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Adolescenti
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E-book273 pagine3 ore

Adolescenti

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Info su questo ebook

Il libro presenta un vasto panorama di sapienti consigli per superare gli ostacoli più difficili che incontrano i giovani nella nostra società ultra-moderna.

Sostiene i ragazzi a trovare aiuti validi e affidabili per affrontare le difficili tematiche di oggi.

Mettendo in pratica i preziosi suggerimenti qui esposti se ne otterranno ricche ricompense e immancabilmente ne gioiranno per tutta la loro vita.

Tutti coloro che applicano queste pregiate esortazioni potranno unirsi ai milioni di giovani e adolescenti tra la fanciullezza e l'età adulta, che, mediante l'uso, useranno al meglio le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male.

Nel rispondere alle necessità e nel capire i pensieri e i sentimenti dei giovani, gli argomenti qui descritti forniranno ai giovani gli strumenti necessari da mettere in pratica per diventare un adulto responsabile e felice.

Ogni articolo è il risultato di ricerche approfondite.
LinguaItaliano
Data di uscita30 ago 2017
ISBN9788892682634
Adolescenti

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    Anteprima del libro

    Adolescenti - Sergio Felleti

    [1A]

    PERCHE’ Il mio corpo STA CAMBIANDO?

    Tre dei passaggi cruciali nel percorso adolescenziale rivelano:

    Cosa significa essere adolescenti?

    Quali sono i vissuti che l'adolescente porta a scuola?

    Che cosa influisce sulle sue azioni e reazioni?

    Ogni adolescente ha certamente le sue caratteristiche individuali uniche e irripetibili, ma ci sono aspetti di base che accomunano tutti gli individui adolescenti, per lo meno quelli delle ultime generazioni appartenenti alla cultura occidentale. Sono aspetti di sensibilità e vulnerabilità che viviamo anche una volta adulti, ma che assumono nell'adolescenza caratteristiche particolare ed emergono all'interno dei particolari passaggi della crescita.

    Il corpo che cambia

    Il primo passaggio importante è quello del cambiamento corporeo. La perdita del corpo infantile che avviene a seguito dello sviluppo puberale, ha ripercussioni importanti sul piano dell'identità personale soprattutto se il corpo ne rappresenta uno degli elementi principali (se cioè abbiamo pochi altri elementi per mantenere un senso di continuità nel passaggio dall'infanzia all'età adulta).

    Non ci troveremo più, nel corso della vita, ad affrontare un cambiamento così radicale nell'aspetto fisico, come quello che avviene durante l'adolescenza, se non in caso di gravi incidenti o malattie. Normalmente, il corpo cambia così lentamente da darci quasi l'impressione che resti fermo. Questo ci permette di adattarci gradualmente ai cambiamenti dovuti al passare del tempo. Il cambiamento che avviene durante lo sviluppo invece, comporta una revisione totale dell'identità corporea, costringendo l'individuo adolescente a passare abbastanza velocemente da un corpo bambino ad un corpo adulto.

    Il corpo che cambia rapidamente attrae l'attenzione del/lla ragazzo/a che passa molto tempo davanti allo specchio e si confronta continuamente con gli altri: nessuno è mai soddisfatto del proprio corpo. Ne deriva un senso di estraneità e di inadeguatezza che sono tra le cause della grande sensibilità in questa età, al giudizio degli altri, soprattutto a quello dei coetanei, proprio per il bisogno di avere una conferma esterna dell'accettabilità del nostro corpo anche dopo il cambiamento.

    Da adolescenti poi, per una forma di egocentrismo adolescenziale, pensiamo di essere sempre al centro dell'attenzione degli altri e questo aumenta ancora di più la sensibilità al loro giudizio. E’ quindi normale porre a se stessi le seguenti domande:

    Quando ti sei reso conto che il tuo corpo era cambiato?

    Che effetto ti ha fatto?

    Quale parte del tuo corpo ti crea (o ti ha creato) più problemi?

    Che ripercussioni ha nel rapporto con gli altri?

    Anche il proprio pensiero cambia

    Il secondo passaggio importante è costituito da quello che viene definito lo sviluppo del pensiero astratto. La maturazione del sistema nervoso ci consente nell'adolescenza di sviluppare la capacità di andare oltre i fatti concreti elaborando ipotesi e teorie sulla realtà al di là di quella che viviamo personalmente.

    Tale capacità, che permette di assumere una posizione più distanziata e critica nei confronti di se stessi e degli altri, non sempre viene vissuta come un'acquisizione positiva.

    Quando cominciamo ad avere consapevolezza dei nostri e degli altrui sentimenti, il mondo ci sembra improvvisamente più complicato e ambiguo e le ondate di pensieri e sentimenti che ci assalgono possono sopraffare la nostra capacità di affrontarli.

    Per questo a volte abbiamo bisogno di allontanarci dal mondo sociale (ritirandoci in noi stessi) o dalle riflessioni in generale (scegliendo attività magari considerate superficiali ma che ci permettono di non pensare).

    Il cambiamento di atteggiamento nei confronti della realtà, permette una nuova consapevolezza del nostro Sé che risulta però diviso in un Sé reale, costituito dai sentimenti più intimi e dalle idee personali da tenere segreti, e un Sé apparente composto dalle caratteristiche da mostrare agli altri.

    Questo darà un senso di precarietà e vaghezza al nostro senso di identità che si risolverà solo con la fine dell'adolescenza. Intimità e segretezza ti creano due domande:

    Quali sentimenti preferisci tenere segreti?

    Quali invece vuoi mostrare agli altri?

    Come si modifica il rapporto con i genitori?

    Rendersi conto che la realtà può essere interpretata secondo diversi punti di vista, porta ad una visione più relativistica di quello che la realtà è. E questo introduce il terzo passaggio che riguarda la separazione dalle figure genitoriali. Separazione che va intesa più in senso emotivo che fisico dal momento che la maggior parte degli adolescenti non si allontana ancora dalla famiglia.

    I genitori che durante l'infanzia e la fanciullezza erano considerati come depositari di verità e valori assoluti, ora vengono considerati come persone comuni (relativizzati appunto), con le insicurezze e i problemi che caratterizzano la vita di tutti e quindi anche meno essenziali per la conferma della propria identità, conferma che comincia a essere ricercata nei rapporti extra familiari: nell'amicizia, nei rapporti sentimentali, con altri adulti.

    Durante l'adolescenza passiamo gradualmente da uno stato in cui l'aiuto, la guida, il sostegno, l'approvazione e la rassicurazione provengono dai genitori (dipendenza), a uno stato intermedio in cui il sostegno e l'approvazione provengono dalle amicizie , dai rapporti sentimentali, dai rapporti con altri adulti, per arrivare allo stato in cui siamo in grado di pensare, valutare, fare scelte, prendere decisioni, seguendo il nostro punto di vista, senza grossi incoraggiamenti esterni (autonomia).

    Durante questo percorso si susseguono vari stati emotivi: la rabbia (nei confronti dei genitori per la scoperta dei loro limiti), la colpa (per l'allontanamento da loro), il senso di indipendenza (dopo aver ritrovato un equilibrio) e tutto avverrà tanto meno dolorosamente, quanto più stabile e sicuro sarà stato l'attaccamento.

    Quando da adolescenti abbiamo problemi personali (per esempio una flessione più o meno prolungata dell'impegno scolastico), questi sono quasi sempre legati alle rielaborazioni emotive dei nostri legami di attaccamento (cioè al cambiamento dell'immagine che abbiamo dei nostri genitori, alla relativizzazione dei valori e delle norme familiari, alla separazione più o meno concreta dalla famiglia).

    Domandati:

    Che rapporto hai tu adesso con i tuoi genitori?

    Come è cambiato il rapporto con loro da quando sei cresciuto/a?

    In che occasione ti sei opposto/a per la prima volta seriamente a tuo padre (o a tua madre)?

    Come dicevamo dunque, essere adolescenti significa trovarsi in uno stato di generale sensibilità e vulnerabilità in cui il giudizio, la considerazione e il riconoscimento da parte degli altri assumono un'importanza particolare. L'insicurezza e la vergogna sono sentimenti all'ordine del giorno. E' tra questi temi, che attraversano trasversalmente questa fase di crescita, che si orienta l'individuo adolescente. Naturalmente essere adolescenti significa molte altre cose.

    [33]

    L’INCUBO DELL’ADOLESCENZA E’ IL CORPO CHE CAMBIA

    La pedagogista Anna Rezzara: «Nel momento del distacco dai genitori, i ragazzi hanno bisogno di trovare a scuola delle figure autorevoli che sappiano coinvolgerli. È l’età in cui devono imparare a separarsi temporaneamente da mamma e papà, alla ricerca di una loro identità per proiettarsi verso il futuro.

    E alla scuola media spetta un compito delicato: orientarli agli studi ma anche alla vita. «I ragazzi tra gli 11 e i 14 anni vivono una fase di profondi cambiamenti, è un periodo di crescita ma anche di confusione» sottolinea Anna Rezzara, professore ordinario di pedagogia alla Facoltà di scienze della formazione all’Università Bicocca di Milano.

    Sono allievi «difficili»?

    «Spesso, quando si parla di adolescenti ci si preoccupa dei loro atteggiamenti aggressivi, dei rischi psicologici, di disturbi alimentari come bulimia o anoressia, trascurando il perché di quei comportamenti. A quest’età, al centro dei loro pensieri c’è il corpo, che si trasforma continuamente. Sono quindi concentrati a definire la loro immagine ma, allo stesso tempo, stanno anche lasciando il mondo spensierato dell’infanzia e il bisogno di essere guidati, per cui sono alla ricerca di una propria dimensione personale per poter diventare persone più autonome».

    E la scuola che ruolo occupa nella loro vita?

    «Di solito la vivono come un tunnel dal quale uscire al più presto: si va in classe, il docente spiega la lezione, assegna i compiti, interroga. Ma l’allievo va a scuola con le sue emozioni, una sessualità nascente, il bisogno di identificarsi in alcuni modelli».

    Di cosa hanno bisogno, quindi?

    «Di una scuola in cui fare esperienze di apprendimento, che tenga conto di questa loro fase di passaggio in cui stanno cercando di capire chi sono. E li consideri persone nella loro interezza, con una testa ma anche un corpo».

    Sono anche gli anni dei primi approcci sessuali, se non dei primi rapporti!

    «Oggi i ragazzi sono più informati ma anche più fragili. Sono senz’altro utili l’informazione e l’educazione sessuale nelle scuole, ma ripeto: occorre porre al centro lo sviluppo integrale della persona, con le sue emozioni, gli affetti ma anche le scelte legate al bisogno di definire la propria identità imitando vari modelli prima di trovare il proprio».

    Possono essere anche gli insegnanti?

    «Per progettare come saranno da grandi, gli adolescenti hanno bisogno di trovare adulti autorevoli e credibili come riferimento. Dalle nostre ricerche emerge che i ragazzi apprezzano l’insegnante che riesce a coinvolgerli, è fuori dagli schemi, si rivolge a loro con una proposta decisa, impone delle regole da rispettare».

    Dunque, occorre «sorprenderli»?

    «Fa presa sui ragazzi un insegnamento che non sia di tipo meccanico, ma motivato e motivante, che promuova lo spirito critico, lasci spazio al dibattito, valorizzi il lavoro di gruppo. Non è un caso se gli adolescenti preferiscono i laboratori e le gite d’istruzione: in questi casi la scuola esce dai suoi confini e dà l’opportunità di fare altre esperienze.

    La stessa valutazione, bestia nera degli studenti, se usata bene diventa utile per l’adolescente che sta cercando di capire chi è: dandogli un giudizio, infatti, l’insegnante gli rimanda l’immagine di sé, di ciò che sa fare o potrebbe fare, imparando dagli errori».

    [34]

    CHE COSA FARE SE NON MI PIACCIO?

    Problema 1:

    Ciao… sono Anna e ho 16 anni. Invidio le ragazze belle. Vorrei tanto piacermi allo specchio. Aiuto, io non mi piaccio, non mi piaccio per niente. Sono grassa, ho un corpo sformato, sono 57 kg e sono bassa… circa 1.58/59. A parte il mio ‘grandioso’ fisico, non ho un bel viso... ho un naso molto sporgente.

    Io però non mi trascuro, mi trucco e faccio il possibile per vestirmi meglio. Il fatto è che non mi piaccio, sono insicurissima.

    Tutte le mie amiche sono perfette. Io sono la più brutta del gruppo, e ciò non sai quanti disagi crea. Provo astio e invidia in ogni bella ragazza che vedo e cerco di imitarla, copiarla, con la vana speranza di migliorare… e di ritrovare me stessa. Provo a dimagrire, ma non ci riesco.

    Quanto vorrei stare bene con me stessa, guardarmi allo specchio e piacermi… quanto vorrei specchiarmi nelle vetrine dei negozi quando sono con le mie amiche, e non vedere quell’immensa differenza tra me e loro.

    Per questo sono sempre triste... molte volte piango, e ogni sera il mio unico pensiero è migliorarmi. Penso sempre ad ogni metodo per rendermi più carina. Ho tantissimi difetti. Non sono in pace con me stessa, non sto bene con me stessa, non mi amo per niente... anzi, talvolta mi odio. Aiuto.

    Risponde Giancarla (assistente sociale):

    Ciao Anna! Sarebbe troppo facile ricordarti che bisogna essere belle dentro e farti tutta la morale della sensibilità e della disponibilità… che sono le doti che vincono sulle bellone!

    Ma tu hai l’urgenza di sentirti migliore subito subito… e non ti sei accorta che fatta la domanda… ti sei data anche la risposta, mia cara, e hai individuato il percorso su cui devi lavorare affinché succeda il miracolo… e il bellissimo cigno che è in tutte noi …impari a volare!

    Non sei in pace con te stessa, non ti ami e non ti fai compagnia e soffri di un terribile senso di inferiorità rispetto alle amiche che sembrano tutte migliori di te. Ma sarà così vero? Pensi che nessuna di loro si lamenta dei propri difetti? Esiste la perfezione? Proviamo a parlarne un po’ …

    In pratica tu dici di non riuscire a dimagrire: hai chiesto ai tuoi genitori di poter andare da un dietologo e seguire una dieta adeguata alla tua età, in rapporto alla tua altezza e ossatura?

    Sicuramente togliendo un po’ di pasticci mangiati durante la giornata, privilegiando frutta e verdura nei fuori pasto e facendo una decina di minuti al giorno di camminata veloce, vedrai risultati nel giro di poco tempo e senza quasi accorgertene perderai peso, acquistando così quella taglia che sembra fare la differenza rispetto alle amiche.

    Ma devi essere costante e decisa. Ciò non vuole assolutamente dire di non mangiare, ma mangiare meglio, in modo più sano, ottenendo una conseguente pelle più luminosa, meno rotolini, e un benessere che si vedrà anche nel tuo rapporto con le grandiose amiche.

    Per migliorarsi esteticamente, non credo che l’idea migliore sia ricoprirsi con il trucco, si rischia l’effetto mascherone. Privilegia un trucco leggero che valorizzi la parte del tuo viso che più ti piace. Punta sugli occhi, senza coprirli con tonnellate di ombretto, ma con il mascara per farti ciglia da sballo, che sottolineano lo sguardo rendendolo più seducente. Sulle labbra, no a rossetti improbabili da trentenne, esistono tonalità lucidissime che rendono bellissime anche le labbra più invisibili.

    Cerca il tuo stile, che magari non è quello delle amiche, privilegia un colore, un particolare che ti personalizzi, che ti renda riconoscibile e unica.

    E ora parliamo dell’altra faccia della bellezza che ci fa così tanto soffrire tutte. A volte in adolescenza può esserci un periodo in cui non c’è ancora armonia, fra quello che si vorrebbe essere e il corpo che sta cambiando, ma per questo ci vuole solo un pochino di pazienza.

    Brufoli, seno (poco o tanto), altezza (nanerottole o vichinghe), imbranate come foche, timide e aggressive, lunatiche dal pianto facile, e gli specchi delle adolescenti sono tutti (e dico tutti) impietosi e terribilmente critici al ribasso. Pensi che la bellezza sia veramente solo l’essere magre, dipinte, vestite come milioni di altre ragazze?

    Cosa dici se ti dico che la vera bellezza bisogna costruirla principalmente da dentro? Ti arrabbi se ti dico che è la tua tristezza che ti rende meno bella delle tue amiche? Impara a valorizzare i tuoi difetti, impara a sorriderne per prima, a godere della compagnia di queste amiche e a trovare il tuo posto, non da brutto anatroccolo e nemmeno da replicante di quello che non sei.

    Non tutte (direi proprio la maggioranza di noi ragazze) possiamo essere delle top model! Ti parlavo prima di sguardo… credi che sia solo il trucco a costruirlo?

    Se dietro allo sguardo non ci sono pensieri, non c’è ironia, non c’è anche sofferenza e sensibilità, credi proprio che sia uno sguardo che lascia il segno e che comunica la tua personalità?

    Diventare seducenti e seduttive, non vuole dire solo trovare conferma nell’approvazione degli altri, nella fisicità, ma vuole dire creare la propria personalità e arricchirla anche con la tolleranza verso i propri limiti fisici.

    Se lavorerai un po’ su queste riflessioni, riuscirai a superare anche il disagio che stai vivendo, lascerai volare la vera Anna e sarai sicuramente più simpatica a te stessa e agli altri e certamente la tua bellezza diventerà visibile anche ai tuoi occhi.

    Se questo lavoro ti sembra troppo difficile da fare da sola, puoi rivolgerti al Consultorio Giovani più vicino a casa tua, e troverai sicuramente un operatore che potrà accompagnarti in questo percorso e aiutarti, quando ti sembrerà insormontabile. Fatti sentire sul sito e se vuoi continueremo a parlare. Un ciao a te da Giancarla.

    Problema 2:

    Non mi piaccio e quindi come potrei piacere agli altri? Vivo tra Roma (dove sono insegnante di matematica e ricercatore) e una città del centro Italia sulla riviera adriatica, dove sono nato e dove ho mantenuto le amicizie più significative.

    Le scrivo perché sono afflitto da un problema devastante, che ritengo sia nato con me 32 anni fa. Non ho mai avuto una ragazza e non ho mai avuto la possibilità di amare ed essere amato (con i miei familiari mi vedo poco e comunque non è

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