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Note Azzurre
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E-book1.058 pagine17 ore

Note Azzurre

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Info su questo ebook

Le Note azzurre sono state scritte tra il 1866 e il 1907 e sono uno zibaldone di pensieri e allo stesso tempo un diario che esplora la letteratura antica e moderna alla ricerca di una etimologia, di un vocabolo inconsueto, di collegamenti insospettati tra una lingua e l’altra (in una sua nota Carlo Dossi scrive che “I dizionari vanno continuamente corretti come le carte geografiche“), con centinaia di postille in margini agli autori più amati. Ma le Note azzurre sono anche “una inesauribile zecca di epigrammi, pittoriche frasi, non sospettati modi di dire (…) una miniera senza fine di aneddoti sconosciutissimi quanto interessantissimi per la storia dell’Arte e la cronaca milanese” per citare le parole che Carlo Dossi usa per i frammenti dello scrittore Giuseppe Rovani.
LinguaItaliano
EditoreWikibook
Data di uscita6 set 2016
ISBN9788899941314
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    Anteprima del libro

    Note Azzurre - Carlo Dossi

    AZZURRE

    Prima parte

    Carlo Dossi

    NOTE AZZURRE

    Dietro scena dei miei libri

    Selva - di pensieri miei e d’altrui

    In seme - in fiore - in frutto

    Lazzaretto dove il D. tiene in quarantena

    I propri e i pensieri altrui

    Cervello di carta, aperto in sussidio

    Dell’altro già zeppo

    Granai di riserva per le probabili carestie

    I. Vi ha risposte che sono insieme una domanda - ottime a protrarre un discorso. E io invece, nelle mie risposte, pongo sempre punti; mai virgole né punti e virgola -.

    3. strigosus (Gellius) = magro, il nostro milanese striaa da strix, strige (strega) vampiro succhiasangue.

    5. Per la Satira a Roma. V. Gellio - notti attiche (L. IV cap. V.) - (Lib. XV. IV).

    6. Antichi dii Romani - v. Gellio (C. v. - C. XII).

    7. Aurum in Gallia effutisti (Svetonio) - scialaquasti, il nostro mil. te mandaa a fass fôtt. -

    8. stroppus - (in Gellio) benda del sacerdote - il milanese stroppai.

    9. In Gellio si trova degnissimo di memoria - nel Libro II il cap. XXIX - nel IV il cap. XVIII - nel V il c. X - nel X i capit. I. VI. - nel XII. il c. VI. - nel XIII, il c. IV. V. - nel XV, il XIX, nel XVI il c. XI - nel XVIII, il c. IV - nel XVII, il c. XII.

    12. affatim nel senso antiquato è il nostro affatto.

    14. Degno di nota come la più parte dei filosofi, essendo in fondo del medesimo parere sul bene e sul male, non s'accordassero mai per l'incertezza del significato delle parole da essi usato.

    16. È un lavoro che dimostra molta memoria - si può dire di lavoro ch'è rifrittura di altri.

    17. O gente che scrivete per non esser capita, non sarebbe assai meglio taceste!

    18. Vive moribus praeteritis: loquere verbis praesentibus - Questa è per me.

    19. blaterare (lat.) - vedi id. in it. - Erchomai = kommen. - Theios = zio - Pinna = Zinne, pinacolo.

    21. Se oggidì si scrivesse secondo la stretta etimologia oppure si leggesse, nessuno capirebbe più nulla; tanto le parole si dipartirono dal loro primo razionale significato.

    22. solarium = solajo,la parte più alta della casa, perchè anticamente - in cima alla casa, si costruivano terrazze per i bagni di sole.

    24. Utilissime nelle lingue sono le parole che esprimono idee generali; che non sviano quindi nelle descrizioni la fantasia del lettore - com'è p. es. di obices,cose che si oppongono.

    27. I cavalieri del Casino dei nobili di Milano invitavano una volta all'anno ad una festa da ballo i loro agenti, ingegneri ecc. colle relative donne - ma si guardavano bene dal ballar loro insieme. - Le loro dame poi (le quali venivano a sedersi tutt'intorno adocchiando coll'occhialetto i ballerini) dicevano "di andare a veder ballare gli òmini".

    29. to usher = introdurre,annunciare - uscio, usciere - to tack = attaccare,taccaa.

    30. A Pavia manca il brougham N. 13 - negli stabilimenti idroterapici e alcuna volta negli alberghi manca la stanza n. 13 - Come se togliendo il ricordo di lei, si togliesse la morte!

    32. inonesta moneta = carta moneta - E noi la pretendiamo a civiltà col corso forzoso!

    34. Se l'acqua si vendesse a bottiglie come parrebbe buona! (Gorini).

    36. La iniquità di imporre il nome di Zanata, Colombo, Esposito ai trovatelli.

    37. mischmasch - mizmaze (ingl.) - mis masc, milanese.

    38. chaplet (ingl.) = guirlande - sul sacro fonte - del mio battesmo piglierò il cappello (Dante) - laurea poetica.

    39. stang (ingl.) = pertica - stang = debole, stanco.

    40. Dei plagi innocenti. Si dimanda, se dato uno stesso soggetto da trattare a due uomini di pari ingegno - lo debbano, per trattarlo superlativamente, trattare nella stessa maniera.

    41. Una corte alta e stretta. In un abbaino abita un affamato - a terreno, una trattoria. Tutto il giorno c'è il piccolo che grida: Tagliarini al burro, bove alla Fiorentina, stufato alla Russa, ecc.

    42. Ho letto, non so dove, che per comprendere bene Vico italiano bisogna leggerlo nel francese di Michelet.

    44. La compagnia dramatica a Merate. Poveri diavoli! hanno i piedi fuori delle scarpe, e le budella che latrano; eppure recitano sempre comedie in cui si parla di milioni di scudi, di castelli, di latifondi, di banchetti, di gemme… d'indigestioni! -

    45. …fight for a plot - Whereon is no tomb enough and continent - to hide the slain (Shakespeare, Hamlet,1028) - Si contendean la povertà di un poggio - Non bastevole pure a seppellirli (Aleardi, un'ora della mia giovinezza).

    46. Di tempo in tempo si parla di chi ha rimesso filosofia sulle vere sue basi, liberandola dal gergo scolastico ecc.

    47. Cani e gatti ecc. Il cane del S.r Brambilla dato in impresto a un cattivo cacciatore. Questi fallisce un tiro. Il cane gli volta la coda e se ne torna a casa - Il Kin,pincino di Zelbi, che guardava il quadrante dell'orologio circa l'ora in cui Perelli, amico di Zelbi - usava venire. - Dei cani morti di crepacuore per le carezze fatte dal padrone ad altro cane, o a bimbi - A una gatta erano stati gettati nel cesso i micini: le si pose sotto un cagnolo cui era morta la madre, ed essa lo allattò. - Il cane del ricco e il cane del povero, questi (un barbone) con una sportola in bocca, dimanda timidamente la carità; quello (un levriere) fiero, colla testa alta, e la coperta blasonata - Ira dei cani dei ricchi contro la gente malvestita - Il gatto di nonno Quinterio, che, dalla finestra, stava guardando in istrada se il padrone veniva. Il nonno usava comperargli tutti i giorni un biscottino. Un dì il povero gatto cadde dal tetto; lo si bendò e lo si pose nella sua cuccia che stava in solajo. Ed egli dopo qualch'ora scese tutto bendato e andò a leccare la mano al padrone in segno di riconoscenza. - Come non sia vero che il gatto ami la sola casa. Certo che il carattere del gatto è più indipendente, è più nobile di quello del cane: egli ama rimanere in un luogo, perchè vi ha già fatto le sue relazioni coi gatti circonvicini ecc. - Del topo che mangiava la penna d'oca di Gorini, mentre questi, studente a Pavia, scriveva nel silenzio della sua cameruccia. - Gorini scrisse un opuscolo ancora inedito (1875) sui cani, gatti, passeri ecc.

    48. Il conte Carena avea usato di alcuni preparati di Mercurio. A un tratto s'imaginò di essersene immagazinato nel corpo una gran quantità. Tripilla sempre. Cerca ogni modo per farsi estrarre il mercurio ch'egli crede di contenere - vuol bagni di elettricità - piglia joduro. E da dodici anni è perseguitato da una simile imaginazione.

    49. ‹ (dupl.) › Molte parole a forza di non esprimere nulla - come ineffabile, indicibile ecc. - finirono a voler dire qualche cosa. Viceversa, altre, che significavano molto - per il troppo uso perdettero ogni valore. E così fu di molti vizi e di molte virtù.

    55. Di due che combinavano fra loro i giochi di parole, poi andavano a produrli nei caffè ecc.

    59. La servitù nasce e vive dalla comune viltà. Tutte le declamazioni contro gli abusi della tirannide sono meno efficaci che il dire ai servi: contatevi.

    60. La più bell'opera dell'Arrighi fu il Dossi.

    61. Tale applicò 4 usci alle quattro pareti dell'unica sua camera, perchè altri credesse ch'egli abitava un appartamento.

    62. Il miglior incenso a Dio è il fumo delle officine.

    63. La terra produce i suoi frutti a date epoche, e così l'animo.

    64. Un principe Belgiojoso, cieco, non volea confessare questo suo difetto, anzi cercava d'illuder sè stesso di non averlo. E però aveva dato ordine a un suo servo, quando qualche signora gli veniva a far visita, di correrle incontro, e poi di correre tosto da lui a descrivergli l'abito, l'acconciatura ecc. di detta signora. Alla quale entrando, egli p. es. dicea …Oh marchesa, che bella toilette… quel rosso vi stà a meraviglia ecc.

    65. Montaigne fu il precursore di Voltaire.

    66. Gérome riuscì a trattare la crocefissione tema stanchissimo, ancora originalmente, con una trovata artistica, cioè non trattandolo. E difatti delle croci non si vedono nel quadro suo che le tre ombre portate. Tuttavia colpisce. Ben si dice di quelli che per pretenderla a originalità nella musica tralasciano la cabaletta, è sempre più facile a non farne che a farne - Ma quì non mi pare il caso di ripetere questo giudizio - perchè se Gérome se la cavò non facendo,nondimeno giunge a suscitare negli spettatori la sensazione terribile del fatto meglio ancora che se lo avesse dipinto davvero, con un sublime sottinteso. Resta però sempre - a parte il valore della idea - un infelice quadro dal lato pittura.

    67. Dio! che levada de sol che sa de moccusc! - si può dire di certe descrizioni dell'alba che sentono troppa la fatica, oppure di certe in cui il sole è descritto come se fosse una lampada.

    68. Il pensiero è fisico - e però è migliorabile colla selezione. Il bimbo dell'oggi si può dire che nasce con idee già meditate dai padri suoi. Il bimbo ha già la vita di tutti i passati. Per vivere molto, bisogna vivere la vita altrui.

    69. I soldati dell'oggi saranno gl'impiccati di domani. - cf. pensiero consimile nell'Utopia di Moro.

    71. Il prurito dei vecchi = il chiacchierare.

    75. Un povero mi chiedeva la carità - T'hoo già daa jer - diss'io - Ed egli: ma mi gh'hoo de mangià anca incoeu - rispose.

    76. Dei militari dati in imprestito per fare da comparse nei carnevali, nei Teatri ecc. Tale, arrolatosi volontario per imminente guerra coll'Austria - e mandato al deposito, dovette accontentarsi di intervenire all'assalto di Sebastopoli - in una azione mimico-ippica del Ciniselli cavalarizzo.

    80. vestes - si modo, vestes vocandae sint in quibus nihil est quo defendi corpus, aut ecc. (Seneca 7. de Benef.).Ele donne dicono vado a vestirmi pel teatro, appunto quando vanno a spogliarsi.

    82. Riceveste uno schiaffo? - dicono i preti - bene - offritelo al Signore.

    84. Come l'accensione di una candela dà a questa in una il principio di vita e di morte - così la nascita all'uomo.

    85. Gli studenti milanesi che da Pavia volevano tornare a casa e non avevano quattrini neppure per il barchetto, facevan la strada a piedi giocando alle boccie.

    87. bliteus (Plauto), da niente - blitter (mil.).

    89. L'adorazione in molte famiglie per Napoleone I. - Mia nonna diceva che la piazza del Duomo era stata ideata da Lui - Per dimostrare poi la sua onnivegenza, dicea che essendo egli intervenuto ad una festa da ballo ed avendo vista una signora vestita come era la sera prima ad altra festa da ballo, le disse: ma lei signora mia è instancabile!

    90. I cavioni francesi.

    91. Nel prologo dell'Endicott di Longfellow - si dà, con una imagine, ragione del perchè certi fatti, storicamente l'uno dall'altro lontani, devono essere messi filosoficamente vicini. Questo, può servire di scusa al Giulio Cesare di Rovani.

    93. Regola di onestà - essere buoni tanto da non imbrogliare alcuno, non però tanto buoni da essere da alcuno imbrogliato - Non imbrogliare alcuno né essere imbrogliato.

    94. I tormenti della bontà che non può sfogarsi, sono forse peggiori di quelli della malvagità sfogata.

    95. "Voi in quella patria, specchio d'Italia e splendor del mondo, in Vinegia, come la fate?" (Doni, I marmi. Vol. I pag. 88 ed. Barbera) - cf. What do you do?

    97. Quando l'interesse del principe non s'accorda a quello del popolo, il principe è di danno, e quando s'accorda, il principe è inutile.

    100. Testes, testicoli, perchè testimoniano la virilità. Priapo,dio degli orti, perchè stava testimonio dei furti - ofen, ted., forno - offella, offa.

    101. Il dire felicità a chi starnuta uso antichissimo. Vedi Petronio pag. 65. - cf. Sen.

    103. Dovrebbe, per legge, esser vietato di erigere statue, a qualunque che non sia morto da oltre 100 anni. Si eviterebbe così la confusione d'idee che nasce al vedere tanti somarelli decorati di monumenti - come ne sono un tristissimo esempio i portici di Brera.

    105. Si sotteravano i morti sul campo, la notte della battaglia. Gridavano alcuni feriti ai becchini… Per carità… no non siamo che feriti - E i seppellitori ghignando - a darvi ascolto, nessuno di voi sarebbe morto - e giù nella fossa.

    106. Appresso vedi il lume di quel cero (Dante, Par. X 115. parlando di illuminato scrittore) e Porta: torcion de vott stoppin…

    107. Era donna che facilmente veniva all'ultima confidenza.

    108. ‹ (tripl.) › L'età dell'oro - (in cui l'oro non c'era) così detta pel frumento.

    109. La Tea che abbaja alla minestra che scotta. - Il cane affamato colla muserola che vorrebbe mangiare un osso - Et cum deserti baubantur in aedibus ecc.

    110. Il prof. Bedorci, di latino, cominciava sempre le sue lezioni dicendo: riepiloghiamo, signori.

    115.L'ostinata voglia di servire nei popoli. - E v'hanno uccelli che messi in gabbia, si rompono la testa contro le sbarre.

    116. àrta krìthina = pani d'orzo, grissini (pare) - tapeinòs,tapino - uperétes, ministro, servo, prete - kraipàle,ingordigia, crapula.

    117. La plebe antica, come i nostri birichini, si affollava dietro ai soldati che menavano prigione taluno, gridando aire autóv (ciappel - mollel -) - (Pràxeis ton Ap.).

    120. V. Descrizione del foro ai tempi di Domiziano, Stati Silvarum I. 22. e seg. -

    122. Dei professori di latino e greco, gongolanti alle classiche lascivie.

    123. La convenienza in Arte è una delle principali condizioni perchè un lavoro abbia probabilità di lunga vita. Di quì, non solo l'inutilità ma il danno di usare frasi già usate egregiamente da altri. Per quanto smussate, piallate, accomodate dal nuovo artefice, sentiranno sempre il raffazzonamento, e il lavoro non sarà più di getto ma di mosaico. Vedete un po' nella vita! - L'io sono una orfanella detto da una giovanissima fanciulla vi riempirà di pietà e di amore - mentre la stessa frase, udita da una vecchia, vi farà lagrimar… dalle risa.

    124. I tapageurs - i fracassosi (p. es. Perelli).

    126. Quanto piccolo l'uomo dinanzi l'universo - quanto grande lui che l'universo comprende!

    127. Pàppas,pappa - voce famigliare del figlio verso il padre.

    128. Sotto il nome di tibicinae sicomprendeva, una volta, quanto oggi si comprende sotto quello di cucitrici.

    131. ladrone - anticamente laterones, guardia nobile che stava a lato del principe.

    139. Gonna, gown - abbigliamento da donna - forse da gyné. - E difatti l'abbigliamento è la donna.

    144. dàmar, moglie, dama - càminos, fornace, camino - barýs, faticoso, pesante - bara (milanese).

    146. hesternum diem, gestern, yesterday.

    147. Via dei Matriggiani a Roma - Matriggian a Milano significa, uomo inutilmente grande e grosso - Via degli Andegari a Milano - Andeghee in Milanese uomo in arretrato per idee e costumi dalla giornata.

    153. La cattedra ci apprende a disputare, non a vivere.

    161. nyn, ora, adesso, nun - maraino, corrompere, to mar - chàsma, abisso, chasm - tychein, ottenere, toccare - fyteo, piantare, fottere (per translato filosofico) - caleo,chiamo, to call - to rethén, il dire, reden - esaurion, domani, morgen - Veh! lat. - weh, woe! ovej! (mil.) - malum, mela / malus, male - rammenta la disobedienza del nostro primo parente.

    162. Il "poiéso ymàs alieis anthròpon" di Cristo a Pietro e Paolo, è una miserabile similitudine - Poveri uomini! trattati come pesci.

    164. Borrare, tremare pel freddo da borràs vento di tramontana - excreare, cracher, sputare.

    165. Dicono: disprezzate le ricchezze che dovrete abbandonare - seguite la gloria. Ecchè! ci segue forse la gloria?

    166. Set on, ingl., mett su (mil.) - der Greis, er griscio (rom.) il vecchio - grimm, corruccio, vecchia grima (rom.) - zotig, osceno, zotico - Strapatz, strapaz (mil.) - plappern, blatterà (mil.) - to scour, sgurà (mil.), nettare sciaquando - Schrank, canterano.

    168 b). stipes, tronco, per translato, sciocco; stupid (mil.). - pistrinus, pristinensibus (Svetonio), prestinee (mil.)

    169. Frasi stereotipate, tempo edace - humida nox - fulva harena -

    170. Per l'origine della claque Vedi Svet. Nero,237.

    173. L'alliterazione cioè la ripetizione artificiosa di sillabe (generalmente triplice) era usitatissima negli antichi poeti sassoni e goti - come si trova usata di frequente nei nostri antichi italiani. Ad es. Dante Con me medesmo meco mi vergogno - Credetti ch'ei credeva ch'io credessi ecc.

    175. His saint was kept in mew (Warner's Curan and Argentile) ‑ cf. il dentro della muda di Dante.

    176. enantìu, avanti - résso, rompere, gerrissen - poterìon, vaso, bicchiere, pot, poterie.

    177. In uno dei Vangeli è detto opu eàn eisélthete eis oikìan, ekeì menete eòs an exélthete ekeìthen.( ! )

    178. èn dè e idéa autù os astrapè kaì to ènduma autù leukòn oseì chiòn. - (Vangelo) - cf. Manzoni era folgore l'aspetto - era neve il vestimento -

    182. baila sciutta - rimproveratami dal Sig. Ba… critico della Perseveranza - corrisponde alla dry nurse degli inglesi, e all'assa nutrix dei latini - e significa colei che custodisce i bimbi latterini senza dar loro latte.

    183. Tali leggendo solo credono di studiare. Senza meditazione, la lettura non è che un perditempo. -

    193. Si rassomigliano molto fra loro il finale del carme di Aleardi per D.na Bianca Regizzo e il finale delle Lettere consolatorie di Seneca a Marcia.

    197. Ai tempi di Seneca, pare che durasse ancor l'uso di sbarazzarsi dei figli deformi, liberos quoque si debiles monstrosique editi sunt, mergimus.

    202. Il cerimoniale dei diplomatici e dei professori di una volta - il diritto di precedenza - l'anzianità - Le processioni. -

    203. Le mamme brontolone per abitudine coi loro bimbi - I bimbi sempre colle lagrime agli occhi e col singhiozzo. - Donde i figli giustamente ingrati - Vedi il sonetto di Belli sulle creanze a tavola - Dopo una gran ra[ma]nzina, il bimbo, cui serve ancora l'appetito, fa per mangiare la sua minestra: e la mamma: vedete eh! quando si tratta di mangiare!

    204. Tanta è la confusione e la simultaneità delle idee che hanno travagliato il mondo che io mi maraviglio come abbiano potuto ridursi allo stato tranquillo dell'oggi per poco tranquillo ch'ei sia.

    209. C'era tale aristocratico cui rincresceva d'aver il sedere a due pezzi perchè così l'avevano i fornai.

    210. Baretti (Vol. 5° - 1044) dice falsa l'opinione di riputare la lingua italiana prima fra tutte per la ricchezza ecc. poichè se la Crusca comprende 44.000 vocaboli, 4000 quindi più dei dizionari francesi ed inglesi - questi ultimi (dice) si adoperano da cima a fondo (il che io C. D. nego) mentre la Crusca - no. Inoltre la Crusca registra i superlativi, i diminutivi ecc.

    212. Those critics who attack with the hope of being answered and of being thereby brought into notion (Moore) cf. Giusti - la smania inutile di una risposta - e cf. Rovani art. [lacuna].

    220. Per la lussuria Romana V. Lucano (pag.140 v. 160 e seg.)

    221. Caritas vuol dire anche carestia - ogni cosa rara ha prezzo, è cara.

    223. Thou art the cap of all the fools (Shakespeare), cappa di loeucc, ecc. mil.

    225. …To ruffle in the common wealth of Rome (Sh. in T. Andronico) …arruffa popoli - fior. - Pelf, denaro - pelter (mil.).

    231. Gli scrittori latini parlano sempre dei - Tergaque Parthorum Romanaque pectora (dicam) (Ov.). I Parti, l'eterno grattacapo di Roma - i perpetuamente fuggenti, non mai vinti.

    234. La magnifica descrizione dei paggi addormentati nell'anticamera del duca di Firenze, quale si trova nel Lamberto Malatesta di Rovani, può essere stata inspirata dalle poche parole di Schiller (D. Carlos 3° atto) Im Hintergrund des Zimmers einige Pagen auf den Knieen eingeschlafen -

    238. Due buoni soggetti da quadri da riscontro sarebbero, il primo - La scena dei paggetti che vegliano nell'anticamera del duca di Firenze, come si trova nel Lamberto di Rovani. Tappezzeria verdone cupo - paggi giovinetti in raso bianco - l'altro, le Aretine -cioè le sei bellissime fanciulle che si teneva nella sua casa di Venezia l'Aretino - Sala veneta, zeppa dei magnifici doni che piovevano da ogni parte al poeta - quale si trova nella descrizione dello Chasles - e nelle lettere dello stesso Aretino - Le fanciulle in gruppo, chi sedute, chi in piedi, chi suonando alla ghitarra, chi cantando - chi intrecciando corone di fiori.

    241. Il miglior sistema filosofico di tutti, è quello di Gesù, il sistema della benevolenza.

    244. Dicono che Lei è uno studiosissimo giovine - mi diceva la Sig.ra T. - Bene m'indovini questa sciarada.

    247. Notabile l'Epistola XII di Seneca. - Mirabile il principio. Seneca va in villa. Trova la casa cadente. S'adira. Il villico dice: che vuoi? la casa è vecchia. E allora Seneca si rammenta che chi ha fabricata quella casa fu lui, ed esclama: haec villa inter manus meas crevit; quid mihi futurum est, si jam putria sunt aetatis meae saxa? - cf. colle parole di Manzoni a Perelli. - ‹ Manzoni sedeva a Brusuglio sotto certe piantone. Che belle piante! fece Perelli - Rispose Manzoni I hoo piantà mi; e seguiten a vegnì bei intant che mi vegni brutt.›

    251. Si vis amari, ama (Ovidio?) - cf. Dante amor che a nullo amato amar perdona.

    254. summa ergo summarum - insomma delle somme.

    256. Si può scrivere usufruendo dell'ingegno altrui, non si può dell'altrui cuore.

    261. pan - tutto - il pane è appunto tutto - edoné, gioia, felicità, ecc. - cf. dono - traghémata, dolci, treggea - Nilo (nihil) il nostro filo - nulla. - panatuneìa, festa solenne in onor di Minerva. Vi si sarà mangiato qualche torta. Vedi panettone.

    262. Una vendemmia di bastonate - vinus cibarius, de tajà col cortel - cupas vinarias sipare noli, cioè non impagliare (Lib. Priap.per l'uso dei fiaschi impagliati).

    267. L'infibulazione del membro virile riproposta da quell'esageratore di Malthus, economista americano di cui non ricordo più il nome - venne spesso usata nell'antichità ‑ cf. il Neve imponite fibulam Priapo (liber Priap.).

    268. nunc sumus in rutuba, si va a rotoli (Varro) - ac populum asymbolon dimitterent cubitum, mandaven a dormì.

    271. Le idee sono di tutti. Il grado della loro coordinazione determina il massimo, il medio o il minimo artista.

    272. thaumàzo, mi maraviglio, to amaze, meravigliare - sòma, il corpo, soma (peso) - chithàra, ghitarra - òlos, tutto, all (ingl. pronuncia oll), all (ted.) - esthlòs, edel - esthìo, essen - kaléo, to call -

    273. kahl, cal-vo - roh, ro-zzo - toll, c-oll-erico - satt, sta-is, sat (mil.) - rund, ro-to-ndo, ronde (franc.) - fahl, fallo -

    274. Oi apò skenés, modo di dire simile al milanese, quii del teater, quel della birra, quii del fer rott ecc.

    275. Cerberus, forensis erat causidicus (Petronio). Importante è Petronio per la storia dell'Umorismo - Così pure Seneca, nel Ludus de morte Claudi, e Ovidio nei Fasti.

    276. Vitrea fracta, sententiolae declamatoriae - non valet lotium suum, non val quel che piscia - aquam liberam gustare - udi tamquam mures - te natum non puto - multis pedibus sto - nummos modio metitur - clavo tabulari fixum est - ingeniosus est et bono filo - licet barbam auream habes - (Tutte frasi di Petronio).

    277. pernae missionem dedimus, ghem daa licenza al porscell (mil.), l'abbiamo mangiato - Alcuni brani di Petronio si potrebbero tradurre facilissimamente colle identiche loro frasi in lingua milanese.

    278. L'uso di sincopar le parole sì in latino che in italiano - matus, per madefactus (cf. matella, orinale) - compro, per comprato etc. - Il Portogh. è spagnolo sincopato.

    283. haematites, pietra di color sanguigno, donde la nostra matita (lapis, pietra) - Così rubrica dicevasi antic. l'indice, perchè scritto in rosso - Monile, braccialetto, da monere, rammentare - l'odierno souvenir. - camella,gamella (scodella, voce mil.) - carpere somnum, carpià (milanese) - dicta facit, detto fatto -

    284. Traccie d'umorismo in Ovidio e in Orazio - Vedi per es. Ovidio sp. i Fasti - l'Ars amandi, e il remedium Amoris.

    285. La nostra terzina si può ravvisare in embrione nei fasti di Ovidio.

    286. Notabile in Ovidio (per l'umorismo) la preghiera del mercante a Mercurio (Fasti 120) e la supplica alla Dea Rubigo (id. 105).

    287. Per l'origine dei barconi nelle mascherate V. Ovidio Fasti 153 - Vedi id. 117 per pronostici ortolani.

    290. Quod mihi das uni, coelum partire duobus - Dimidium toto munere majus erit (id.) Pensiero ripetutissimo fra i poeti antichi e moderni, nostri e forastieri.

    292. Minerva, dea delle smacchiatrici (Ov. Fasti 77).

    293. V. per la descrizione di un pic nic romano (romanata) Ovidi Fastorum pag. 67 ed. minor Lipsia.

    298. copia ipsa nocet (id.) cf. dal troppo impoverito.

    301. Vedi Catullo XXIX In Caesarem per la Satira a Roma.

    303. L'uso di mangiar noci nelle nozze - Vedi Catullo LXI.

    304. cur non exsilium malasque in oras - itis? (Cat.)… andar in malora.

    305. …nam Cytorio in jugo - loquente saepe (Cat.) - E per combinazione, il Parlamento italiano è a monte Citorio -

    306. L'ode di Catullo che comincia Multas per gentes… ecc. - ricorda il sonetto di Foscolo, un dì s'io non andrò sempre fuggendo… - Foscolo del resto ‹come Carducci›, è tutto un mosaico di frasi rubacchiate, ‹o a meglio dire confiscate, conquistate›ai classici greci e latini.

    307. Il caso d'amore è più spesso patologico che non fisiologico - almeno in noi uomini artificiali.

    308. Sallustio usa la parola argentum nel senso francese di denaro.

    310. Il carme latino di Prati ricorda l'Epitalamio di Catullo.

    311. Nella campagna di Roma, a un'osteria, leggevo a forte alcuni versi latini, presente il mio bottaio (ossia vetturino). E il vetturino sorrideva soddisfatto. Capisco, sapete mi disse. - Non capiva altro, s'intende, se non che io leggevo in latino, ma s'illudeva come Romano - di capire anche il senso del suono. -

    312 a). cuculo in Plauto anche adultero -forse da cucullus, cappuccio col quale l'adultero si copriva il capo per recarsi dalla moglie infedele - Cuculo si dice ora al marito.

    312 b). V. per l'Umorismo il discorso del servo Ludus sui tempi vecchi e moderni - nella Bacchides di Plauto Atto 3° Sc. 2a. - Posto dei Comici e spec. di Plauto nell'Um.

    318 a).Corbetta, si distingue per valore a Custoza; Leopoldo Pullé, si distingue colle sue commedie sui teatri, Raimondo Boucheron è autore di una insigne opera sulla Armonia, e tutti e tre sono fatti cavalieri della Corona d'Italia, i due primi per aver appartenuto un anno al Comitato del Carnevalone, l'ultimo per esser socio di una certa academia: il che vuol dire che in Italia quando si vuole dar premi a chi ne merita, si cerca almeno di non premiarne il merito. ‹Ricorda pur Verdi fatto senatore del Regno pel titolo di pagare 3000 lire d'imposte!!!›

    318 b). Il Diavolo ha resi tali servigi alla Chiesa, che io mi meraviglio com'esso non sia ancor stato canonizzato per santo…

    320. Simul (Caesar) a tribunis militum centurionibusque mutuas pecunias sumpsit: has exercitui tribuit; quo facto duas res consecutus est; quod pignore animos centurionum devinxit et largitione militum voluntates redemit (Caesar). ‹Origine del Debito e della Rendita pubblica.›

    334. Il terribile umorismo di Macchiavelli.

    337. Nel De tranquillitate animi Seneca dopo aver insegnato bellissime cose per mantenerla, conchiude con un elogio alla felicità che si trova nel vino.

    339. Dice S. Agostino, il gran freddurista, di credere l'impossibile, appunto perchè impossibile.

    341. Una lettera della Ballerina Carmine a Rovani finiva e se non mi comprendi, indovinami!

    342. Studiano gli scienziati il modo di immagazinare il Sole. Io dico loro: guardate i quadri di T. Cremona.

    343. Le donne sono tante serrature in cerca di chiave.

    346. si tràvia, el se trà-via (mil.) - aluta, scarpa antica, da lutum, fango e a privativa.

    352. V. per la descrizione di Napoli e suoi contorni Silio Italico XII. 110 e seg. - V. per la descrizione delle città di Sicilia p. 297. L. XIV. v. 192 e seg. - Vedi pei popoli nei dintorni di Roma, L. VIII. v. 358 e seg.

    356. Preterea, ventus cum per loca subcava terrae… ecc. (Lucr.) - Opinione sull'origine dei terremoti frequente nell'antica fisica, e ora esperimentata per vera da Paolo Gorini.

    357. Morente la mamma di Elvira (Maggio 1871 giovedì 25) per vajuolo alla Rotonda di Milano - diceva in delirio: oh come sono ricca! che bell'ospedale pei poveri… letti soffici, ad elastico… poltrone di velluto… ciascuno la sua stanza… - E la Rotonda era il più orribile degli ospedali! Vicino al letto di lei giaceva, pur di vajolo, un uxoricida, il quale guarì.

    367. Spirito dell'Umorismo è di provar spesso sensualmente l'opposto di quanto il comun senso sostiene.

    368. A Merate c'era un notajo, insigne bevitore - che nel discorso faceva sempre la rima a quant'altri gli diceva. Lettore assiduo di romanzi tali quali il sorbetto della regina e simili - stava intanto scrivendo la storia di Russia…

    369. Ogni dovere e diritto nasce e procede dall'istinto della propria conservazione.

    370. Il campo della giustizia si va sempre più estendendo. Prima esisteva nel solo uomo (simbolica guerra tra Abele e Caino) - poi si allargò nella famiglia (guerre famigliari - poi nelle città (guerre civili) - finalmente nelle nazioni (guerre nazionali)…

    371. Haud Ligurum extremus (Virgilio). Non l'ultimo tra i Genovesi - Notisi che i Genovesi ebbero sempre fama d'ingannatori, conseguenza del loro carattere di mercanti. V. Sonetto d'Alfieri.

    372. …aut mixta rubent ubi lilia multa alba rosa (Virgilio) cf. òpos prépei leukà - ròdois krìna plakénta (Anacreonte).

    373. Fontana a T. Cremona: incoeu te set pussee stupid del solit - T. Cremona. L'è per podè famm capì de tì.

    374. arte colla fede di miserabilità… - lavoro denso di bellezze - bellezza a perdita d'occhio.

    375. Giulio Uberti, poeta. - Dà lezioni di mimica e di declamazione ai coristi - e perciò tiene sempre in tasca i 40 segni che esprimono tutte quante le gradazioni degli affetti. - È sucidissimo. La sua faccia, dice lo scultore Grandi, sembra di pietra di Viggiù cui non furono tolti ancora i punti. Non si lava che quando è sorpreso dalla pioggia… Gli amici si augurano allora ch'egli si trovi fuori dalle porte, e lontano da ogni gronda. Uberti crede di far toilette quando si cambia il solo colletto della camicia (la quale non c'è) mentre invece questo non fa che rilevare il sudiciume del resto. Imaginate la puzza - Dicono però i maliziosi ch'egli se la conservi con ogni cura per non farsi perder di pista dal fedele barbino… Tiene poi sempre ingambati - anche a letto - un paio di stivali alla Souvaroff.

    376. Tale entra in una chiesa, dove si stava preparando lo scurolo per il venerdì santo, e soprapensieri chiede: che c'è? - L'è mort noster Signor - risponde una vecchietta. -Mort? - fa egli - comè? se saveva nanca ch'el fuss ammalaa.

    377. Il prof. di litografia, credo, Tanola, diceva non bastare tutta la vita di uomo per imparare a far bene la punta ad una matita.

    378. Una spropositona diceva sempre, collier d'emmorroid per dire d'émeraudes, color muffa per mauve - armoire, per moire

    379. Allo stile di Rovani tutte le arti e le scienze pagarono il loro tributo.

    387. Camerini non riuscì mai a fare un libro, ma sempre prefazioni. Gli stessi suoi cosidetti libri non sono che prefazioni… Così è di Beethoven, che metteva tutta la sua musicale stoffa nelle sinfonie, tanto da non restargli più nulla per l'opera.

    388. Nella Storia dell'Umorismo - si accenni al non-umorismo del Malmantile, del Boccaccio, del Ricciardetto ecc. Nè si dimentichi Franco Sacchetti.

    389. Il Vescovo di Lodi, gran cacciatore da brescianella e roccolo, intervenuto agli esami in un collegio di fanciulle, diede loro per tema "del modo de ciappà i osei -domandando poi, in particolare, a una che gli parlasse dei verbi che esprimono il venire - Nello stesso collegio il maestro di musica avea composto per le educande una cantata dal titolo la passarina".

    391. Un giovine si moriva d'amore. Per salvarlo un suo amico, lo fa giacere con una meretrice, facendogli credere ch'ella sia l'amata - Giaciuto, il giovine disama tosto - e guarisce.

    392. Una certa contessa (Arese) interrogata di chi fosse il figlio di cui trovavasi incinta rispose: credo che sia dello stato maggiore del reggimento tale dei tali.

    400. Chi comandava veramente al popolo Romano? Gli storni e le quaglie - dice Verri - (ma questo è uno storico farfallone) - Comandavano gli uomini di genio, ma le loro sagge risposte perchè fossero accolte le mettevano in bocca alla bestialità.

    404. Oh quanto comode e di poca spesa le parole simpatia, spiriti animali, Dio, antipatia, destino, natura ecc.!

    428. foemella (Catullus) femelle (franc.).

    429. balteo, budriere da spalla - basterna, lettiga a muli - bulla, testa di chiodo ricca di ornati - cesarie, capigliatura abbondante - o barba maestosa - acetabolo - ambivio, ogni via che mena attorno a un posto - atriense, maître d'hôtel che avea cura dell'atrio - agitator equorum, cocchiere - aequipondio, il romano della stadera -

    430. L'idea del moderno cappello a cilindro può essere stata tolta dal modius (moggio) che tiene in capo Giove Serapide.

    431. bajulus, facchino che porta pesi - cf. baule, cassa contenente roba.

    432. brabeum, premio che si dava ai vincitori nei giochi publici. cf. il nostro grido di bravo! ai vincitori, attori ecc.

    434. Le inutili occupazioni di molti derise da Rabelais (Vol. 2° Cap. XXII) descrivendo gente affacendata a lavar i coppi per far lor perdere il colore - a tirar l'aqua dalle pomici - a tonder gli asini per far della buona lana - a tagliare il fumo col coltello - a cavare l'aqua con una rete - a imbianchire gli etiopi ecc. cf. a un passo consimile nel Gulliver di Swift.

    438. spirito che alloggia alla prima osteria - osterie dei cani, le pozze d'aqua - selle da naso, gli occhiali.

    440. Le alberelle, specie di salici, non da albero, ma da albus, bianco. Latinamente, si dicevano albae…quos pumiliones dicimus graece nànous appellant (Gellio).

    451. Il delitto d'adulterio nasce da un principio fondatore della società, mentre tutti gli altri ne sono distruttori - (Beccaria). Si potrebbe opporre a Beccaria che anche questo delitto distrugge qualche cosa… la famiglia.

    456. Tale studente di legge, copiando il lavoro d'esame di un suo compagno, per non farsi scorgere cambiò tutte le affermative in negative e viceversa - e così cambiò contratto unilaterale in bilaterale etc.

    457. Minghetti ex-ministro venne, credo nel '73, assalito e derubato in una via di Roma. Colti i suoi assalitori, furono condannati ai lavori forzati a vita. Dimando io, dove la gradazione delle pene, che può prevenire i delitti?… A Firenze, altri che uccise l'assalito venne condannato a simile pena. D'ora innanzi gli assalitori uccideranno sempre.

    458. Carlo Righetti (a sua moglie): Com'hin piscinitt sti boton che te m'ee portaa a cà - S.ra Righetti: cos'hoo de fagh mì se mi han daa apenna nassuu! -

    460. Il prof. Nova si unge il corpo di olio di merluzzo, e favorisce quelli de' suoi discepoli che ne fanno la cura.

    464. A.Io rispetto le donne. B.Eh caro mio, le donne meno si rispettano e più si credono rispettate.

    465. Le viragi spartane. - Gorgone, moglie di Leonida e per Damatria ucciditrice dei figli. V. Plutarco, dove si parla anche di quella che vedendo i figliuoli fuggire dalla pugna, si pose a gridare: ove fuggite figli?… forse per rientrare donde usciste?… e si alzò i panni mostrando loro la fica. La virtù delle Spartane fa orrore. - cf. colle odierne petroline.

    471. Il principe Amedeo promette di diventare un buon ammiraglio dicono i giornali ufficiali!

    473. Una ragazza portando al giovine amante di una amica i saluti di costei che se ne partiva, dice al giovine disperato ella mi lasciò sulle labbra un bacio per voi - E se lo fanno - e s'innamorano.

    474. Con l'amor non si scherza. Molti che cominciano fingendo amore, ci restano poi colti davvero.

    475. Dante (Paradiso C. VI) fa la Stella Mercurio, pianeta degli Attivi - Di uno che non sta mai fermo si dice ha l'argento vivo addosso.

    476. - Basta minga una candela per vedegh no? - si può dire parlando di più lumi che bruciano in una sala dove uno dorma.

    477. Quod si tam Graecis novitas invisa fuisset - quam nobis, quid nunc esset vetus? (Horatius) - E pensare che Orazio il flagello dei pedanti antichi, diventò il dio dei pedanti moderni.

    485. A S. Giuseppe, i nostri vecchi - qualunque tempo facesse - riponevano i bracieri - appendevano i tabarri e si mettevano in calzoni bianchi e scarpini. ‑ A S. Caterina poi (25 nov.) - tornavano in inverno.

    486. Cesare Cantù è un letterario ciabattino. Forbice e colla, ecco il suo stile.

    487. Altro è scienza, altro è erudizione. Senza meditazione nessuno sarà mai scienziato. Con un dizionario storico ecc. un dotto è bell'e fatto. Basta saper nominare tanti autori e tanti cartoni di libri.

    488. Ci sono prefazioni dell'editore,scritte dall'autore, in cui si loda il libro - in cui si parla degli amici che l'hanno obbligato a stampare - etc. Ci sono altre in cui l'autore chiede un benigno compatimento che non accetterà mai.

    492. Chi vuol riposare, lavori.

    494. Come il bollo di garanzia ai metalli preziosi legalizzi la truffa. Gli orefici portano a bollare centinaja di oggetti di differente titolo e quindi di differente bollo e valore: poi a casa mettono per es. l'anello di una catena bollata a bollo spada (che indica il maggiore titolo) al resto di catena che lo dovrebbe avere col bollo di nave - e così via. E del resto sfido io quando l'orefice ti dice: guardi c'è il bollo spada - a vederlo. Intanto la maggior parte delle spadine, comperate dalle villane ai mercanti girovaghi - vale poco più dello stagno - mentre le povere diavole credono di aversi in testa un capitale.

    495. La ragione del consenso universale è stolidissima. Le più alte assurdità furono da tutti credute, per es. l'immortalità dell'anima ‹(s'intende l'anima individuale) ›.

    496. Un certo pittore faceva il ritratto a una gran dama - gli cade il pennello - si sbassa a riprenderlo - ma nella fretta e nello sforzo gli sfugge un peto. E resta colla testa abbassata, e non l'ha ancor da levare.

    497. Tale milanese, parlando dei francesi, diceva "i scarp hi cìamen bott (bottes)- i bott hi ciamen coo (coups) -i coo hi ciamen tett (têtes) - e i tett, tetton (tétons) - oh che parlà de cojon!"

    498. Dice T. Cremona che pitturando paesaggi gli vien voglia di pisciare.

    499. Il cavaliere Pica già direttore della Zecca di Milano era una fra le bestie governative le più orecchiute. Ogni giorno dopo aver fatte le sue 3 o 4 firme a quanto i suoi subalterni avevano scritto si alzava dallo scrittojo dicendo: ecco servita S. M. - Avendo sentito che altri ancor più bestia di lui era stato fatto ufficiale dei SS. Maurizio e compagno, dimandò ed ottenne di esser nominato commendatore - Egli avea ordinato al suo ramiere un mobile che gli dovesse servire, di inverno da scaldaletto, e in estate da casserola. - È ancor oggi meravigliato del come in Milano non passi notte senza luna, la quale batte precisamente sull'orologio di Piazza Mercanti - E non s'è ancora accorto che la luna viene da un apparato elettrico congegnato di faccia al quadrante di detto orologio.

    500. L'Apocalisse è la più alta ciarlatanata fatta per imbrogliare la gente minchiona. È l'impotenza che assume il far misterioso per farsi creder potenza. La Nuova Gerusalemme, ivi descritta, è il vero paradiso degli ignoranti, anzi dei birbi. Vi si fa gran scialaquo di pietre preziose. Vi si parla di porte margheritine, dicendo che di giorno non saranno mai serrate colla bella osservazione che "núx ouk èstai ekeì". A che dunque serviranno? - ecc. ecc. Unico pregio dell'Apocalisse è qualche passo (a parte la giunteria) efficace - per es. Apò prosòpu éfughen e gé, kaì uranòs, kaì tòpos ouk euréthe autoìs. - kaì èdoken e thàlassa tous en auté nekrùs - kaì eìdon ena ànghelon estòta en tò elìo; kaì ékraze foné megàle, légon pàsi tois ornéois tois petoménois en mesuranémati, Deute kaì sunàghesthe eis to deìpnon tu megàlu Theù, ìna fàghete sàrkas basiléon kai sàrkas chiliàrchon; kaì sàrkas ischuròn kaì sàrkas ìppon kaì ton kathemenon ep'autòn- e uaì e mìa apélthen; idù èrchontai eti duo uaì metà tauta. -

    501. Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.

    502. Le sgridate e le battiture non riconducono l'ordine nelle idee dei fanciulli; ma non fanno che aumentarne la confusione.

    507. Tutti gli uomini per i diversi lor posti - titoli - successioni ecc. si riguardano con l'occhio nemico di vicendevoli eredi, e si coltivano a questo solo scopo. Scorre tra gli uomini un general desiderio dell'altrui morte.

    508. Dice Plinio che il vino bevuto in una coppa d'ametista non ubbriaca. Ciò è vero, perchè la coppa non potrà essere se non ben piccola.

    509. I copisti non riescono che nelle opere di erudizione e di spirito - non in quelle scritte per umore - dal cuore.

    511. I commercianti si regolano più colle consuetudini che non col codice di commercio. Minime le cause comm. a rispetto le civili; e sì che in commercio si fanno 1000 atti per uno che avvenga nella vita civile. Tutti i giorni poi introducendosi nuove forme di contratto comm. - il codice avrebbe bel tenere lor dietro, massime che il codice nostro è ancora quello del 1808.

    512. In una sala del cappellano imperiale della corte austriaca a Milano si raccoglievano ogni sera dieci o 12 amantissimi della musica classica - e lì sonavano le più serene melodie della Germania e dell'Italia. Tra gli altri, sonava egregiamente il violino un consigliere di Stato - il quale, deposto l'archetto, pigliava la penna a firmare, colla più grande fermezza - le sentenze di morte dei facinorosi italiani. - E poi si dice: music, the food of love.

    513. I segnati dalla scrofola al collo - si chiamano in milanese pescaa. La similitudine non potrebbe essere più bella.

    514. Che buon tempo! Star lì a fare la fatica di far versi quando ce ne sono tanti già belli e fatti.

    515. Creder d'ingegno chi sa molto a memoria - gli è come riputare sapiente chi tiene in casa una grande biblioteca. Molti, anzi, a forza di studio, diventano ignorantissimi.

    516. L'arte - e le astuzie dell'arte.

    520. L'uomo che sa leggere parla cogli assenti, e si mantiene in vita gli estinti. Egli è in comunicazione con l'universo - non conosce la noja - viaggia - s'illude. Ma chi legge e non sa scrivere è un muto.

    521. A molti non mancano che i denari per essere onesti.

    522. Quanto indirizza le umane azioni non è nè l'attrazione al piacere nè la repulsione dal dolore, nè alcuna altra ragione sognata dai filosofi - ma è il non poter far diverso,per una folla di perchè, fisici e morali.

    531. numquam enim quamvis obscura virtus latet, sed mittit sui signa (Seneca). Questo sed corrisponde al but avversativo degli inglesi, che non - Totum interim vitium, tout vice.

    532. Danda est animis remissio. (Sen.) - Quindi il fanullone, per riposare, dovrebbe lavorare.

    535. T. Cremona doveva sloggiare e tra i coinquilini correva la voce ch'egli avrebbe fatto ciò in punta di piedi, per non pagare il fitto. - Quella voce venne all'orecchio di Tranquillo. - Che fa? - comincia a pagare le poche lire di fitto - poi accorda una gran bara a due cavalli, e entra nel cortile fracassosamente. Si noti che nello studio di lui non restava più che qualche cavalletto e qualche sedia rotta. E lì, comincia a gettar tutto dalla finestra - Gridava: piano quello specchio e giù un'assa - Prudenza con quel pianoforte, e giù una sedia - E intanto il Ranzoni, altro pittore, sonava un tamborone. Poi Tranquillo, una sua amante modella, e vari amici - si posero a far tutto il giro della corte e della contrada vestiti da turchi e cantando la Marcia Reale. Così Cremona rispose al sospetto ch'egli intendesse di fare il S. Michele in punta di piedi.

    536. La poca scienza economica faceva dire a Parini parlando del bisogno: o male, o persuasore - orribile di mali.

    537. Mi diceva uno storpio: gh'hoo avuu la fortuna de vegh ona gamba e on brasc stort, e per quest hoo poduu fà carriera. Me diseva semper la bonanima de me mader: Va là, ch'el Signor el t'ha provveduu. Te ghe el pan in di man. - I tò fradei deven invece lavorà - e intant che a mi la m'insegnava a cercà la caritaa - ai alter la ghe insegnava a robà - I me pover fradei hin finii sulla forca - mi a stora me troeuvi tant in del pajon de podè, se voriss, parì on scior.

    538. A che servono i così detti cani di lusso?… C'era una famiglia composta di una madre, una zia, ed un figlio - sempre in lite tra loro. Capitato in quella casa un cagnolino - su lui si concentrarono le tre affezioni - ed ei ne divenne il trait-d'union - Ora non litigano più.

    540. Un dott. Sella di Valle d'Andorno lasciò un patrimonio di circa 900.000 lire al suo paese, perchè se ne impiegassero i frutti nella compera e nella distribuzione a gratis dei medicinali. Dal dì che il lascito fu publicato, tutti sono ammalati, e tutti chiedono medicine. - Ci sono anzi ammalati che ne fanno traffico agli altri paesi - ai caffè dei dintorni si beve del gran tamarindo; si è giunti perfino a unger le ruote dei carri coll'olio di ricino…

    541. Sulla buca delle lettere a Piedicavallo (Valle d'Andorno) un ragno ha tessuta pacificamente la sua ragnaja.

    542. gente che ha da mantenersi in buona colla questura… Improvvisa con facilità i versi altrui.

    543. Ci sono generi nelle donne, ma non caratteri.

    545. Tutti parlano di Dante e pochi l'hanno letto da cima a fondo. Di Dante non si citano che quei 10 o 12 brani triti e ritriti nelle scuole: il resto lo si reputa seccaggine.

    549. L'amor patrio in Italia (1872). C'è un ministero birbone che rovina il paese. I deputati se ne sono avveduti, ma hanno rendita dello stato e tacciono… Chi combatte il Ministero vuol dire che non ha publica rendita. Intanto molti uomini che nelle scienze e nella politica avrebbero fatto onore a sè e al paese, per la gola dei subiti arricchimenti si danno agli affari - e diventano banchieri - (per es. Allievi e Brioschi)… Parlate loro oggi di Omero e di Dante, vi risponderanno soprapensieri: a quanto per cento?

    550. I contadini, quali al presente, sono il più terribile flagello dell'umanità. E c'è chi propugna il suffragio universale!… Mandateli prima a scuola - Vi sia di esempio la Francia.

    551. Fa il tuo vero interesse e farai l'interesse di tutti.

    563. Naseweis, saputello. cf. Dante (Parad.), nasetto,nello stesso senso.

    566. Due e due quattro, ecco i nostri matrimoni - Rispetto ai figli si potrebbe anche dire: uno e uno, tre.

    567. home,heim, casa - heimlich = segreto - pokal, pecchero, boccale.

    569. Buone finanze, buona politica. Volete conoscere lo stato di un paese? guardate le sue finanze. Le sole condizioni finanziarie fanno le rivoluzioni. Oggidì (1870) in Italia non si vogliono economie, e si crede di cancellare il deficit imponendo nuove tasse - rubando il pane del povero col tassare le lire 600 di reddito, mentre si lasciano le spese di rappresentanza ai prefetti per far ballare gli aristocratici che possono ballare benissimo a casa loro. Ma il signor Sella pensa di riempire i vuoti crescendo le tasse, senza riflettere che la forza di un paese dà fino a un certo segno, come, nell'agricoltura, la fruttibilità di un terreno: e, in conclusione, facendo come chi chiudesse una fossa colla terra tolta da un'altra.

    570. Apolloni è professore di latinucci nella III ginnasio del Parini - e venne creato di fresco cavaliere. Questo Apolloni, per punire talvolta i suoi scolaretti, fa loro scrivere sui loro fascicoli: io non studio niente - ho avuto 0 in latino - 0 in italiano - 0 in geografia - e prenderò altrettanti 0 agli esami - oppure, per dieci volte di fila: La mia scioperataggine mi condurrà all'asinità ed alla perdizione - od anche, per cento io sono un grand'asino - poi vuole che i ragazzi gli riportino il giorno dopo il dettato firmato dai loro signori parenti!

    571. Correnti - dice la Perseveranza - rifiutò jeri di far parte della commissione tale, appartenendo già a 22 altre. (!) Questo tratto di delicatezza ecc…. Domando io se non sono da impiccare e Correnti e l'autore dell'articolo laudativo.

    572. Emilio Visconti Venosta, il ministro dalla facile politica del lasciar fare - sta un pajo d'ore ogni mattina allo specchio, per farsi la scriminatura, impomatarsi ecc. - nè manca a nessun teatro, a nessuna soirée. Abita al primo piano del palazzo della Consulta avendo messi gli uffici del suo ministero a terreno e negli ammezzati. Un po' di corte alle donne, e qualche poesietta sulle strenne di Natale - ecco la sua letteraria e politica gioventù. Si ajuta parlando a mezze frasi… dando a tutti ragione - facendo il servo dilettante, prima alla Francia, poi alla Prussia. - Che non ti svegli, o Cavour!

    573. Il professore *, noto matematico - pregò un giorno L. Perelli di far stampare un suo articolo nella Gazzetta di Milano contro il prof. di aritmetica del ginnasio credo Parini, per un errore in quesito di esami, che era tutto fattura di quell'altra celebrità del Commendatore Brioschi, sozio allora di lui. - Il detto * faceva servire poi le sale della Direzione dell'Istituto Tecnico Superiore di Milano pe' suoi convegni, amorosi - Ebbe la decorazione lucrosa del merito civile di Savoja per intercessione di Cesare Cantù.

    574. Raramente s'è dato un ciarlatano più spudorato del professore * dell'Università di ** - in cui la impudenza tenea luogo di scienza - Fu lui che riuscì a fare 16 lezioni sull'elettricità, quando l'elettricità come scienza era ancora bambina - con brillantissimi discorsi che nulla dicevano - fu lui, che s'incaricò di mostrare il gabinetto di anatomia all'imperatore Ferdinando, dicendo imperturbabilmente i più madornali spropositi, mentre l'egregio Panizza diventava di tutti i colori - fu lui che si mangiava annualmente la dote del gabinetto di fisica… in conseguenza di che, scopertasi la cosa, dovette per evitar la prigione, uccidersi. - *, qualunque cosa gli si fosse dimandata, rispondeva - e non all'ingrosso - ma nel più minuto dei modi.

    575. Base del commercio, l'inganno.

    576. Inutile anzi dannoso è il programma a sorteggio negli esami. Il programma rende l'esame un caso.Conosco studenti scampagnoni, che preparatisi per la mancanza di voglia e di tempo a una sola scheda fra cento, la sortirono, e passarono con tutti gli onori: conosco diligentissimi, i quali, per una fra cento che non sapevano - dovettero rifare gli esami. -

    577. Il ministro di Grazia e Giustizia (credo, Vacca) nella relazione sul cod. civile, a giustificare la differenza di trattamento tra il marito e la moglie nella questione dell'adulterio, osservò che se l'adulterio del marito autorizasse la moglie a chiedere la separazione, sparirebbe ad un tratto l'indissolubilità del matrimonio. Oh che vacca di un ministro! ‹(V. n. 681 a).›

    578. G. Rossi si nomina Presidente di una società di economia politica che non esisteva e manda brevetti a tutti gli uomini insigni dell'Italia e dell'Estero. Qualcuno (fra gli altri Napoleone III) cade nella pania e gli risponde accettando. R. diventa ad un tratto uomo di importanza ed è fatto commendatore.

    579. Le donne hanno il buonsenso dove gli uomini tengono il coglionesimo.

    589. L'enfant terrible - potrebbe essere il titolo di un giornale di pettegolezzo.

    590. Il S. Michele e la Quaresima (in cui i preti vanno a benedire le case) danno a molti curiosi il modo di aquetare il loro prurito.

    591. La prigione pei debitori è una pura e stolta vendetta. I creditori devono loro passare una lira al giorno, e i debitori bevono intanto alla salute dei creditori. D'altra parte si noti che la mancanza di libertà, mette il debitore nell'impossibilità di procurarsi i mezzi di soddisfare al suo debito.

    592. Il prof. di diritto penale Antonio Buccellati s'è fabricato il suo sistemetto dell'ordine giuridico, che secondo lui, spiega tutto - serve a tutto, per discorrere, per camminare, per fare il risotto ecc.

    593. Tale diceva fortezza irreperibile o impregnabile, per dire imprendibile.

    594. Sciupio di denaro in Italia. Una Società inglese per la coniazione delle monete avea convenuto di pagare al nostro Governo la penale di 300 lire al giorno, se dopo un dato tempo non consegnava i tondini coniati. Passa più di un mese - la multa è già ascesa a un centinajo di mille lire. Oh non fa niente! dice il nostro ministro ad uno della Società, come se si trattasse del suo. - E si trattava difatti perchè s'ebbe l'offa di 12.000 lire. - Così, la stessa società piantò nella nostra zecca 24 presse, fruste e rifruste - mettendo nel contratto che a coniazione finita lo Stato dovea rilevarle pel primitivo lor costo - 6000, mentre non ne valevano più che 2000. Poi il direttore della zecca, tanto per gettar denaro, propose al ministro di cambiare la disposizione della sala di coniazione - da - a | sul che si spesero 900.000 lire, delle quali un terzo fu naturalmente rubato. - Infine si noti che 18 uffici della zecca sotto gli Austriaci consumavano in carta di amministrazione dalle 600 alle 700 lire annue… Riuniti oggi in un ufficio solo ne richiedono 2000 - che sono sempre insufficienti.

    595. L'affamato pittore Lazzari va sempre a trovare gli amici sulla fine del pranzo, e pulisce la tavola dalla mollica di pane, vuota se può il mastelletto della senape e l'ampollino ecc. Lodiamo la sua delicatezza di non andarci in principio.

    596. I figli naturali, già sì maltrattati dai loro genitori, lo sono poi anche in ogni maniera dalla nostra società, che dovrebbe invece avere per loro una speciale pietà - Domandate, per es. come sono accolte le loro domande dalle Cause cosidette Pie.

    597. La signora T. detta la Venere Cilappa, è una donna già sull'infrollire, e col viso tutto camolato (tanto che mio fratello le suggerisce di tenersi in tasca dei mozziconi di zigaro) - ma che ancora si crede sul candelliere, e fa mille attucci e mille complimenti - e dice, con una bocca che non è più bella, migliaja di trullerie. Per es. a mia madre, che era venuta da lei per vedere le maschere… Che la guarda - dice - che son minga mi che l'ha invidata… l'è so fioeu… mi no gh'entri - e poi, I alter ann derviva per i mascher tutt l'appartament… ma stann essend mort el me pover papà… una finestra sola, e ghe foo nanca tirà via i contraveder - In seguito porgendo a mia madre un bicchiere di vermut: che la beva pur adasi, gh'è minga premura… La voeur aqua calda…? la voeur inversass la pelizza…? Per mi, sura Pisani, l'adori come el fumo negli occhi (Voleva dire, il lume degli occhi) ecc. ecc.

    599. Poca es la lujuria de una ramera - quien siempre beve, jamas tiene sed - Ma mettel dent - diceva una puttana al suo fottitore. - Ma se l'è dent - rispondeva questi. Ah sì? - faceva la puttana sorpresa, e riprendendosi - Allora… oh che gust!

    600. Più che comedia divina l'opera di Dante si potrebbe chiamare la Satira divina - Nella storia dell'umorismo si possono citare i 4 sonetti satirici di Petrarca. Fiamma dal ciel… - L'avara Babilonia… - Dell'empia Babilonia… - Fontana di dolore… -

    605. Tal ride in vista, che s'asconde in core - Pianto infinito e spesso invidia s'have - Di tal ch'è dentro di miseria pieno (Alemanni)… Mì sunt come el capnegher - Forsi el piang: el par allegher (Ventura) - Pars major lacrymis ridet et intus habet (Martialis).

    613. Il sermone I° di Zanoja al lettore si può cf. colla introduzione alla satira Ia di Persio. - Maraviglioso è il Sermone 2° Sulle Pie disposiz. testamentarie.

    629. La storia dei letterati è piena di contradizioni fra lo scrittore e l'uomo. - Rousseau, che invocava l'educazione domestica pei figli, mandò i propri (naturali) a un ospedale di trovatelli - Bernardino S. Pierre, il tenero scrittore del Paolo e Virginia, fu un cattivo soggetto - Sallustio e Seneca, che alzarono nelle loro opere altari alla povertà - si dimostrarono nella vita avidi dei più infami lucri. - Molti scrissero cose oscene, e si mantennero castissimi - Pagina lubrica est, vita proba - altri, al contrario. ‹Crede mihi, distant mores a carmine nostro. Vita verecunda est, Musa jocosa mea (Ovidio).›

    630. L'ammiraglio Colognò usava di tenere in bocca uno stuzzicadenti - Morto e imbalsamato, fu esposto collo stuzzicadenti in bocca nella camera ardente.

    631. Disraeli dice che i Romani bruciavano i libri Giudei, dei Cristiani e dei filosofi - i Giudei quelli dei Cristiani e dei Pagani - i Cristiani quelli dei Pagani e dei Giudei.

    632. Gregorio il Grande bruciò la biblioteca Palatina e bruciò Varrone per salvare S. Agostino dalla taccia di plagiario - Leone Aretino tradusse Procopio, della guerra dei Goti,e lo publicò per suo, credendo che non ne esistesse altro manoscritto.

    633. Il De-officiis, si trovò in pescaria: parte della seconda decade di T. Livio in una sacchetta.

    634. Quando il carnefice, mostrando la testa tagliata di Maria Stuarda, gridò: dio salvi la regina! - la testa gli sfuggì dalla mano. Maria era grigia - e coperta di treccie finte.

    635. La duchessa d'Orléans durante la sua vedovanza portava sotto i ginocchi lagrime e pensieri di perle ‑ Naturalmente per mostrare i segni del suo dolore, dovea mostrare le gambe.

    636. Cicerone e Horace Walpole pensavano e correggevano i loro epistolari. - Così Plinio il giov.

    637. Molti uomini d'ingegno non possono prodursi bene che per bocca d'altri. Corneille, corto per conto suo - diventava sommo sulle labbra de' suoi personaggi.

    638. A Roma si usò spesso, per economia, quando il Senato per es. ordinava che in ogni municipio si erigesse una statua al tale o tal altro - di adoperarne una già scolpita, cambiandovi il nome sul plinto - oppure la testa sulle spalle. - Si usarono pure per le statue delle imperatrici coquettes pettinature mobili di marmo, affine di tenerle sempre pettinate all'ultima moda.

    640. La ingegnosa oscurità - chiarezza non plebea (si parla di stile).

    655. Alvigine (Aretino, Cortigiana Att. IV S. VIII) dando un appuntamento a Togna, intercala le sue parole coll'Ave Maria e col Pater, affinché il marito non le rilevi - cf. il miserere di Carlo Porta.

    657. S'impara spesso dai ricchi a fare il pitocco.

    658. con mas tachas y alifafes - que el caballo de Gonela (Moratin) cf. frase simile in lingua milanese.

    660. desmayar,svenire, l'antico it. dismagare - jayan,grosso uomo e robusto, giavan (milan.).

    661. Passi umoristici nel don Quixote.Vol.I° p. 1, 4, 23, 24, 68.

    662. Bizzarie. Un piccione si posa sulla calva testa di un dottore della Chiesa scolpita in sasso in un finestrone del Duomo, poi vola via. Il dottore della chiesa alza la mano e si gratta la testa. -

    663. Alle volte, coi libri di teologia e di filosofia, si fa una strenua fatica per capire che quanto si arriva a capire non valeva la pena di esser capito.

    665 a). Sont a ses atmosfer - diceva un macchinista per dire di esser alticcio - se desbuscionava el temporal (al primo colpo di tuono) -

    665 b).Date agli altri molta libertà, se volete averne.

    666. Nelle sue lettere Metastasio parla sempre degli acidi de' fiati e degli stiramenti di nervi che soffre il povero autore etc. - oppure dice

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