La Cittadella
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Info su questo ebook
Gli abitanti di C-T vivono all’ombra di una grande Cittadella che li protegge dal calore bruciante dei due soli che solcano il cielo. Ogni giorno devono vivere, lavorare e spostarsi fra le ombre proiettate dalle alte mura della Cittadella. I quartieri di C-T sono stati costruiti lungo viali che si snodano intorno al misterioso e torreggiante edificio, fulcro della loro esistenza. La vita a C-T è estremamente disciplinata e organizzata in corporazioni specializzate. Mentre la giovane figura senza nome che dà voce alla storia si aggira fra i membri di queste corporazioni – il Calligrafo, il Fabbro, l’Accademico, il Filosofo, il Monetaio – indirettamente conosciamo le vite, le aspirazioni e la visione del mondo delle persone; soprattutto, guardiamo attraverso i loro occhi in cerca di una risposta al grande mistero della Cittadella. E, alla fine del viaggio, una verità sorprendente. Fino a quel momento “il segreto si protegge”… come ha sempre fatto. La Cittadella è un’allegoria della natura umana e un racconto coinvolgente e affascinante.
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Anteprima del libro
La Cittadella - Kingsley L. Dennis
Qualcuno domandò a un saggio: Ho sentito che l’umanità soffre di una malattia che impedisce a uomini e donne di vedere la verità, di conoscere se stessi. Qual è il sintomo più evidente?
L’uomo saggio rispose: Il primo sintomo è credere di non soffrire affatto di questo disturbo. Ma quando esso comincia a prendere piede sul serio il paziente ammetterà di essere malato, ma insisterà che la malattia è tutto tranne quello che è veramente.
Idries Shah – The Perfumed Scorpion
Vorrei poterti mostrare, quando sei solo o nell’oscurità, la luce straordinaria del tuo essere.
Hafiz – The Divan
Ho ascoltato tutto quello che mi hai raccontato sui tuoi problemi. Mi chiedi cosa fare a riguardo. Io ritengo che il tuo vero problema sia essere un membro della razza umana. Affronta prima quello.
Idries Shah – Reflections
Capitoli
––––––––
Uno La Cittadella
Due Soli Morenti
Tre Il Calligrafo
Quattro Il Fabbro
Cinque L’Archivista
Sei Il Viale
Sette L’Accademico
Otto Il Monetaio
Nove Il Filosofo
Dieci Il Culto della Luce
Undici L’Apicoltore
Dodici Un Nuovo Inizio
IL
SEGRETO
SI PROTEGGE...
Capitolo Uno – La Cittadella
- -
Ho sempre vissuto all’ombra di una grande muraglia. Come tutti. La mia famiglia non fu un’eccezione. Ad ogni alba i due soli sorgevano e i loro raggi mattutini illuminavano il cielo. Ed eravamo tutti protetti dalle mura della Cittadella. Ogni giorno vissuto a C-T era un giorno vissuto all’ombra dello sguardo di quella costruzione imponente. Per molti di noi, per me, diventò il centro della nostra esistenza. La sua enorme struttura si impresse a fuoco nella mia mente, incisa lungo le pareti del mio cranio. A C-T non c’era vita per nessuno di noi senza la Cittadella.
Per alcuni la Cittadella era un residuo del passato. Adesso si ergeva come un vecchio pilastro di antichità senza vita che rifiutava di sparire. Queste persone hanno quasi rimosso l’importanza della Cittadella dalla loro mente. Ogni giorno proseguono la loro routine a C-T e mai una volta alzano lo sguardo per spiare e meravigliarsi di quell’anomalia torreggiante. Tengono la testa bassa, come se avessero il terrore che anche solo un’occhiata alla Cittadella potesse fastidiosamente risvegliare qualche ricordo da tempo sepolto. Forse è paura. Forse è il desiderio di un presente e un passato diversi che queste persone vivono senza ammettere.
Tutti hanno una storia da raccontare; sempre che abbiano voglia di farlo. La Cittadella è parte della vita di tutti noi, che lo accettiamo o meno. È come se fossimo nati tutti con l’immagine della Cittadella radicata nelle cellule. Né dimenticarla, né negarla sradicherà la sua insistente presenza dentro di noi. Sanguiniamo tutti rosso.
I muri della Cittadella sono lisci, come se non fossero mai stati sfiorati. Non ci sono segni di vandalismo, e non vi è mai stato fatto alcun danno, che si sappia. Nessuno ha mai provato a fare breccia nelle mura. La Cittadella è stata accettata incondizionatamente. È lì da così tanto tempo che molta gente non si preoccupa neanche più di notarla. L’edificio imponente resta in piedi come ha sempre fatto.
Indipendentemente dalla rotazione dei nostri due soli, indipendentemente dalla loro altezza nel cielo, le strade che circondano la Cittadella sono sempre in ombra. E questi quattro viali che si dipanano lungo le mura della Cittadella sono diventati il fulcro della vita all’interno di C-T. Lungo i quattro lunghi viali, la vita di C-T prende forma. Questi sono i viali della vita, della morte, dell’avventura, dell’esperienza. Questi sono i viottoli dove la maggior parte degli abitanti di C-T vive e impara a vivere. Questi quattro viali su ciascun lato della Cittadella sono la scacchiera delle nostre azioni. Queste strade polverose sono la matrice nella quale la vita di ogni individuo si inserisce e diventa parte delle altre vite di C-T. Tutti noi respiriamo queste strade; gli andirivieni dai quali qualcuno di noi cerca di dedurre un significato. Alcune persone non ne parlano mai, né di questo né di nulla che lo riguardi. Non parlano praticamente mai di coloro che si trovano lontani dai viali di C-T – quelli che sopravvivono alla piena esposizione al sole senza tregua. Si dice che non siano vere persone, che il calore del sole ne abbia mutato i corpi tanto tempo fa. Sono reietti avvizziti dal sole che non si avvicinano alla Cittadella.
I due soli forniscono calore sufficiente per noi che viviamo a C-T. Anche all’ombra si avverte un caldo intenso. Lo sentiamo sulla pelle. Ci è stato ripetuto che se mai ci fossimo avventurati fuori, completamente esposti alla luce dei due soli, non saremmo più stati in grado di vedere. Alla lunga probabilmente saremmo diventati ciechi. Ci è sempre stato ripetuto questo. Non abbiamo intenzione di diventare ciechi. Chi di noi vive a C-T si considera fortunato. La Cittadella ci offre l’ombra del suo baldacchino. Ci protegge. La vita sui viali di C-T si muove a ritmo con i soli. Quando c’è poca ombra perché i soli sono allo zenit, la vita su quel viale si ferma e la gente se ne sta in casa. Attività e vita circolano lungo i viali come in una danza del sole. I muri della Cittadella ci tengono stretti. Dominano la vita di C-T. Coloro che parlano di questa protezione lo fanno con soggezione della Cittadella e dei suoi fondatori... chiunque essi fossero. È successo tutto troppo tempo fa.
Ma io ero fra coloro che alzavano lo sguardo. Che alzavano lo sguardo sempre. La mia famiglia e i miei amici per scherzare dicevano che un giorno il mio collo sarebbe rimasto così e io non avrei potuto mai più guardarmi i piedi. Ma non importava. Sapevo che, che alzassi lo sguardo o meno, le luci all’interno della grande Cittadella avrebbero sempre brillato. E quello era il più grande mistero di tutti... le luci.
Eppure ciò che mi spinse a iniziare il viaggio fu il sogno che ebbi dei soli morenti.
Capitolo Due – I Soli Morenti
- -
Non era percepibile all’inizio; solo una sensazione taciuta. C’era un lieve sentimento di disagio fra le persone, come se percepissimo una tempesta imminente. Eravamo giunti alla conclusione, uno dopo l’altro, che ci fosse qualcosa di storto. Qualcosa non andava. Non era tanto la paura del cambiamento. Nonostante la monotonia del nostro mondo, della vita al di sotto di un’ombra, sapevamo che cambiamenti inevitabili sarebbero potuti capitare in ogni momento. Eppure non era quello. Era una sensazione incerta di tristezza imminente. Come il lento sopraggiungere di una conclusione indesiderata. Ciò rendeva nervosi molti di noi a C-T; più nervosi del solito. Quindi cominciarono i brividi.
Nonostante l’immenso calore che ricevevamo anche all’ombra della Cittadella, alcuni di noi cominciarono ad avere i brividi. Fu il primo segno palpabile di cambiamento. Gli anziani se ne accorsero per primi. Forse grazie ai lunghi anni in cui si erano abituati alla vita a C-T, furono i primi a sentire gli spasimi di differenza. All’inizio non ne parlavano, eppure si scambiavano sguardi come per tentare di condividere i dolori silenziosi di una cospirazione segreta. Alcuni dei genitori notarono questa rete crescente di sguardi silenziosi fra gli anziani. Neanche loro ne parlavano. Forse era una sorta di tabù, o un modo per proteggere noi bambini. In questo modo la vita di C-T cominciò a modificarsi elusivamente da dentro. Era come una mutazione interna. La vita di C-T – le nostre vite – veniva riprogrammata dall’interno da una forza impalpabile. Cominciammo tutti a cambiare; era inevitabile. L’umore diventò più tetro; c’erano meno momenti nei quali la felicità potesse infiltrarsi. I giorni diventarono una scappatoia nel lavoro, come per evitare la conversazione, per evitare quel discorso. La gente si rifugiò in distrazioni più mondane. I genitori, che erano la vera forza lavoro della vita di C-T, guidavano questa silenziosa presa di posizione sulle nostre vite. E ancora, di questo ai bambini non si parlava. Eppure sentivamo e vedevamo questo cambiamento. Presto si cominciò a parlare di qualcosa fra la gente di C-T, e cioè del cambiamento dei colori.
L’ombra della Cittadella era diventata meno densa, gli anziani ne erano certi. All’inizio la gente era dubbiosa. Non avevano mai sentito di una cosa del genere. Non può accadere, dicevano. Le ombre della Cittadella sono tanto forti quanto i due soli, che sorgono e si inabissano ogni giorno. Infine la verità colpì le persone con un terrore tremendo. L’impensabile aveva iniziato il suo processo inevitabile. I due soli stavano morendo. Solo adesso, dopo molti cicli di soli, gli effetti si fecero palpabili dalla gente di C-T. Le ombre avevano protetto a lungo tutti gli abitanti dal calore inesorabile dei due soli. Se i soli avessero continuato a sbiadire, e questo era ciò che stava innegabilmente accadendo, allora le ombre avrebbero smesso di essere altrettanto forti. E si sarebbero trasformate, da riparo indispensabile a cappa di freddo. Con lo spegnersi dei soli avremmo avuto sempre più bisogno del loro calore diretto. Le persone sarebbero