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Il coraggio di Emma
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E-book237 pagine3 ore

Il coraggio di Emma

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Info su questo ebook

Storia di una giovane donna in cerca di un amore vero, dopo alcune disavventure capiterà inaspettato...
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2016
ISBN9786050464993
Il coraggio di Emma

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    Anteprima del libro

    Il coraggio di Emma - Sara Cosmann

    ventesimo

    Il coraggio di Emma

    romanzo

    Un libro per le donnne

    fortemente consigliato ad un pubblico maschile

    capitolo primo

    Emma camminava speditamente per le vie della città, inutilmente visto che non c’era nessuna urgenza né premura nel dover consegnare quel banale documento nell’altro ufficio dell’Amministrazione situato nello stabile di via Corsica, ad un chilometro circa di distanza, eppure era come se non riuscisse a fare a meno di correre.

    Quella mattina aveva preso una scusa qualunque pur di uscire da quel suo piccolo ed angusto ufficio, le era mancata l’aria, ogni cosa o parola là dentro le avevano tolto il respiro fino a darle un assurdo senso di soffocamento.

    Ma non stava male fisicamente, non aveva nessun malore corporeo, solo la sua anima era sofferente, solo il suo cuore era a pezzi.

    Non era certo il lavoro o lo spazio ristretto della stanza che quella mattina l’angosciavano tanto, erano, invece, tutti quei pensieri su Cristian, su quel che era successo tra loro, su come lui si era comportato, e quanto si sentiva ingannata e tradita.

    La rabbia ed il dolore che provava l’avevano tenuta insonne per buona parte della notte, come per la maggior parte delle ultime notti ormai, ed ora questo rancore miscelato ad un senso d’inadeguatezza le stavano crescendo dentro in modo sempre più invadente, sempre più opprimente, fino a farla esplodere.

    Non voleva parlarne con nessuno, il disagio le creava imbarazzo ed un siffatto discorso l’avrebbe fatta sentire troppo sciocca; in fondo si trattava di una storia di poco tempo e finita, tra l’altro, ormai da mesi.

    Parlarne e dimostrarsi ancora risentita avrebbe dato modo agli altri di giudicarla debole ed insicura, incapace di dare il giusto giudizio alle circostanze, una pivellina che si lascia troppo coinvolgere dalla prima esperienza deludente, un’ingenua che aveva voluto credere, omettendo una valutazione matura, che una vicenda di poche settimane non poteva essere certamente confusa con una storia importante.

    Emma sapeva benissimo di non essere un’ingenua, né tantomeno un’illusa, eppure per lei quella storia, tanto breve quanto intensa, era stata una cosa importante, coinvolgente, travolgente, ed ora, che senza capire come era finita, la faceva soffrire.

    Certo, razionalmente, quel poco tempo l’avrebbe dovuto usare per valutare, col dovuto distacco, lo svolgersi della vicenda ed i reali sentimenti di lui, invece Emma quel tempo l’aveva usato per amare e per farsi amare.

    Ed ora il dolore si era materializzato dentro di lei, nel suo stomaco, nella sua pancia, tutto il suo spazio vitale interno era compresso.

    Doveva trovare il modo di far uscire quella cosa, doveva dar sfogo a quei pensieri senza temere che qualcuno se ne accorgesse sentendosi pure in diritto di far troppe invadenti ed inopportune domande.

    Doveva prendersi del tempo e stare da sola.

    L’idea di fare una passeggiata all’aria aperta le sembrava la soluzione ideale, le avrebbe dato modo di sfogarsi fisicamente e mentalmente, e di poterlo fare soprattutto in solitudine e lontano da occhi e commenti indiscreti.

    L’occasione non era tardata ad arrivare, e lei si era offerta di consegnare personalmente quel documento al suo dirigente, anziché passarlo all’addetto del servizio postale interno.

    Finalmente fuori, Emma incominciò a dar sfogo alle sue emozioni.

    Era fortemente delusa ed amareggiata.

    Come le era potuto succedere, ancora una volta, di farsi abbindolare dalle dolci parole di un uomo?

    Eppure era stata attenta, capace di valutare tutte le circostanze, non si era certo limitata a quello che lui le aveva detto, cioè le tante parole di cui gli uomini solitamente abusano, ma aveva sempre valutato il suo comportamento, le emozioni che lui lasciava trapelare, aveva studiato attentamente il suo sguardo e mai, prima d’ora, le erano venuti dei dubbi sul fatto che Cris potesse non essere sincero o convinto di quel che diceva.

    Dunque non c’erano molte alternative: o era un attore favoloso o pur sinceramente non era stato coerente.

    Ma come si fa ad essere al tempo stesso sincero ed incoerente?

    Impossibile! Dunque era un bugiardo.

    E non si capacitava di tutto il tempo che lei aveva sprecato nel giustificarlo, quante volte si era sempre ripetuta che le delusioni e le sofferenze del passato di lui gli impedivano oggi di lasciarsi andare, di credere e fidarsi nuovamente, di amare ancora qualcuno.

    Già! Ma anche lei aveva sofferto in passato, anche lei era stata vittima di delusioni, ma non per questo andava in giro a pigliar per i fondelli il prossimo!

    Quante volte aveva visto questo atteggiamento da parte di un uomo, loro che dovrebbero essere maschi, forti e dominanti, quando si tratta di sentimenti si comportano sempre come dei bambini, fifoni!, che evitano le responsabilità, gli impegni, il dovere, e trattano quello che li circonda come un eterno giocattolo intercambiabile.

    Le donne affrontano con più coraggio la sofferenza e le avversità della vita, comprese delusioni e tradimenti, ma per l’amore e la voglia di amare e sentirsi amate sono sempre disposte a tutto e pronte, una volta curate le ferite, a buttarsi nuovamente, ad amare nuovamente, a darsi tutte come se fosse sempre la prima volta.

    Che sia questa la grande differenza che crea distanza tra un uomo ed una donna?

    Che sia la grande forza di superare le avversità che non trova riscontro nel maschile e che, anzi, spaventa ed offende il maschietto di turno perché si rende conto di non saper fare altrettanto?

    E come risolvono il loro imbarazzo? Facendo i seduttori, stimando e preferendo più la quantità delle conquiste che la qualità dei rapporti?

    Deve essere proprio per questo, pensava Emma, che tanti uomini, non sentendosi più così uomini, maschi all’altezza del loro secolare e preistorico ruolo, hanno bisogno, pur di sentirsi ancora dominanti, di fare i conquistatori ed i seduttori di massa.

    Ma è questo il problema! Si incontrano troppi uomini che non vedono l’ora di farti capitolare pensando che la passione e la seduzione finiscano con una misera conquista sotto le lenzuola, misera certo perché la maggior parte dei Casanova manco una scopata decente sono in grado di fare.

    Ora la rabbia di Emma prendeva forma, ed apparivano le facce di quei ragazzi, e non più tali, che aveva conosciuto negli ultimi anni e che l’avevano assiduamente corteggiata per non più di due settimane, disperdendo le loro tracce col sopraggiungere della terza. Dispersione che, com’è richiesto nel caso, ovviamente non le aveva lasciato né una giustificazione né un saluto d’addio.

    Emma non era una donna facile da conquistare e la maggior parte dei seduttori da strapazzo scomparivano dopo i primi vani tentativi.

    E di sicuro non perdonava, perciò il dileguarsi di siffatti ominidi era più che doveroso se volevano risparmiarsi una lavata di capo che gli avrebbe fatti sentire degli idioti, se non peggio.

    Ed ora le pesava enormemente dover considerare il suo amato Cristian come uno di loro, non più il diverso ed unico che l’aveva accesa di passione, ma il solito, banale, mercante di sogni.

    Non riusciva a capacitarsi di essersi innamorata di uno stronzo qualunque, di soffrire, ora e da troppo tempo ormai, per uno che l’aveva valutata solo come l’ennesima femminuccia da portare a letto, l’ennesima conquista per cui vantarsi con gli amici e l’ennesima tacca quale trofeo da apporre sui pantaloni, e, quel che era forse peggio, l’ennesima credulona caduta nella sua trappola.

    Il suo orgoglio le aveva impedito fino a quella mattina di valutare anche queste circostanze, ed il giustificarlo, con oltremodo supposte considerazioni visto che lui mai aveva precisato alcunché al riguardo, le aveva evitato di sentirsi tanto stupida.

    Non riusciva ad accettare l’idea di essersi innamorata del solito Don Giovanni a corta tenuta, e non riusciva ad accettare il fatto di essersi fatta imbambolare da un incantatore alla ricerca delle tante emozioni forti ma poco impegnative.

    Eppure non poteva che essere così, perché, diversamente, lui si sarebbe fatto sentire, le avrebbe detto il perché del suo silenzio e, soprattutto, non si sarebbe dileguato in quel modo tanto ignobile.

    Ben sapeva, per esperienza, che un uomo che ha sofferto per amore difficilmente si sarebbe nuovamente lasciato andare per innamorarsi ancora, e questo era stato il dubbio che l’aveva assillata quando aveva conosciuto Cristian, reduce da due anni da una tormentata separazione.

    Eppure lui aveva cercato in tutti i modi di convincerla che quel brutto periodo era veramente passato, che con lei era pronto a lasciarsi andare.

    Già….. pronto non si direbbe, visto che appena la cosa si è fatta seria e coinvolgente aveva abbandonato la nave del loro idillio.

    E così, come tanti fanno, come altre volte le era già successo, lui davanti all’amore era scappato.

    Emma non concepiva la fuga per paura di amare, non si capacitava di come tante persone fuggissero per la paura di soffrire a causa di un sentimento tanto essenziale quanto vitale.

    Per Emma la vera sofferenza era rimanere senza amore.

    Per lei era vitale ricercare in ogni situazione e con ogni persona delle emozioni che l’arricchissero, e con un uomo che piace cosa ci può essere di più bello che innamorarsi?

    La vita stessa doveva essere amore, se si fugge dalle proprie passioni, dalle proprie emozioni cos’altro ci resta? per cosa altro vale la pena di vivere?

    L’amore era gioia e la gioia era amore, come diavolo si fa, pensava Emma, a voler evitare di essere felici, appagati, come si fa ad evitare di sentirsi emozionati?

    Da persona pratica qual’era, non conosceva le mezze misure e difficilmente comprendeva le varie sfaccettature che i sentimenti possono creare nella mente delle persone, o le così complicate e varie decisioni che gli altri prendono affrontando in modi tanto diversi gli stessi problemi che affliggono tutti.

    Poteva non essere d’accordo su quello che sentiva spesso dire intorno a lei, ma apprezzava l’onestà e la sincerità, cosa questa che purtroppo raramente vedeva nella gente: tutti si vantavano tali, ma ben pochi lo erano veramente.

    A malincuore si era resa conto che la purezza d’animo era solo un’illusione diffusa, falsamente vantata dalla maggior parte delle persone, la grande bugia che tutti raccontano perché non hanno il coraggio di guardarsi dentro e di valutare concretamente le proprie azioni.

    La sacra verità è la dote che salva e giustifica qualunque azione, perché non si può biasimare un atteggiamento che non si condivide ma che è puro e sincero.

    Lo stesso valeva in amore, ogni scelta o decisione, anche se può ferire l’altro, è legittima quand’è comunicata, sentita e condivisa.

    La sincerità vale sempre, ad ogni costo, compreso quello di far male all’interlocutore.

    Ed il prezzo della sincerità Emma lo conosceva benissimo, troppe volte le era capitato di perdere l’amicizia o la considerazione delle persone vicine perché non era riuscita a cedere alla menzogna, o al compromesso di comodo, o alle scelte d’opportunità.

    Quante volte a causa della sua chiarezza aveva dovuto soffrire l’abbandono e l’indifferenza, quante volte le si era creato interno il vuoto delle persone che, a differenza sua, non avrebbero mai saputo reggere a cotanta trasparenza.

    La menzogna è certamente ed inizialmente più dolce ma a lungo andare lascia uno strascico di rabbia e risentimento che non si dimentica.

    L’onesto e sincero si perdona, il bugiardo mai!

    Con questi, a volte Donchisciotteschi, presupposti Emma aveva basato la sua esistenza, la sua socialità, il suo vivere i sentimenti e le sue passioni.

    Viveva ogni cosa con la massima passionalità e spontaneità: l’amore, l’amicizia, le sue idee ed i suoi principi andavano palesati senza remore, senza artefazioni, la purezza dell’anima e la coerenza erano le qualità di cui non voleva privarsi e che pretendeva nelle persone che le stavano più vicino.

    Pretesa che troppo spesso non aveva raccolto altrettanta collaborazione, e non volendosi adattare all’opportunismo ed alla mediocrità era rimasta sempre più sola.

    Con gli uomini, era molto guardinga e diffidente, ma Cristian, a differenza dei tanti, lo aveva sentito diverso fin dai primi giorni, emozionato e sensibile le aveva sempre dimostrato la sua parte più tenera, più indifesa, e, senza temere di non sentirsi abbastanza maschio, il suo essere sentimentale e romantico.

    Forse era stato proprio per questo che lei, alla fine, gli aveva creduto ed a quello, che lei riteneva essere il suo amore, aveva ceduto.

    Ora però, dopo aver passato troppo tempo in attesa di una sua risposta, di una sua parola, dopo aver sofferto inutilmente a lungo non si sentiva più di giudicarlo così positivamente.

    Aveva avuto molto tempo a disposizione per cercare di giustificarsi, di dimostrarsi comunque persona rispettosa di chi, e non poteva non saperlo, stava inutilmente e doverosamente attendendo un suo cenno.

    Non riusciva più a vederlo come un pover uomo che troppo sofferente per le passate delusioni era incapace d’affrontare un nuovo amore.

    Non se lo meritava, perché quantomeno onestamente, avrebbe dovuto parlarle, dirle del suo disagio, della sua difficoltà nell’affrontare questa nuova storia, della paura di mettersi nuovamente nelle mani di un’altra donna.

    No! Non aveva fatto nulla di tutto ciò, niente di così rispettoso e stimabile.

    Si era semplicemente dileguato.

    Non l’aveva più chiamata, neanche un messaggio, nemmeno per sapere come stava.

    Si era dileguato come un vigliacco, un codardo che non riesce ad affrontare gli impegni presi, un meschino che preferisce la fuga piuttosto che un rispettoso e dovuto chiarimento su ciò che stava pensando, niente proprio niente di tutto questo, solo il silenzio le aveva lasciato.

    Come si può stimare e considerare una persona che si allontana così vilmente, come se fosse un latitante in fuga che deve a tutti i costi far perdere ogni traccia di sé.

    Ed Emma per lui era così siffatta poca e misera cosa da non meritare nemmeno una spiegazione? A quanto pareva……

    Come aveva potuto giustificarlo fino a quel giorno?

    Come aveva potuto stupidamente pensare che meritasse tanto?

    Nemmeno una fugace spiegazione, una banale scusa, anche di comodo, qualunque cosa sarebbe stata meglio del silenzio, ma così non era successo, e questo l’aveva enormemente ferita ed umiliata.

    Per giorni, non volendo ammettere la sua dolorosa delusione, aggravata dai sensi di colpa per esserci cascata come una ragazzina, si era cullata nell’idea che sicuramente lui doveva avere avuto una scusa plausibile ed accettabile.

    Ma ora si rendeva conto che di scusanti non né poteva avere, né lei era più disposta a trovargliene: era un codardo e come tale si era comportato ed anche un bugiardo!

    Ma come aveva potuto il dolce Christian comportarsi tanto meschinamente?

    Ma come aveva potuto essere tanto stronzo quel bellissimo uomo fatto di cortesia, dolcezza e galanteria, quell’uomo tanto sensibile e romantico, pronto a commuoversi al primo bacio e pronto a rischiare un infarto (lei stessa gli aveva sentito il cuore esplodergli nel petto) alle prime carezze, colui che in poco tempo le era entrato nelle viscere e nei pensieri come non accadeva da molto tempo.

    Già…. Forse avrebbe dovuto aver meno fretta, farsi desiderare di più, mettere in pratica quelle tattiche femminili che ben conosceva per aumentare il desiderio, la brama di lui per averla ….. invece….

    Invece si era fatta trasportare dalle sue emozioni, invece aveva dato retta al suo cuore, ai suoi desideri ed ai suoi ormoni.

    Si era fatta incantare da quei meravigliosi occhioni azzurri capaci di un’immensa tenerezza e dolcezza.

    Si era fatta coccolare da quelle forti braccia che non perdevano occasione per abbracciarla e stringerla a sè.

    Per non parlare poi delle sue mani…… quelle splendide mani grandi, forti e calde che le sapevano procurare un brivido ogni volta che la sfioravano.

    Come avrebbe potuto anche lontanamente sospettare che un uomo tanto dolce potesse essere anche tanto bastardo?

    Dopo averla corteggiata tenacemente ed assiduamente per due mesi (due mesi veramente indimenticabili……), dopo una cenetta romanticissima a lume di candela in un raffinato ed intimo ristorantino in collina, dopo una inaspettata dichiarazione con cui lui, ormai certo di aver capito che lei era la donna che aveva atteso da una vita, dopo averle dichiarato di essere pronto a mettere il suo cuore, il suo sensibile e sincero cuore, nelle dolci e preziose mani di lei, dopo una notte d’amore e passione tanto travolgente quanto indimenticabile, dopo le reciproche promesse fatte di sinceri impegni e reciproca fiducia ed onestà, dopo tutto questo come aveva potuto trovare il coraggio di non farsi più sentire.

    Pur con grande sforzo avrebbe potuto considerare legittimo il suo ripensamento, ma certamente rimaneva ingiustificata la sua fuga ed il suo silenzio.

    Come aveva potuto arrivare a tanto?

    Il suo Cris… il suo tenero e dolce Cris!

    Ma allora era tutta una messinscena?

    Erano tutte frottole e menzogne le cose che lui le aveva raccontato!

    E menzognera era pure la sua dichiarazione ed il suo impegno!

    Ed ora Emma ricordava la pena e la tristezza di quelle settimane passate ad attendere sue notizie, e ricordava ancora meglio quella telefonata, che lei aveva dovuto fare quanto meno per capire cosa fosse realmente successo e dando fine alle sue pene.

    E così, dopo settimane passate a pensare ai peggiori eventi possibili, compresi multipli incidenti stradali ed aerei, malattie fulminanti ed totalmente invalidanti, ma tali da giustificare un suo stato di semi-incoscienza ed assoluta incapacità di movimento, tale da renderlo incapace anche ad afferrare una cornetta del telefono per confermare che c’era e che il suo cuore non aveva mai smesso di battere anche per e grazie a lei……insomma dopo settimane insonni e fisicamente estenuanti, lei finalmente si era decisa e lo aveva chiamato, ormai vanal’attesa che lui si decidesse a fare un passo del genere….e per tutta risposta lui cosa aveva avuto il coraggio di dire per giustificarsi?

    Che ci stava pensando ….. che doveva pensare a lei, a loro, doveva capire cosa voleva veramente

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