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La Parabola del Banchiere
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La Parabola del Banchiere
E-book63 pagine28 minuti

La Parabola del Banchiere

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Info su questo ebook

Un coniglio, un prestito e Coriolano: cosa c’entrano l’uno con gli altri?

Ispirato alla crisi economica che ha colpito il mondo nel 2008, questo racconto breve narra della vicenda di un anonimo banchiere che, sedotto dall’avidità, volta le spalle alla propria coscienza. Quale imbroglio architetterà per arricchirsi? E, soprattutto, riuscirà a farla franca?
LinguaItaliano
Data di uscita25 ott 2016
ISBN9788822859549
La Parabola del Banchiere

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    La Parabola del Banchiere - Antonio Scotto Di Carlo

    Nebbia

    La Parabola del Banchiere

    1. Il Pesce Grande

    Il banchiere, quarantadue anni da poco compiuti, aveva appena riposto la propria cassetta di sicurezza, quando…

    «Pensa a ciò che potresti fare se fossi tuo… Pensa!»

    Quel tetro sussurro lo calò d’improvviso in un mare d’ansia, lasciandolo fluttuare incerto tra un timore razionale e una compiacenza latente.

    Si guardò intorno. Era da solo nel caveau della sua banca.

    L’inquietudine provata si attenuò all’idea che fosse stata suggestione e i suoi occhi si persero fra le centinaia di mazzetti di banconote in pile sui ripiani. Si mosse lento fino alla scaffalatura e vi poggiò i palmi, nella postura di chi spinge un carrello. Un mazzetto di banconote un po’ sgualcite attirò la sua attenzione.

    Deve essere la rata del signor Grape pensò, mentre lo vedeva arare il suo campo, sudaticcio e stremato, arso dall’alba al tramonto sotto un sole misericordioso e impietoso insieme.

    O forse quella della signora Apple e se la immaginava china sui pavimenti a strofinare come una dannata, grintosa e amorevole nella sua determinazione di garantire un tetto ai suoi figli.

    E perché non la rata degli Almonds, una coppia di mezza età che lavorava duro nel ristorante di famiglia e che si era decisa al grande passo del mutuo per evitare lo sfratto.

    Fissava quel mazzetto di banconote e vi vedeva sopra sangue e speranze di quella brava gente. Era fiero di sé per aver fatto avverare il loro sogno: non avrebbero mai potuto comprar casa senza l’aiuto suo e della sua banca. Poteva sentire la felicità di quelle persone, adesso al sicuro nelle loro proprietà, e questo pensiero gli scaldava il cuore di una gioia unica. Agli occhi commossi si contrapponeva tuttavia un malessere che da anni si sforzava di reprimere.

    «Pensa…»

    La sensazione che nel caveau ci fosse qualcun altro tornò, stavolta più forte.

    Si diede un’ulteriore occhiata intorno.

    «Eccomi» udì quando il suo sguardo incappò in un altro mazzetto di banconote, queste nuove di zecca.

    Apprensivo e curioso, lo puntò.

    Pensò alla signorina Apricot. Si sorprese a sorridere. Un sorriso affettuoso, figurandosi quella giovane segretaria ammattire tra telefono e computer per tenersi stretto il posto al ministero che le consentiva una vita indipendente. Gli si affacciò nella mente anche il dottor Lemon, un veterinario che, stanco di lavorare in una struttura dove i randagi venivano respinti, si era rivolto alla sua banca, deciso

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