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La vita, gli amori e l'omicidio di Giulio Falchi
La vita, gli amori e l'omicidio di Giulio Falchi
La vita, gli amori e l'omicidio di Giulio Falchi
E-book127 pagine1 ora

La vita, gli amori e l'omicidio di Giulio Falchi

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Info su questo ebook

Chi era Giulio Falchi e quale mistero si cela dietro il suo omicidio?

In apparenza il delitto non ha moventi e l'unica ipotesi degli investigatori è quella dell'omicidio passionale.

Due matrimoni alle spalle, una figlia, altre relazioni sentimentali: tutto sembrerebbe orientare le indagini verso le sue conoscenze personali, ma per il Commissario Massaroli i conti non sembrano tornare: c'è qualcosa di oscuro che rende la soluzione del caso tutt'altro che agevole.

Politica, gioco di carte, chat erotiche, uomini che vengono da lontano... L'intrigo si complica.

In una Milano frenetica multiculturale, crocevia di intrighi internazionali e dove spesso la malavita trova terreno fertile, tutto è possibile.

Un giallo italiano, coinvolgente, ricco di storie di vita, spunti di riflessione, intrighi e colpi di scena.
LinguaItaliano
EditoreMick Corso
Data di uscita17 mar 2016
ISBN9788892572386
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    Anteprima del libro

    La vita, gli amori e l'omicidio di Giulio Falchi - Mick Corso

    GIULIO

    Tutti i lunedì alle quattordici, Amanda, una colf peruviana, si recava a casa di Giulio Falchi per le pulizie settimanali. Quel 18 agosto 2014, non sapeva se avrebbe trovato Giulio in casa perché avrebbe potuto essere partito per qualche giorno di vacanza. Suonò il campanello, ma non ebbe risposta, quindi cercò le chiavi e aprì. La porta si aprì al primo scatto: non era chiusa a chiave, strano. Signore, sono Amanda! disse ad alta voce prima di spalancare la porta, pensò che Giulio fosse in bagno. Di nuovo nessuna risposta, aprì la porta e lo vide lì per terra nell’ingresso, in una pozza di sangue. Amanda cacciò un grido spaventatissima, si avvicinò al corpo, ma si accorse subito che Giulio era morto, gli occhi sbarrati, il sangue rappreso e l’odore…

    Non sapeva cosa fare, poi chiuse la porta, uscì e corse giù in portineria, forse c’era ancora la custode. Effettivamente Liezel, la custode filippina aveva terminato il lavoro e stava per andarsene. Amanda la fermò con un grido, la raggiunse e concitatamente le disse cosa aveva visto. Le due donne, in preda alla confusione più assoluta si guardarono in faccia, poi Liezel disse: Chiamiamo un’ambulanza e così fece, ma al telefono aggiunse credo sia morto. Le chiesero se era il caso di avvertire la Polizia, lei disse di sì e assicurò che li avrebbe aspettati. Non passò molto e si sentirono le sirene dell’ambulanza. Amanda, sconvolta, era seduta sulle scale e quando arrivarono gli infermieri fece fatica ad alzarsi e ad accompagnarli al terzo piano. Aprì la porta e restò fuori. Gli uomini entrarono e dopo poco, uno uscì e chiese ad Amanda se era stata chiamata la Polizia. Biascicando le parole rispose che le sembrava di sì. In effetti, dopo pochi minuti una volante arrivò e Liezel disse loro di sa-lire al terzo piano. I due agenti videro Amanda sul pianerottolo, la porta di casa aperta, entrarono dove c’erano i due infermieri e costatarono che l’uomo per terra era deceduto, probabilmente per colpi d’arma da fuoco. Gli infermieri dissero che per loro non c’era più nulla da fare e quindi se ne sarebbero andati, il capo pattuglia disse loro di aspettare e chiamò il Commissariato, si fece passare il Vice Commissario Brandi e gli disse di venire, si trattava probabilmente di un omicidio. L’agente uscì e chiese ad Amanda se era stata lei a trovare il corpo e avutane conferma, le chiese i documenti. Infine le disse di aspettare l’arrivo del Commissario. Amanda si accasciò in un angolo del pianerottolo.

    Brandi arrivò nel giro di un quarto d’ora, con altre due macchine; era il 18 agosto e Milano era semivuota, non c’erano curiosi da controllare, ma le cose andavano fatte a dovere: visto che il Commissario Capo era in ferie, la responsabilità era sua. Salì in casa di Giulio ed esaminò la situazione. L’uomo giaceva supino in una pozza di sangue rappreso. Due colpi lo avevano colpito vicino al cuore, presumibilmente era caduto a terra senza più muoversi. Nell’ingresso non notò nulla di rilevante e fece un giro degli altri locali. L’appartamento era in ordine, non si notavano tracce di lotta, né oggetti fuori posto. Alcune finestre erano aperte, le tapparelle erano tutte alzate, alcune luci erano accese. Gli venne incontro l’agente della pattuglia, gli consegnò i documenti di Amanda e gli disse che lei era la colf che aveva trovato il corpo e che era lì fuori che lo aspettava piuttosto sconvolta. Brandi asserì che potevano andare sia loro sia gli infermieri. Prese il telefono e chiamò la Scientifica, disse di venire subito: c’era lavoro per loro. Chiamò il P.M.. Quello di turno, D’Ottavio, non l’aveva mai sentito nominare. Rifece un altro giro dell’appartamento, guardò l’agenda che c’era sulla scrivania e osservò che nel mese di agosto non c’erano annotazioni. Sulla scrivania c’era anche il cellulare. Aprì il frigorifero che conteneva una dose normale di provviste, guardò negli armadi, notò che il computer era acceso e in standby. Rifletté bene, non voleva perdersi qualcosa per superficialità; ma non c’era nulla che sembrasse significativo o che potesse fornirgli qualche idea. Uscì dalla casa e raccomandò all’Ispettore Andò di non far entrare nessuno finché non fosse arrivata la Scientifica. Si rivolse ad Amanda e le disse Venga con me, parliamo un momento, vide che la donna era molto agitata, quindi scese con lei in portineria e chiese a Liezel di potersi sedere con Amanda nella guardiola, entrarono e chiuse la porta.

    Signora, è da molto che conosce il signor Falchi?

    Sì, sono tanti anni che vengo da lui e scoppiò a piangere. Brandi attese che si calmasse, poi le chiese se Falchi vivesse da solo e se avesse parenti.

    Vive da solo, ha una figlia. Amanda faceva fatica a parlare e rispondeva con poche parole. Brandi le chiese come si chiamasse la figlia e se avesse il numero di telefono, si chiamava Lorenza, ma il numero non l’aveva né conosceva l’indirizzo, comunque viveva a Milano.

    Brandi non usò termini come omicidio che avrebbero sicuramente sconvolto ulteriormente la donna e continuò con calma e gentilezza: Vuole dirmi qualcosa di Falchi? C’è qualcosa che devo sapere per capire cosa è successo?

    Non so, il signore era bravo, mi trattava bene, non è mai successo nulla di male che io abbia visto. Non so, non capisco. Appurato che la donna aveva visto Falchi il lunedì precedente e preso nota dei suoi riferimenti, le disse che poteva andare a casa, lasciando le chiavi di casa Falchi a lui. Chiamò nella stanza Liezel e fece anche a lei le stesse domande. La donna rispose che Falchi non aveva mai avuto problemi, non era mai successo nulla di male che lo vedesse coinvolto; che nei giorni precedenti la portineria era rimasta chiusa per le ferie di Ferragosto e che non era sicura di averlo visto il giovedì 14, insomma non si ricordava bene, però era sicura che non fosse andato via per le vacanze. Le chiese se avesse le chiavi di casa Falchi e lei rispose di no. Le domandò se fosse al corrente su quali inquilini si trovassero nel palazzo in quei giorni e lei rispose che sicuramente i Moretti del sesto piano, perché sono anziani e non vanno mai via, di altri non sapeva, forse il signor Luini al quarto piano. Brandi rilevò i suoi dati e le disse che poteva tornare a casa.

    Nel frattempo la Scientifica era arrivata e aveva iniziato il suo lavoro.

    Brandi salì al sesto piano, suonò ai signori Moretti. La voce di una donna anziana chiese da dietro la porta: Chi è?

    Brandi rispose: Polizia. Sig.ra Moretti può aprirmi? Vorrei parlarle. Sentì confabulare, poi la porta si aprì e Brandi vide i due anziani signori, molto in ordine e per nulla rimbambiti. Spiegò brevemente la situazione e chiese se nei giorni precedenti avessero udito qualcosa di particolare. I due si guardarono, ma non seppero cosa rispondere. Loro non avevano notato nulla di strano. Brandi chiese se sapevano chi fosse rimasto nel palazzo nei giorni intorno a Ferragosto, ma i Moretti non seppero aiutarlo.

    Brandi si congedò. Certo i Moretti erano persone ancora valide, ma il loro udito non sarebbe certo risultato utile. Provò al quarto piano, ma nessuno rispose: il palazzo sembrava disabitato.

    Dopo circa mezz’ora il corpo di Giulio Falchi venne portato via. Brandi incontrò il medico legale che stava scendendo e gli chiese chiarimenti.

    Due colpi in pieno petto, è morto sul colpo. Sicuramente è successo almeno da due giorni, ma potrebbero essere anche quattro. Non credo che l’autopsia le darà notizie più precise. Si salutarono. Brandi tornò in casa di Falchi, il capo della squadra gli disse che per ora non c’era nulla da segnalare, ma che il lavoro era ancora agli inizi.

    Queste sono le chiavi di casa disse Brandi Noi ce ne andiamo. Se trovate qualcosa fatemi sapere e soprattutto aspetto l’esame della balistica. Vorrei prendere il cellulare se avete già rilevato le impronte.

    Nel frattempo il P.M. era arrivato, controllò il luogo del delitto e dopo pochi minuti se ne andò.

    Brandi, insieme all’Ispettore Andò, rientrò in Commissariato e per prima cosa chiamò il suo capo, il Commissario Massaroli.

    Pronto.

    Buongiorno Commissario, sono Brandi, la disturbo?

    No Brandi, ciao. Dimmi che succede?

    Abbiamo un morto, capo, direi ucciso con due colpi in casa sua. Da un primo esame del luogo del crimine, non ci sono né segni di colluttazione né tracce di altre persone: viveva da solo, aveva sessantaquattro anni. La Scientifica è al lavoro.

    Che tipo di persona è?

    La colf peruviana, che lo ha trovato, mi ha detto che era un ingegnere, la casa è di una persona benestante, niente di particolare. Oltretutto non sarà semplice determinare la data esatta della morte perché sono passati almeno due o tre giorni.

    OK, ho capito, mi raccomando poche informazioni alla stampa, rientrerò al più presto, domani se ce la faccio. Tu intanto avverti i familiari. Ciao.

    Senz’altro. Buongiorno, capo.

    Brandi si rivolse ad Andò e gli

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