Alessitimia, un mondo senza emozioni
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L'Alessitimia è un problema più frequente di quanto non si creda, che rende difficile la convivenza con le persone che ne sono affette.
Da qualche anno a questa parte gli psicologi stanno facendo uno sforzo per divulgare l'importanza dell'Intelligenza Emotiva e il modo di utilizzarla a favore proprio e degli altri.
Questo libro si unisce a quello sforzo di divulgazione, cercando di fornire le risposte a domande su cosa siano le emozioni, su come influenzino le nostre decisioni e, soprattutto, su come possiamo servircene nella nostra vita quotidiana.
Scopra tutti i concetti chiave riguardanti l'Alessitimia e come prevenirla. Nel caso in cui ne fosse affetto impari come trovare la soluzione, in modo da migliorare le sue relazioni interpersonali.
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Anteprima del libro
Alessitimia, un mondo senza emozioni - Juan Moises de la Serna
Alessitimia
Un Mondo Senza Emozioni
Di
Juan Moisés de la Serna
Tradotto da Jois Nigrisoli
PrefaZIONE
L'Alessitimia è un problema più frequente di quanto non si creda, che rende difficile la convivenza con le persone che ne sono affette.
Da qualche anno a questa parte gli psicologi stanno facendo uno sforzo per divulgare l'importanza dell'Intelligenza Emotiva e il modo di utilizzarla a favore proprio e degli altri.
Questo libro si unisce a quello sforzo di divulgazione, cercando di fornire le risposte a domande su cosa siano le emozioni, su come influenzino le nostre decisioni e, soprattutto, su come possiamo servircene nella nostra vita quotidiana.
Scopra tutti i concetti chiave riguardanti l'Alessitimia e come prevenirla. Nel caso in cui ne fosse affetto impari come trovare la soluzione, in modo da migliorare le sue relazioni interpersonali.
Senza emozioni sei
E questo ti ha confuso
Ma non ti preoccupare
Perché così sei nato.
Stando con gli altri sai
Di essere incompreso
Hai dovuto imparare
E ci sei già riuscito.
—-AMORE—-
Indice
PrefaZIONE
Indice
Ringraziamenti
Nota Legale
Capitolo 1. Le Emozioni
Capitolo 2. Che Cosa Ci Emoziona?
Capitolo 3. Il Mondo Emotivo
Capitolo 4. ¿Cosa sono le emozioni?
Capitolo 5. Definire l'Emozione
Capitolo 6. Il Cervello Emotivo
Capitolo 7. L'Origine delle Emozioni
Capitolo 8. Emozioni e Salute
Capitolo 9. Definire la Alessitimia
Capitolo 10. Il profilo della Alessitimia
Capitolo 11. I Sintomi della Alessitimia
Capitolo 12. L'Origine della Alessitimia
Capitolo 13. Conseguenze dell'Alessitimia
Capitolo 14. Le Basi Neuronali dell'Alessitimia
Capitolo 15. Alessitimia e malattie Psicosomatiche
Capitolo 16. Alessitimia e Disturbi Psicologici
Capitolo 17. Trattare l'Alessitimia
Capitolo 18. Lavorare per Prevenire l'Alessitimia
Bibliografia
Juan Moisés de la Serna
Altri Libri di Juan Moisés de la Serna (in lingua spagnola)
Dedicato ai miei genitori
Ringraziamenti
Colgo l'occasione per ringraziare qui tutte le persone che con i loro contributi hanno collaborato alla stesura di questo testo, specialmente il Governo delle Isole Canarie, il Dott. Pedro Luis Nieto, Segretario del Dipartimento di Psicologia e Pedagogia dell'Università CEU-San Pablo, la D.ssa Jaci Molins Roca, Direttrice del master universitario di coaching personale e organizzativo dell'Università Rovir i Vigili, la Sig.ra Virginia de la Iglesia, Specialista in dipendenza emotiva, alta sensibilità e famiglia tossica, e la Sig.ra Laura Sánchez, Docente, Coach e Consulente di affari online.
Nota Legale
Non è permessa la riproduzione, totale o parziale, di questo libro, né la sua incorporazione a sistemi informatici, né la sua trasmissione in qualsiasi forma e modalità, sia essa elettronica, meccanica, tramite fotocopia, registrazione o altri mezzi, senza il previo permesso scritto dell'editore. L'infrazione dei diritti summenzionati può costituire delitto contro la proprietà intellettuale (ai sensi degli artt. 473 e ss. del vigente Codice penale).
Chi dovesse aver bisogno di fotocopiare o scannerizzare alcuna parte di quest'opera si rivolga al CEDRO (Centro Español de Derechos Reprográficos). È possibile mettersi in contatto con il CEDRO tramite il web: www.conlicencia.com, o per telefono ai numeri +34 91 702 19 70 / +34 93 272 04 47.
Print Length: 115 pages
Language: Spanish
© Juan Moisés de la Serna, 2015
Capitolo 1. Le Emozioni
Le emozioni fanno parte della vita, anche se a volte possiamo non rendercene conto esse sono presenti in ognuna delle nostre azioni e nelle decisioni che prendiamo, per questo è importante studiarle. Fin da quando ci si alza al mattino le emozioni si attivano per dare conto di come ognuno sente e vede quello che lo circonda. Un brutto sogno, un dolore costante mentre si cercava di dormire o una preoccupazione che non ci abbia fatto chiudere occhio per tutta la notte bastano a farci alzare di cattivo umore. Con questo atteggiamento è difficile passare una buona giornata, sembra che tutto ci dia fastidio, una frase detta da qualcuno o un semplice sguardo possono farci saltare o dimostrare nella maniera peggiore la nostra rabbia o il nostro fastidio. Quando invece ci svegliamo dopo una notte tranquilla, in un posto da sogno, durante le vacanze, insieme alla persona che amiamo, tutto si colora di rosa, ci sembra che il mondo si fermi e diventi più pacifico.
Attribuiremo qualsiasi possibile inconveniente a cause passeggere e senza importanza, distribuiremo sorrisi e belle parole a destra e a manca
, e non avrà importanza se gli altri avranno fatto qualcosa oppure no. Ma le emozioni non sono solo quelle che si sentono e si esprimono dall'interno verso l'esterno, sono anche quello che siamo capaci di percepire negli altri. Viviamo in un modo eminentemente sociale, in cui tutti sono in grado di identificare un'espressione di disapprovazione, uno sguardo malizioso o un sorriso sincero.
Sono molti gli indizi che aiutano a capire che cosa succede intorno a noi, uno dei componenti principali è il linguaggio, verbale e non verbale. Riguardo al primo, aiuta a comprendere l'altro, non solo tramite il contenuto di ciò che viene detto (Ti amo!
, Non voglio più vederti!
...) ma attraverso il volume (sussurrando, gridando...) e il tono con cui viene detto (sinceramente, con sarcasmo...).
Il linguaggio non verbale si esprime attraverso la distanza che viene mantenuta rispetto all'altra persona (vicino, lontano...), la posizione del corpo (inclinati in avanti o indietro...) e il gesticolare, sia delle mani (con il pugno chiuso in gesto di minaccia o con la mano stesa, offrendola...) che del viso (alzando o aggrottando le sopracciglia, aprendo e chiudendo molto la bocca...) La faccia è il miglior biglietto da visita. Il viso e la sua gestualità sono diventati elementi importanti che servono sia ad esprimere le emozioni che ad identificarle nell'altro. Ciò è vero al punto che i neonati prestano più attenzione ai visi che a qualsiasi altro stimolo, per cui si può affermare che siamo predisposti ad analizzare le facce.
La faccia possiede più di trenta muscoli, che vengono controllati tramite nervi craniali come il facciale, l'oculomotore, il trocleare o il trigemino, dai quali il cervello riceve le informazioni propriocettive che gli servono a identificare le proprie emozioni mentre attiva la muscolatura adatta a esprimerle. Benché siano stati identificati alcuni modelli ricorrenti di espressione delle emozioni, sembra che esse contengano un alto grado di apprendimento sociale. Secondo gli studi transculturali, a seconda della regione del mondo in cui ci si trova la stessa emozione può venir espressa in un modo oppure in un altro. Ciò nonostante, quasi tutti sono in grado di riconoscere queste caratteristiche:
- Chiusura delle sopracciglia curvate e sollevate, pelle stirata sotto gli occhi, rughe orizzontali sulla fronte, palpebre e mandibola aperte, davanti a una sorpresa.
- Sopracciglia chiuse e contratte, rughe al centro della fronte, palpebra superiore aperta, bocca e labbra aperte o tese, per la paura.
- Labbro superiore rialzato, guance sollevate, sopracciglia basse, naso raggrinzito, per il disgusto.
- Sopracciglia abbassate e contratte su se stesse, palpebra inferiore tesa, labbra strette, linee verticali tra le sopracciglia, per la collera.
- Angoli della bocca rialzati e spinti indietro, guance sollevate, rughe sotto la palpebra inferiore, rughe a zampe di gallina
, piega naso-labiale, per la felicità.
- Occhi rivolti in alto, angoli della bocca verso il basso, angoli delle palpebre superiori sollevati, per la tristezza.
Partendo dall'idea di base che i membri di una stessa società condividono caratteristiche chiaramente identificative riguardo al modo in cui esprimono le proprie emozioni sul viso, è stata sviluppata una serie di tecniche che automatizzano il processo, permettendo di individuare qualsiasi emozione semplicemente osservando un'immagine del viso di una persona. Queste tecniche sono state denominate tecniche di riconoscimento automatico delle emozioni.
Quella di identificare le emozioni sul viso degli altri è un'abilità che nel neonato si va modellando fin dai primi istanti di vita, grazie alla sua innata capacità di imitazione. Ma è un'abilità che, lungi dal rimanere stabile nel tempo, decresce gradualmente con l'età, o per lo meno questo è ciò che ha dimostrato una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica Psychological Science, realizzata in Germania dall'Istituto per lo Sviluppo Umano Max Planck [1]. Lo studio inizia con una verifica dei risultati ottenuti in precedenza, secondo i quali era stato osservato che gli uomini hanno più difficoltà delle donne a riconoscere le emozioni dell'altro, avendo bisogno di un maggior tempo di esposizione al viso che esprime l'emozione da identificare, prima di essere in grado di dare una risposta corretta.
I risultati precedenti mostrano anche che le persone anziane incontrano più difficoltà dei giovani ad analizzare le emozioni dei loro simili. Il nuovo studio è stato realizzato su cento coppie divise in due gruppi d'età, tra i venti e i trent'anni (gruppo dei giovani) e tra i settanta e gli ottant'anni (gruppo degli anziani) ed è consistito nell'osservare come si comportano i soggetti e se siano capaci di identificare le emozioni del proprio partner. I due gruppi hanno ottenuto risultati tra loro simili.
Questo apparente miglioramento del gruppo degli anziani, che normalmente ottenevano risultati peggiori, si spiega con l'esperienza accumulata previamente nel corso di una vita passata insieme, che permette di utilizzare altri segnali, oltre all'espressione del viso, per capire cosa l'altro stia sentendo.
Nell'ambito dello studio delle caratteristiche identificative delle emozioni, sono state sviluppate delle tecniche di ricerca basate su modelli ricorrenti nell'uso della voce, attraverso le quali è stato dimostrato come, quando si viene sottoposti a determinate emozioni come lo stress, nella produzione verbale si verifichino delle distorsioni
che permettono di complementare i risultati dello studio dell'espressione facciale. Tale è l'importanza dell'espressione non verbale, specialmente di quella della comunicazione