Trainville: Andata e ritorno: Trainville 3
Di Alain Voudì
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Anteprima del libro
Trainville - Alain Voudì
Trainville:
Andata e ritorno
di Alain Voudì
ISBN versione ePub: 9788867754021
© 2014 Alain Voudì - Da un'idea di Daniela Barisone
Copertina: Daniela Barisone
Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl
Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano
Versione: 1.0 giugno 2014
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Indice
Colophon
Alain Voudì
Trainville: Andata e ritorno
Negli episodi precedenti di Trainville
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Nel prossimo episodio: Trainville 4: Fuga da Trainville (parte prima)
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Alain Voudì
Alain Voudì, genovese, classe ‘63, consulente direzionale, ha pubblicato due racconti in appendice ai Gialli Mondadori nel 2012, e un terzo, trasmesso su Radio 24 nel corso della trasmissione Giallo 24, è poi stato incluso nella raccolta omonima edita da Mondadori. Un suo racconto è stato finalista nel 2012 al Premio Stella Doppia di Urania, un altro ha vinto la prima edizione del concorso Tessisogni e un terzo è stato segnalato al Premio Robot, edizione 2012. Altri suoi racconti si possono trovare in numerose antologie, tra le quali 365 Racconti Horror, 365 Racconti sulla fine del mondo e 365 Storie d’amore di Delos Books, oltre che sulle riviste Robot eWriters Magazine Italia, nella collana FantaErotika di Lite Editions e nelle raccolteIl Cerchio Capovolto (I Sognatori, 2011 e 2012). È autore di diversi racconti della serie The Tube.
Dello stesso autore
Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero The Tube ISBN: 9788867751020 Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte The Tube ISBN: 9788867751327 Alain Voudì, Franco Forte, Rinascita The Tube 2 ISBN: 9788867752690 Alain Voudì, Alla deriva Chew-9 ISBN: 9788867752836 Alain Voudì, RIG Delos Crime ISBN: 9788867753338 Alain Voudì, Arrivo a Trainville Trainville ISBN: 9788867753611 Alain Voudì, Alla scoperta di Mister Pennyworth Trainville ISBN: 9788867753796
Negli episodi precedenti di Trainville
Arizona, 1888: un minatore Navajo, al lavoro per estrarre la preziosa sabbia radioattiva dal cratere di Hell’s Hollow, trova una bimba bianca in fin di vita. La bimba, Joanna, non ricorda nulla del proprio passato, né sa spiegare come sia arrivata nello Hollow.
Non potendo tenerla con sé, l’indiano la affida al mercante a cui vende la sabbia, James T. Pennyworth, il quale la accoglie clandestinamente nella propria residenza sul vagone 47 dello smisurato convoglio ferroviario chiamato Trainville.
Quando si accorge che Joanna sa leggere e scrivere, mister Pennyworth inizia a investigare sul suo passato; col pretesto di stimolarne la memoria, le insegna poi l’uso di misteriosi codici cifrati, ai quali la ragazza si dedica con entusiasmo.
Per puro caso, Joanna scopre che il governo federale sta indagando sulle misteriose attività del suo tutore; senza pensare alle conseguenze del suo gesto, sventa d’istinto un tentativo di perquisizione, salvo poi scoprire con orrore che questo la rende complice nelle attività illegali del magnate, per le quali è prevista la pena di morte.
Il governo degli Stati Uniti, unico al mondo a possedere giacimenti di sabbia radioattiva, ha infatti imposto un bando strettissimo sulle sue esportazioni, e sfrutta senza pietà le tribù dei nativi per estrarla dallo Hollow: mister Pennyworth, che deve la vita ai Navajo, sta cercando di organizzarne il contrabbando oltre confine, in modo da offrire agli indiani una fonte di reddito che li liberi dal giogo del governo.
Dovendo a sua volta la vita ai Navajo, Joanna accetta di buon grado di essere complice nel misfatto; ma non conosce ancora tutti i risvolti della faccenda, che potrebbe essere molto più complessa di quanto lei immagini…
1
Una relazione semestrale sulle vendite non è, in genere, un gran bel pezzo di letteratura. Non lo sarebbe nemmeno se fosse scritta in un buon inglese, corretto e scorrevole; quando poi il relatore insiste per voler descrivere a parole ciò che una semplice tabellina di otto righe per quattro colonne spiegherebbe alla perfezione, e lo fa per di più impiegando un linguaggio contorto e vagamente sgrammaticato, allora la lettura può tramutarsi in un vero e proprio supplizio.
Quando però Jim scoprì, per la terza volta nel giro di pochi minuti, che i suoi occhi si allontanavano dalle righe verbose del rapporto per posarsi su Joanna, immersa con la lingua tra i denti nella risoluzione dell’esercizio che le aveva proposto quel pomeriggio, capì che il vagare apparentemente distratto del suo sguardo non poteva essere giustificato solo con la sciatta prosa del suo responsabile commerciale per il sudest.
Con un sospiro sommesso si chiese, per l’ennesima volta, quale fosse in realtà la natura dei propri sentimenti verso la ragazza che lo aveva salvato dall’impiccagione.
Quando Serpe Veloce gliel’aveva affidata senza la minima spiegazione, quasi tre anni prima, Joanna era appena una bambina, ferita nel fisico e nello spirito; sola al mondo, impaurita, incapace non solo di badare a se stessa, ma perfino di ricordare il proprio passato, o di scegliere una qualunque strada per sé e per il proprio futuro.
Considerata la natura della propria attività, non era stato particolarmente felice di accogliere di nascosto un’orfanella nel proprio vagone; ma dopo averne scoperto le doti, prime fra tutte la vivace intelligenza e l’insaziabile curiosità, aveva dovuto confessare a se stesso di provare un insolito e gradito piacere, alla presenza della sua piccola ospite.
James T. Pennyworth non aveva mai sentito il bisogno di sperimentare le gioie coniugali; e questo l’aveva sempre reso particolarmente adatto al proprio mestiere, nel quale ogni legame rappresenta un punto vulnerabile. E nemmeno aveva mai sentito la mancanza di un rapporto parentale, fino all’arrivo di Joanna.
Aveva però dovuto ammettere che il rigetto dell’istanza di adozione da parte del Tribunale di Anaheim lo aveva deluso più di quanto egli stesso non avrebbe creduto possibile. E lo sguardo ferito di Joanna, quando gli aveva svelato di conoscere parti del suo passato che lui non avrebbe voluto rivelarle, lo aveva fatto star male, quasi quanto il rifiuto di lei quando le aveva proposto un nuovo tentativo col Tribunale dell’Arizona.
In quel momento, invece di sentirsi respinto come sarebbe stato comprensibile, si era sentito inadeguato: e quel nuovo stato d’animo aveva rappresentato per lui un vero e proprio trauma.
Per la prima volta in vita sua, aveva dovuto affrontare la Grande Domanda che prima o poi affligge qualsiasi genitore: Sarò stato all’altezza? Avrò fatto la cosa giusta?
Il fatto di non conoscerne la risposta lo aveva torturato a lungo; e il non poter condividere la propria frustrazione con un qualsiasi altro genitore gli aveva negato anche il sollievo di scoprire, come avevano fatto tutti i padri prima di lui, che nella maggior parte dei casi quella risposta non esiste proprio.
Molti mesi erano trascorsi trepidi, da quel terribile pomeriggio di rivelazioni; mesi in cui il rapporto tra lui e la sua protetta era rimasto fragile, bisognoso di attenzioni, da maneggiare con la stessa dolce cautela che si usa per maneggiare un cucciolo ferito.
Sia lui che Joanna, dopo lo schianto improvviso che avevano sperimentato al termine della prima, innocente, fase di avvicinamento, si erano fermati a studiarsi circospetti; troppo legati l’una all’altro per potersi staccare del tutto, troppo scottati l’una dall’altro per volersi avvicinare di nuovo.
In quei mesi Joanna era cresciuta in fretta, e da bambina incerta e spaventata si era rapidamente mutata in adolescente, sebbene ancora più incerta, disorientata e bisognosa