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Sotto Il Sole Dell’Estate
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E-book260 pagine4 ore

Sotto Il Sole Dell’Estate

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Info su questo ebook

Franck incontra Svetlana nei corridoi della metro parigina. Sia l’uno che l’altro ignorano che la loro relazione è l’inizio di un amore difficile. Attraverso desideri ed esitazioni, la sofferenza sarà inevitabile.

Dalla passione amorosa fino al rifiuto di essere amati teneramente, questa storia narra l’evoluzione emotiva di una giovane donna che non ha vissuto abbastanza e di un uomo dieci anni più grande di lei. Mentre uno è alla ricerca dell’amore e dell’equilibrio, l’altro si interroga e si perde cammin facendo. Paura, dubbio e timore si susseguono fino a soffocare l’attaccamento che li aveva legati. Illusione, tentazione e gelosia daranno il colpo di grazia. Tra incertezze e tribolazioni, la ricerca della felicità rappresenta un'allegra giostra sulla quale si deve salire.

”Sotto il sole dell’estate” è il secondo romanzo di Emmanuel Bodin. La storia riprende i personaggi del romanzo precedente, ”Non resta che ricominciare”, inserendo temporaneamente come prologo, il primo incontro amoroso tra i due protagonisti.
LinguaItaliano
EditoreTektime
Data di uscita6 ago 2019
ISBN9788893985345
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    Anteprima del libro

    Sotto Il Sole Dell’Estate - Emmanuel Bodin

    1.

    Quella mattina, nell’attimo di quel arrivederci che gli sembrava un addio e che per una volta gli sembrava fatale, pensava che fosse l’ultima volta che la baciava, l’ultima volta che le teneva la mano, l’ultima volta che la riaccompagnava a casa sua. Prima di sparire dietro il cancello della casa dove viveva, attraverso il palmo della sua mano, soffiò un bacio verso di lui. Sorpreso, le rispose con la stessa eleganza, frettolosamente, come due amanti che non sopportano l’idea di separarsi per un giorno. I suoi occhi si appannavano, consapevoli di una cosa drammatica: la donna che egli amava stava per abbandonarlo. Pensava che non l’avrebbe più rivista. Chissà se lei si era accorta della sua tristezza? Lui preferiva immaginare il contrario. Per quale ragione lei avrebbe pensato che su di lui avrebbe preso il sopravvento uno stato d’animo cupo? Tra di loro, la rottura non era stata ancora ufficializzata. Solo che egli la sentiva aleggiare nell’aria, come l’odore di un potente veleno contro il quale non poteva combattere. Rimanendo in silenzio, si augurava di sbagliarsi. Che fosse possibile o meno, i giochi sembravano essere ormai conclusi.

    Con la testa bassa e il passo lento, attraversò l’asfalto, si allontanò dall’edificio, pensando che avrebbe dovuto dimenticare quel quartiere. Egli ritornava in direzione del suo squallido studio. Laggiù lo attendeva l’incompiutezza nutrita dalla solitudine latente, accompagnata da nuove lacrime.

    Lei l’aveva abituato al comportamento di una compagna delicata e sincera che dava notizie di sé regolarmente, evitando di soffocare il suo partner con una sorveglianza quotidiana. Anche lui la lasciava vivere la sua vita liberamente. Durante la notte, un altro ritornello tentava di sostituire il precedente, immergendolo in un abisso di tenerezze. Aveva provato un dolore profondo, come la sensazione fantasmagorica di vedere i suoi sentimenti strappati brutalmente dal suo cuore.

    L’assenza e la mancanza erano durati due settimane. A più riprese egli aveva tentato di ricontattarla.

    I suoi tentativi di mettersi in contatto furono vani. Non vi fu risposta né agli SMS, né alle telefonate, né tanto meno alle mail. Nessuna risposta, nessun messaggio, totalmente ignorato. Non riusciva a comprendere, si chiedeva che cosa avesse potuto causare la fuga della sua amata, considerato che che avevano progettato di partire per Venezia insieme durante il fine settimana successivo.

    La loro storia aveva avuto un meraviglioso inizio. La storia d’amore di qualche settimana prima non sembrava affatto volerli separare. Dall’inizio della loro relazione, conoscevano solamente una data fatidica.

    Il loro incontro era avvenuto nella metro di Parigi, tra i corridoi affollati e la gente frettolosa. Nel bel mezzo del formicaio, una giovane donna smarrita, guardava in tutte le direzioni. A causa di importanti lavori di ammodernamento della stazione non erano presenti le indicazioni di percorso. Solamente i frequentatori abituali conoscevano la strada, come dei robot in sinergia e programmati alla perfezione.

    Lui era annoiato tanto quanto lei. E non riusciva ritrovare la sua strada. Eppure era molto abituato a queste lunghe gallerie. Considerato che egli non possedeva né un automobile né due ruote e trovava gli autobus troppo affollati e troppo complicati per orientarsi, aveva preso l’abitudine di seguire questi cunicoli per potersi spostare da casa sua. Quando c’era il bel tempo e doveva recarsi in un luogo che a suo parere era sufficientemente vicino, egli non esitava a percorrere il tragitto a piedi, solo per non pagare un biglietto troppo costoso. Esisteva ancora il bike sharing, mirabilmente diffuso a Parigi; anche in questo caso, il tipo di abbonamento offerto non lo aveva affatto allettato. Aveva già tentato di rimuovere il congegno, che restava cementato al suo palo. Eppure egli trovava interessante il concetto, tranne la logica della resa capitalista che contaminava l’iniziativa ecologica. Un’osservazione disperata e conflittuale lo colpì quando si rese conto che una decisione politica, con beneficio per il cittadino, appena attuata da strutture private a denti lunghi, offre in sostituzione solo una sfortunata osservazione del nostro sistema economico che un semplice tacito accordo di impotenza ci costringe ad accettarla.

    La giovane donna che lo osservare girare su se stesso aveva osato avvicinarsi per chiedergli se anche lui stava cercando la linea quattordici. Effettivamente egli doveva seguire questa linea fino alla stazione di Saint–Lazare per poi salire su un treno di periferia. Egli aveva appuntamento con Stéphanie, un amica pittrice. Al contrario lei si dirigeva verso Bercy, nell’altra direzione. Egli la trovava fisicamente molto gradevole. Il suo francese non era perfetto. Il suo accento tradiva le sue origini dell’Est. Lei lo aveva informato che si chiamava Svetlana e che veniva dalla Russia. In cambio lui le aveva rivelato il suo nome. Aveva semplicemente risposto Franck.

    Svetlana aveva sempre preferito che i suoi amici la chiamassero Sveta. Lei era a Parigi da due settimane per lavoro. Durante i periodi di riposo, ne approfittava per visitare anche altri paesi europei. La sua occupazione consisteva nel vendere borsette in un negozio delle Gallerie Lafayette. Il ruolo della negoziante non le interessava affatto. Anzi! La annoiava tantissimo.

    Quel lavoro era stato l’unico modo per concretizzare il suo sogno di viaggiare in Francia. In questo modo, era riuscita ad ottenere un visto temporaneo di tre mesi. Quel giorno lei si recava a casa di una collega ucraina, che si era recata in Francia per lo stesso motivo, in quanto si erano organizzate per una passeggiata in città. Avrebbero fatto anche un po’ di shopping.

    Svetlana aveva suggerito a Franck di scegliere la direzione da seguire. Lei gli aveva confidato che il suo segno zodiacale la influenzava quotidianamente e non necessariamente nel migliore dei modi. Bilancia, la figura per antonomasia di tutte le incertezze! Lei prendeva difficilmente delle decisioni, in maniera particolare nei momenti più importanti. Un si al mattino poteva trasformarsi in un no alla sera. Lei gli aveva svelato tutti i particolari della sua personalità senza nemmeno preoccuparsi se fosse di buon augurio o meno comportarsi in quel modo dinanzi ad uno sconosciuto. Lei si era mostrata in tutta la sua spontaneità e naturalezza, sentendosi a suo agio in presenza di quell’uomo. Lei aveva percepito immediatamente un’aura positiva e una sensazione rassicurante nel notare questo ragazzo smarrito, proprio come lei.

    Senza volere, Franck aveva incarnato il maschio che prende le iniziative. Il percorso scelto si era rivelato quello giusto per Svetlana. Lo ringraziò e si apprestò subito a lasciarlo. Reprimendo la sua timidezza, che era agli antipodi del suo temperamento, Franck le aveva chiesto se le sarebbe piaciuto scoprire Parigi in sua compagnia, nei giorni successivi, con la possibilità di godersi una guida particolare. Con un po’ di titubanza, lei lo aveva squadrato, interrogandosi sulle intenzioni di quel ragazzo. Era un uomo serio o un avventuriero? Forse, un approfittatore?

    Dopo qualche secondo di stupore, Svetlana si lasciò sfuggire un grande sorriso, in seguito al quale acconsentì, rispondendogli con candore con una battuta comune. Perché e poi si scambiarono i numeri di telefono. Seguendo un rito di cortesia si augurarono a vicenda una buona giornata e si erano detti un arrivederci, stringendosi la mano sinistra.

    Franck aveva ripreso il suo cammino con il sorriso sulle labbra, tra l’idiota e il baciato dalla fortuna veniva contemplato da molti sguardi con curiosità. Durante il tragitto, Franck non aveva potuto fare a meno di pensare a quel viso gioviale che aveva appena incontrato. Un viso dolce, raggiante, pieno di grazia e grande tenerezza. Si chiedeva se avrebbe mai rivisto quella ragazza. Quante probabilità vi erano per far sì che lei accettasse di andare in giro in sua compagnia? Secondo lui, molto poche. Per sbarazzarsi di una persona che diventerebbe ingombrante, è facile dirigersi nella sua direzione offrendogli una bugia come dono liberatorio, come un numero di telefono falso che richiamerebbe una prova di buona volontà. Avrebbe dovuto fare il tentativo di telefonarle al momento, per verificare chi avrebbe risposto dall’altra parte? E se fosse stata lei a rispondere, che cosa le avrebbe detto?

    Franck rifletteva troppo. Inconsciamente, aveva già messo gli occhi su quella giovane donna. Era single da vari mesi, senza riuscire a dimenticare la sua ex. Tuttavia, questa nuova testa bionda dagli occhi azzurri brillanti erano appena riusciti a turbarlo in un batter d’occhio, con un sorriso.

    Aveva davvero il desiderio di voltare pagina? Forse c’erano le premesse di un colpo di fulmine inatteso? Durante l’intero tragitto, gli ritornava alla mente quel bel musetto venuto fuori dal nulla, come un colpo di fortuna, un dono della vita, una partita a poker le cui prime carte si rivelavano positive. Eppure... che cosa poteva riservargli la sorte? Il futuro dona sorprese in abbondanza e di inaspettate. Stavano per nascere in lui dei desideri. Un innocente richiamo stava molto probabilmente per cambiare il suo quotidiano. Uno sconvolgimento che avrebbe dato ossigeno alla sua esistenza e cancellato la persona che aveva saputo amare prima. É possibile cambiare e dimenticare un essere che si è portato nel cuore e al quale si pensa ancora? Probabilmente... tuttavia ne rimarrà sempre qualche residuo, che si rivelerà indelebile.

    Arrivato a casa della sua amica Stéphanie, Franck non aveva né potuto né voluto trattenersi dal rendere partecipe anche lei di questo incontro fortuito. Quell’istante fatto di pochi minuti inondava nuovamente il suo spirito. Vi era il rischio di mettere nel breve termine in discussione delle speranze che probabilmente non portavano da nessuna parte. Quella giovane donna aveva fatto colpo su di lui fin dal primo momento in cui ne era venuto a contatto. Stéphanie era al corrente delle precedenti delusioni del suo amico. Lei sembrava entusiasmarsi per lui e gli augurava che potesse nascere una bella storia, nel caso in cui fosse preparato a rivederla. D’altronde, lei gli consigliava di non darvi troppa importanza affinché non fosse accaduto qualcosa di concreto.

    Franck aveva conosciuto Stéphanie attraverso un chat su internet, molti anni prima. Sebbene, tra loro due vi fosse stata dell’attrazione, essi avevano preferito mantenere una distanza reciproca. Stava per nascere un’amicizia.

    Piccola e bruna, il fisico di Stéphanie era il contrario di quello di Svetlana. Indubbiamente lei possedeva uno charme che attraeva molto facilmente un uomo, soprattutto se quest’ultimo si fosse rivelato scapolo come lo era Franck quando si sono incontrati. Se da un lato l’intelligenza di questa donna aveva toccato Franck dall’altro il fatto che lei fumasse tantissimo lo allontanava. L’odore del tabacco freddo e secco, che a lungo andare diventava sgradevole, si era rivelato un ostacolo. Nel corso delle prime settimane, il desiderio si era trasformato in una forma di amicizia. Essi apprezzavano trascorrere dei momenti insieme, conversare dei loro gusti in comune che riscoprivano nel cinema, nell’arte e nella letteratura. Si erano presentate svariate occasioni per scoparla, durante serate come quella che stavano per condividere, salvo che Franck era rimasto al suo posto con circospezione. Sebbene Stéphanie non l’avesse mai dichiarato apertamente, il suo comportamento tenero verso di lui ed il modo provocante di vestirsi non erano che un invito al sesso.

    Affinché possa nascere un’amicizia tra un uomo e una donna non bisogna mai e poi mai andare a letto con la persona interessata. Talvolta, e anche molto spesso esistono un turbamento, delle cose non dette, una vera voglia di possesso, pur essendo consapevoli del fatto che nessuno desidera un futuro sentimentale con questa persona. Se essi oltrepassassero la barriera immaginaria, nel migliore dei casi, ciò che si potrebbe loro presentare non potrebbe che andare nella direzione di una relazione da scopamici.

    Al massimo, sarebbe durata per qualche mese, giusto il tempo che uno dei due fosse stato affascinato da qualcun altro che gli avesse corrisposto e che l’incontro prendesse la direzione di una relazione amorosa. Nella peggiore delle ipotesi, sarebbe accaduta una breve avventura notturna, dopo un serata troppo scialba. Due situazioni con lo stesso fine, un insuccesso che avrebbe rovinato ogni sforzo per la costruzione di un’amicizia. Essendo stato consumato il fatto, non vi sarebbe stata più nessuna speranza per considerare lo sviluppo di questa forma di fantasia. Entrambe ne sarebbero usciti perdenti. Spesso, si prende la decisione di unirsi durante i primi giorni oppure durante le due settimane dopo l’incontro. Si tratta di un intervallo misterioso, in quanto impregnato di un’atmosfera particolare, pieno di aspettative, di illusioni, di desideri e di interrogativi. Talvolta ci diciamo: È lei... È questa la persona giusta! In seguito la chimera si rivela il prezioso esemplare che scompare per sempre. Se non vi era stato nulla dall’inizio sarebbe solo potuto sbocciare l’attaccamento così bello e speciale dell’amicizia.

    In rare occasioni si sarebbe verificato il contrario. Dopo un periodo di grande amicizia, soli per un certo periodo i due amici sentivano il bisogno di un compagno. Si apprezzano a vicenda così tanto da finire per consumare una dolce intimità. Forse è un errore che rovinerà i tanti anni di buona intesa e affiatamento, a causa di un semplice coito...

    Stranamente, quando una donna rompe con un uomo, talvolta finisce col dichiarare di voler mantenere la sua amicizia... Come si fa a diventare l’amico medio di una ragazza se un giovane l’ha amata sinceramente e la desidera sempre? L’amicizia al maschile o al femminile sembra inverosimile se essi hanno condiviso in precedenza dei sentimenti puri. È davvero un’idea spiacevole e orrenda. Ciò significherebbe retrocedere. In qualità di amico così vicino, è ormai invitato a stare a una certa distanza e ad osservare senza avvedutezza. Ancor peggio, esiste una possibilità che possa accadere un incontro con il nuovo pretendente, e che sia nella condizione di valutare il gioco di seduzione del prossimo compagno che immagina già di scoparsi giorno e notte colei che amava. Quanto è odioso! Pensandoci su, questa visione provoca il vomito. L’amicizia sembrava semplicemente inconcepibile e improbabile, dopo aver vissuto una relazione romantica in tutta la sua sincerità. Forse più in là... Benché, fosse necessario riuscire a perdonare per davvero le azioni che avrebbero portato verso al rottura.

    Stéphanie mostrava a Franck le sue ultime creazioni su tela. Il suo stile si rifaceva al surrealismo ed era molto difficile poterlo descrivere, poiché le figure umane spesso distorte, si fondevano in un’atmosfera più caotica. Da quelle tele emergeva un tocco del tutto personale. Tuttavia, fino a quel momento lei non era mai riuscita a mettere le sue opere in esposizione. Franck non aveva dubbi che l’ora della gloria della su amica sarebbe arrivata. Era inevitabile notare il suo talento. Fortunatamente lei non faceva di certo affidamento sulla sua arte per guadagnarsi da vivere. Lei lavorava presso l’ufficio di una ditta che vendeva maniglie per frigoriferi occupandosi dei rapporti commerciali presso le imprese clienti, direttamente a telefono. Questo lavoro la annoiava profondamente.

    Ciò nonostante, ne approfittava per provarci con alcuni potenziali acquirenti che diventavano amanti giusto il tempo di una serata. Quest’impiego appariva come un suo mezzo per far fronte al costo della vita ogni anno sempre più notevole, che impone il funzionamento e il deperimento della società attuale intestardendosi a tramandare i dirigenti successivi, per timore di perdere i loro benefici in quanto si crucciano solo ed esclusivamente della loro piccola persona, tanto da far trovare la popolazione – i cittadini – schiacciati e umiliati sotto il giogo di nuove leggi indigeste.

    Dopo un buon piatto di pasta e la scoperta del film In the loop, il quale ridicolizza i nostri vergognosi governi, Franck se ne era ritornato verso casa. In treno, aveva pensato nuovamente a Svetlana. Aveva esitato a telefonarle, se non altro per soddisfare la sua curiosità di scoprire se quel numero di telefono fosse valido o meno. Aveva iniziato a comporre un SMS che d’altronde sembrava più facile che telefonare senza sapere in anticipo di cosa avrebbero potuto chiacchierare insieme. All’ultimo momento si era trattenuto dall’inviare quel messaggio. Egli temeva che quel messaggio nel quale le chiedeva notizie fosse troppo precipitoso e che nel leggerlo la giovane donna avrebbe desiderato solamente prendere le distanze da quell’uomo che non era altro che uno sconosciuto e che stranamente si chiedeva in che modo avesse trascorso la sua giornata.

    L’indomani mattina, alle sette il riposo di Franck venne interrotto dalla vibrazione del suo telefono. Odiava essere interrotto mentre dormiva. La soluzione sarebbe stata spegnere semplicemente il telefono, ma quest’ultimo gli serviva da sveglia. In genere si svegliava verso le nove. Sebbene non avesse nessun programma in particolare, ne approfittava per guardare dei film, leggere, bere qualche birra con degli amici scambiandosi semplicemente alcune novità riguardanti le vite di ognuno. Talvolta egli rimaneva a casa a fare qualche ricerca su internet e riflettere su un eventuale reportage che avrebbe potuto realizzare. Consultava saltuariamente le offerte di lavoro. Questo tipo di ricerca lo faceva sprofondare immediatamente in uno stato d’animo molto simile alla depressione. Gli stessi annunci si ripetevano incessantemente. Eppure, quando egli scriveva alle società, queste ultime ritenevano inutile ricontattarlo. A parte stampare il ritratto di Babbo Natale in inverno, ricoprire il ruolo di fotografo della scuola o durante i matrimoni, nel suo settore non vi era nulla. Franck aveva già praticato quei mestieri che egli trovava tremendamente noiosi e scarsamente creativi... Egli non era attratto da nessuna vena artistica. Non c’era nulla che gli andasse bene. In ogni caso, non per lunghi periodi.

    Quando dava inizio ad un reportage le sue fonti di ispirazione erano la sporcizia e la miseria. A Parigi, esse si rivelavano consistenti e orribili! A lui non interessava fotografare delle cartoline. Ad ognuno il suo universo creativo.

    Franck si strofinò gli occhi. Sullo schermo del telefono appariva un SMS inviato da Svetlana. Era tale lo stupore che con un salto spiccò giù dal letto. Nel messaggio, Svetlana diceva che sarebbe stata libera la domenica successiva.

    La sua amica ucraina che l’accompagnava aveva avuto una totale mancanza di reazione. Quel monumento, conosciuto nel mondo intero come il simbolo delle libertà, sulle due donne non aveva sortito che un misero effetto, ben lungi dall’euforia iniziale che avevano provato mentre osservavano varie foto prima del loro arrivo.

    L’intera magia di una foto si nasconde dietro il corretto bilanciamento dell’otturatore che delimita il tempo di posa e di apertura del diaframma, il quale a sua volta consente il passaggio della luce. La scelta di una lunghezza focale controllata deve offrire una buna angolazione fotografica ed un’inquadratura ponderata con la possibilità di dare vita a qualsiasi chimera.

    La mancanza di tempo che Svetlana aveva patito e che aveva frenato le sue passeggiate dal momento in cui era arrivata, era dovuto ad un compito di fine anno che si era attardata a portare a termine e che doveva consegnare al suo professore quanto prima. Al fine di conciliare le sue passioni – l’arte e la lingua francese – Svetlana aveva voluto tradurre in russo e sottotitolare varie canzoni del film: Les parapluies de Cherbourg. Si trattava del suo lungometraggio francese preferito. Nonostante vi fosse un po’ di ritardo sulla data di consegna del lavoro, Svetlana, una volta ultimato il tutto, l’aveva inviato via internet, ottenendo successivamente un buon voto. Che incanto! Ormai lei era nella condizione di potersi assicurare il passaggio al quinto ed ultimo anno, con il premio delle congratulazioni dell’insegnante. Dunque, si era guadagnata il beneplacito per dedicare a se stessa del tempo libero e distrarsi quanto voleva, dopo tanto tanto duro lavoro.

    Nel corso dei due giorni d’attesa, Franck aveva ricevuto la mail di uno dei suoi amici, Élie con il quale frequentava lo stesso corso post–diploma e che per ragioni sconosciute aveva deviato verso il cinema. Franck lo raggiunse qualche anno più tardi. Élie giustificò la sua scelta attraverso una citazione di Jean–Luc Godard, tratta dal film Le petit soldat. La fotografia è la verità, e il film è ventiquattro volte la verità al secondo! Ventiquattro volte la verità al secondo... questa riflessione impone una tale meditazione che nessuna parola è in grado di descrivere la sensazione che si prova.

    Élie era diventato un cineasta piuttosto esperto nel suo genere. Il suo era un genere di film che si alternava tra genio e follia, lasciando che venisse fuori un potente gancio in questo settore, alquanto snobistico, che nasconde una grande famiglia di ipocriti, nella quale numerose persone si odiano, si invidiano, o che giocano dei brutti scherzi senza un valido motivo.

    Élie sarebbe rimasto in Libano per due mesi. Stava facendo delle valutazioni a proposito del suo secondo lungometraggio. Proprio come accadde con il progetto precedente, questa produzione sarebbe stata realizzata grazie ad alcuni mecenati di buon cuore che

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