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Il prezzo della vita - Lucetta
Il prezzo della vita - Lucetta
Il prezzo della vita - Lucetta
E-book1.899 pagine4 ore

Il prezzo della vita - Lucetta

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Info su questo ebook

Sempre caro mi fu quest'ermo colle ...L'approdo alle falde del Kilimangiaro, in quella terraprimigenia posta ben oltre i confini di Vega, non potevache rivelarsi a dir poco traumatico per chi, abbandonatedefinitivamente la frenetica Milano e l'opulenta Brianza,si vedeva catapultato adesso ai margini dello stargate.Benvenuti nell'Alto Jonio cosentino, benvenuti in ununiverso posto fuori da ogni realtà, da ogni spazio e daogni tempo, dove solo uno smidollato nella bisaccia comelui sarebbe potuto atterrare con la valigia in mano e laflebile speranza di poter tornare un domani, chissà quale,nella terra promessa.Ma come in qualunque altro hubbub della vita, ciò chedi primo acchito ti appare truce, inaccettabile, orripilanteriesce prima o poi a coinvolgerti al punto tale da divenireparte inscindibile del tuo io permanente.Oriolo Calabro, minuscola defecazione di zanzara postasulla cartina geografica dell'alta Calabria citeriore e che, adetta del padre, si trovava là ove il Signore s'era scordatenon solo le scarpe bensì tutto il proprio necessaire, divienedi botto il suo unico mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita16 set 2016
ISBN9788869823695
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    Anteprima del libro

    Il prezzo della vita - Lucetta - Salvatore Costa

     Salvatore Costa

    Il prezzo della vita

    - Lucetta - 

    Cavinato Editore International

    © Copyright 2016 Cavinato Editore International

    ISBN: 978-88-6982-369-5

    I edizione 2016

    Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi

    © Cavinato Editore International

    Vicolo dell’Inganno, 8 - 25122 Brescia - Italy

    Q +39 030 2053593

    Fax +39 030 2053493

    cavinatoeditore@hotmail.com

    info@cavinatoeditore.com

    www.cavinatoeditore.com

    Realizzazione ebook a cura di Simone Pifferi

    Indice

    IL PREZZO DELLA VITA

    LE MIMOSE D'AGOSTO

    BREVI ITINERARI PAESAGGISTICI

    NOTE DI ISABELLA MARELLI

    Era uno dei prof. più seriosi ma anche dei migliori sia didatticamente che dal punto di vista umano.

    Ritrovarlo dopo così tant'anni - io sono la Wanna delle sedute medianiche in classe - mi ha suscitato un piacere indescrivibile riportandomi ad un periodo che non potrò cancellare, oggi più che mai, dalla mente.

    Gli anni delle scuole superiori sono i più belli e lasciano quasi sempre ricordi che divengono parte fondamenta del nostro bagaglio esistenziale.

    Questo romanzo è spassosissimo, scritto forbitamente per come deve essere quello di un vero laureato in lettere ma, nel contempo, farcito di modernismi, di furbacchiate, di espedienti e d'altri fun dialettali che ci fanno sorridere, pensare, rimpiangere.

    Benché autobiografico, ognuno di noi potrà riflettersi in diverse delle situazioni vissute dall'autore e chi conosce il professore Costa, resterà divertito nel riscoprirlo sotto un aspetto diverso e molto meno conventional che non quello dell'umanista tutto d'un pezzo.

    Lo spaccato di vita che Salvatore ci racconta è una lectio perfetta degli anni migliori di coloro che nacquero, come me, a inizio 1960, quando le emozioni arrivavano via cavo telefonico solitamente per l'ora di cena, quando l'oratorio rappresentava una buona scusa per uscire allo scoperto e quando bastava sfiorare appena la mano di chi ci piaceva per sentirsi a latere del Paracleto.

    Bisognerebbe imparare ad amare intensamente ogni alito di una gioventù che sgattaiola via in un battibaleno e non torna, chiudendo dentro lo scrigno i migliori momenti che abbiamo vissuto.

    Ogni qualvolta apriremo il cofanetto ci troveremo, come

    per magia, a rivivere un qualcosa che ci scalderà il cuore dandoci un brivido di felicità mista a rimpianto.

    Isabella Marelli

    Questo libro è la continuazione del precedente Il Prezzo della Vita - Geraldine - pubblicato da Cavinato Editore International a dicembre 2015. Lo stesso, come il precedente, costituisce un'opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell'autore ed hanno funzione di conferire un tono di veridicità alla narrazione. Qualunque analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, deve considerarsi del tutto casuale.

    (Scrivo ciò onde evitare che a qualche rat d'égout - o topo di fogna - non venga il rittìcchio di scammentàrmi

    una qualche camurrìa che nulla ha da spartire

    con la vera cultura)

    A MARIOLINA, MIA PREZIOSISSIMA MOGLIE

    AI MIEI NONNI SALVATORE & GIUSEPPINA

    A MIO PAPÀ PIETRO & MIA MAMMA MARIA CHE

    TANTO AMAI E DA CUI FUI TANTO AMATO

    IL PREZZO DELLA VITA

    (LUCETTA)

    Ancora oggi non so se credere in Dio.

    Però se guardo due seni, un sedere o un

    bel paio di cosce d'autore, allora mi

    convinco che solo Dio avrebbe potuto

    inventarci Eva.

    (Salvatore Costa)

    "Scuta, 'ppàri, c’ura si fici ¹??? ".

    Chi mi parla è un marinaio di Catania/Nesima. Il compare, invece, sono io pure se giuro di non ricordarmi di lui né di esserci andato a scuola insieme o che l’abbia frequentato altrove.

    Checché ne sappia sono stato velite di fanteria e, dopo Roma, non m’imbarcarono sull’Amerigo Vespucci, ma mi scutrummàru a 'ppàdda i 'gghiùmmu² a Cividale del Friuli e là l’unico mare era l’imbrifero fiumiciattolo Natisone, a meno che non mi spostavo in autostop con Günter - Sachs - Bucchioni a Muggia, Grado, Caorle, Pellestrina, Portogruaro, Torcello, Punta del Mòrt.

    "Sono le 3.21, ho udito gridare qualcuno: " 'Ccannèraaaaa, 'ùnchiluuuuu i 'mmuffittùniiiii a³'Ffefeeeeè….." e ci hanno bloccati a Strongoli⁴. Beh, non potevi comprarti un bell’orologio e lasciavi perdere il mio? Nel '72 andai sotto le armi come te e u primu cacamèntu i minchia⁵ che disbrigai fu di fornirmi di un Citizen Aqualand che etichettava, oltre all’orario spaccato al minuto², l’immersione in apnea fino ai⌠- 105 m⌡di Jacques Mayol: NAUTILUS DIVING SEA SUPER ● RESISTENT portava sul quadrante tranne che scassarsi non appena lo ficcai a mare. Così dovetti procurarmene un altro, autentico marra-kesh, che non s’è corroso mai e lo porto ancora al polso.".

    "E nu' l'avìa 'ccattàtu, 'ppàri? Quarantamìla & 'ttriccèntu 'bbìsuli 'o 'bbanchìttu 'ddi pùlici i don 'Mmìdiu 'Ccantarèdda 'rrèt’e 'cciddèddi sbrusciàti 'ddu 'Ggìbbuli. 'Na spèci' i 'Rrùllics⁶.".

    E poi? .

    "E 'Ppò'… 'ppò'… i babbalùci a 'ppìcchi-'ppàcchi. 'Ddìri ch'e sbirrùni ci parìu 'cchiù 'ffinìcchiu 'ddu veru ca' su' futtèru 'nto quattru e quattr’ottu mentri 'cchianàumu supra 'o 'ttrènu. Quacchi figghiàzzu i 'bbuburubù mu' strauliàu 'ddu 'ppùzzu. Ci su' tanti Stiddàri e 'Ccussòti i 'Llibbrìnu 'ccà 'mmènsu, malu 'mmatrùni ca' mi ci 'mmìsca.".

    "Già perché tu sei del Wessex, l’avevo appaiato alla tonalità very-British Airways.".

    "Ma scuta, 'ppàri, sta' iènnu a 'Ttàruntu pu' 'Ccàrri?".

    No, mi fermo ad Amendolara/Oriolo..

    "Si 'ggnocculìa ca' capunatìna?".

    Baggeo il ragassuolo. È la mia nuova sede di lavoro, insegno..

    "Iò ca' crirìa ti l’avìunu sfruculiàti mi 'ffà’ u 'mmarinàru com’a mia. A sbuscicaritìlla 'sciùtta 'sciùtta si' 'na spicchitèdda 'mmùru cu' 'mmùru 'o San 'Rraffaìli p’avìri vint’anni¹⁰!".

    La clessidra sgotta e mi sembra ieri d’aver preso parte al 68° Auc di Cesano di Roma..

    "'Llùra picchí sdirrinìi ca' si' 'mmaìstru? 'Na medda i fimma si', t’avìa sgarignàtu¹¹.".

    "U cazzu, 'ppàri¹²! Scaduti i quindici mesi mi son congedato come farai tu fra diciotto. Mo' dormi che il treno s’è rimesso in moto. Domani è lunga e faticosariposa, riposa".

    "Ok 'ppàri, scusa, passu & chiùdu… ma c’ura si 'rrifìci¹³.".

    "Le 3.43 e stiamo entrando a Cariatiriposa, riposa".

    "Ok 'ppàri, scusa, passu & chiùdu… ma mu' 'rrìci 'n’àutra vota c’ura su'¹⁴.".

    "Le 4.06 e abbiamo lasciato Coriglianoriposa, riposa".

    "Ok 'ppàri, scusa, passu & chiùdu… ma cura si 'rruddruliàu a 'stu puntu 'mmasannùnca smanìu e nu' studdu¹⁵.".

    "Le 4.28 e manca meno d’un km da Sibari dove m'allasco e ti rabbuffo lindo lindo a 'ffà' 'ccùlu…

    Riposa, riposa!!! ".

    La macumba aveva avuto inizio alle 20.30 a bordo della piccola Edra, la motonave delle F.S. che effettuava l’ultima corsa per Reggio Calabria Marittima, sotto le cui pensiline avevo rinvenuto un codazzo di senegalesi che s’avventavano como moscas y mosquitos sul Pigafetta, il diretto delle 23.19 per Talsano/Maricentro Taranto mentre io raggiungevo il mio nuovo Puerto escondido: Oriolo Calabro, una cacatella di paguro reticolata sulla piantina topografica della Calabria citeriore e sempre che il cartografo si fosse ricordato di contrassegnarvela in forza del maxwell del luogo.

    Per Martufello nisba Amantea, Fuscaldo, Acquappesa, Santa Maria del Cedro o Praia a Mare coi suoi bungalow bianchi nella Dino-islet dell'Avvocato¹⁶. Non altri che il peggiore, quello che dista oltre centotrenta chilometri dal capoluogo e che nemmeno i cosentini vogliono.

    Camelot??? No, thank you!!!

    Dovevo a questo il trasferimento da Cantù.

    Di gran lunga preferibile qui, ad ogni modo, che non a Hillerød¹⁷. Sarei tornato a Bujumbura¹⁸ senza ammalarmi di gastralgia per gg 4 s.c. con l'aggravante 'dda cacarèdda¹⁹, pure se non osavo immaginare quante ore, giorni, mesi, anni, secoli, millenni sarei dovuto rimanere sufegàto tra le montagne ad est del Pollino e lungo lo stargate calabro/lucano che si estende da Rocca Imperiale a Cersosimo e Senise fino alla trattoria Gegè, il Cambusiere di Giusva Maffei a Lauria Nord. Calabria per modo di dire!

    Qui era Basilicata anche nella koinè che non aveva alcunché di 'rriggitàno o vibonese. Sembrava un fritto misto tra beneventano e potentino e steiermark ja al pari del comasco.

    Ti sei traviato lungo gli strofanti fumoir della linea jonica e su quel treno? Non provarci neppure se Marchionne t’infeuda a promoter di Dodge.

    Prima ti tocca gareggiare assieme agli altri pistard la finale 400 siepi agli indoor di Montreal per conquistarti un sacello qualunque in una delle⌠4/5⌡carrozzette Mod. Diridhaba importate nel '38 da Addis Abeba e con gli schienali di legno. Chissà le guerre coloniali che avranno combattuto! Di sapropel maggiorana per gli iperdotati nello scatto anche se di cartavetrata e che non puoi poggiarci a 'ccarìna²⁰. Altrimenti te la grufoli verticale e non è il massimo del comfort. Che aggiungere, inoltre, del travel in sé stesso? Una panacea!

    Chi balla, chi ride, chi schiamazza, chi suona l'organetto, chi il marranzano, chi sniffa Cobret, chi Yaba, chi Pcp, chi Shaboo, chi Rapè, chi Marijuana, chi fuma cigarrones de Matanzas²¹, chi canta a Mama Quilla²² canzonacce del rid:" 'Ttìna, 'Ttìna, 'bbaùsa 'bbucchinàra, spìrcia li cosci e 'ccrùppa 'sta quattàra", chi vomita ovunque gli capita.

    I corridoi sono carnai d’onagri acesi, calatini, iblei e lilibetani²³ accartocciati qua e là e che non espianti dal⌠10 x 10⌡che hanno conquistato a suon di botte, manco se usi le maniere forti o li strapiombi sulla pietraia. Che balipedio dell’hi-tech tardo-annibalica la Tav ellespontina!

    Dove se ànda la tumba ad Energade diesel e fino a ieri a carbone, dove ci si straccia su un unico binario, dove gli scontri ti tendono l’agguato su ogni romice di traversina marcia, dove s’impiega una nottata d’Angmagssalik²⁴ a circumnavigare non la sfarzosa California bensì l’effimera Calabria, dove si procede a scartamento ridotto se i macchinari fotovoltaici vanno in tilt e i passaggi a livello non funzionano perfettamente. Allora rischi d’arrivare a Sibari alle 4.35 'dda 'Ppèsch e 'mmèjie²⁵.

    "Deliquioso e non siamo che allo Spritz mit den lebkuchen ja²⁶. A cosa m'è valso studiare e laurearmi? 1.988 infandum, regina, jubes renovare dolorem²⁷ per il 26/30 di Fabio - Balrog - Cupaiuolo e dirozzarmi quindici anni appresso 'nta 'sti 'rròtula scassi. 'Ggiadàzza 'mmunsignàra²⁸! Va', non solo lei, anche l’altre m'a ghàn sberlüsciàa²⁹, persino chi giurava d’amarmi. Il risultato è che a trent’anni mi sembra di aver quadruplicato gli 'anta.".

    Adesso la tradotta procedeva a 40/45 kmʰ tra brevi soste e profonde strattonate: Gentilissima signora, potrebbe indicarmi dove stiamo? .

    "A Momena/Ciminata di Rossano. È da Crucoli³⁰ che vo' a tentoni fra 'sti pelandroni con la bimba. Sempre così il lunedì mattina, ce 'ttrèttenne 'ppègg e 'lli 'ssèrc³¹.".

    "Sorcio non direi, né tu né Adelina. All’anima 'dda³² bimba!".

    Cosa avevo visto, Nathalie Caldonazzo?! Ghavarìa brevettàa a la grànd en trì ànn de 'norèul bufàda i sugli-sugli bane-bane delle rupicole matrone di quel pignœù picùl 'mbrujàa³³ della costa calabrese levantina e imparato, a dispitto del periglio, il pinzimonio d’andarci in Cadillac a Versailles lungo la s.s.106 jonica, la via di sora nostra morte corporale col suo miliardo di croci sparse a casaccio come l’Appia Antica ove Crasso impalò Spartaco coi suoi gladiatori.

    Mi ci ero intasato il 28/29 giugno '79 con la Daffodil 30 di Alvise Nisticò, il collega d’italiano di Reggio/Valanidi in odor di 'ddrìna; un tasting of J&B che non mi aveva divampato il privilegio di provarne lo strudel della guida: "Buca, buca con acqua, dosso, avvallamento, scanalatura e più il là una crepona a⌠⌡di traverso alla carreggiata, frana, maxingorgo, posto di blocco delle fiamme gialle, autocarro, altro autocarro, torpedone, altro torpedone, autosnodato, altro autosnodato, autovelox, altro autovelox, filobus… ops, mi sono confuso, ponte, ponte lungo, ponte lungo e stretto…" gli ripetevo da navigatore provetto mimando l’arrangement della pellicola di Luciano Salce Il Federale allorché Ugo Tognazzi si rivolge nell’identico modo all’unter-offizier delle SS che sta al volante della schwimmwagen ja.

    In fondo non è difficile morire sulle nostre strade anche se tieni gli abbaglianti accesi e conduci la Mehari di suor Jasmine - in - Vereconda.

    Ore 4.41, freddo del peso specifico umidone, sonno Magnum p.i.

    "Siamo costernati, trippazza, ma il diretto non sosta ad Amendolara/Oriolo" mi si era avvertito con savoir-faire³⁴ della Botswana al check-in di RC Lido."Devi arrivare a Sibari e lì pigliare l’omnibus delle 5.14 per Avetrana/Brindisi/Lecce che ferma in ogni stazione compresa la tua.".

    L’omnibus delle 5.14 per Avetrana/Brindisi/Lecce? Alle falde del Kilimangiaro! Una motrice impolverata dentro e ingiallita nello châssis esteriore era ferma sul secondo tronchino lato WC.

    "Dev’essere questo. Che tanfo di nafta mucidano, è davvero merda! Mi fermo qui così non sbaglio su quando dovrò scendere.

    Pochissime ghost whisperer³⁵, un'undicina a contarle inclusi i due macchinisti e il conduttore. Volti contriti di chi si era scantucciato dal plaid nel pressing di Morfeo per tornarsene al lavoro.

    Un mortorio che avrebbe atterrito Stanlio & Ollio.

    "Vai a Irkutsk³⁶, Michel Strogoff? Non hai ragione di sederti! Villapiana Scalo, Villapiana Lido, Trebisacce e puoi acchiappare il borsone.".

    Dove sminai alle 5.54 ora di Giacomo Mancini.

    "Gente civilissima quella dell’Alto Jonio cosentino benché m’abbia dato il tu. 'N àutru 'ppàri Stiddàru u 'Ccussòtu i 'Llibbrìnu³⁷? Non ho mai lavorato all’Italsider di Taranto, al massimo al Totocalcio di via Dina & Clarenza fino al '71. Dopotutto non sono in ritardo e questo è tanto.".

    La caditoia di Amendolara/Oriolo era il massimo che lo Stato che lesina e rovina per te potesse assicurarti quanto a de luxe. Una modanatura timbuktiana che di notte veniva declassata a piccola velocità, nel senso che non vi trovavi il capostazione ma un avventizio cui ricadeva il balzello di sorvegliare l’andirivieni dei treni e che il traffico ferrato scorresse regolare. Di conseguenza viaggiando da Siderno a Ginosa³⁸, eri sino alle 7.00 'nte manu i 'zzù’ 'Mmìnicu 'llattàru³⁹.

    Il quale badilante straripò le retine fuori dalle fovee e cominciò a gesticolare all’impazzata col bandierone rosso, non appena focalizzò la lacerna del parrozzo copioso scodellato all’estremità della banchina, a ridosso della spiaggia: Non ho le traveggole, è vivo e cammina pure però non pare aborigeno, si vede dalla mimica straccata che sarà dello Sri Lanka, Mishmi, Myitkyina, Thrinzo o laotiano. Sembra incartapecorito segno che avrà viaggiato assai ma fuor di dubbio un esotico, altrimenti che ci cercherebbe qui e a quest’ora. Oggi non c’è mercato e il trigesimo del vicesindaco Ennio Zirilli l’hanno tenuto avantieri..

    "Bonjour, mon compagnon du zob, comment allez-vous? Potrebbe consigliarmi 'nu 'bbaissìcli⁴⁰ anche a babbomorto che mi conduca a Oriolo Calabro? ".

    " 'Ppàri si' 'ssìculu? Iò pur’i 'Ccifalù. C’isti quacchi vota⁴¹?".

    "Ci stetti… ci stettistìcchiu i 'llallà si nu' ci stetti⁴²! In gita coi lutungi di 3^ liceo e l’aspide biforcuto d’Annarita Sangilles…" gli avrei aggiunto, però che Hangzhou gliene sarebbe fottuto.

    "Cosi… cosi… cosi… vidi tu, nu 'ppàri 'ddu Strittu 'nta me' staziùni⁴³! ". Indi in Mediolanum Freedom per non sfigurare innanzi al conterraneo acculturato: "Non preoccuparti per il mezzo, c’è un autobus che parte a momenti e ti 'ffirìna 'nta 'nu 'nnènti 'ùnni 'vvò⁴⁴".

    "A momentimezz’oratre quarti".

    "Nu' ti 'llaggàri! 'Ccà semu 'nto 'Ccattànga e nu' currèmu com’a 'Ffrancffuttmènn. Du' 'rricèddi, pi' sett’e 'mmènsa⁴⁵.".

    "DU' URI ⁴⁶?!?! ".

    "Mo' ti pìgghiu 'nu 'ggiunnàli novu novu e tu' spogghi beddu spaparansàtu 'nto me' stansùni i prima classi. 'Spètta 'ddòcu⁴⁷.".

    Praticamente una nicchia che olezzava di pula di facocero, contornata da migliaia di spifferi e fenditure alle pareti sulle quali stavano impilate torme di guttaperche e 'zzappagghiùni⁴⁸ che s’inseguivano a vicenda. Le comode ottomane due tavolacci sfondati e la rivista uno vecchio rotocalco Incom di giugno '73. Unica novità l'aver appreso dell'esistenza di tre satelliti parenterali di cui nessuno mi aveva mai parlato: un marinaio, un petrolchimico e un deviatore delle F.S.

    Calcola le ipallagi di Tiresia, iddu⁴⁹ Veicht Von Brunswick ja da una vita.

    Alle 7.55 ce ne stavamo lì nell’attesa i 'nu Shaanxi scunsuntùtu⁵⁰ sfrociatosi chissà come e chissà dove sulla s.s.106 jonica: "Gesù a Cafarnao, anche oggi non è in orario" si lagnava a manine giunte una Barbie attorniata da un gruppo di pinzocheri che la chiamavano professoressa.

    Insegni a Oriolo? .

    Religione. Clara Calapaj..

    Mì Salvatùr Costa, siciliàn pùr se le ghù versengiàa Cardùss ne la Briànsa commàsc..

    Siciliano e laureato, magari di ruolo..

    Passato con la 463 il 10 settembre '78..

    Hai viaggiato da Ramesse..

    "Con un codazzo di mandingo⁵¹ e sto esalando.".

    Clara aveva la trentina, capelli biondi innaturali, alta 1.66 senza tacchi perché portava le pianelle infradito, ma niente di macrocommestibile.

    "Che mi racconti dell’Ipar⁵².".

    Mauthausen-Gusen ja..

    E il paese..

    "Auschwitz-Birkenau ja, purché non ti ci sfoghi conla corriera.".

    "La corriera? Dovequale".

    Ce l’hai davanti..

    'Sto trabiccolo?! .

    "Te 'mmerrevvègleese, 'pprofessùre⁵³? Don Jaime de Mora y Aragón! ".

    Chi sarebbe questo? .

    Filippo De Nora di 4^ A..

    "BravobravoStromboli & Basiluzzo, anche il ciuco si prende lo sfizio di ragliarmi col tu. Una quadriglia di compari? Très heureux alle otto di mattina, merveilleux stasera.".

    Un’ancata a dritta, un’incespicata a manca e mi sistemai in fondo accanto a Clara seduta dalla parte opposta della nappa fiordaliso divisoria.

    Dire che mi ero sobbarcato a un quinquennio di peripezie sugli Embraer della Grattoni!

    Avrei sperimentato i Convair b-36 d’Antimo - Brabham - Carlomagno, il gestore della linea, per risaltare ancor più d’allora, la tetragona e camaleontica valenza del Qānūn d’Avicenna quando asserisce: "Al peggio non v’è schiniere, te l’infiggi lineare e senza aggiunta di seltz nel (75) dello sfintere.".

    Ciccì, dov’è che ti porto… sbruffò l’autista che staccava i titoli di viaggio.

    A Oriolo Calabro… gli controbattei impettito mentre cercavo di pensare se zio Dorando, quand’era stato borsista d’istologia e maxillo all’Arcavacata⁵⁴, avesse fatto il tranviere sulle lanche del Crati: Babbo non me l’ha mai enunciato..

    Sono una 1.500 lire. Se vuoi pure il ritorno, me ne devi 2.800..

    "No, no, andata, andatala pettera di Carlotta Montero, altro che il Milano/Cantù! ".

    Tiremmolla si partì alle 8.19.

    "Non ho primeggiato in aritmetica fin dall’asilo però, se computo gli addendi, sarà trascorsa 'na dozzina d’ore e nu' ci misi pedi 'nta 'stu 'Ggàzzi' i 'Zzìgu-'Zzàgu⁵⁵. Potevo trasferirmi a Carpi, Lanciano, Anagni, Scafati, Vieste, Ischitella, Meta di Sorrento o starmene a Reykjavik. Per oggi transeat ma alle prossime? ".

    Un rettilineo Silverstone, una sterzata Nüburgring e un lunghissimo Estoril dove Leonardo Failla - lo chauffeur - procedette talmente veloce da farmi auspicare l’arrivo in pochissimi minuti.

    "Ampio stradone, pilastresi d’Astaldi, catramatura d’Impregilo, cartellonistica d’Hotfrog, frecce navaho, parcometri, parchimetri e idranti d’ogni parte. Inoltre perché diffamavano il pulmino? Tiratiralo senti il motore? Assomiglia alla voce di Toto Cutugno in Solo noi… sbrafata! Ci giungo in un Fiat Iveco a Saint-Tropez.".

    Adelante Richetto Toti s’era appallottolato l’orario d’inizio delle lezioni.

    Da qualche tempo la crucciatissima Claretta ribolliva di colecisti alitiasica sul picciolo riscolo in cui si era incardinata alla partenza e ciò mi distoglieva dallo sminuzzarle l'istmo di coscia che le fuorusciva dal kilt poco sopra le rotule; ti ricordava la picinìnna maculàa e 'nèst⁵⁶ anche se il cretonne sbozzimava meno fondant: un ovetto Kinder-Delice e non Perugina.

    Sacripante, che ha da agitarsi a quel modo? Alla fin fine insegna religione, altra materia della minchia come stenodattilo di Molly la magra..

    "Miseriaccia le 8.33, non ci arrivo. Chi lo sente Toro Seduto".

    Quanto le donava l’ira funesta delle Piccole Antille ⁵⁷! S'era tolti kepi, montgomery e kat-way pied-de-poule pi' scutulàrisi 'dda 'ccìscia⁵⁸ il ghibli Béjaïa che le brulicava dentro, sicché le tette che avevo stimato sul⌠6, 6 +mi si svelarono da⌠8⌡pieno.

    "Perché 'sta biopsia d’interiora se Guy Moll affonda il ferrarino a tavoletta? Potrai rammagliarti in galabeya⁵⁹ a Toro Seduto. Ti riferivi al preside".

    A lui, a lui, ne avrai da colluttare con Fetonte! .

    "Non possiede i pancake de Dorìn mè ma rimane 'nu 'bbrùsciu i 'zzucamèli⁶⁰. Ha scrupolo, facondia, peculiarità caratteriale, se fosse uomo terrebbe centoquindici palle. Le uppassi a yo-yo per fidanzato? Sì, però ci vuole il super anapesto, mica ti avvicini e le spannocchi: "Ninina, tu cosa fai stasera se fino alle 7.57 non ne sospettavi l’esistenza..

    Troppo leibniziano, Salvatore, si capisce che hai vissuto tra gli acquitrini di Moltrasio e quanto alla corriera, vai con la camcorder verso la curva..

    Quale curva se è tutto pianeggiante?! .

    Una frenatona a 'ttruppicamèntu i 'ccòddu⁶¹ e svoltammo pochi metri più avanti sul vecchio tracciato provinciale quasi all’altezza di una stazione di posta.

    L'abituro contava tre sottosezioni: un bar tabacchi, un Ikea della categoria Onorevole Vespasiano e un chioscuccio d’ortolano che esponeva all’aperto la sua mercanzia.

    Pareva iperproteica.

    Qui Leonardino v’infilò uno sbanchinatone fratello maggiore degli strafalcioni di Tazio Nuvolari ⁶², seguito da una delicatissima frenata che ci caracollò per avanti indi accostò lo Scud-18 in tralice all’assessore palermitano ⁶³.

    "Mo' 'vvèddese ⁶⁴? D'adesso sei nel guano! ".

    Ovanti gradu festinemus

    Le 8.46 e nessuna traccia né di Oriolo né del suo Ipar.

    Solo il visibilio degli alunni, specie di Filippo De Nora, per aver fregato già 26 m di soap-opera al loro arcirissoso Shezmu dei Sioux.

    "A cosa avrà voluto riferirsi Clara col suo purché non ti ci sfoghi con… quando si discuteva sulle calamità del paese e del dovermi incarcerare fra 'sti bantu per forza? Era un sursum corna o un qui-quo-qua? Non potrebbe espettorarlo Led Zeppelin o preme pure a suor Dolores De Agujero voracizzarsi i suoi⌠25 cm⌡di nichel e me lo decodifica in abc's Morse? Macché si caca religione, falcidiata tra Kyrieleison, Christeleison, Christe audinos, Christe exaudinos, Credo unum Deum per quem omnia facta sunt, Gratias agamus Domino Deo nostro, Per ipsum, cum ipso et in ipso, Quia per sanctam crucem tuam redimisti mundum… onlus, scout, clarisse, carismatici e tournée di sdentati a Lourdes. Un cimurro! Se però tu mi piaci ed io ti piaccio, a che farmi la pizia? ".

    Leo non mostrava, invece, alcuna concitazione.

    Posò il Phantom a 'ccapucchiùni⁶⁵ sull’interpoderale, smontò con un saltello a forbesèta⁶⁶ e si diresse compassato al bar Mantarro dove sorbì l’espresso col Glenlivet che l’avrebbe reso più Ayrton Senna d’Ayrton Senna e che sorseggiò, goccia su goccia, comprese le placche del piattino ed acquistò dieci Zenit morbide di cui accese la prima cannula che gli passò per mano. In ultimo al WC non senza il doveroso cincin con 'zzì’ Elpenore dal quale ritirò cincu 'ccàsci i faciòla pi' scucciuliàri⁶⁷ che ammonticchiò barcollante nella pertescia del bus.

    Poscia i lunghissimi saluti rimontò sull’Exocet, rimise in moto e ripartì sereno come Padre Pio, sfringuellandoci scapricciatièllo mio 'vvattènn a casa intervallato da qualche bourrée spiccicata da gir'e va, gir'e va, se la va la va di Sylvie Vartan. Una svirgolata Brest, una a Teheran, una ad Aoshima, una a Tegucigalpa, una a Skopje, una a Kökšetau, una a Chakanuga, 'na caiònsa 'cchiù 'ssìcca & 'ppatùta i don Càchiti scrozzu⁶⁸ ed eccoci fermi supr'a 'nu sbalancùni⁶⁹ a prelevare quattro matrioske con tre stie di cedroni per ciascuna ed

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