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Le avventure di Mac Travis - Wood e il mistero sommerso
Le avventure di Mac Travis - Wood e il mistero sommerso
Le avventure di Mac Travis - Wood e il mistero sommerso
E-book326 pagine4 ore

Le avventure di Mac Travis - Wood e il mistero sommerso

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Info su questo ebook

Mac Travis si è trasferito sulle Florida Keys per sparire, ma il suo nuovo lavoro come sommozzatore professionista si rivela molto diverso dal previsto. Un reperto portato alla luce durante la ricostruzione di un ponte attira l’attenzione di un magnate del settore immobiliare, di un gangster di Jersey e di due gemelli capi di un’antica tribù indiana, tutti intenzionati ad aprire un casinò sul terreno incontaminato delle Keys. Quando la sua psicopatica ex-fidanzata riesce a rintracciarlo, le cose si fanno ancor più interessanti.

LinguaItaliano
Data di uscita6 set 2016
ISBN9781507154410
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    Anteprima del libro

    Le avventure di Mac Travis - Wood e il mistero sommerso - Steven Becker

    CAPITOLO 1

    Meno di un metro d’acqua separava i due uomini. Wood lottava con il timone e la leva dell’acceleratore, cercando di contrastare il vento e tenere la chiatta il più vicino possibile all’argine. Per fortuna aveva le mani impegnate, perché se fosse riuscito a raggiungere Eli Braken l’avrebbe strangolato. Ai suoi piedi giaceva un pezzo di tubo idraulico.

    Qualcuno deve averlo tagliato. Non può essere stato il vento.

    Sei ubriaco di nuovo, Wood. Accidenti, è appena passato mezzogiorno! Braken si mise a urlare cercando di sovrastare il vento. Vedi di finire questo lavoro, altrimenti puoi considerare rescisso il tuo contratto.

    Wood abbassò la testa. Era al timone, senza camicia, la salopette coperta di grasso. Cosa diavolo importava se aveva bevuto qualche bicchierino? Si stava facendo il mazzo per ricostruire il ponte. Non riuscendo più a pagare le bollette dopo che la compagnia assicurativa aveva annullato la sua polizza, era stato costretto ad accettare dei lavoretti poco proficui, invece di occuparsi di progetti più corposi e remunerativi. Il ponte a cui stava lavorando tra Big Pine e No Name Key era stato danneggiato da una barca che il vento aveva staccato dall’ormeggio. Un’altra vittima dell’uragano Andrew. La compagnia assicurativa aveva imputato la rottura al suo lavoro di costruzione, facendolo infuriare ancora di più. Ce la farò, Braken. Come faccio sempre.

    Come facevi sempre, vorrai dire! disse Braken. So che non ti piace essere vincolato e sei la persona più pazza che conosca, tuttavia ti ho dato un lavoro. Le compagnie assicurative stanno cercando di fregare tutti, non solo te, per recuperare le perdite dovute all’uragano. Mi dispiace per quello che ti è successo. Braken si piegò nel vento. Sai benissimo che se dipendesse da me non ti starei così addosso, ma ho degli investitori per questo progetto, e devo fare quello che mi chiedono.

    Il discorso di Braken non servì a placare Wood. Il vento mi sta uccidendo. Non posso lavorare in queste condizioni. Andiamo nel tuo ufficio, mi devi una sigaretta. Perdere l’assicurazione per colpa dell’uragano era stato un colpo di sfortuna. Maledetti periti, dare la colpa al suo lavoro quando una barca vagante si era schiantata contro la pila[1] del ponte. Tutti gli altri progetti a cui aveva lavorato negli ultimi vent’anni non avevano subito alcun danno. Questo ponte era l’unica falla, ed era colpa di un’altra barca, non dipendeva da lui. Ora, senza poter lavorare ai grandi progetti per i quali era noto, tutte le sue attrezzature erano inutili e i registri contabili erano accatastati sulla scrivania, a casa. Pensò ai soldi che doveva versare all’agenzia delle entrate – per le ritenute dei suoi dipendenti prima dell’uragano – e strinse i pugni. A peggiorare ancor più le cose, la banca aveva seguito la scia dell’assicurazione, estinguendo la sua linea di credito.

    Senza attendere risposta, ingranò la retromarcia, allontanandosi dall’argine. Portò la barca in acque più profonde, quindi virò e si diresse a sud verso il Bogie Channel e l’ormeggio di Spanish Harbour. Braken rimase sull’argine, con le mani sui fianchi, guardandolo torvo.

    L’acqua si infrangeva contro il bordo libero della chiatta che avanzava lentamente sferzata dal vento. L’attrezzatura a bordo era pericolosa con quelle condizioni atmosferiche; a prua c’era un escavatore John Deere e a poppa un container. Lo scafo in acciaio venti per cinquanta galleggiava su due pontoni, con un motore Mercury da 115 cavalli montato su ciascuno di essi. Due cilindri in acciaio, utilizzati per ancorare la chiatta, sporgevano per almeno 6 metri. Un’onda più grande delle altre avrebbe potuto rovesciare l’imbarcazione, che era più pesante nella parte superiore.

    Wood raggiunse Spanish Harbour e si avvicinò alla boa d’ormeggio. Al primo passaggio gli sembrò che la corrente fosse sbagliata, quindi fece un altro giro. Lo schifo[2] ondeggiava nella corrente fissato da una cima alla grande boa bianca. Si allineò nuovamente e si sposò in avanti nella chiatta, questa volta mettendo i motori in folle prima, così che la barca potesse accostare e fermarsi presso la boa. Afferrò la cima libera con un arpione da pesca e infilò la cima più spessa che proveniva dalla chiatta nel suo occhiello. Una volta assicurata, la chiatta raggiunse la boa e si fermò, sobbalzando tra le onde.

    Wood spense i motori, bevve l’ultimo sorso di birra rimasto e si diresse verso lo schifo. Mentre legava la chiatta e saltava a bordo della barchetta sperò di poter ottenere abbastanza denaro da Braken per ripagare il suo debito e potersi dedicare a lavori veri.

    ***

    Cosa vuol dire che non mi paghi?, biascicò Wood.

    Ascoltami bene. Ti pagherò quando rispetterai la tabella di marcia. Sei già in ritardo di tre settimane, e io sto perdendo denaro. Non posso mostrare le proprietà a No Name se non finisci il ponte.

    Che fretta c’è? Su quella montagnetta di corallo non c’è neanche la corrente. Come pensi di vendere quella merda? Lo sanno tutti che non vale un soldo bucato!

    Braken non rispose, ma quel sorrisetto che aveva stampato in faccia era sufficiente a far imbestialire Wood. Si alzò e si appoggiò alla scrivania, cercando di ottenere la risposta che cercava. Senza la linea di credito la sua liquidità era praticamente inesistente. Braken era nel campo delle costruzioni da abbastanza tempo da sapere che bisognava ungere le ruote giuste per ottenere qualcosa. Con un po’ di contante avrebbe potuto assumere degli aiutanti e finire il lavoro. Al momento, in zona erano rimasti pochi operai qualificati, la maggior parte si era trasferita a Miami dove a causa dell’uragano c’era scarsità di manodopera e i salari erano aumentati. I pochi che erano rimasti insistevano per essere pagati ogni settimana, alcuni addirittura a fine giornata. L’unico aiuto su cui poteva contare era il vecchio Ned, che era di buona compagnia ma troppo vecchio per i lavori pesanti. I pochi soldi che Braken gli aveva dato all’inizio erano appena sufficienti per pagare i materiali che aveva acquistato.

    Ma è la tua tabella di marcia. Non sta scritto nel contratto e io non ho firmato niente del genere. E poi non sono state considerate le condizioni atmosferiche. Sbatté la mano sulla scrivania. Non ho mai fatto un lavoro in questa zona in cui non fosse prevista un’indennità in caso di avverse condizioni meteo. Guarda fuori. Sollevò lo sguardo dalla scrivania e osservò da sopra la testa di Braken le palme piegate dal vento. Sta soffiando a oltre venti nodi, e non si può lavorare con un vento tanto forte. È sempre stato così da quando lavoro in questo settore.

    Forse, disse Braken, ma sono i miei investitori a staccare gli assegni e loro se ne fottono del tempo. Finisci il lavoro e basta.

    Wood ringhiò. Ho avuto dei problemi qui, e tu sei uno di quelli. E ricordati che non ho protestato l’ultima volta, quando hai modificato gli accordi addossando la colpa ai tuoi investitori. Quella vecchia pila che sostiene il ponte va sostituita fino alle fondamenta. Per farlo sarà necessario demolire e scavare. Mi serve un posto per depositare le macerie. Non posso lasciarle lì. Adesso era pentito di non essere stato più previdente e di non aver considerato i possibili imprevisti. Alcuni imprenditori facevano le offerte al costo, contando sulle inevitabili modifiche per guadagnare. Quello però non era il suo stile. Inoltre aveva dovuto concordare con Braken dei prezzi stracciati pur di ottenere il lavoro.

    Braken si appoggiò allo schienale, immerso nei suoi pensieri. Ne parlerò ai miei investitori. Posso anticiparti qualcosa se servirà a farti dare una mossa. Però devi finire il lavoro in fretta.

    Dammi diecimila dollari e lo finirò in una settimana, esclamò Wood, anche se non sapeva se ce l’avrebbe fatta entro quella data senza un sommozzatore e dell’attrezzatura aggiuntiva. Le previsioni del tempo non erano per nulla favorevoli, ma avrebbe fatto di tutto pur di mettere le mani su un po’ di denaro, anche promesse che non era sicuro di poter mantenere. Maledisse il suo orgoglio per aver avuto la meglio sul buonsenso.

    Andata! Braken andò a prendere il libretto degli assegni e cominciò a scrivere lentamente. Se non farai in tempo, ci saranno delle conseguenze. Capito?

    Wood non rispose. Strappò l’assegno dalle mani di Braken, si voltò e uscì. Diede un’occhiata all’orologio, erano le 16.45. Doveva sbrigarsi se voleva andare in banca a incassarlo. Pensò subito a come suddividere il denaro, sperando che non andasse storto nient’altro. Con un po’ di fortuna sarebbe riuscito a finire il lavoro e pagare qualcuna delle fatture che stavano a prender polvere sulla scrivania.

    Sferzato dalla pioggia, si diresse verso il suo malconcio pick-up Datsun. Le cerniere della portiera scricchiolarono mentre la apriva. Saltò dentro e la chiuse con forza. Avviò il motore, diede una pulita al parabrezza con il vecchio straccio poggiato sul cruscotto, chiuse bene i finestrini, azionò i tergicristalli e uscì dal parcheggio. Il traffico era lento. A causa della pioggia la visibilità era ridotta a circa 4 metri. Quando finalmente raggiunse la banca, scese dall’auto e corse verso l’ingresso.

    La cassiera guardò l’assegno umido, come se si aspettasse che l’inchiostro sparisse da un momento all’altro. Dammi un momento. Devo chiamare il Sig. Bailey.

    Perché? Ci conosciamo da quando eri alta come un soldo di cacio!

    Sono un sacco di soldi, Wood. Superano il mio limite. La donna chiuse la cassa e si diresse verso l’ufficio sul retro.

    Wood attese con impazienza finché l’impiegata tornò con il direttore.

    Cosa succede Bill?

    Signor Woodson, potrebbe venire nel mio ufficio per favore?

    Perché cavolo mi chiami Signor Woodson, adesso?

    Vieni, Wood. Si spostarono verso il retro della banca ed entrarono nell’ufficio spoglio, quindi si misero a sedere, uno di fronte all’altro. Il direttore appoggiò le mani sulla scrivania. Vedi, Wood, devo trattenerlo a causa della tua linea di credito. Sai che la banca l’ha revocata. Poi rimase fermo, stoicamente, aspettando lo scoppio d’ira.

    Maledetti bancari e assicuratori, volete proprio vedermi nella tomba. Bill, sai bene come funziona, non riuscirò mai a ripagarvi se non posso lavorare. Questo assegno è capitale liquido.

    Bailey guardò l’assegno. L’ha emesso la banca dall’altra parte della strada. Porse l’assegno a Wood. Portalo là e chiedi di incassarlo. Loro non possono rifiutarsi. Io non l’ho mai visto... Ammiccò.

    Grazie tante, Bill! Wood si alzò e andò alla porta. Ti devo un favore.

    Si incamminò a testa bassa, come se avesse fatto qualcosa di male. Pochi minuti dopo usciva dall’altra banca con un pacchetto di banconote in tasca. Una volta a bordo del pick-up, cercò la bottiglia nascosta sotto il sedile. Tracannò un sorso di bourbon prima di rimettersi il berretto e avviare il motore. Le marce grattarono mentre rilasciava la frizione.

    Il veicolo si immise nel traffico della US1, superando l’aeroporto e dirigendosi verso sud. La pioggia batteva sul cofano, i tergicristalli andavano alla massima velocità ma erano praticamente inutili in quel torrente d’acqua. Fu costretto a rallentare e accostare, in attesa che la tempesta cessasse. Molte altre auto avevano già trovato rifugio nello stesso terrapieno. Prese di nuovo la bottiglia e la scolò tutta mentre aspettava. Si era appena chinato per nasconderla sotto il cruscotto quando un colpetto al parabrezza lo fece trasalire.

    Scusi signore, potrebbe darmi un passaggio in quella direzione?

    Non sono un signore, e poi sto andando dall’altra parte!

    Scusi. Stavo solo cercando un passaggio per Key West, disse lo straniero piegandosi leggermente.

    Wood stava per dirgli di andare al diavolo quando scorse le pinne da immersione che sporgevano dal suo zaino. Sei un sommozzatore professionista?

    Sì, certo. In effetti sono venuto qui a cercare lavoro. Ho ottenuto l’abilitazione a Galveston, e ho lavorato in alcuni impianti di trivellazione in quella zona. Però la mia ragazza si è stancata e allora ...

    Non ti ho chiesto il curriculum. Entra, sei fradicio. Lo straniero gettò lo zaino nel retro del furgone e fece il giro per raggiungere la portiera del passeggero.

    Appena fu salito a bordo, allungò la mano e si presentò. Mac Travis.

    Bene, Mac, adesso lavori per me. Del fumo nero uscì dal tubo di scappamento, il furgone tossicchiò e si spense. Al terzo tentativo, il motore si decise a riaccendersi e Wood accelerò sull’asfalto bagnato. Diede gas, incurante del furgone che sopraggiungeva da destra e che dovette sterzare bruscamente per evitare lo scontro.

    Magari potrei guidare io? disse Mac.

    Quando vorrò che tu faccia qualcosa te lo chiederò! Il torrente d’acqua fece sbandare il pick-up e Wood controsterzò, urtando il marciapiede. Quindi accostò, scese e si diresse verso la porta del passeggero. In effetti è stata una giornata lunga. Puoi continuare tu adesso.

    Continuarono il viaggio in silenzio, mentre Wood dava le istruzioni per raggiungere casa sua. Dopo pochi minuti Mac si fermò nel vialetto che separava una casa sull’acqua da un grande garage. Dietro gli edifici si vedevano un argine e una darsena.

    Wood guardò Mac. Porta dentro la tua roba. Puoi stare qui con me e mia figlia per un po’. Non sembra che tu abbia molte altre opzioni.

    Molte grazie signore, disse Mac mentre scendeva dal furgone e prendeva lo zaino sul retro.

    Se mi chiami signore un’altra volta ti do una botta in testa. Wood si avviò su per scale, mentre Mac lo seguiva con il grande zaino sulle spalle. Aspettò pazientemente, osservando Wood inciampare varie volte prima di raggiungere la porta anteriore, che si aprì appena allungò la mano.

    Papà, l’hai fatto di nuovo! esclamò la ragazzina che apparve sull’uscio.

    Wood alzò lo sguardo al cielo. Melanie, lasciami stare. È stata una brutta giornata.

    E lui chi è? Perché l’hai portato qui?

    Ehm! ... si chiama Travis o qualcosa di simile. Starà con noi finché non troverà un’altra sistemazione.

    Beh, ciao, chiunque tu sia. E grazie per averlo portato a casa. Però credo che dovresti cercare un altro posto dove accamparti. Trascinò Wood dentro casa.

    Wood si girò verso la porta aperta. Aspetta un momento. Lascia almeno che ti offra una birra. Si voltò ed entrò in casa, con Mel alle calcagna. Una volta in cucina, aprì la porta del frigo e prese due birre. Ascolta, non farmi impazzire. Solo perché hai diciassette anni non significa che tu sappia tutto, disse, facendo saltare i tappi. Hai visto le pinne da immersione che sporgono dal suo zaino? Poi continuò, senza attendere la risposta. No! Perché eri troppo occupata a criticarmi. Guarda caso, è un sommozzatore professionista. Non pensi che magari possa essere utile averlo nei paraggi?

    Mi fa paura l’idea di avere uno straniero che vive in casa nostra. Non sai nemmeno come si chiama.

    Il punto è, cara la mia ragazza, che non avremo più una casa nostra se non riuscirò a finire il lavoro, e quel tipo là fuori potrebbe essere proprio quello che ci serve. Tornò alla porta, senza aspettare risposta. Prima di aprire si voltò verso di lei e disse: Dormirà nella stanza degli ospiti. Poi, spalancò la porta e porse la birra a Mac: Benvenuto a casa.

    ––––––––

    CAPITOLO 2

    Cody, vieni qui. Mi hai sentito? Braken aspettò che il ragazzo entrasse, poi si girò verso la porta, sbattendola alle sue spalle. Ti ho chiesto solo di tenerli d’occhio. Nient’altro! Mentre tu ieri hai tagliato il tubo dell’escavatore, così hanno dovuto fermarsi. Suo figlio gli stava di fronte, a testa bassa come sempre, in attesa che la lavata di capo terminasse. Prima o poi sarebbe cresciuto, o almeno Braken lo sperava. Dannazione, aveva più di vent’anni ormai ed era già padre di un bambino. Era tempo che si svegliasse. Cosa credeva di fare sabotando l’attrezzatura di Wood? Pensava che fosse utile per la ricostruzione del ponte? L’apertura della stagione dell’aragosta avrebbe portato orde di turisti nella zona. Un’occasione d’oro per mostrare il suo progetto e vendere alcuni lotti. In caso contrario avrebbe dovuto aspettare la migrazione dello zigolo delle nevi a dicembre per poter vendere qualcosa. Guardando suo figlio, scosse la testa. A volte faceva le cose per dispetto, senza pensare. E stavolta, purtroppo, non faceva eccezione.

    Cosa intendi con tenerli d’occhio? Pensavo che dovessimo mettere quel vecchio fuori gioco una volta per tutte.

    Figlio, devi imparare a pensare. Probabilmente una volta o l’altra aveva accennato a mettere Wood fuori gioco e Cody aveva frainteso. Purtroppo abbiamo bisogno di lui. E poi quel ‘vecchio’, come lo chiami tu, ha la mia stessa età: 48 anni! È solo che in vita sua ha sempre lavorato duro e dimostra qualche anno in più. Non c’è nessuno a sud di Miami che possa aggiustare quel ponte in una settimana a parte lui. Se potessi chiamare qualcun altro, credimi, lo farei. Voglio solo essere sicuro che finirà in tempo.

    Cody si girò verso la porta. Va bene. Se è questo che vuoi.

    Braken afferrò il telefono. Nicole!, urlò.

    Non è qui, disse Cody mentre usciva.

    Ma come? Guardò il suo finto Rolex, accigliato. Sono quasi le 10.

    Probabilmente sta ancora dormendo. Ha lavorato al bar fino a tardi ieri sera.

    Ancora? Devi trovare una soluzione. Tua moglie non può continuare a fare due lavori per mantenerti.

    Beh, allora trovami più clienti da portare a pesca! Cody si precipitò fuori.

    Braken uscì dal suo ufficio e si diresse verso l’archivio vicino al banco accettazione. Trovato il numero che cercava, tornò alla sua scrivania, chiudendosi la porta alle spalle.

    Felice che Cody se ne fosse finalmente andato, non digitò immediatamente il numero. Era già in ritardo di un mese e adesso bisognava riparare la pila prima di poter usare il ponte. Doveva fare del suo meglio per convincere gli investitori.

    Appena il ponte fosse stato aperto, avrebbe potuto cominciare a vendere i lotti. Il progetto Galleon Bay era approvato, mancava solo la fognatura e la costruzione della strada che avrebbe portato a quattordici case. Bastava riparare il ponte per mostrare il nuovo complesso. Poi, i soldi avrebbero cominciato ad affluire. Se fossero riusciti a realizzare il Casinò Indiano sarebbe stato a posto per tutta la vita.

    Se solo Wood avesse fatto il suo dannato lavoro!

    Digitò il numero, si sedette e attese. Quando sentì la segreteria telefonica lasciò un messaggio e, sollevato, sprofondò nella soffice sedia.

    ***

    Mac era preoccupato perché si era fatto tardi. Lui preferiva iniziare presto. Le condizioni meteo erano le stesse della costa texana, molto spesso nei pomeriggi di inizio estate scoppiavano dei temporali. Dando uno sguardo al cielo, si rese conto che sarebbe successo anche quel giorno. Si stavano già formando dei brutti nuvoloni, ed erano solo le 10 del mattino. Avevano lasciato la darsena solo un quarto d’ora prima. Mac studiava il percorso, cercando di ricordare dove dovevano svoltare nei canali, ma perse subito l’orientamento. Lo schifo si fermò vicino a una grande chiatta. Mac si allungò per afferrare la cima di nylon che ondeggiava dalla boa d’ormeggio, legò la barchetta, gettò la borsa sulla piattaforma d’acciaio e saltò sulla chiatta. Wood faceva fatica a tenere l’equilibrio nella piccola imbarcazione, mentre passava a Mac due grosse bombole d’acciaio da immersione. Quindi, saltò a bordo anche lui.

    Wood si mise al timone. Molla gli ormeggi e andiamo. Vediamo se ti sai immergere davvero.

    I motori ruggirono e la chiatta lasciò Spanish Harbor e si diresse verso Bogie Channel. Si fermarono in prossimità della vecchia pila. Forza, ragazzo, getta l’ancora.

    Mac si piegò in avanti e gettò l’ancora sopra la boa, facendo scorrere la cima tra le mani finché sentì l’acciaio colpire il corallo.

    Adesso preparati. Se fossi in te indosserei una muta da tre millimetri. Non hai idea di quante cose troverai là sotto che te la faranno a brandelli.

    Poco dopo, Mac era nell’acqua e combatteva con la corrente che lo spingeva lontano dalla pila. Sperando che il mare in profondità fosse più calmo, rilasciò l’aria dal GAV[3] e scese verso il fondale sabbioso.

    La visibilità era scarsa, non più di un metro e mezzo, a causa della corrente che agitava la sabbia. Gonfiò il GAV a sufficienza per appoggiare i piedi sul fondo, controllò la bussola e si diresse verso la pila. Appena riuscì a scorgerla, nuotò in quella direzione. Con una mano guantata staccò la cima assicurata alla cintura e la avvolse intorno alla base di cemento. In quel modo avrebbe potuto osservare la pila senza disperdere energia cercando di contrastare la corrente.

    La pila dimostrava tutta la sua età. Da quel poco che Wood gli aveva raccontato durante il viaggio, il ponte originale che collegava Big Pine Key a No Name Key era stato costruito nel 1928. La pila sembrava vecchia, probabilmente risaliva al periodo in cui il ponte era stato costruito la prima volta. Dopo che un uragano l’aveva spazzato via nel 1948, infatti, il ponte era stato ricostruito nel 1967. Tuttavia, la pila era sicuramente più antica. Dei gusci di corallo erano radicati nel cemento deteriorato, un segno sicuro della sua età. Il cemento probabilmente era stato mescolato a mano con sabbia locale e corallo, non comprato da uno stabilimento e trasportato via camion.

    Si vedeva anche dell’acciaio arrugginito, molto diverso dai tondini cordonati che le imprese di costruzione usano adesso. Era più liscio, probabilmente un residuo di traversine ferroviarie scartate. In alcune parti, l’acqua scorreva liberamente nelle fenditure intorno all’acciaio, aumentando il grado di deterioramento. In origine, l’acciaio rinforzava il vecchio cemento; costituendo il suo vero supporto. Nelle condizioni attuali, tuttavia, la pila stava sicuramente cedendo.

    Mac lasciò la cima in posizione e risalì in superficie, facendosi trascinare dalla corrente verso la chiatta. Wood afferrò la valvola della bombola e lo aiutò a issarla a bordo. Mac si sorprese dalla forza dell’uomo. Anche se sott’acqua non aveva avuto bisogno della protezione della muta, fu grato di averla indossata quando si issò sul ponte di metallo ruvido.

    Bene. Hai verificato la situazione?

    "Non va affatto bene.

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