Elogio del libro su carta
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Anteprima del libro
Elogio del libro su carta - Piero Innocenti
elementi
ELOGIO DEL LIBRO SU CARTA
Come ricorda Bobbio, nella sua ultima lezione a Torino, il 16 maggio 1979 (sta citando Max Weber): «La cattedra universitaria non è né per i demagoghi né per i profeti». In effetti, per costruire qualche discorso attorno a un tema come Elogio del libro su carta non si possono né pronunziare profezie sul libro, né, tanto meno, cercare consenso compiacendo mode, ma solo - credo - annodare alcuni fili di riflessione fra cronaca e storia sulle vicende del libro fabbricato in carta.
Accettiamo per buono il termine carta
, fingendo di non ricordare che essa arriva ultima nella merceologia dei supporti scrittorî, preceduta da pergamena, papiro, cera; non solo, ma facendo anche finta di non vedere che fra la carta successiva all'Ottocento e quella precedente c'è forse più differenza organolettica che fra il papiro e la cera. Trascuriamo inoltre il fatto che per un periodo di tempo abbastanza lungo hanno convissuto supporti di varia natura, con reciproche influenze di vario genere: anche di influsso comunicativo, non solo di condizionamento merceologico.
Limitiamoci al libro: esso è un oggetto in cui è consegnata una storia di evoluzione segnata da lunghe continuità e da forti discontinuità. Per comodità di ragionamento, fingiamo anche di non vedere le differenze fra supporti (purché flessibili), in omaggio al criterio funzionale che un libro su pergamena, uno su carta a mano e uno su carta a macchina si leggono allo stesso modo. Perché da prima che esista il libro, esiste la lettura¹.
Le domande sono:
È possibile elaborare un quadro teorico che tenga assieme la varia fenomenolgia delle pratiche di lettura?
Come si raffigura la lettura, quando la società si preoccupa di presentare al non leggente, con sistemi non scrittorî, l'atto del leggere?
Quali tracce di sé lascia la pratica del leggere?
Come si è raffigurato e si raffigura l'atto e il significato del leggere, nella produzione letteraria?
Il quesito n° 1 sfida le capacità di riflessione, il n° 2 chiama in causa la raccolta di testimonianze iconografiche e il n° 4 la raccolta di testimonianze letterarie; il n° 3 impone di ragionare su una storia di pratiche, non di documenti.
Alla domanda se sia possibile fare storia della lettura, Paul Raabe cerca di rispondere (1983) distinguendo varî campi della storia del libro.
I campi individati da Raabe sono: «1. Storia di come sono stati scritti i libri [...] 2. Storia della produzione di libri [...] 3. Storia della illustrazione e della decorazione del libro [...] 4. Storia dei materiali usati nella stampa, in modo particolare la carta [...] 5. Storia della legatura [...] 6. Storia del commercio librario [...] 7. Storia della lettura. Questo è un ramo più recente degli studî di storia del libro; esamina le abitudini di lettura, in particolare fra le varie classi di lettori, cercando di far luce su varî scopi per cui i libri sono stati usati dai varî gruppi sociali»².
Da allora, la discussione è rimasta sostanzialmente all'interno di questi paletti, approfondendo lo scavo nell'una o nell'altra porzione di area interessata.
Quanto alla storia del libro, possiamo forse pensare ad una prima, vastissima fase del passaggio da tardo-antico a medioevale, sino al secolo della invenzione della stampa, metà circa del Quattrocento.
Una seconda fase, di convivenza fra circolazione manoscritta e circolazione a stampa, sino circa alla metà del Cinquecento.
Una terza fase, di sempre migliore specificazione del libro prodotto a stampa sì, ma mediante modo di produzione interamente manuale.
Una quarta fase, relativa al libro successivo alla Rivoluzione industriale, fra i sec. 19. e 20., sino praticamente all'introduzione della fotocomposizione, fra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento.
La fase all'interno della quale stiamo lavorando, componendo testi a correre, con o senza grafica, con o senza note a pie' di pagina, ibridando due forme di supporto (la carta e lo schermo) e due modalità (l'analogica e la digitale).
Quest'ultima è bene espressa da questa illustrazione di Corey Wolfe (2001), raffigurante un personaggio (tolkeniano?) che legge da un libro la cui pagina dispari è un computer, mentre la pari è tradizionale:
Corey Wolfe [attivo dal 1979], The Key [Lettura tecnologica]³
Il rotolo
In principio (10. sec. a. C.) fu il rotolo. I Salmi è un libro della Bibbia (Sèfer Tehillim) in cui sono raccolti gli inni sacri antico-testamentarî: 73 sono attribuiti a Davide, 12 ad Asof, 11 ai figli di Core, 2 a Salomone, 1 a Eman, 4 a Etan, 1 a Mosé; 50 sono anonimi.
Il Salterio è composto di 150 salmi, la cui composizione va dal sec. 11. al 300 a. C. Salmo 40. 8-9: «Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, [9] che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore». Chi ha scritto questo testo (re Davide, secondo la tradizione: 10. secolo a.C.) aveva in mente un oggetto così:
Questo esemplare di rotolo (di molto posteriore all'epoca di composizione del testo che contiene) oggi si trova a Parigi, Musée du Quai Branly, inaugurato nel 2006, e contiene il Libro di Ester⁴, che narra fatti del sec. 5. avanti