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E-book68 pagine1 ora

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Info su questo ebook

Un Team di astronauti ormai da mesi sulla stazione spaziale si appresta a rientrare sulla terra. un problema alle comunicazione li costringe a trattenersi e cercare il problema prima di poter avviare il rientro. dall'esterno durante una perlustrazione porteranno a bordo un oggetto alieno che li inizierà a decimare uno ad uno. solo uno tornerà sulla terra.
LinguaItaliano
Editorejoy dabor
Data di uscita23 giu 2018
ISBN9788828339502
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    Anteprima del libro

    Espace - Joy Dabor

    Ormai sono più di sei mesi che ci troviamo sul tetto del mondo pensò Clare guardando dal piccolo oblò della stazione spaziale che, proprio in quel momento, dava sulla terra. Giusto in tempo per rendersi conto di quanto fosse bella, prima di tornare di nuovo, nelle sue lente rotazioni, a puntare nel nero infinito dello spazio.

    Ormai i cinque astronauti vedevano stelle da troppo tempo e desideravano, anzi necessitavano, di tornare sulla terra a riabbracciare le proprie famiglie.

    Clare soffriva più degli altri la lontananza da casa, si era appena sposata quando fu chiamata di nuovo in missione, ed il suo forte desiderio per i viaggi spaziali non l’avevano trattenuta dall’ accettare. Nemmeno il suo giovane amore era riuscita a tenerla con i piedi per terra. Ma ora diventava troppo anche per lei. Si trovava bene lassù con i suoi colleghi nonché amici di vecchia data e nonostante fosse l’unica donna non aveva mai avuto problemi a far rispettare il suo ruolo di comandante.

    Aveva sudato tanto per arrivare fino a quel punto. Subito dopo essersi specializzata in biologia era diventata un pilota collaudatore per poter coronare il sogno dello spazio.

    Le difficoltà erano tante; prime tra queste i suoi genitori, che l’avrebbero voluta a casa con una famiglia e magari un lavoro normale che gli avrebbe consentito di regalare loro tanti nipotini. Ma lei, da sempre appassionata e libera, non si era mai fermata un momento a considerare questa soluzione. Non prima di Tom, suo neo marito, che però l’aveva sempre spinta a inseguire le sue passioni. Per questo motivo avevano scelto di non avere figli; entrambi accettavano l’uno la carriera dell’altro, lei astronauta, lui pilota militare.

    Gli altri quattro astronauti Holly, Mark, Tek e Foster sempre in giro per la stazione spaziale, sentivano a tratti la lontananza da casa. A tutti mancava la famiglia, ma erano pur sempre quattro scapoli che sapevano divertirsi e ammazzare la noia.

    Holly era finito per caso sulla missione Skyline III; A differenza dei suoi 3 amici lui si era specializzato nella meccanica dei razzi, controllava i booster prima della partenza e riparava le strutture degli shuttle dopo il rientro. Questo era il lavoro che aveva sempre desiderato, lo spazio; ma con i piedi ben saldi a terra.

    Diversi mesi prima della partenza Holly stava lavorando ai booster che avrebbe portato l’equipaggio della missione più costosa della Nasa sulla stazione spaziale con un insieme di attrezzature. Quest’ultime destinate successivamente a mettere in orbita un satellite, che sarebbe stato spinto alla deriva del sistema solare. Mentre si trovava nell’ hangar fu chiamato improvvisamente alla cabina di comando e fu assegnato a quella missione senza nessun preavviso, con la spiegazione che i due tecnici scelti per il lancio avevano avuto un grave incidente d’auto e l’unico meccanico disponibile con tanta esperienza da poter fare quel volo al momento era lui. Ed eccolo lì a 6 mesi di distanza a sguazzare a gravità zero.

    Ormai c’erano quasi, mancava ancora una settimana e sarebbero rientrati, ma da qualche giorno però non riuscivano a comunicare con la base a terra ed anche Mark non sapeva come mai, dato si che i sistemi di comunicazione del centro funzionavano alla perfezione.

    Tutti si ritrovarono nella sala comune della stazione spaziale su ordine di Clare che voleva un rapporto dettagliato prima degli ultimi preparativi per il rientro.

    -bisogna capire cos’è che ci impedisce di comunicare con la base, non possiamo partire senza l’ok da terra - apostrofò Clare con sguardo deciso,

    poi continuò - faremo un ultimo controllo esterno, a te l’esterno Tek e Mark controllerà i sistemi dall’interno ancora una volta, Holly tu farai da supporto a Tek dal ponte, mentre io e Foster tracceremo la linea di rientro anche in vista della tempesta prevista al nostro rientro-

    così dicendo guardò tutti per controllare che avessero capito e non appena la riunione terminò, ognuno si diresse al compito assegnato.

    Tek non amava uscire con l’enorme tuta che lo stringeva e gli dava quel senso di chiuso,  cercava di evitare sempre i lavori al di fuori della stazione spaziale, ma se gli veniva assegnato un ordine, come il resto della squadra, non si tirava mai indietro. Lui e Holly si diressero alla camera di decompressione dove entrambi, con il supporto del robot, indossarono le pesanti tute e poco dopo, ancorati con un lunghissimo cavo in acciaio, si ritrovarono a passeggiare nel vuoto dello spazio. Holly prese posizione sul ponte superiore della stazione, dove controllava che il cavo non si impigliasse nelle numerose sporgenze della struttura e Tek iniziç il controllo dei circuiti e dell’attrezzatura esterna in cerca di un possibile guasto.

    Primo della classe in chimica era un autentico genio, ma come molti geni non sopportava le regole e tanto meno sottostare ad esse; così non appena uscito dal college unico suo scampo per non andare in carcere fu quello di arruolarsi, e proprio sotto le armi si era innamorato del volo che insiemealla sua voglia a spingersi sempre oltre, lo avevano fatto aspirare all’immensità dello spazio. Era stato notato subito per il suo talento a manipolare gli elementi e non passò molto tempo prima che l’agenzia spaziale gli facesse un’offerta diretta per averlo a bordo. A differenza degli altri era alla sua prima missione, ma compensava la sua inesperienza sul campo con scaltrezza e lungimiranza.

    Dopo svariate ore di ricerca sullo scafo e in ogni cavità possibile della navicella il bip-bip della tuta richiamò

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