La Parabola del Coglione: Racconto in due parti
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Info su questo ebook
Era un disadattato. Aveva difficoltà a integrarsi con gli altri e la società lo aveva lentamente emarginato.
Loro non si rendono conto che io sono nato per una grande impresa!
Aveva un sogno, ma lo teneva per sé. Confidarlo a qualcuno sarebbe stato peggio.
Quando scopre che esiste una terra chiamata Eldorado dove i sogni si avverano, il desiderio di trovarlo inizia a ossessionarlo. La strada non sembra particolarmente ardua, ma per raggiungere quel posto magico occorrono coraggio, tenacia e fede. Il cuore gli dice che può farcela. E lui lo ascolta, iniziando il suo epico viaggio.
Il mio sogno diventerà realtà!
Ma se i sogni fossero soltanto incomprensibili reminiscenze delle nostre vite precedenti?
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Anteprima del libro
La Parabola del Coglione - Antonio Scotto Di Carlo
La Parabola del Coglione
Parte Prima
1. Eldorado
Eldorado è un luogo incantato. Un potere mutante i sogni in realtà impregna la sua aria. Poggia le piante dei piedi su quel suolo fatato e null’altro dovrai che respirare, dormire e sognare. Da quel sogno non vi sarà risveglio. Esso diventerà la tua realtà.
E se faccio un incubo?
Eldorado è la terra della gioia. Non ispira sogni nefasti.
Ma che è, una specie di ipnosi che ti proietta in una realtà fittizia?
Nessun artifizio mentale. Nessuna virtualità. Semplicemente, sogna il futuro che vorresti e fanne il tuo nuovo mondo.
Aspetta. Stai dicendo che arrivare là e appisolarmi è tutto ciò che dovrei fare per diventare quello che ho sempre sognato di essere?
Nulla di più è richiesto.
Ma come è possibile?
Ognuno ha un sogno nel cassetto: cosa cambia se invece di tirarlo fuori sei tu a entrare dentro? L’importante è che quel sogno diventi la tua dimensione. La magia di Eldorado, lo consente.
Però mi sembra troppo facile. Ci deve essere una fregatura, altrimenti lo farebbero tutti.
Eldorado è lontana. Il sentiero è spianato e agevole, ma lungo. Lungo oltre ogni dire. Solida fiducia in se stessi e fede incrollabile debbono essere il sostentamento del viaggiatore che ambisce a Eldorado. Tanti partono per trovarla, ma il lungo cammino svigorisce le gambe, demolisce lo spirito, schernisce la volontà e tradisce la mente. Dimmi, tu credi in te stesso?
Sicuro.
Chi mai risponderebbe il contrario…
Ma io ci credo davvero in me stesso. Ho sempre sentito di essere nato per una grande impresa.
Già meglio. E hai fede in qualcosa di più grande dell’Uomo?
Non lo so. Una volta sì, ma sono rimasto deluso. Allora ho lasciato perdere, ma di tanto in tanto capitano delle coincidenze così incredibili che, lo ammetto, faccio fatica a chiamarle ‘coincidenze’…
Se fede non hai, l’avventura ti sconsiglio.
Ma tu che intendi per ‘fede’? È una questione religiosa?
No. È una questione di Valori. Ciascuno ha i propri, così come personale è il modo di definirli. Dio, Caso, Fato, Fortuna, Sesto Senso sono alcuni dei nomi usati per indicare ciò che la ragione non sa spiegare. Io uso ‘Supremo’.
Aspetta, mi sono perso.
Hai udito mai quell’intima voce che, silenziosa, parla alla tua coscienza commentando le ispirazioni del tuo istinto?
Quella è la fede?
No. Quella è la voce del Supremo. La fede è la tua scelta, di ascoltarla o ignorarla. Tu cosa scegli?
Mi piacerebbe ascoltarla, però…
Però l’assenza di prove della sua autorità t’ha ingoiato nei gorghi della delusione.
Esatto!
Ti comprendo. Ma dimmi… Con una prova della sua autorità, quale sarebbe il merito della scelta? La scelta non sarebbe dura affatto. Chiunque potrebbe compierla. Ed è la durezza della scelta che purifica l’anima e rende degni. O forse reputi un’anima impura egualmente meritevole di vedere i suoi sogni trasformati in realtà?
Beh, no.
Eldorado è un’isola, ma il vuoto, non le acque, la proteggono dagli indegni. Il cielo turchese ogni dì, il sole splendente sullo sterminato verziere, una soave brezza da levante e la fragranza dei fiori nell’aria allietano il lungo viaggio del temerario, finché il favoloso paesaggio s’interrompe brusco in una voragine. Da lì vedrai Eldorado, ma potrai solo contemplarla: mezza lega dai tuoi occhi, eppure inaccessibile. Il vuoto vi separerà. Nessun ponte, né legna per costruirne.
E come si oltrepassa il vuoto?
Con la fede. Ecco perché è imprescindibile.
Sì, ma in pratica?
Un vento inarrestabile e benigno spirerà, o un’aquila che ti artigli lì ti depositerà, o fili d’erba si allungheranno in robuste liane sino a radicarsi nella terra di Eldorado, o la voragine s’inonderà per esser attraversata dal prode nuotatore… Infinite sono le vie per chi ha fede. Tu sei un’anima smarrita, ma in te pulsa forte il nerbo della fede.
Come fai a dirlo?
Le parole da te proferite, il tuo presagio di grande impresa. Esso ti è stato sussurrato dalla voce, e il Supremo parla di imprese solamente ai cuori sorretti da fede intemerata.
Quando si parte?
2. Il Viaggio
Migliaia di giovani erano allineati sulla frontiera tra lo sterminato Verziere e il Bosco della Realtà. Tanti avevano scelto di restare nel Bosco, ma coloro che covavano un sogno ne avevano varcato i confini, pronti per la massacrante marcia verso Eldorado.
Ardore, fiducia, entusiasmo e fede accomunavano i candidati che si preparavano al lungo viaggio.
Il primo giorno passò. Erano ancora tutti uniti, determinati più che mai.
Il primo mese passò. Qualcuno era già tornato indietro.
I dubbi sull’esistenza di Eldorado serpeggiavano muti fra i marciatori. Tramutarli in parole, un’imperdonabile viltà; ma se le labbra imbrigliavano la verità, gli occhi non sapevano mentire.
Il secondo mese passò. Il malumore si percepiva adesso anche nelle voci. Il sole riscaldava, la brezza rinfrescava, il sonno della notte rigenerava per il dì seguente; eppure, molti abbandonavano. La stanchezza era mentale, giacché se i muscoli ancora reggevano la fatica, l’animo s’infiacchiva alla vista di uno scenario giorno dopo giorno sempre uguale: un orizzonte ininterrotto e irraggiungibile a dividere il verde del prato dall’azzurro del cielo. Guardando avanti o volgendosi indietro, non mutava.
«Questo significa almeno altri due mesi di viaggio, che si prosegua o si torni al Bosco» diceva qualcuno dei rimasti.
«Meglio solo due sicuri tornando al Bosco…» sibilava un altro.
I Risoluti procedevano concentrati su fiducia in loro stessi e fede. Non indugiavano su quelle parole infide: sapevano fin dal principio delle subdole pattuglie di dubbi disseminate lungo il cammino. I Deboli però, caddero nelle imboscate.
«Non c’è nessun Eldorado!» gridò sdegnoso un indeciso, col doppio intento di sfuggire al