La vita, la cronaca. Tre racconti
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Anteprima del libro
La vita, la cronaca. Tre racconti - Adriana Sabato
(facebook.com/lefotoricordo)
A DESTRA DELLA GALLINA
Si avvicinava la data di un triste anniversario, ormai trascorso da più di trent’anni. Una realtà mai completamente accettata, visto lo sconquasso provocato nella vita di tutti i familiari, e che forse solo per lei, rappresentava ancora un danno tanto tangibile quanto irreversibile e non irreparabile. Ma purtroppo era andata così…
Alessia aveva scoperto, quella mattina in cui non riuscendo a dormire utilizzò l’ingegno e non più l’indolenza, come un forte mal di testa può divenire produttivo. Scoprì che il proprio corpo, i suoi arti, potevano diventare una forza lavoro ed al contempo un mezzo per scaricare lo stress delle sue numerose aspettative, fra cui anche il benessere fisico. Intanto aveva preso un analgesico e, aspettando che sortisse il suo magico effetto, utilizzò ora la gamba destra ora quella sinistra, con un panno sotto ai piedi, per sfrecciare lungo il pavimento della sua interminabile casa, e compiere così, giocando e danzando, una vera e propria battaglia contro la noia di quell’attesa. In più le sue gambe, con questa sorta di strano esercizio, si risvegliavano dal molle intorpidimento notturno, provocando una dolce sensazione di vitalità, inaspettata a dire il vero, come inaspettato fu il regredire dell’emicrania fortissima che aveva destato in lei tanti brutti pensieri.
Ad Alessia era spuntata una smania stranissima, mai avuta: la smania di avere tutta la sua vita, e tutte le sue cose sotto stretto controllo, forse perché finora non aveva avuto un territorio proprio da tenere a bada, a dimora come una bellissima rosa, forse perché finora non aveva avuto nulla che le appartenesse sul serio: tutto in affitto, la sua stessa esistenza si trovava in affitto. Sì, quando ti fanno credere per anni di dovere sempre qualcosa a qualcuno, alla fine la tua vita ti sfugge di mano. Come la sua carissima amica: dov’era finita? Quel giorno l’aveva forse ritrovata oppure no: le era sbucata davanti all’improvviso, ricordandole, sempre all’improvviso, gli anni più spensierati ma non per questo meno pesanti nei suoi ricordi, e certamente più veri ed autentici, insieme alla sua nuova casa di allora come di adesso. Oggi che l’aveva ritrovata, che aveva ritrovato i suoi amici, i suoi compagni, un’emozione forte le aveva sconvolto il cuore, nell’attesa di rivederli tutti, tutti insieme, sarà vero? Sarà possibile
?
Si vedrà, aveva detto al suo amato e dolcissimo sposo:
intanto vivo e faccio mia quest’emozione. E non è poco!"
Intanto pensava anche agli amici musicisti: quegli amici che la sera prima avevano sovrastato la pochezza dei molti, costringendo le loro bocche a tacere, le loro vuote parole a dissolversi nel nulla, a scomparire inghiottite come dai buchi neri, rapite dalla bellezza delle loro note, stregate dal magico incanto della musica, la loro musica, che quella sera aveva salvato davvero tutto il mondo. Gli schiamazzi, gli strepiti di quella inutile ciurma lì riunita, davvero fastidiosi quanto inopportuni, erano stati il nonsense più rappresentativo dei nostri tempi, tempi difficili, duri, ma altrettanto leggeri se letti con gli occhi di quella inutile gentaglia che vedeva, vede, forse per fortuna, forse per necessità, ogni cosa con la vista dei ciechi.
Una pagina rivoluzionaria ci vorrebbe, con i tempi che corrono
, diceva il parroco durante l’omelia di Ognissanti, ma quella pagina esiste, eccome se c’è. È stata scritta duemila anni fa. Non è vero che i ricchi non hanno problemi, non è vero che il benessere rappresenta tutto ciò che si può desiderare in questa vita. È vero il contrario, mica facile accettarlo eppure è così, proprio così, ma vallo a capire e a cercare di spiegarlo
.
Quei giorni erano stati ricchi di incontri importanti, come di emozioni altrettanto importanti, erano date da segnare, da ricordare. E chi se lo scorda quel bel pomeriggio assolato, non caldo, nel quale Alessia aveva rivisto i volti del passato e in cui si erano raccontati, finalmente, come ci si raccontava un tempo, scherzando, giocando e trastullando il tempo che trascorreva.
Trastullando loro stessi e non solo, sì perché aveva impressionato molto, durante la fiera settimanale - se ne parlava molto in quei giorni