La verità vi renderà liberi
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Info su questo ebook
Capita poi che mia madre cada in un forte stato di depressione, ed in questo stato, venuta a mancare anche l’attenzione di mio padre assorbita per il tempo dedicato al lavoro, venga attirata e pian piano assorbita dalla comunità dei Testimoni di Geova.
L’ho voluta definire così perché il senso che ti danno è che lì, all’interno, tu possa trovare ciò di cui hai bisogno, aiuto fisico, mentale, materiale, e poi spirituale.
In poco tempo, essendo stata completamente svuotata di ciò che era prima, è diventata un’adepta a tempo pieno”.
Un libro che apre una breccia, una voce che squarcia il silenzio. La sofferenza di un bambino che inizia a sentirsi diverso, una educazione impartita con severità durante l’adolescenza e le porte che la vita ti spalanca sbarrate da un credo così rigido da risultare soffocante. Ma c’è chi ha il coraggio di dire BASTA e riconciliarsi con la verità di se stesso… Ed essere, finalmente libero.
Massimo Battistuzzi nasce a Conegliano il 30 giugno 1981. Fin da giovane il mare è la sua passione, lo accompagnano nella vita le immersioni, ma anche la corsa, la pittura. Diploma di tecnico elettronico, lavora nel settore per otto anni poi decide di cambiare vita, passando nel settore alimentare biologico, dove trova una nuova dimensione, un nuovo modo di intendere la vita e più tempo per se stesso. Dipingere, leggere, viaggiare, intraprendere nuovi corsi, birraio, pizzaiolo. Nasce in questo periodo il desiderio di raccontare la sua vita, passata e presente, in questo libro.
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Anteprima del libro
La verità vi renderà liberi - Massimo Battistuzzi
M.B.
Prologo
Tutti intorno al tavolo, le nonne, gli zii, mamma e papà, trepidanti, in attesa di quel soffio che avrebbe spento le tre candeline sopra la torta con scritto Tanti Auguri Massimo
.
In piedi sopra la sedia, con la presa salda al bordo del tavolo, fissava le candeline e le loro fiammelle come un calciatore la porta prima di tirare il rigore della vittoria.
Un gran respiro profondo e poi, con tutta l’energia e il cuore dei tre anni, anche l’ultima candelina si spense e lo sbuffo di fumo che si alzò portò via con sé l’ultimo ricordo impresso in quella foto.
Stava rovistando tra gli album di famiglia in cerca di una foto da regalare alla nonna paterna, che si trovava in casa di riposo, voleva appenderla alla testiera del suo letto, per rallegrare un po’ quella stanza monotona, senza luce e dai colori sbiaditi.
Ad un tratto, sollevando la carta velina che copriva e proteggeva le foto, immancabile negli album di una volta, si fermò a fissare quell’immagine: quel biondino che rideva seduto in braccio a nonna Marcellina con a fianco nonna Edvige.
Per qualche secondo il tempo si fermò e i ricordi tornarono alla mente provocando un brivido.
La foto si staccò facilmente dalla pagina, lo scotch era oramai secco e ingiallito, richiuse l’album e, asciugandosi una lacrima, lo ripose nella libreria da dove lo aveva sfilato; il giorno dopo una copia della foto faceva capolino nella stanza della nonna ed anche l’infermiera ne fu entusiasta: «Caspita che biondino che eri e che belli eravate tutti insieme!».
Quella stessa notte disteso a letto ripensò a quella foto e a quei secondi in cui la sua mente ripassò quell’immagine, a quanti anni erano passati e perché poi tutto quel nero, quel vuoto; la lacrima che scese, non era solo per nonna Marcellina che non c’era più oramai da qualche anno, o per nonna Edvige distesa in quel letto che sembrava giorno dopo giorno assorbirle ogni filo di energia rendendola stufa di vivere, ma perché in quell’istante qualcosa nacque dentro di lui, una voglia di riscatto, di prendere in mano i cocci di quegli anni e di ricomporre quello splendido vaso che si portò via quello sbuffo di fumo.
Aveva molto da raccontare e voleva farlo, voleva dirlo al mondo, le sue lacrime dovevano aiutare qualcun altro.
Introduzione
Nacque in un caldo mese del 1981, crebbe fino ai sette anni a Conegliano per poi continuare le scuole elementari e medie a San Vendemiano.
Quando fece quel gran respiro profondo aveva circa diciannove anni, anno più anno meno. Il giorno in cui lo fece non se lo ricordava precisamente, ma si ricordava lo stato e la condizione in cui si trovava, quello sì.
Il diploma era da poco incassato, aveva chiuso un’era di cinque anni di scuola superiore, di alzate mattutine per prendere la corriera, compagni di classe, gite, delusioni, esami, zaino e verifiche.
Ora ci si catapultava nel mondo del lavoro, quella cosa da grandi
, (quel lavoro) che ti