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Radicalità evangelica: Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo
Radicalità evangelica: Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo
Radicalità evangelica: Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo
E-book125 pagine1 ora

Radicalità evangelica: Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo

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Info su questo ebook

Prefazione di Angelo Scola
Il termine "radicale" si riferisce soprattutto all'idea di "radice". Indica quindi qualcosa che è sorgivo, frontale, genuino, originario, autentico. Radicalità, perciò, vuol dire rifarsi all'originario cristiano: al Vangelo di Gesù e in particolare al discorso della Montagna, le Beatitudini, la Magna Charta del Cristianesimo.
Beniamino Pizziol
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788865126523
Radicalità evangelica: Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo

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    Radicalità evangelica - Angelo Scola

    Beniamino Pizziol

    Radicalità evangelica

    Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo

    © 2018, Marcianum Press, Venezia

    Marcianum Press

    Edizioni Studium S.r.l.

    Dorsoduro, 1 – 30123 Venezia

    t 041 27.43.914 – f 041 27.43.971

    marcianumpress@marcianum.it

    www.marcianumpress.it

    Impaginazione: Tomomot, Venezia

    ISBN 978-88-6512-652-3

    In copertina:

    Giovanni Bellini, Battesimo di Cristo (1500-1502), tempera su tavola.

    Il centro della composizione è il volto di Gesù Cristo, nella giovanile bellezza del Verbo di Dio fatto uomo, che sorge dalle acque del fiume Giordano con la perfezione dell’umanità senza traccia di peccato. L’acqua del fiume si ferma ai piedi del Cristo, per evitare che vi si specchi, non potendo esistere più di una figura divina. Alla sua sinistra è l’imponente figura del Battista e alla sua destra tre figure femminili che personificano le virtù teologali. Il vertice della composizione è la figura del Padre celeste, circondato di cherubini e serafini, da cui scende la colomba simbolo dello Spirito Santo. La Trinità divina è presente in questo momento epifanico del Salvatore, che si rivela vero Dio e vero uomo. La natura stessa partecipa a tanta bellezza nello splendore di un mattino che ha la più bella aurora, la più bella alba della pittura italiana – il nuovo giorno che inizia il Regno di Dio – che spande sul creato la luce che dà tonalità e cromatismo ad un paesaggio veneto che partecipa all’incanto del Battesimo. In primo piano un pappagallo rosso ci ricorda la sua funzione di annunciare il basileus nell’impero romano e che con il colore rosso ricorda la Passione futura di Cristo, appoggiato su un tronco reciso, anche questo simbolo del passaggio dalla morte alla vita. Quel tronco ci ricorda le parole di fuoco rivolte da Giovanni – alle rive del fiume Giordano – ai farisei e sadducei: Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. (Mt 3,10-11).

    Nota introduttiva

    Le seguenti meditazioni, sgorgate dalla fonte viva dei ritiri spirituali al clero della diocesi di Vicenza nel tempo di Avvento e di Quaresima, ci invitano a riflettere sui temi che connotano la vita cristiana, plasmata dalla misericordia e pensata nella forma della radicalità evangelica per cui nulla e nessuno deve essere mai anteposto all’amore di Cristo.

    Nel proporre queste meditazioni mons. Pizziol si è evidentemente rifatto alla secolare e fruttuosa esperienza della lectio divina, partendo dalla lettura del testo, passando attraverso la meditazione che mostra le implicazioni per la nostra vita personale e comunitaria, per arrivare infine alla preghiera e alla contemplazione del sacramento dell’Eucaristia nell’atteggiamento dell’adorazione.

    ISBN: 9788865126523

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Prefazione

    PARTE PRIMA

    Nulla anteporre all’amore di Cristo

    La dimensione escatologica

    Una chiesa povera per i poveri

    Fecondità spirituale e materiale del perdono

    È possibile vivere e testimoniare la radicalità evangelica nel nostro tempo?

    PARTE SECONDA

    La lavanda dei piedi: un gesto fondativo per la vita della Chiesa

    Il Paradosso della Trasfigurazione

    Il cuore misericordioso di Dio

    La correzione fraterna

    La parabola dei terreni seminati

    Conclusione

    IL CALAMO

    Catechesi

    20

    Beniamino Pizziol

    Radicalità evangelica

    Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo

    prefazione di Angelo Scola

    Prefazione

    di Angelo Scola

    « Che cosa renderò al Signore per i suoi benefici? » Con questa preghiera e con questo cuore, lo scorso settembre, io ho varcato il traguardo dei miei ventisette anni di episcopato.

    Dieci anni sono già una tappa ragguardevole…! Queste poche righe vogliono solo far eco alle parole del Salmo 115 di cui certamente anche il cuore di Mons. Pizziol oggi trabocca.

    Ho letto con interesse questo libro che raccoglie il magistero del Vescovo Beniamino ai suoi sacerdoti, diaconi e seminaristi. E ne ho fatto tesoro.

    Mi limiterò qui ad evidenziare molto sommariamente i linea­menti della fisionomia del ministro ordinato che emergono da queste pagine e che mi stanno più a cuore.

    Il primo si annuncia inequivocabilmente dal titolo: Radicalità evangelica. Nulla e nessuno anteporre all’amore di Cristo. « Il termine radicale – dice il Vescovo Beniamino – si riferisce soprattutto all’idea di radice. Indica quindi qualcosa che è sorgivo, originario, autentico. Radicalità, perciò, vuol dire rifarsi all’originario cristiano» (p. 40).

    Dal cuore cristocentrico del magistero di Mons. Pizziol sgorgano alcuni altri importanti tratti costitutivi della vocazione del presbitero, che ricomprende quella del cristiano in quanto tale. Mi riferisco ad uno sguardo profondamente unitario sull’io e sulla realtà (vedi il commento all’incontro di Gesù con Marta e Maria) o all’irrinunciabile apertura alla dimensione escatologica dell’esistenza (« La speranza nell’aldilà è un correttivo critico… della falsa aspettativa dell’aldiquà», p. 21); alla profonda condivisione di tutti gli aspetti dell’umana esistenza nello svuotamento dell’incarnazione fino al dono totale di sé per amore; o, ancora, alla vera natura del servizio: « Durante l’ultima cena Gesù si definisce come colui che serve. … il suo servizio non è solo una funzione, umile per lui ed utile per noi: rivela la sua natura di Figlio di Dio, maestro e salvatore nostro. … Gesù, lavando i piedi, esprime totalmente la sua divinità, come nel suo innalzamento sulla croce (p. 53). … In qualche misura è un evento da cui scaturisce l’essere stesso della Chiesa» (p. 54).

    Per questo la stoffa della relazione tra i cristiani (e a fortiori tra presbiteri) si chiama comunione. Essa è tessuta, tra l’altro, con un filo fondamentale: quello che io sono solito chiamare stima previa, la cui sponda ultima è la disponibilità al perdono: « Il credente, facendo in prima persona l’esperienza dell’amore unilaterale, misericordioso di Dio, è… chiamato, a sua volta, a comportarsi in modo analogo con i suoi simili» (p. 69).

    Sono grato a chi ha messo a disposizione di tutti questo libretto. Leggerlo, meditarlo e tenerlo a portata di mano come viatico del proprio cammino quotidiano farà bene non solo ai sacerdoti, ma anche ai fedeli laici e a tutti coloro che desiderino esplorare la promessa dell’ Evangelii gaudium.

    + Angelo Card. Scola

    Imberido di Oggiono, 28 gennaio 2018

    Parte prima

    PARTE PRIMA

    Nulla anteporre all’amore di Cristo

    *Nota al titolo: Ritiro Spirituale ai presbiteri, ai diaconi e ai seminaristi di teologia. (Giovedì 24 novembre 2011, Monte Berico).

    Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. ³⁹ Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. ⁴⁰ Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». ⁴¹ Ma il Signore le rispose:

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