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Ecce zombie
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E-book129 pagine1 ora

Ecce zombie

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Zombie - romanzo breve (85 pagine) - Riuscirà Jacopo a conservare la fede nel bel mezzo di un’Apocalisse zombie? E i Viandanti a raggiungere la Terra Promessa oltre il fiume? Si può sconfiggere un male che sembra uscito dall’inferno stesso?


Jacopo gira con Italo per la città infettata dal Male, ma non sente di fare la cosa giusta. Lui crede nella salvezza attraverso la fede mentre l’altro nel potere della forza bruta. Come può continuare un sodalizio del genere?

E infatti, quando Jacopo incontra i Viandanti che marciano inermi verso la terra promessa guidati dal Maestro, sente che è il momento di lasciare il compagno e di seguire la sua vocazione interiore.

I Viandanti non hanno armi e devono arrivare a sud, dove li attende il luogo in cui il Maestro fonderà una comunità basata sui principi religiosi in grado di accogliere i bisognosi e difendersi dal Male, fino a quando il bene trionferà.

Ma il viaggio è pieno di insidie e ogni angolo può nascondere un’orda di zombie. Senza contare che la città è abitata dalla creatura più malvagia dell’intero universo: l’essere umano.


Nato nel 1970, Andrea Ferrando vive a Genova. Di giorno si occupa dei processi di pianificazione operativa, di notte si dedica alla fantascienza e all’horror. Pensa che le due cose siano collegate, ma deve ancora capire come. Qualche suo racconto è in giro per la rete o pubblicato su antologie cartacee come Il Magazzino dei Mondi 3, 365 Racconti d’Estate e Olimpiadi di Toronto 2112 per Delos Books. Per Delos Digital ha pubblicato racconti per le serie Chew-9, Urban Fantasy Heroes e The Tube.

Per la collana Odissea Wonderland di Delos Digital ha pubblicato i primi due romanzi del ciclo de Le avventure della K-Squad.

Ha una passione per la musica rock, per quello sport ormai desueto che è il tennis serve and volley e per la misurazione delle performance aziendali.

LinguaItaliano
Data di uscita12 ott 2021
ISBN9788825417715
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    Anteprima del libro

    Ecce zombie - Andrea Ferrando

    In due

    Un giorno di pioggia talmente fine che quasi non bagnava, trovarono delle chiavi attaccate al cruscotto di un fuoristrada. Jacopo ringraziò Dio e sorrise al compagno: quella era la svolta. Italo ricambiò con un urlo, saltando al posto di guida.

    Erano insieme dai primi momenti in cui l'apocalisse aveva preso la città. Vagavano tra i relitti abbandonati e gli zombie affamati cercando di sopravvivere all'inferno che aveva preso il sopravvento.

    Palazzi in fiamme, bande che scorrazzavano per i viali alberati, odore di morte a cui non ti saresti mai abituato: questo era il mondo che avevano a disposizione.

    Jacopo si sistemò al posto del passeggero. Era la prima volta che trovavano un mezzo utilizzabile che non fosse la buonanima del suo motorino.

    Italo si passò una mano tra i capelli a spazzola e colpì il volante con due palmi grandi come pale.

    – Con questo ce ne andiamo da 'sta città di merda!

    – Ma pensi che fuori di qui…

    Italo lo guardò con gli occhi di chi ha già deciso.

    – Io non rimango qui ad aspettare di essere masticato da quei mostri!

    Jacopo si sistemò meglio sul sedile e pensò che il militare muscoloso e diretto che il Signore gli aveva destinato come compagno aveva più senso pratico di lui.

    – Andresti d'accordo con il mio Don – gli disse dopo che ebbero imboccato il viale che portava alla superstrada.

    – Non credo proprio, lo sai quello che penso di quei corvacci – rispose Italo facendo il gesto delle corna. – Portano più sfiga delle suore!

    Jacopo fece una smorfia e chiese un perdono silenzioso a San Giovanni.

    – Don Saverio era un buon parroco e ti sarebbe piaciuto: raccontava sempre la storia di quello che voleva diventare santo. Quando arrivò l'alluvione non fece nulla perché aveva fiducia nell'aiuto di Dio. Aveva l'acqua alle ginocchia e passò una barca. Lui la rifiutò con sdegno: Dio l'avrebbe salvato. L'acqua gli arrivò al petto e una seconda barca gli si avvicinò per portarlo in salvo. Uno come lui non sarebbe stato abbandonato dal Signore, rispose ai soccorritori che gli offrivano di caricarlo. Quando una terza barca passò di lì, sfidando le acque tempestose per portarlo in salvo, il futuro santo aveva ormai l'acqua alla gola.

    Italo si mise a ridere.

    – E quel coglione rifiutò di nuovo, immagino. Ecco perché non mi piace la religione: poco senso pratico. Io voglio la ricompensa qui e ora, non voglio diventare santo quando sarò nell'aldilà!

    – Sì, colui che voleva diventare santo rifiutò di nuovo di essere salvato.

    – E adesso arriva il buon Dio che con una mano dal cielo lo tira su dalle acque tempestose?

    – No, il tipo muore affogato.

    – Ben gli sta!

    – E quando arriva davanti a San Pietro, il custode del Paradiso lo manda al Purgatorio – concluse Jacopo.

    – Bella fregatura!

    – E quando il tipo che voleva diventare santo prende coraggio e chiede perché uno come lui con così tanta fede in Dio non sia degno non solo dell'aiuto di Dio, ma neanche di essere santificato per il suo martirio, il primo Apostolo gli risponde che nessun Santo rifiuta per ben tre volte l'aiuto che Dio gli manda.

    – Bella barzelletta – continuò Italo ridendo – io la sapevo con protagonista Pierino. Il tuo Don è uno spiritoso.

    – La raccontava sempre a tutti gli incontri di preparazione al Matrimonio.

    Jacopo accarezzò il cruscotto e i polpastrelli divennero neri dalla polvere.

    – Penso che questa macchina sia uno degli aiuti che il Signore mi ha mandato. Oltre al fatto di averti incontrato.

    Italo scosse la testa, innestò la prima e pigiò forte sull'acceleratore, strisciando la fiancata della Golf abbandonata a fianco.

    Jacopo abbozzò un segno della croce.

    – Dovremmo cercare di conservarla il più possibile in buono stato – sussurrò tra i denti, battendo il palmo sulla portiera.

    – Ho sempre sognato di farlo. – Italo indicò dietro di sé l'auto danneggiata. – Ma hai ragione. Ogni tanto ci vuole un po' di prudenza. Anche io penso che esserci trovati sia stata una bella botta di culo. Soprattutto per te.

    Jacopo ritornò con la mente a quei momenti di tre mesi prima, durante il suo ultimo giro di consegne in motorino.

    – Ho ancora impressa nel cuore l'immagine di quella vecchia che azzanna quel povero ragazzo. Che la loro anima possa riposare in pace.

    – Avresti dovuto vedere la tua faccia. – Italo strabuzzò gli occhi. – Pareva stessi sull'orlo di un precipizio e qualcuno ti volesse spingere giù.

    – Mi perdonerai se una fontana di sangue zampillante per metri dal collo di un ragazzo mi ha lasciato un po' basito. Ancora un po' e andavo a sbattere contro un muro.

    – Erano quattro giorni che vedevo scene del genere. Prima al centro ricerche e poi tra i mei commilitoni. Oramai sapevo quel che bisognava fare. – Italo staccò la mano destra dal volante e prese la mira con pollice e indice. – Bum! Senza esitazioni.

    Jacopo rimase in silenzio. Non voleva finire così anche lui. Uccidere senza provare nulla.

    – E tu che non volevi andartene – continuò Italo – avevi una preghiera da recitare, non finiva mai. Se non ti avessi caricato a forza sul tuo motorino saresti ancora là a pregare, magari diventato uno di loro. Che giorno si festeggia San Zombie?

    Jacopo scosse la testa.

    – Non c'era Dio in quelle preghiere, c'era solo paura e orrore. – Guardò fuori dal finestrino, le vetrine scorrevano morte. – Comunque grazie, Italo, senza di te non ce l'avrei mai fatta.

    Il militare sorrise e schiacciò ancora di più sull'acceleratore.

    – Non ti credere che l'abbia fatto perché sono buono. Da soli non si sopravvive a lungo qui fuori. Ero alla ricerca di un compare, e mi sei capitato tu. Poi avevi anche il motorino.

    – Un ragazzino della parrocchia, non proprio il massimo come aiuto.

    – Ci completiamo, ragazzo.

    La voce di Italo si incrinò. Rimasero in silenzio per qualche istante. Poi il militare svoltò a destra, facendo fischiare le ruote. Jacopo si appese alla maniglia per non essere sbalzato fuori.

    – Comunque, come diceva quello, non è ancora il momento di farci i pompini a vicenda. Pensiamo a quello che abbiano ancora da fare. Direi di fare un salto dal magazzino a riprendere un paio di cose.

    – Come vuoi – Jacopo accarezzò il crocifisso sotto la maglietta – io non ho bisogno di nulla.

    – Quello non ti salverà da quei mostri del cazzo.

    – Voi militari pensate che tutto si possa risolvere con la forza.

    – Non mi sembra che le preghiere possano fermare gli zombie. Funziona molto di più una bella mazzata sul cranio. Oppure una mitragliata. Per quello passiamo dal maga. Facciamo rifornimento. Potrai anche prendere quel libretto che leggi sempre durante i turni di guardia.

    – Quel libretto, come lo chiami tu, mi dà la forza di tirare avanti.

    Italo fece cenno di sì con la testa, sorridente. Non pareva un cattivo ragazzo. Sapeva cavarsela sempre. E il buon Dio gli aveva donato quell'istinto di far la cosa giusta che in certi casi a Jacopo mancava. La notte, durante le interminabili ore appostato alla finestra del magazzino immerso nel silenzio e nell'odore di plastica stantia, Jacopo pregava anche per lui. Non sapeva se a Italo potesse far piacere. Non ne avevano mai parlato. I discorsi sull'argomento si esaurivano in un paio di battute, ambedue timorosi che approfondire troppo quel tipo di cose potesse rovinare l'esile equilibrio.

    – Sei proprio sicuro di voler andare via?

    Italo si passò mano fasciata sui capelli rasati, spazientito. Indicò un gruppo in fondo al viale, sulla destra. Sembrava un'onda che sbatteva pigra contro i muri dei palazzi. Erano un pugno di zombie che vagavano a caccia di cibo. E il cibo erano loro due.

    – Ormai la città è loro. – disse il militare.

    – Ma se ci organizziamo, possiamo trovare altri come noi.

    – Ognuno qui pensa solo a se stesso. Hai visto cosa è successo con quelli del centro commerciale.

    – Siamo stati sfortunati, per poche mele marce…

    – In situazioni come questa, come diceva quello, homo homini lupus?

    – Un filosofo. Un senza Dio.

    – Ma aveva ragione.

    Erano arrivati. Italo inchiodò in mezzo alla strada. Scesero circospetti dal fuoristrada.

    – Io vado su a prendere tutto ciò che serve. Rimani qui.

    – Non ti serve una mano?

    – Mi servi qui, un'auto che passa per le vie morte della città ha di certo attirato l'attenzione di tutti. Dietro ogni finestra ci potrebbe essere qualcuno che ce la vuole fottere.

    Jacopo volse lo sguardo verso il gruppetto di zombie, in fondo alla strada.

    – Anche loro ci hanno sentito.

    Italo non si voltò neanche, aveva aperto il lucchetto e stava già su per le scale.

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