Hawthorn bend

Di Cristian Borghetti

Il rombo del motore scuote l'abitacolo, le mani guantate stringono il volante, il piede si tende sull' acceleratore, impaziente di dare inizio alla corsa.

Jo Seppi ama la scarica di adrenalina del via, la profonda concentrazione per far danzare il suo bolide lungo la pista, pennellando curve e contro curve, fino al traguardo e alla vittoria.

Oggi, però, un lampo bianco turba i suoi pensieri.

Cronaca e fantasia s'intrecciano nella narrazione di Cristian Borghetti, in un horror lanciato a tutta velocità.

• Lingua: Italiano
• Editore: Cristian Borghetti
• Data di uscita: 30 set 2016
• ISBN: 9788822851215

Anteprima del libro

Note

- Hawthorn Bend -

«Simone?

Simone ti prego svegliati.»

«Jo?  

Hey, che succede?»

Simone mi guarda, i suoi occhi grandi sgranati mi scrutano muovendosi veloci come le piccole mani che mi toccano:

«Oddio! Sei fradicio amore mio!»

Ha il viso pallido segnato dal cuscino, i capelli aggrovigliati scomposti sulle spalle; la stringo forte senza nemmeno 

rendermene conto, abbandonandomi al calore del suo corpo snello.

«Cosa c'è tesoro?

Non ti senti bene?

Sembri così spaventato...»

Mi passo le mani sul viso, le dita tra i capelli; il battito del cuore imbizzarrito comincia a rallentare, trovando un ritmo più regolare. 

Brandelli di immagini mi passano davanti agli occhi: lingue di fuoco, calore, dolore...

Un brivido mi scuote nel profondo mentre cerco parole che possano raccontare. «Non riuscivo a svegliarmi Simone!

Un sogno nel sogno; un incubo che si è ripetuto ancora e ancora ed io...»  

La sua mano calda mi accarezza la fronte il viso, scendendo lungo le spalle, le braccia stringendomi le mani; sento la forza

del suo amore penetrarmi, rassicurarmi, dopo quanto è accaduto stanotte. «Vuoi parlarne Jo?

Sai che parlare aiuta, sono qui tesoro mio, per te.» dice, sorridendo dolcemente, mentre gli occhi color caffè brillano come stelle nella notte, all'ombra delle lunghe ciglia.

Mia moglie non mi è mai sembrata così bella come in questo momento.  

Sollevo la schiena sul cuscino cercando una posizione più comoda; il pigiama, intriso di sudore ormai freddo, è ghiaccio

sulla mia pelle ancora rovente.

«Ero certo di essere sveglio con gli occhi aperti, ma non riuscivo a muovermi qualcosa mi bloccava ero come intrappolato...

Mi mancava il respiro; sentivo l'odore della benzina pungermi le narici; mi girava la testa ed avevo conati di vomito.  

Volevo muovermi liberarmi, ma per quanti sforzi facessi...

Tutto inutile.

Poi improvvisamente un intenso calore mi ha investito.  

Tentavo di chiamarti, ma la mia voce sembrava non avere suono...

Oh mio Dio, era così reale!» dico agitandomi tra il cuscino e le lenzuola.

Mi accarezza delicatamente, così incredibilmente bella alla luce dell'abat jour. «Calmati Jo - mi sussurra dolcemente all'orecchio - è tutto finito.

Raccontami tutto...»

L'alito caldo e il tono delle