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La vendetta dell'italiano: Harmony Collezione
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La vendetta dell'italiano: Harmony Collezione
E-book167 pagine3 ore

La vendetta dell'italiano: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

La famiglia è tutto per il magnate Vincenzo Cavalli, per questo non ha intenzione di perdonare l'uomo che ha rovinato la vita di sua madre. Per fare in modo che lui abbia quello che merita, Vincenzo dovrà sposarne la figlia adottiva, Alessandra. Il suo piano ha però una falla che potrebbe comprometterne la riuscita: la loro focosa attrazione e il suo incontrollabile bisogno di proteggerla.

La top model Alessandra è abituata a essere desiderata dagli uomini per la sua fama e la sua bellezza. Nessuno è mai riuscito a vedere cosa si cela sotto la sua maschera. Nessuno tranne Vincenzo. Ma per poterla avere il milionario italiano dovrà rinunciare alla sua cieca sete di vendetta.
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2021
ISBN9788830527164
La vendetta dell'italiano: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La vendetta dell'italiano - Tara Pammi

    successivo.

    1

    «Sposiamoci, principessa.»

    Vincenzo Cavalli faticò non poco a mantenere la sua proverbiale compostezza, scioccato dalle sue stesse parole. Non le aveva pianificate. Era come se fossero esplose da un angolo nascosto dentro di lui, di cui ignorava l'esistenza.

    La top model Alessandra Giannini, la donna più bella che avesse mai visto, era rimasta pietrificata, nell'atto di scostarsi dal viso una ciocca di capelli.

    Era come se una parte del cervello di Vincenzo fosse andata in corto circuito, bypassando anni di regole non scritte, che aveva sempre rispettato. Negli ultimi due decenni aveva pianificato ogni singolo passo della sua vita, per costruire il futuro che aveva immaginato per se stesso, da ragazzino. Un ragazzino cui erano stati negati amore e sicurezza.

    Ogni passo era andato nella stessa direzione: conquistare la Brunetti Finances Inc., nient'altro. Ogni ora della sua vita aveva versato sudore e sangue, per uscire dalla miseria e poter rivendicare, un giorno, il suo diritto di nascita.

    Dare la caccia ad Alessandra Giannini faceva parte di quel piano accuratamente studiato. Aveva scoperto che Alessandra era legata a tutti i Brunetti e in particolare alla matriarca della famiglia, Greta Giannini, che aveva cacciato sua madre e lui, condannandoli a una vita di dolore e miseria.

    Ma chiederle di sposarlo non era previsto. Era sorpreso, almeno quanto lo sembrava lei.

    Però, ora che quelle parole gli erano sfuggite, capì che aveva inteso dirle. E non perché fosse un uomo d'onore, che manteneva la sua parola a tutti i costi.

    L'onore era un lusso che non si era mai potuto permettere, come un paio di scarpe nuove o tre pasti al giorno, per le strade alla periferia di Milano.

    Non c'era posto per l'onore, nel suo mondo.

    No, quella richiesta era puramente egoistica. Forse la prima cosa non strategica che avesse fatto, dopo tanto tempo. Da sempre, in realtà.

    Era irrazionale e illogico, ma il lampo d'eccitazione negli occhi di Alessandra, il rossore delle sue guance, il petto che si alzava e abbassava come se fosse in affanno, gli fecero scorrere il sangue nelle vene a velocità doppia. Immaginare di affrontare i famosi Brunetti, con Alessandra al fianco come sua moglie, gli sembrava assolutamente giusto.

    Più di ogni altra cosa, voleva Alex nella sua vita.

    La chimica che era subito esplosa tra loro, quando l'aveva avvicinata in un angolo di paradiso, a Bali, lo aveva colto di sorpresa. Quella reciproca attrazione poteva rivelarsi un'utile arma del tutto inattesa. Comunque, ora che l'aveva conquistata, non aveva intenzione di rinunciare a lei.

    Quanto al fatto che lui volesse distruggere la famiglia cui Alessandra era profondamente legata, era certo che avrebbe compreso le sue ragioni e che si sarebbe schierata dalla sua parte. Non era una loro parente di sangue. Avrebbe capito il suo bisogno di annientarli tutti. Lei aveva un forte senso della giustizia e si era sempre prodigata nel difendere i più deboli e promuovere buone cause, durante i suoi viaggi di lavoro in mezzo mondo.

    Sul bordo della piscina a sfioro, nel giardino della splendida villa di lei, a Bali, Vincenzo alzò il calice di champagne, senza mai smettere di fissarla.

    Con il bikini celeste che abbracciava i suoi seni sodi come le mani carezzevoli di un amante, era bella da togliere il fiato. Era una delle top model più famose al mondo, corteggiata da tutti i più grandi stilisti, quindi la punitiva routine di fitness cui si sottoponeva non lo aveva sorpreso.

    La sua bellezza andava oltre la pelle vellutata, i lineamenti perfetti o le curve, per cui milioni di donne avrebbero ucciso. Erano le sue imperfezioni che la rendevano unica e facevano di Alessandra Giannini una delle donne più belle del mondo.

    La sottile fessura tra gli incisivi, quella sua aria fresca, da ragazza della porta accanto, il suo senso dell'umorismo stravagante, la sua folle ossessione per il mondo della boxe, la sua incredibile voglia di vivere e di rimediare a tutte le ingiustizie dell'umanità...

    Prima di incontrarla, sulla carta, gli era sembrata troppo perfetta per essere vera, ma si era dovuto ricredere. Lei era proprio così: una vera forza della natura e Vincenzo si era trovato del tutto indifeso non appena aveva posato gli occhi su di lei.

    E poi c'era quella traccia di vulnerabilità nel suo sguardo, che centinaia di fotografi non erano riusciti a cogliere. Quella che poteva vedere anche in quel momento, riflessa negli splendidi occhi scuri che lo fissavano. Era stata quella vulnerabilità a tenerlo sveglio, nelle ultime notti, mentre lei dormiva avvolta intorno a lui come una vite.

    Lei è innocente, continuava a ripetergli quella piccola parte della sua coscienza che non era riuscito a far tacere. Resterà ferita...

    Non se l'avesse resa parte della sua vita, diceva a se stesso. Non se le avesse spiegato le sue ragioni, confidando nel suo innato senso della giustizia.

    «Sposarti?» Alex si passò la lingua su quel labbro inferiore carnoso, che donne di tutto il mondo cercavano di emulare con il collagene. «Non scherzare con me, V...» mormorò con una delle sue risatine. Un suono roco e frusciante, che non mancava mai di eccitarlo.

    Un piccolo sforzo coraggioso per nascondere le sue emozioni, tradite dal pulsare frenetico della vena sul collo. Usando il soprannome che gli aveva assegnato il primo giorno in cui si erano incontrati, come se fosse una specie di scudo contro di lui. Contro i suoi stessi sentimenti.

    Era questo che gli piaceva di Alessandra: era un libro aperto, che in qualche modo aveva mantenuto la propria sincerità, in un mondo di squali.

    Finì il suo drink e si tuffò nella piscina. Quando la raggiunse riemerse dall'acqua, quasi sfiorandole il corpo con il suo.

    Le scostò una ciocca di capelli dal viso con le dita, desiderose di toccarla. Tenerla stretta. Possederla. «Ormai dovresti sapere che non parlo mai a vanvera» disse, premendole la bocca sullo zigomo.

    «Ah sì?»

    «Sì, cara mia. Le ultime settimane sono state...» Corrugò la fronte, concentrato, in cerca di una parola che sembrava sfuggirgli.

    «Meravigliose. Fantastiche. Stupefacenti...» sussurrò Alex.

    Vincenzo rise. Una risata che sembrò strana anche alle sue orecchie. «Proprio così. E trovo che...» La tirò più vicina, fino a quando i loro respiri si confusero. Lei gli allacciò le braccia al collo, affondandogli le dita tra i capelli, mentre i loro cuori battevano l'uno contro l'altro, in un'armonia di bisogno e di desiderio. «Non sono pronto a lasciarti andare. Credo che non lo sarò mai. Allora perché non renderlo ufficiale?»

    Alex sussultò. «È una follia. Queste ultime settimane sono state assurde...»

    «Una brutta follia?» le chiese, con un'indecifrabile tensione al petto. Non aveva mai aspettato una risposta con tanta ansia. Lui era abituato a prendere, non a chiedere, perché aveva imparato presto che era l'unico modo per ottenere le cose.

    «No!» si precipitò a rispondere lei. «Una splendida follia. Quasi una fiaba. Quando sono con te, mi sento davvero una principessa... come dici tu.»

    Vincenzo aspettò in silenzio. Sulla graticola.

    «Nessuno mi ha mai sconvolta come hai fatto tu. Sai, io ero quasi pronta a rinunciare agli uomini. Quando ero piccola, ho sentito la storia di una ragazza salvata da un principe. E tu...»

    «Io non sono un principe, Alessandra.»

    Lei sospirò, poi gli posò la testa sulla spalla. «È stato magico e non voglio che finisca. Non voglio tornare alla vita reale.» Lo fissò con i grandi occhi spalancati. «Solo che non sappiamo ancora molto, l'uno dell'altra.»

    «Ti basta sapere che, prima d'incontrarti, non avevo mai pensato di condividere la mia vita con una donna?»

    Negli occhi di Alex sembravano brillare tutte le speranze e tutti i sogni del mondo, con un'intensità tale che Vincenzo ne fu spaventato. Per un istante.

    Poi, di colpo, un sorriso radioso le illuminò il viso.

    «Basta così. Sì, V, facciamolo. Sposiamoci.»

    Ogni dubbio di Vincenzo sul fatto che quello che stava facendo fosse giusto o sbagliato venne spazzato via dal bacio di Alessandra. Dal dolce sapore delle sue labbra, dall'onesta urgenza del suo desiderio mentre si stringeva contro di lui, mentre gli sussurrava che lo voleva proprio lì, in quel momento.

    Vincenzo s'impossessò della sua bocca mentre con le mani le accarezzava i fianchi e la schiena. Nel giro di pochi secondi le aveva scostato lo slip del bikini e l'aveva fatta sua. Come sempre venne travolto da un senso di appartenenza. Una sensazione di pace che non aveva mai conosciuto. Un invito a credere in un futuro che non aveva mai pensato di poter avere.

    Il cinguettio forte e persistente di un cellulare svegliò Alex da un sonno senza sogni. Si stiracchiò, languida e indolenzita, dopo una notte di passione.

    Con un sorriso seppellì il viso nel cuscino accanto al suo. Vuoto, ovviamente. Era il rischio che si correva sposando uno stacanovista.

    Il cinguettio imperversava. Con un sospiro, Alex si alzò dal letto e si guardò intorno. Dopo diversi tentativi trovò un telefono nascosto in un cassetto.

    Si accigliò. Quello non era il solito cellulare di V. Il numero che lampeggiava sullo schermo la gettò nella più completa confusione. Conosceva quel numero. Era quello di Massimo.

    Perché Massimo Brunetti stava chiamando Vincenzo? Come faceva a conoscerlo?

    Quasi tredici anni prima Greta, la matriarca della famiglia Brunetti, aveva accolto a braccia aperte proprio lei, la figlia illegittima che il suo secondo marito, di parecchi anni più giovane, aveva avuto da una precedente relazione. Da allora i Brunetti erano diventati la sua famiglia adottiva. Greta aveva due nipoti nati da Silvio, il figlio che lei aveva avuto dal primo marito e nonostante non fossero parenti di sangue, Leonardo e Massimo Brunetti avevano condiviso generosamente con lei la loro casa e il loro cuore.

    Era ovvio che Massimo fosse preoccupato per lei. Lo erano tutti. Alex venne assalita dal senso di colpa, pensando alle ultime settimane. Non aveva mai pianificato di stare lontana da Milano per così tanto tempo. Aveva solo voluto passare un po' di tempo a Bali, per riflettere bene sulla sua carriera e sulla sua vita.

    Aveva spento il telefono, ma invece di concentrarsi sul suo futuro aveva incontrato Vincenzo. E lo aveva sposato in segreto.

    Non aveva detto nulla ai Brunetti, perché Massimo, Leo e soprattutto Greta meritavano di meglio che ricevere quella notizia epocale via SMS o per telefono.

    Ma in che modo Massimo aveva scoperto che si era rintanata lì con Vincenzo? Com'era possibile? E perché suo marito non le aveva detto di conoscere i Brunetti?

    Alex si decise a rispondere. «Ehi, Massimo.»

    «Alex? Cara, sei tu? Cosa stai facendo con il telefono di Vincenzo Cavalli?»

    Lei si morse un labbro. Massimo aveva una voce strana. C'era qualcosa che non andava. «Perché chiami il suo numero? Come lo conosci?»

    Lui sembrava sconvolto. Allarmato. «Cara, ascoltami. Vincenzo è... è lui il responsabile di tutti i guai che abbiamo affrontato alla Brunetti Finances Inc. È lui che ha lanciato l'attacco hacker alla BCS. È lui che ha corrotto i membri del consiglio di amministrazione, spingendoli a liberarsi di Leo. È un uomo molto pericoloso, Alex. È lui che ci sta colpendo in tutti i modi, da mesi. E infine è riuscito a mettere le mani sull'intero pacchetto azionario di mio padre.»

    È lui che ci sta colpendo in tutti i modi, da mesi...

    Alex si sentì mancare la terra sotto i piedi. Si lasciò cadere sul letto, tremando. «Massimo, non capisco. Ma perché...? Come...»

    «Leo ti sta chiamando da settimane, ma eri sempre irraggiungibile. Avevamo saputo che questo Cavalli era a Bali e voleva avvisarti. Metterti in guardia. Infine Natalie, che ha lavorato per lui, ha avuto l'idea di chiamare il suo vecchio numero di cellulare riservato, per provare a parlargli. Non sapevamo più cosa fare.»

    Alex era intorpidita dallo shock e dal tradimento.

    «Ma tu che ci stai facendo con lui? Perché...»

    «Se prendo subito un taxi per l'aeroporto, mi porti via da qui, Massimo?» lo interruppe. Doveva

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