Le popolazioni dell’Europa neolitica con ceramiche decorate con impressioni (culture delle pianure orientali e culture Impresso-Cardiali dell’Europa mediterranea e occidentale) erano indoeuropee? La prospettiva archeologica, linguistica e genetica
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Anteprima del libro
Le popolazioni dell’Europa neolitica con ceramiche decorate con impressioni (culture delle pianure orientali e culture Impresso-Cardiali dell’Europa mediterranea e occidentale) erano indoeuropee? La prospettiva archeologica, linguistica e genetica - Ignazio Abeltino
genetica.
Capitolo 1
La cultura Impresso dei Balcani (alla base del complesso Impresso-Cardiale-Epicardiale dell’Europa mediterranea e occidentale) ha parte delle sue origini nelle culture delle pianure europee orientali con ceramiche decorate con impressioni del settimo millennio cal. a.C.?
1.1 Il complesso Impresso-Cardiale-Epicardiale
Il cosiddetto pacchetto neolitico
(agricoltura, ceramica e altri elementi) si è affermato in Italia, Francia centro-meridionale e Penisola Iberica con la corrente culturale Impresso-Cardiale-Epicardiale, caratterizzata dalla presenza di ceramiche decorate con impressioni e incisioni. L’origine di questo fenomeno internazionale è nella regione costiera nord ionica dei Balcani. Nella parte finale del settimo millennio cal. a.C. (anche quando non specificato tutte le datazioni riportate in questo studio sono da intendere cal. a.C.) i gruppi presenti in questa area cominciano a diffondere la loro cultura neolitica (attraverso delle piccole migrazioni via mare) sia verso nord lungo la costa adriatica balcanica [Forenbaher & Miracle 2006; Forenbaher et al. 2013; McClure et al. 2014; Podrug et al. 2014] che verso ovest nel vicino Sud Est italiano [Tiné 2002:131-139, 162; Guilaine 2013:60; Grifoni Cremonesi & Radi 2014]. Nel corso dei primi secoli del sesto millennio nuovi insediamenti Impresso compaiono in Sicilia [Tiné 2002:153-160] e nella costa tirrenica-ligure della Penisola Italiana, mentre Sardegna e Corsica vengono coinvolte in un momento successivo [Fugazzola Delpino 2002]. A partire dalle colonie italiane vengono raggiunte le coste mediterranee francesi [Manen & Convertini 2012] e nel corso di alcuni secoli la corrente Impresso, continuando a seguire una coerente sequenza geografica e cronologica, si diffonde nella Francia meridionale [Guilaine & Manen 2002, 2007] e nella Penisola Iberica, fino alle coste atlantiche del Portogallo [Zilhao 2001; Martì-Oliver 2002; Martins et al. 2015]. Lo sviluppo plurisecolare del fenomeno Impresso ha comportato l’emersione di differenziazioni locali e un aumento della raffinatezza delle decorazioni ceramiche, che in origine erano piuttosto semplici. Tra le regioni tirreniche e l’area Franco-Iberica si sviluppa il fenomeno Cardiale
(distinguibile in occidentale e tirrenico), chiamato in questo modo per la netta prevalenza delle decorazioni realizzate con impressioni della conchiglia cardium, il cui utilizzo peraltro riguarda anche le altre regioni Impresso, comprese quelle balcaniche. Negli ultimi secoli del Neolitico Antico la corrente culturale Impresso arriva anche in territori in precedenza non raggiunti, come alcune regioni della Francia centro-settentrionale [Laporte 2005], e si ha l’affermazione del cosiddetto Epicardiale
, costituito da distinte realtà culturali locali presenti tra l’Europa occidentale ed il Tirreno.
1.2 La cultura Impresso dei Balcani
Come detto sopra le origini della corrente Impresso-Cardiale-Epicardiale sono nella cultura Impresso comparsa nella parte finale del settimo millennio cal. a.C. sulla costa occidentale dei Balcani. La confidenza con la navigazione e la propensione per le migrazioni via mare verso nuovi territori sono tra le caratteristiche più notevoli delle genti Impresso balcaniche, e insieme ad altri fattori hanno permesso a questi gruppi di diventare la base di un fondamentale fenomeno culturale della preistoria europea.
Il sito di Sidari-Corfù nello Ionio settentrionale risulta il più antico tra quelli Impresso [Sordinas 1969; Forenbaher & Miracle 2006; Berger et al. 2014]. Peraltro è possibile che la colonizzazione del Sud Italia e della costa adriatica balcanica non sia partita soltanto da questo singolo sito e che nella regione del Nord Ionio ci fossero altre comunità Impresso contemporanee di quella di Sidari. A questo proposito va anche considerato che il livello del mare dal Neolitico Antico ad oggi si è alzato di alcuni metri [Bonsall et al. 2013], quindi non è da escludere che uno o più insediamenti appartenenti alla fase più antica della cultura Impresso si trovassero in quella parte della antica fascia costiera che oggi è sommersa.
La questione che qui ci interessa è quella delle origini della cultura Impresso del Nord Ionio-Adriatico, che sono ignote. Anche nei siti Impresso più antichi c’è un intermezzo plurisecolare tra l’occupazione Impresso e quella precedente (tardo-mesolitica e nel caso di Sidari-Corfù neolitica non Impresso) e questo sembra escludere una continuità o un contatto tra le due fasi, suggerendo piuttosto l’arrivo di coloni in territori spopolatisi già da tempo. In alcuni siti meno antichi e distanti dalla costa la ceramica impressa e gli animali domestici appaiono presi in prestito in contesti ancora in parte mesolitici ma le situazioni di questo tipo non hanno attinenza con la questione delle origini della cultura Impresso ed esprimono piuttosto l’interazione tra alcune comunità autoctone dell’entroterra e gli insediamenti Impresso della costa.
L’ipotesi che la cultura Impresso abbia origine in migrazioni di genti neolitiche da altre regioni della Penisola Balcanica sembra potersi scartare per vari motivi. All’infuori dell’area nord ionica-adriatica le impresse sono presenti in diverse aree ma costituiscono una percentuale più o meno nettamente minoritaria del totale delle ceramiche ritrovate, non svolgono un ruolo caratterizzante e appaiono come il risultato del contatto con una tradizione ceramica originaria di altrove [Benvenuti & Metallinou 2002:17-23; Çilingiroglu 2009:386-477]. Va inoltre evidenziato che nei Balcani all’infuori dell’area ionico-adriatica il processo di neolitizzazione si sviluppa tramite evidenti influenze anatoliche, e le varie culture neolitiche della penisola risultano appunto accomunate dalla presenza (più o meno forte nelle diverse regioni) di tratti culturali di origine anatolica. Al contrario la cultura Impresso si caratterizza per una sostanziale assenza di elementi culturali riconducibili all’Anatolia [Budja 2009:128-130]. Le caratteristiche appena accennate sono praticamente inconciliabili con l’ipotesi di una derivazione della cultura Impresso da altre culture neolitiche dei Balcani o da quelle dell’Anatolia.
La possibilità che gli Impresso del Nord Ionio-Adriatico derivassero da mesolitici locali che avevano ricevuto la tecnologia ceramica e quella agricola grazie a influenze neolitizzatrici dalle regioni vicine appare inconsistente a causa di due aspetti evidenziati in precedenza, e cioè il gap cronologico tra strati tardo-mesolitici e strati Impresso e la circostanza che le genti Impresso avevano una tradizione ceramica diversa da quella delle altre regioni balcaniche, dove prevalevano le ceramiche monocrome e quelle dipinte. Riepilogando possiamo dire che la comparsa della cultura Impresso nella costa balcanica occidentale attorno al 6200/6100 cal. a.C. [Forenbaher & Miracle 2006; Berger et al. 2014] costituisce una novità culturale che non trova riscontri né con la situazione preesistente dello stesso territorio né con le contemporanee culture delle altre regioni balcaniche, e per questi motivi appare ragionevole ricercare la sua origine in migrazioni da regioni non vicine.
1.3 Le ceramiche impresse nell’Egeo, in Anatolia e nel Levante
Come accennato in precedenza nei Balcani all’infuori dalla fascia costiera nord ionica-adriatica le ceramiche decorate con impressioni compaiono anche in altre regioni, ma in misura più o meno nettamente minoritaria e senza caratterizzare i vari profili culturali. Una situazione di questo tipo la ritroviamo, seppure non in modo uniforme, anche nella fascia di territorio tra le regioni mediterranee dell’Anatolia [Çilingiroglu 2009] e quelle del Levante, inclusi alcuni siti dell’entroterra distanti dalla costa levantina [Balossi & Frangipane 2002; Çilingiroglu 2009, 2010; Guldogan 2010]. L’ipotesi di un legame tra le impresse del Nord Ionio-Adriatico, quelle delle altre regioni balcaniche e quelle del Mediterraneo orientale viene considerata da diversi archeologi [Balossi & Frangipane 2002:12-15; Benvenuti & Metallinou 2002:17-23; Çilingiroglu 2009:431] e una qualche forma di connessione appare indicata dal quadro generale, che vede la comparsa nelle stesse fasi della preistoria (tra la fine del settimo millennio cal. a.C. e l’inizio del sesto) di tecniche decorative e stili ornamentali fondamentalmente simili in un gruppo di regioni unite sul piano geografico e corrispondenti alla fascia di territorio che comprende i Balcani, l’Anatolia mediterranea ed il Levante.
1.4 Le culture delle pianure europee orientali con ceramiche decorate con impressioni
La ceramica e altri elementi di complessità culturale di tipo neolitico (ma non l’agricoltura) fanno la loro comparsa nelle pianure europee tra gli Urali e il Mar Nero nel settimo millennio cal. a.C. (le datazioni più antiche in realtà appartengono al millennio precedente ma la loro attendibilità è dubbia) e le decorazioni ceramiche venivano realizzate con impressioni e incisioni. Culture con queste caratteristiche di base tra il settimo e il quinto millennio cal. a.C. compaiono in molte regioni della parte più orientale d’Europa, per intenderci la parte europea di quella che è stata la Unione Sovietica [Kotova 2009; Vasilyeva 2011; Piezonka 2012; Vybornow et al. 2013; Motuzaite-Matuzeviciute 2014; Vybornova et al. 2014]. Molti archeologi sostengono l’ipotesi di una fondamentale unitarietà di questo fenomeno culturale [Gronenborn 2003; Davison et al. 2007; Dolukhanov et al. 2009; Zaitseva et al. 2009; Piezonka 2012] mentre altri sono più scettici [Kuzmin 2013a, 2013b; Vybornov & Vasilyeva 2013]. Certamente le differenze culturali che distinguono tra loro le varie culture dell’Est con ceramiche impresse in alcuni casi sono profonde dimostrando la mancanza di una forte parentela. Tuttavia le implicazioni dei tratti fondamentalmente simili che accomunano l’insieme di queste culture non vengono sminuite dalle differenze tra le varie realtà, che si possono pacificamente spiegare sulla base di diverse dinamiche locali all’interno di un fenomeno plurimillenario e che ha interessato un territorio amplissimo. Le analogie di fondo tra queste culture indicano una qualche forma di relazione e di origine comune, riconducibile alle più antiche culture con queste caratteristiche. Non appare realistico che queste affinità, anche se in molti casi generiche, siano il risultato di una casuale convergenza, perché riguardano un gruppo di regioni unite sul piano geografico. È difficile immaginare che ognuna di queste culture locali, in modo del tutto indipendente, abbia sviluppato una tradizione ceramica che è almeno in parte simile a quelle delle altre. La semplice influenza culturale verso altre comunità probabilmente ha giocato un ruolo nell’espansione di questo fenomeno ma appare ipotizzabile che anche le migrazioni abbiano avuto un ruolo importante, e quindi che almeno una parte di queste comunità preistoriche delle pianure europee orientali avesse una qualche forma di parentela e di origine comune. La diffusione di tratti culturali fondamentalmente simili in un ambito geografico tanto ampio suggerisce che questo fenomeno si sia sviluppato ad opera di popolazioni caratterizzate da una forte tendenza alla mobilità.
1.5 Forti problemi per la ipotesi che la cultura Impresso dei Balcani avesse origine nel Medio Oriente
Nel corso degli ultimi decenni sono stati diversi gli archeologi che hanno preso in considerazione la possibilità che la cultura Impresso dei Balcani avesse origine mediorientale, anche se nella maggior parte dei casi questa ipotesi è stata proposta come un semplice spunto. I motivi alla base di questa tendenza sono fondamentalmente due. In primo luogo la presenza in questa cultura balcanica dell’agricoltura, e ci sono pochi dubbi sul fatto che le pratiche agricole siano arrivate nel Sud Est europeo dal Medio Oriente. Inoltre come abbiamo detto in precedenza le ceramiche decorate con impressioni sono presenti anche in alcune regioni di Anatolia e Levante e quindi la tradizione Impresso viene considerata originaria delle regioni mediterranee del Medio Oriente, da dove avrebbe raggiunto l’area nord ionica dove troviamo le testimonianze più antiche della cultura Impresso balcanica.
La chiave interpretativa sopra accennata potrebbe apparire soddisfacente ma si scontra con forti ostacoli. Va innanzitutto notato che in Anatolia e Levante le ceramiche impresse costituiscono una percentuale più o meno nettamente minoritaria del totale delle ceramiche ritrovate nei vari siti e la loro apparizione, a differenza che nel Mediterraneo centro-occidentale, non è legata al processo di neolitizzazione né ad importanti cambiamenti culturali. In queste regioni le impresse appaiono intrusive, compaiono soltanto in fasi avanzate del locale Neolitico e per un periodo di tempo relativamente breve, tra la fine del settimo e l’inizio del sesto millennio cal. a.C. [Balossi & Frangipane 2002; Çilingiroglu 2009, 2010; Guldogan 2010].
Su un piano generale possiamo dire che se la comparsa delle impresse nel Nord Ionio/Adriatico esprimesse l’arrivo di un Neolitico di origine mediorientale allora insieme alle impresse troveremmo almeno qualche tratto culturale di inequivocabile origine mediorientale, che invece manca (a parte l’agricoltura di cui parleremo più avanti). Inoltre, poiché come abbiamo detto nell’Oriente mediterraneo le impresse sono presenti ma in modo minoritario rispetto ad altri tipi di ceramiche, se l’origine della cultura Impresso balcanica fosse nel Medio Oriente allora nei più antichi siti Impresso dovremmo trovare almeno qualche traccia di questi altri tipi di ceramiche, che al contrario sono assenti. A conferma di questo quadro va ricordato che la cultura Impresso ionica-adriatica si distingue dalle altre culture balcaniche neolitiche proprio perché non presenta segni di influenze anatoliche [Budja 2009:128-130].
Il carattere