Vaarthol e la palude dei lamenti - Taumaturghi #1

Di Rob Himmel

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V. 1.14 (del 21/08/18)

Note dell’autore: il seguente racconto nasce dalla voglia di regalare qualcosa ai miei lettori, quelli che si sono affezionati e attendono la pubblicazione di altre mie opere. Questo indica anche che, tra un romanzo e l’altro, dedico del tempo alla stesura di questi, impegni permettendo. Ma i racconti NON vengono sottoposti a correttori di bozze né editor, quindi siate clementi se troverete refusi o errori, anzi, nel caso segnalatemeli così apporterò le dovute correzioni. Inoltre, i racconti saranno collegati tra loro anche se cambierà il/la protagonista, percorrendo un unico filone narrativo da seguire cronologicamente. Buona lettura.
                                                                                                                                                               Con affetto e ringraziamento, Rob


Nel paese di Ghermak, nei pressi della città di Tariana, un villaggio è stato decimato da un'insolita epidemia. Il Taumaturgo Vaarthol decide di andare a investigare per trovare una soluzione e, nel caso, seguire la sua vocazione: dissolvere evighast.

• Lingua: Italiano
• Editore: Rob Himmel
• Data di uscita: 24 dic 2017
• ISBN: 9788827540817

Anteprima del libro

Racconto I

TAUMATURGHI

Vaarthol e

la palude dei lamenti

Scritto da Rob Himmel

Note dell’autore: il seguente racconto nasce dalla voglia di regalare qualcosa ai miei lettori, quelli che si sono affezionati e attendono la pubblicazione di altre mie opere. Questo indica anche che, tra un romanzo e l’altro, dedico del tempo alla stesura di questi, impegni permettendo. Ma i racconti NON vengono sottoposti a correttori di bozze né editor, quindi siate clementi se troverete refusi o errori, anzi, nel caso segnalatemeli così apporterò le dovute correzioni. Inoltre, i racconti saranno collegati tra loro anche se cambierà il/la protagonista, percorrendo un unico filone narrativo da seguire cronologicamente. Buona lettura.

Con affetto e ringraziamento, Rob

V. 1.14 del 21/08/18

Taumaturghi: 1- Vaarthol e la palude dei lamenti

Di Rob Himmel

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Copyright © 2017 Rob Himmel

Copertina: Rob Himmel

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Questo racconto è un’opera di fantasia. La sua pubblicazione non lede i diritti di terzi. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.

I

Un puzzo vomitevole lo investì da sotto, nonostante fosse bagnato fradicio e stesse diluviando.

«Merda!» berciò arricciando il naso.

Soltanto allora notò di aver calpestato del letame. Era smontato da cavallo con un movimento automatico e distratto, infilandoci uno stivale proprio nel mezzo.

Vaarthol era solito infischiarsene di molte cose, pressoché tutte quelle che non lo riguardavano, ma delle volte anche quelle.

Sbuffando, passò la suola su una zolla d’erba bagnata e poi in una pozzanghera. Lo fece in maniera sommaria e indifferente, dopodiché assicurò il cavallo all’asse di legno e si accinse a entrare nella locanda.

Il suo ingresso però passò tutt’altro che inosservato, giacché gli sfortunati avventori seduti in prossimità della porta furono i primi ad essere investiti dalla puzza. Chi sputò nel piatto quel che stava mangiando, chi imprecò e chi farfugliò qualche insulto.

Noncurante delle loro reazioni, Vaarthol procedette fino al bancone. «Hai del cibo caldo per me?» chiese al locandiere.

L’uomo, smilzo e dal naso adunco, si limitò ad annuire guardandolo con sospetto.

«Bene, allora portamene una porzione.»

Il volto dell’oste si arricciò all’improvviso in una smorfia di disgusto, portandosi uno strofinaccio sul naso.

«Vado a sedermi lì», avvisò Vaarthol indicando un tavolo vuoto a ridosso della parete. «Ah, se ne hai, portami anche dell’idromele.» Detto questo andò a sedersi.

«Ehi, tu!» esclamò un tipo alzandosi dalla sedia. «Gente come te non la vogliamo qui, hai impestato la locanda. Ci sono pezzi di merda su tutto il pavimento.»

Vaarthol si poggiò distrattamente allo schienale della sedia, distendendo le gambe sotto il tavolo.

«Ehi dico a te, incappucciato di merda!»

«A me?» chiese puntellandosi il pollice sul petto.

«Sì, proprio a te! Vattene.» L’avventore si fece avanti con aria minacciosa.

Senza scomporsi più di tanto, lo osservò in tralice da sotto il cappuccio. Era un uomo robusto, con calli alle mani e spalle massicce. Zoppicava da una gamba, probabilmente era stata la ragione per cui non lo avevano reclutato come tanti altri ghermiani.

«Hai visto che tempaccio c’è fuori? Sono tre giorni che piove incessantemente. Ho bisogno di un luogo asciutto e un pasto caldo.» Scrollò i lembi del mantello facendolo gocciolare sul pavimento.

L’avventore avanzò ancora