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E-book331 pagine4 ore

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Info su questo ebook

Il testo dà particolare risalto ad alcuni scottanti problemi della nostra società, allo scopo di aiutare i giovani a capirli e a porsi nei loro confronti in un atteggiamento critico. Il testo, pertanto, mira ad essere uno strumento non solo
d’informazione, ma anche di crescita culturale per quegli studenti che hanno già varcato la soglia del secondo millennio.
La prima parte svolge, in modo ampio e organico e con un linguaggio chiaro ma nello stesso tempo rigoroso, diversi argomenti connessi col mondo giovanile, come L’alcol, La droga, Il tabacco; esamina, inoltre, alcuni grandi temi di attualità, tra cui L’educazione ambientale, La globalizzazione, La fecondazione assistita, La clonazione, Gli O.G.M., L’eutanasia, ecc.
L’ordine dei temi trattati non è vincolante: ogni argomento è svolto in modo ampio e relativamente autonomo, per cui la successione delle tematiche può essere modificata.
Il testo è corredato da proposte di lavoro che si prefiggono i seguenti obiettivi:
a) comprendere gli argomenti;
b) sviluppare le conoscenze linguistiche;
c) approfondire alcuni problemi di natura storica, sociale o scientifica, suggeriti dal testo;
d) realizzare lavori singoli o di gruppo.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788827502020
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    Anteprima del libro

    Il punto - Umberto Casamassima

    Umberto Casamassima

    Il punto

    UUID: db4e70ec-232a-11e8-a5bd-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    L'adolescenza

    Il bullismo a scuola

    La trasgressività

    Proposte di lavoro

    Piercing e tatuaggi

    Sotto il segno del look

    Proposte di lavoro

    Giovani e i sentimenti

    I primi problemi d'amore

    Innamorarsi tra i banchi di scuola

    L'amicizia

    Proposte di lavoro

    La noia

    La depressione

    L'anoressia

    Proposte di lavoro

    Bulimia nervosa

    Proposte di lavoro

    La fame nel mondo

    Proposte di lavoro

    Malattie da carenza alimentare

    Nuove fonti alimentari

    Proposte di lavoro

    Il fenomeno migratorio

    L'emigrazione italiana

    L'immigrazione in Italia

    Vita da extracomunitario

    Gli effetti delle migrazioni

    Proposte di lavoro

    Educazione alla salute

    L'Aids

    Proposte di lavoro

    L'alcolismo

    Proposte di lavoro

    La droga

    Proposte di lavoro

    Gli stupefacenti

    Proposte di lavoro

    Gli stimolanti

    Gli psichedelici

    Le comunità terapeutiche

    Rimedi antidroga

    Proposte di lavoro

    Il fumo di tabacco

    Proposte di lavoro

    I danni del fumo

    Rimedi naturali antifumo

    Proposte di lavoro

    Educazione ambientale

    L'inquinamento atmosferico

    L'evoluzione del clima nel futuro

    L'inquinamento delle acque dolci

    Emergenza acqua

    Proposte di lavoro

    L'inquinamento dei mari

    L'inquinamento del suolo

    L'inquinamento acustico

    Proposte di lavoro

    Il problema energetico

    Le fonti di energia

    Proposte di lavoro

    L'energia nucleare

    Quale energia nel futuro?

    Proposte di lavoro

    L'eutanasia

    Le cellule staminali

    La fecondazione assistita

    La clonazione

    Proposte di lavoro

    Gli OGM

    Il razzismo

    Come nasce il razzismo

    La globalizzazione

    Proposte di lavoro

    I diritti dell'uomo

    Proposte di lavoro

    La Nuova Santelli Edizioni è nata nel 1987 quando ancora i libri venivano stampati col piombo.

    Nostri primi Direttori Editoriali sono stati personaggi dello spessore di: Coriolano Martirano (Governatore del Rotary), Pino Nano (Redattore Capo della Sede RAI della Calabria), Attilio Perri (Critico Letterario).

    Nel 2004 siamo stati tra le prime 19 Case Editrici Italiane a lanciare gli e. Book in Italia partecipando alle Fiere di Francoforte e di Pechino.

    Dal 2004 siamo stabilmente classificati tra le prime 80 Case Editrici Italiane.

    Ad oggi abbiamo pubblicato oltre 1200 volumi a circa 700 Autori diversi.

    Fiore al l'occhiello del la Casa Editrice è la Distribuzione, sia Digitale che Cartacea, a livello mondiale.

    SEDE: via Buonarroti 10, 87036 Rende (CS)

    TELEFONO: 098434328

    SITO WEB: www. nuovasantelli. it

    EMAIL: nuovasantelliedizioni@gmail. com

    Catalogo 2018

    ©Nuova Santelli Edizioni

    Introduzione

    Il testo dà particolare risalto ad alcuni scottanti problemi della nostra società, allo scopo di aiutare i giovani a capirli e a porsi nei loro confronti in un atteggiamento critico. Il testo, pertanto, mira ad essere uno strumento non solo

    d’informazione, ma anche di crescita culturale per quegli studenti che hanno già varcato la soglia del secondo millennio.

    La prima parte svolge, in modo ampio e organico e con un linguaggio chiaro ma nello stesso tempo rigoroso, diversi argomenti connessi col mondo giovanile, come L’alcol, La droga, Il tabacco; esamina, inoltre, alcuni grandi temi di attualità, tra cui L’educazione ambientale, La globalizzazione, La fecondazione assistita, La clonazione, Gli O.G.M., L’eutanasia, ecc.

    L’ordine dei temi trattati non è vincolante: ogni argomento è svolto in modo ampio e relativamente autonomo, per cui la successione delle tematiche può essere modificata.

    Il testo è corredato da proposte di lavoro che si prefiggono i seguenti obiettivi:

    a) comprendere gli argomenti;

    b) sviluppare le conoscenze linguistiche;

    c) approfondire alcuni problemi di natura storica, sociale o scientifica, suggeriti dal testo;

    d) realizzare lavori singoli o di gruppo.

    I caratteri chiari e vari e l’impaginazione ariosa e accattivante sono un sicuro stimolo alla lettura.

    L'adolescenza

    Le trasformazioni

    L’adolescenza, comunemente descritta come fase di passaggio tra infanzia ed età adulta, inizia intorno ai dodici-tredici anni e termina verso i 17-18 anni.

    Questo periodo, abbastanza lungo e mutevole da individuo a individuo, è contrassegnato non solo da alcune trasformazioni fisico-corporee, ma anche da cambiamenti psicologici, che riguardano le capacità cognitive, affettive e le competenze sociali degli adolescenti. Non resterà traccia del loro aspetto infantile e i genitori avranno a che fare con un figlio (o una figlia) del tutto nuovo, sia fisicamente che mentalmente e psicologicamente, tanto da diventare irriconoscibile.

    I cambiamenti fisici, durante l’adolescenza, sono i più vistosi. Si cresce dappertutto anche se non in modo uniforme: le gambe sono le prime a raggiungere la loro lunghezza definitiva, seguite dalla larghezza del corpo e dalle spalle. La testa e le estremità, cioè le mani e i piedi, raggiungono per prime la loro dimensione definitiva. Anche l’altezza e il peso subiscono in questa fase visibili cambiamenti, provocando momentanee disarmonie, fonti di inevitali preoccupazioni.

    «Infatti, lo sviluppo diseguale di diverse parti del corpo fa apparire l’adolescente momentaneamente disarmonico e maldestro in una serie di movimenti che invece nella fanciullezza lo vedevano competente e ben coordinato. Il modo di camminare appare improvvisamente goffo, impacciato, i gesti sono spesso scoordinati e possono provocare danni involontari ad oggetti e cose; la stessa intraprendenza fisica che aveva caratterizzato il fanciullo fino a pochi mesi prima ha lasciato il posto ad una pigrizia motoria e ad una indolenza fisica del tutto nuove».

    I maschietti mutano, più o meno bruscamente, voce (meno evidente nelle ragazze), mentre sul volto e sul corpo incominciano a crescere i peli. Le ragazze mutano le loro forme: arrotondano i fianchi, sviluppano il seno e vedono spuntare la peluria ascellare e pubica. Inoltre in questo periodo lavorano di più anche le ghiandole sebacee della pelle. Ciò significa che tanto nei maschietti quanto nelle femminucce possono comparire brufoli ed acne che rendono la pelle tutt’altro che attraente. Col tempo, però, e con qualche farmaco consigliato dal medico, scompariranno. Infine, ragazzi e ragazze maturano lo sviluppo sessuale: i maschi iniziano a produrre il loro seme, le femmine conoscono le prime ovulazioni e hanno i primi cicli mestruali, vale a dire la perdita di sangue e mucosa uterina che avviene in genere una volta al mese. Nei giorni del ciclo le ragazze possono provare un certo dolore e uno sconvolgimento emotivo. Esse non devono spaventarsi perché l’inizio delle mestruazioni è la prova che l’organismo funziona perfettamente.

    «Si tratta di cambiamenti assolutamente naturali, che riguardano tutte le persone, ma che spesso risultano sconvolgenti. A volte l’adolescente fatica a riconoscersi nel corpo che cambia e persino ad accettarsi, anche perché i repentini cambiamenti richiedono un periodo di adattamento ed è normale che nelle nuove forme del corpo ci si senta a disagio, sgraziati e persino brutti. Questi cambiamenti sono però anche faticosi, provocano stanchezza, periodi di fiacchezza e voglia di non fare nulla. Non bisogna dimenticare che il corpo cambia in seguito all’azione degli ormoni, una vera rivoluzione biologica che l’organismo fatica a sopportare e che è assolutamente naturale porti con sé un po’ di affaticamento, di debolezza, di voglia di riposare».

    «Ma non c’è solo l’ansia di chi si ritrova a fare i conti con i grandi cambiamenti fisici. Anche le ragazzine, le cui trasformazioni vanno più a rilento, possono sentire forte l’angoscia per qualcosa che, a differenza di altre coetanee, non si modifica in loro. Quest’attesa che le colloca ancora, almeno per l’aspetto fisico, nel limbo forzato del mondo infantile, e può essere estenuante soprattutto quando all’interno si avvertono già le tensioni per una sessualità pulsante e per il ritardato interesse da parte degli altri. La mancanza anche solo dei primi cenni femminili, come l’ingrossamento del seno che contraddistingue le altre coetanee, può essere motivo di preoccupazione. Un corpo neutro o non ancora differenziato, che allude a tratti di mascolinità, evoca sentimenti di inferiorità, soprattutto se l’adolescente si mette a confronto con le compagne che già vanno fiere di un seno prosperoso».

    In questa fase, l’adolescente nel corpo si sente uomo ma psicologicamente è ancora un bambino che vuole essere considerato adulto. Egli, pertanto, «entra in crisi: non sa più né chi è né come agire. Sente in sé pulsioni confuse, indefinite, nuove; il suo mondo interiore è contrassegnato dal caos. Cerca allora di modificare il ruolo che occupa all’interno della famiglia. Esige di essere considerato adulto e chiede libertà di azione e di decisione. Entra, pertanto, in contrasto con le giuste preoccupazioni dei genitori, che, consapevoli della sua immaturità, cercano di porre un limite alle sue pretese: di conseguenza nasce un conflitto che, per quanto doloroso, è necessario allo sviluppo di una personalità autonoma e originale».

    Il gruppo

    «Per l’adolescente la vita di gruppo è importantissima: rappresenta un momento di socializzazione fondamentale, spesso è anche la prima occasione per esprimere e sperimentare scelte personali, non imposte dalla famiglia o dalla scuola. Perché la vita di gruppo con gli amici sia positiva, però, è necessario che ogni singolo individuo non perda mai di vista la propria personalità, la propria unicità, la propria dignità di giovane uomo o donna che non può annullarsi in un indefinito branco.

    Esistono infatti molti rischi collegati alla vita del gruppo adolescenziale, tanti comportamenti sbagliati 5 e pericolosi che non rappresentano occasioni di crescita, ma soltanto esperienze inutili e dannose. Per evitare di cadere vittime di questi comportamenti bisogna costruire un proprio carattere solido, avere sempre il massimo rispetto di sé e degli altri, essere coscienti dell’importanza delle proprie azioni.

    È importantissmo fare in modo che il bisogno di consenso e di approvazione da parte degli altri non diventi mai un elemento capace di farci compiere dei gesti che sappiamo essere sbagliati e inopportuni; pensare con la propria testa è uno degli obiettivi fondamentali cui deve tendere un adolescente e non può mai essere sacrificato al bisogno di approvazione da parte della massa, neppure se questa massa è il proprio gruppo di amici».

    Far parte di un gruppo, non significa trascorrere ore insieme senza far nulla, chiacchierare di argomenti vuoti e insignificanti, ma è l’occasione per «comunicare, confrontarsi, scambiare esperienze; si possono affrontare tantissimi argomenti, da quelli di attualità a quelli più intimi (che magari si fatica a tirar fuori con gli adulti), ma sempre avendo il coraggio di aprirsi nel comunicare e nell’ascoltare gli altri». È questo un primo passo per fare del gruppo un luogo di crescita, anche quando il gruppo stesso non ha particolari finalità sociali od obiettivi da raggiungere

    Il bullismo a scuola

    Atteggiamenti antisociali possono verificarsi nelle scuole ad opera di alcuni ragazzi, chiamati bulli.

    Negli ultimi anni uno dei fenomeni più preoccupanti è l’aumento del bullismo, cioè degli atti di aggressività compiuti in genere nelle scuole da alcuni ragazzi verso i loro coetanei. Si dice che «un ragazzo subisce delle prepotenze quando un altro ragazzo, o un gruppo di ragazzi, gli dicono cose cattive e spiacevoli.

    È sempre prepotenza quando un ragazzo riceve colpi, pugni, calci e minacce, quando viene rinchiuso in una stanza, quando riceve bigliettini con offese e parolacce, quando nessuno gli rivolge mai la parola e altre cose di questo genere. Questi fatti càpitano spesso e chi li subisce non riesce a difendersi. Si tratta sempre di prepotenze quando un ragazzo viene preso in giro ripetutamente e con cattiveria. Non si tratta di prepotenze quando due ragazzi, all’incirca della stessa età, litigano tra loro o fanno la lotta».

    Le prevaricazioni, che il bullo mette in atto volutamente allo scopo di offendere l’altro e di arrecargli danno o disagio, possono essere di tipo fisico (dare calci, pugni, spintoni, ricoprire di sputi, tirare i capelli, ecc.), verbale (insulti, prese in giro, intimidazioni, provocazioni, taglieggiamento) e psicologiche (diffamazione, esclusione sociale dal gruppo).

    Chi è la vittima?

    È un bambino particolarmente fragile, insicuro, che ha un’opinione negativa di sé e delle proprie competenze. Se attaccato da altri compagni, si chiude in se stesso. «Non sa rispondere alle offese fisiche e verbali perpetrate dai coetanei, non sa accettare, o interpretare e, ancor meno, reagire agli scherzi dei compa gni; rimane generalmente passivo di fronte alle prepotenze».

    Chi è il bullo, cioè il ragazzo spavaldo che compie violenze e sopraffazioni? È una persona che sfoga il proprio malessere su chi ritiene più debole, che fa uso di violenza perché ha un forte bisogno di dominare gli altri, mentre mostra scarsa comprensione nei confronti delle vittime.

    Il bullo non agisce da solo, ma può contare sia sulla cooperazione di alcuni compagni che non intervengono e approvano tacitamente, sia su quella di chi partecipa direttamente al compimento dell’azione di sopraffazione, sia infine, su quella di chi, con la propria indifferenza, contribuisce a far calare il velo del silenzio e dell’omertà. Dunque «i compagni, nella quasi totalità dei casi, esprimono nei confronti della vittima antipatia e rifiuto, mentre l’atteggiamento verso il bullo varia in rapporto a circostanze diverse, inerenti a fattori individuali e contestuali. In ogni caso, anche se nel corso dell’età il bullo appare progressivamente sempre più rifiutato da buona parte dei coetanei, ciò non significa affatto che non susciti in altri simpatia e ammirazione».

    Ove gli atti di aggressività dovessero continuare, «per le vittime si prospetta, nell’immediato, una progressiva perdita di sicurezza e autostima che può concretizzarsi in attacchi di ansia e rifiuto di recarsi a scuola; nel lungo termine, il rischio di cadere in stati depressivi anche di grave entità. Di contro, per i bulli vi è il rischio di un uso sistematico e pervasivo della violenza che può concretizzarsi nella criminalità».

    Quali sono le cause psicologiche che soggiacciono al comportamento del bullo? Esse sono essenzialmente tre. Innanzitutto i bulli hanno un forte bisogno di potere e di dominio: pertanto compiono atti di violenza, «minacce, aggressioni solo per il gusto di mostrare la propria spavalderia, per esaltare l’autorità del capo e il coraggio dei suoi seguaci, per mettere alla prova gli aspiranti membri del gruppo. In questi casi è proprio il branco la causa della violenza: il bisogno di affermarsi e distinguersi compiendo azioni contro qualcun altro diventa la molla che spinge molti giovani a comportamenti violenti e distruttivi».

    Inoltre, i ragazzi violenti spesso costringono i coetanei a procurare loro denaro e oggetti di valore (cellulari, scarpe e abiti di marca). Infine, i bulli, cresciuti in ambienti degradati, hanno sviluppato un certo gra do di ostilità verso l’ambiente; questo potrebbe spiegare la soddisfazione che essi provano nell’infliggere danno e sofferenza agli altri. Chi vive in gruppo non deve farsi trascinare in storie losche, ma deve avere il coraggio di non fare tutto come gli altri e, se necessario, lasciare il gruppo. «Quanti scherniscono un simile atteggiamento non hanno senza dubbio il coraggio di imitarlo. La paura fisica rende spesso vigliacchi, e ciò è perfettamente comprensibile. È su questo che giocano i più grandi quando abbordano i piccoli all’uscita delle scuole o quelli che si uniscono in gruppo per aggredire una persona sola.

    È molto importante avere il coraggio di parlare subito agli adulti, perché si tratta di un fatto molto grave. Se gli adulti non vi prendono sul serio, insistete fino a quando non trovate qualcuno che vi possa aiutare. Sappiate anche che coloro che vi minacciano non sono sempre forti come vogliono sembrare. Parlarne con gli adulti serve a rendersene conto».

    In che modo la scuola può contrastare il bullismo e creare un clima positivo di convivenza tra tutti i discenti?

    Facendo ricorso a diverse tecniche, tra cui riunioni tra i componenti «di classe per discutere le difficoltà o i problemi personali vissuti»; incontri tra insegnanti, genitori e alunni; colloqui approfonditi con i bulli e le vittime; colloqui con i genitori degli studenti direttamente coinvolti nel problema.

    È bene sottolineare che, nel caso in cui si verifichino atti molto gravi di prepotenza, l’adulto ha il dovere di intervenire prontamente per contrastare il bullismo; invece, in quelli di lieve entità, è preferibile che non intervenga per non correre «il rischio di compromettere e sottovalutare le capacità infantili e adolescenziali di risoluzione di problemi a livello individuale e relazionale».

    Bullismo: deriva dall’inglese to bully, fare il prepotente, tiranneggiare. Nel periodo compreso tra il 2007 e il 2008, sono state compiute diverse imprese da adolescenti protagonisti di violenze. Ne ricordiamo alcune. Tre giovani marocchini, a Torino, hanno aggredito e picchiato il professore di inglese, perché voleva condurli dal preside dopo averli sorpresi a sputare addosso ad una bidella. Ancora: a Genova uno studente di 16 anni è stato ricoverato in ospedale con trauma cranico dopo essere stato picchiato da due coetanei. Infine, a Novara, un professore di disegno è stato preso a pugni nel corridoio della scuola da uno studente di terza media di origine sudamericana.

    La trasgressività

    Gli adolescenti insicuri e poco riflessivi, superficiali e chiusi, possono andare incontro a numerosi pericoli.

    I pericoli da cui deve guardarsi un adolescente, maschio e femmina, non sono soltanto quelli che possono nascere dalla scelta di un gruppo sbagliato o dalle tentazioni che il branco può offrire. Anzi, le insidie più pericolose sono legate ai comportamenti individuali, al rischio di deviazioni che possono avere conseguenze molto gravi.

    Adolescenti e giovani sono particolarmente esposti a questi pericoli perché la loro personalità è ancora in una fase di formazione, il loro equilibrio è per natura fragile e molto esposto ai condizionamenti esterni ma anche agli sbalzi di umore e ai cedimenti psicologici.

    I momenti di crisi, che tutti gli adolescenti attraversano, devono essere affrontati e controllati per evitare che inducano a comportamenti altamente rischiosi o a veri e propri crolli emotivi.

    Per evitare di cadere nelle trappole che vedremo, è importante sviluppare la comunicazione con gli altri, saper chiedere aiuto, avere il coraggio di affrontare i problemi. D’altra parte, gli amici e soprattutto gli adulti più vicini devono saper cogliere i piccoli segnali di crisi, le mezze richieste di aiuto non espresse con chiarezza, i sintomi di un possibile crollo psicologico.

    Quali sono i più palesi comportamenti autodistruttivi dei giovani? Ne citiamo alcuni.

    Molto frequenti soprattutto nelle adolescenti, sono l’anoressia e la bulimia, disturbi alimentari, legati cioè all’incapacità di nutrirsi in modo completo ed equilibrato.

    L’anoressia è una malattia che riguarda quasi esclusivamente le ragazze e le rende incapaci di mangiare per ragioni psicologiche (paura di ingrassare, paura di diventare donna, paura della propria sessualità nascente). Le ragazze anoressiche sono ovviamente magre e talora addirittura scheletriche, avendo infatti perduto molto del loro peso originario; esse possono arrivare anche al di sotto dei trenta chili.

    Una responsabilità non trascurabile viene attribuita ai messaggi distorti dei media che propongono un’immagine ideale di bellezza a cui soprattutto le adolescenti aspirano: quella delle top model dai corpi magri, snelli e slanciati.

    Nel novembre del 2006, due splendide top model brasiliane entrambe ventunenni, Ana Carolina Reston e Carla Sobrado Casalle, sono state stroncate dall’anoressia. Il governo italiano allora ha invitato gli stilisti a proibire le passerelle alle indossatrici eccessivamente magre e a far sfilare modelle che indossano almeno la taglia 46 o 48.

    Per avvicinarsi a quel modello, le ragazze sono sempre disposte a sacrifici inimmaginabili: diete rigidissime, esercizi fisici sfibranti e continuo controllo del proprio peso.

    La bulimia, al contrario, è il bisogno irresistibile di mangiare, di riempirsi senza avere fame, ingoiando quantità esagerate di cibo.

    Perché? Probabilmente – sono più ipotesi che certezze – gli adolescenti dimostrano una voracità irrefrenabile per compensare la depressione, per la mancanza di affetto e calore da parte dei genitori. Dunque l’iperalimentazione «non sarebbe altro che una fuga, una ricerca di rifugio, una specie di ubriacatura per dimenticare». Anoressia e bulimia possono essere curate, ma con molta fatica, attraverso terapie che prevedono l’intervento congiunto di psicologi e medici specialisti dell’alimentazione.

    Un altro disturbo, tipico degli adolescenti, consiste nel rinchiudersi in se stessi, rifugiandosi in un mondo virtuale. I giovani, anziché confrontarsi con la realtà, tendono ad isolarsi da essa e trovano rifugio nella dipendenza televisiva o nell’abuso di Internet. Gli adolescenti, piuttosto che rinchiudersi nella propria camera in compagnia solo di televisione e computer, devono sviluppare rapporti interpersonali seri e profondi.

    Nel mondo giovanile oggi si notano con una certa frequenza comportamenti eccessivi che oltrepassano la soglia del possibile e si collocano all’interno di quel fenomeno chiamato cultura del rischio. Le cosiddette bravate degli adolescenti – ovviamente, non di tutti – riguardano i giochi pericolosi, le gare in auto o in moto a velocità altissima, l’uso di sostanze stupefacenti, l’abuso di tabacco e di alcol. Si tratta, ovviamente, di comportamenti privi di senso, che servono solo a misurare il coraggio e a vedere fin dove si può arrivare.

    In genere, si ritiene che tali comportamenti pericolosi siano dovuti ad incoscienza – per cui uno si crede invulnerabile – , ad un eccesso di competitività (allo scopo di dimostrare la propria superiorità) e, sia pure meno frequentemente, siano sintomo di altri disagi, di un’insoddisfazione profonda, di un disprezzo verso se stessi e della voglia di punirsi facendosi del male.

    L’adolescente, nella sua fragilità psicologica, spesso per sentirsi più grande, L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda le passerelle solo a top model con un peso non inferiore a 56 chili per 175 centimetri di altezza.

    Gli adolescenti si avvicinano pure alle droghe, soprattutto hascish e marihuana, per non sentirsi isolati dal gruppo o per le insidie che gli provengono dal mondo degli adulti. I ragazzi pensano che l’uso delle droghe, fino a qualche anno fa definite leggere, sia soltanto una trasgressione tipicamente giovanile; in realtà non dipende da un bisogno giovanile e dalla voglia di trasgredire, ma da precisi interessi economici delle associazioni malavitose.

    Coloro che si lasciano tentare dalle droghe, perché alcune provocano sensazioni piacevoli ed uno stato di benessere ed altre sembrano dare più forza ed energia, non si facciano illusioni: l’uso abituale di sostanze stupefacenti causa uno stato di intossicazione periodica o cronica all’organismo; inoltre, entrare nella spirale della droga significa imboccare una strada senza ritorno. Di conseguenza il loro uso non serve a far star bene i giovani, ma accentua il desiderio di fuga dalla realtà.

    Tra i comportamenti più allarmanti vi è l’uso che i ragazzi, anche giovanissimi, fanno dell’alcol. «Scolarsi una bottiglia di wodka o di grappa può essere un modo per sconfiggere la noia facendo qualcosa di diverso ma è anche una sfida, una sorta di provocazione al mondo degli adulti e alla società, collegata al bisogno di avventura e di trasgressione.

    Alla base c’è il bisogno del brivido o di qualcosa che faccia sentire eroi per un momento o una sera. La gran parte degli adolescenti ricerca il rischio per il bisogno di piacere agli altri o emergere dall’anonimato. La sbronza, così, diventa un modo per sentirsi più forti e coraggiosi, per avere una marcia in più ma al contempo per farsi notare e ottenere l’attenzione degli altri.

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