.

È l’alba e pare una mattina come le altre, anche se la sera prima qualcuno ha tentato di spezzarmi le ossa del collo. Ho passato la serata e tutta la notte nella serra, con la faccia nel prezioso terriccio importato da Drassia VI.

Mi consolo con il fatto inconfutabile di essere ancora vivo.

Fatico a mettermi in verticale, neanche mi fossi fatto di vodkaina. Con un mezzo sorriso ripenso a quando ogni mattina era così, tanti anni fa. Quando con mio fratello scorrazzavamo ogni notte nell’agglomerato, alla ricerca di sensazioni extra e qualche soldo facile. Eravamo una gran coppia di punkers, ma sono passati anni, troppi anni.

Qualcuno potrebbe dire che ho messo la testa a posto. Ho un lavoro che mi dà da vivere: mettere a punto le poche astronavi che passano da queste parti. Ho un hobby innocente che qualcuno definirebbe una passione ossessiva. Ma non sono riuscito a trovare altro che mi faccia stare così in pace con me stesso. E che mi permetta di tirare su qualche soldino extra.

Qualcun altro potrebbe pensare che sono andato fuori di testa. E, qualche volta, quando il cielo senza luna, nero del fumo dei reattori in fusione non controllata, mi opprime più dei miei vuoti pensieri, anche io lo credo.

Sono impazzito. Mi trovo meglio con le piante che con le persone. In mezzo al nulla meglio che in mezzo alla