Morte di un unicorno

Di Nadia Dantes

Nell'anno 2050 furono scoperti gli unicorni, ma non erano né innocenti né belli. Certo, erano bianchi, avevano un corno che poteva curare ogni male e potevano essere attirati allo scoperto solo da una vergine. Ma le somiglianze fra gli unicorni veri e il mito si fermavano qui. 

Non è mai esistito un essere più corrotto e avido dell'unicorno. Hanno distrutto il mondo, ed è solamente distruggendoli tutti che il mondo potrà tornare quello di prima. 

Ringrazierò sempre che non siano belli o innocenti. Se lo fossero, potrei sentirmi in colpa per le cose che devo fare. In qualità di Vergine Cavaliere, cacciarli fino all'estinzione non è solo un dovere per me, è un piacere.

• Lingua: Italiano
• Editore: BadPress
• Data di uscita: 28 mar 2016
• ISBN: 9781507136034

Anteprima del libro

Morte di un unicorno

Mia madre mi raccontava storie sugli unicorni. Erano tutte bugie.

Certo, mi diceva sempre che erano bugie. Sarebbe stato crudele, mi spiegava, permettere che credessi che quelle creature potessero essere reali. Ma quello che non capiva, e che io non riuscivo ancora a esprimere all'epoca, era che anche solo condividere una storia di quel tipo era crudele.

Eppure sono contenta di non averglielo mai detto, perché non era colpa sua. Appena trent'anni fa alcuni cimeli del passato erano ancora ampiamente disponibili al pubblico. Libri le cui pagine non erano state rese indecifrabili dalla muffa. Schermi speciali collegati attraverso onde invisibili che la gente utilizzava per condividere informazioni alla velocità della luce. C'erano molti schermi a dire il vero, e solo alcuni venivano usati per la sicurezza. Ce n'erano di speciali che la gente accendeva ogni sera e che visualizzavano immagini di cose fantastiche, come gli unicorni.

Quei maestosi cavalli dal corno medicamentoso vivevano nel profondo dei boschi incantati, celati dalla volta di una vegetazione di smeraldo così fitta che non si riusciva a vedere il cielo. Erano bianchi come la luna ed eterei quanto la sua luce. Ed erano così gentili che non ricorrevano mai alla violenza, nemmeno per proteggere se stessi.

Non vi era nulla di più bello o più innocente dell'unicorno, così ovviamente l'uomo iniziò a cacciarli. E se si è così ingenui da credere che quelle creature siano esistite veramente, allora l'uomo deve averle cacciate fino all’estinzione.

Anche da bambina, sebbene sapessi che si trattava di una fantasia, la caccia mi nauseava. Le vergini venivano catturate, poi imprigionate