Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il Ladro in Caccia: Bernie Rhodenbarr, #10
Il Ladro in Caccia: Bernie Rhodenbarr, #10
Il Ladro in Caccia: Bernie Rhodenbarr, #10
E-book367 pagine5 ore

Il Ladro in Caccia: Bernie Rhodenbarr, #10

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Gentiluomo filosofico ma pratico, Bernie Rhodenbarr possiede molte ammirevoli qualità: fascino, intelligenza, un brillante senso dello humor e una irremovibile lealtà. Ma naturalmente, ha anche un suo particolare talento e il gusto per le cose migliori della vita. Così, è più che disposto, per piacere ma anche per un buon guadagno, a commettere un furto per vendicare un amico: dovrà derubare un odioso chirurgo plastico che davvero se lo merita. Ma nel corso di un piccolo furto con scasso fatto per allenamento, Bernie è costretto a nascondersi sotto un letto, quando la padrona di casa ritorna inaspettatamente, in compagnia del peggior partner che potesse trovare. Ben presto, il nostro povero scassinatore si trova fino al collo in grossi guai. Di nuovo. E questa volta è pure arrestato, nientemeno che per quattro omicidi, e con una incredibile serie di coincidenze a cui dare un senso che nessun ladro che tenga alla propria salute dovrebbe mai affrontare. Dalla sua prima comparsa nel 1977, Bernie Rhodenbarr si è guadagnato la crescente simpatia di un pubblico internazionale. Questo personaggio, scanzonato e dalle mani leste, i cui talenti come detective riescono a tirarlo fuori dai guai in cui lo hanno messo le sue abilità di ladro, conquista il cuore e la mente dei lettori romanzo dopo romanzo. IL LADRO IN CACCIA è la sua decima avventura.

LinguaItaliano
Data di uscita25 set 2018
ISBN9781386247838
Il Ladro in Caccia: Bernie Rhodenbarr, #10
Autore

Lawrence Block

Lawrence Block is one of the most widely recognized names in the mystery genre. He has been named a Grand Master of the Mystery Writers of America and is a four-time winner of the prestigious Edgar and Shamus Awards, as well as a recipient of prizes in France, Germany, and Japan. He received the Diamond Dagger from the British Crime Writers' Association—only the third American to be given this award. He is a prolific author, having written more than fifty books and numerous short stories, and is a devoted New Yorker and an enthusiastic global traveler.

Autori correlati

Correlato a Il Ladro in Caccia

Titoli di questa serie (19)

Visualizza altri

Ebook correlati

Umorismo e satira per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il Ladro in Caccia

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il Ladro in Caccia - Lawrence Block

    UNO


    Quest’uomo disse il mio amico Marty Gilmartin, è un assoluto . . . un emerito . . . un totale . . . Allargò le braccia e sospirò. Mi mancano le parole.

    Così pare, concordai. Per lo meno i nomi. Gli aggettivi sembra che non ti manchino, ma i sostantivi . . .

    Aiutami tu, Bernard, disse. "Chi è più qualificato a fornire le mot juste? Dopo tutto, le parole sono il tuo mestiere."

    Davvero?

    Commerci in libri, disse, e che cos’è un libro? Carta, inchiostro, tela e colla, certo, ma se un libro non fosse altro che questi banali componenti, nessuno ne vorrebbe possedere più di uno. No, sono le parole che costituiscono un libro; sessantamila, ottantamila o centomila parole.

    O duecentomila, o anche trecentomila. Avevo letto degli scribacchini del 19esimo secolo, di recente, e pensavo a quello che George Grissing aveva scritto sugli oscuri scrittori vittoriani, spinti dai loro editori a sfornare interminabili romanzi in tre volumi per una massa di lettori che chiaramente avevano troppo tempo libero.

    Sono più di quelle che mi servono, disse Marty. Solo una, Bernie, per riassumere . . . si guardò attorno nella stanza e abbassò la voce anzi no, per infilzare Crandall Roundtree Mapes come un insetto su uno spillo.

    Un insetto, suggerii.

    Troppo mite.

    Un verme. Un topo di fogna. Scuoteva la testa, così uscii dal regno animale. Un farabutto?

    Già più vicino, Bernie. Per Dio, è anche un farabutto, ma è molto peggio.

    Una canaglia.

    Meglio, ma . . .

    Mi accigliai, tentando di immaginare un dizionario aperto davanti a me. Un farabutto, una canaglia.

    Una carogna?

    Ah, questo si avvicina disse. Se non troviamo di meglio ci accontenteremo di questo. E’ meglio di farabutto o di canaglia perché non si tratta di una condizione temporanea. Il putridume è permanente, quell’uomo è marcio fino alle ossa. Prese il bicchiere e aspirò il bouquet del cognac d’annata. Degenerato è molto vicino a dare l’idea di che razza di filibustiere porti il nome di Crandall Rountree Mapes."

    Stavo per dire qualcosa, ma egli alzò una mano per fermarmi. Bernie, disse con gli occhi aperti per la meraviglia, hai sentito che cosa ho appena detto?

    Filibustiere.

    Esattamente. E’ perfetto, è la quintessenza dell’uomo. Da dove è arrivato? Non dico l’origine della parola, ma come è entrato nel nostro discorso? E’ un termine che pochi usano.

    L’hai appena fatto.

    E’ vero, e non ricordo l’ultima volta che lo abbia pronunciato. Sorrise. Deve essere stata un’ispirazione disse, e si ricompensò con un piccolo sorso del venerabile brandy. Non riuscii a pensare a nulla che avessi fatto per meritare una ricompensa, ma lo stesso anch’io mandai giù un sorso dal mio bicchiere. Mi riempì la bocca di oro liquido, scivolò nella gola come miele e scaldò ogni cellula del mio corpo mentre ne esaltava lo spirito.

    Non dovevo guidare né azionare macchinari, quindi al diavolo. Ne presi un altro sorso.

    Eravamo nella sala da pranzo del Pretenders, un club privato di Gramercy Park altrettanto venerabile quanto il cognac. I soci erano per lo più attori e scrittori, artisti o persone dell’ambiente dell’arte; ma vi era una categoria di soci chiamati Sostenitori del Teatro, ed era attraverso quella porta che Martin Gilmartin era entrato nel club.

    Ci servono nuovi membri mi aveva detto una volta, "e il criterio principale per associarsi, ormai, è di avere un battito cardiaco e un libretto di assegni; anche se, guardandoti intorno, potresti sospettare che alcuni dei soci non abbiano nessuno dei due. Vorresti essere socio, Bernie? Hai mai visto Cats? Se ti è piaciuto, puoi entrare come Sostenitore. Se l’hai odiato, puoi diventare Critico."

    Avevo declinato l’invito ad associarmi, immaginando che ponessero dei limiti per i potenziali richiedenti con dei precedenti penali. Ma raramente rifiutavo un invito di Marty per un pranzo al club. Il cibo era accettabile, le bevande di prima scelta e il servizio impeccabile, ma il chilometro di strada che facevo per arrivarci dalla Libreria Barnegat mi faceva passare accanto a otto o dieci ristoranti di cui si poteva dire lo stesso. Ciò che essi non offrivano era la ricca atmosfera dell’edificio ottocentesco che ospitava i Pretenders, l’aura di storia e tradizione che permeava quel luogo. E poi vi era la buona compagnia di Marty, che mi fa piacere in ogni ambiente.

    E’ un anziano gentiluomo, ed è quello che i lettori di Esquire vorrebbero diventare quando saranno cresciuti: alto e snello, abbronzato tutto l’anno, con una bella capigliatura del colore dell’argento antico. E’ sempre ben pettinato, rasato di fresco, i baffi regolati, vestito con eleganza discreta e mai affettata. Mentre si sta godendo una comoda pensione, si mantiene occupato gestendo i suoi capitali, e facendo qualche prudente investimento quando gli capita un affare favorevole. E, naturalmente, è un Sostenitore del teatro. In quanto tale, assiste a vari spettacoli, sia a Broadway che off-Broadway, e occasionalmente investe qualche dollaro in una produzione che lo colpisce. In particolare, il suo patrocinio è consistito in buona parte nel sostenere finanziariamente le carriere di varie giovani principianti, alcune delle quali hanno effettivamente dimostrato un minimo di talento.

    Talento drammatico, per meglio dire. Il loro talento in un altro ambito più privato è cosa sulla quale solo Marty potrebbe commentare, ma non lo farebbe mai. Quell’uomo è la discrezione in persona.

    Ci eravamo incontrati, dovrei dire, in circostanze molto improbabili. Marty aveva messo insieme una notevole raccolta di rare figurine del baseball, e io gliela avevo rubata.

    Solo che, ovviamente, era stato più complicato di così. Non sapevo nemmeno della sua raccolta di figurine, ma sapevo che lui e la moglie sarebbero andati a teatro una certa sera, così che avevo progettato di fare una visitina illegale a casa loro. Ma invece mi ubriacai, e Marty (che aveva problemi di contanti) riportò che la sua collezione era stata rubata, per incassare l’assicurazione. Alla fine io venni in possesso delle figurine — vi avevo detto che era complicato — e guadagnai abbastanza, vendendole, da poter comperare l’edificio che ospita il mio negozio di libri. Questo è già notevole, ma non più del fatto che Marty e io finimmo col diventare amici, e complici occasionali nel commettere un reato.

    E un reato, venne fuori, era proprio quello che Marty aveva in mente quel pomeriggio. La vittima designata, non sarete sorpresi di sapere, era proprio Crandall Rountree Mapes, detto anche Quel Filibustiere.

    Quel filibustiere! disse Marty con enfasi. E’ fin troppo chiaro che non gliene frega nulla della ragazza. Non gli interessa incoraggiarne il talento, o promuoverne la carriera. Il suo interesse è esclusivamente carnale. L’ha sedotta, le ha fatto perdere la testa, quel farabutto, quella canaglia, quella carogna, quel . . .

    Filibustiere?

    Esattamente. Dio mio, Bernie, è abbastanza vecchio per essere suo padre.

    E’ della tua età, Marty?

    Oh, credo che sia qualche anno più giovane di me.

    Che bastardo, dissi.

    E ti ho detto che è sposato?

    Che maiale, dissi. Anche Marty è sposato, e vive con la moglie. Ma non vidi la necessità di farglielo notare.

    A quel punto avevo una chiara idea di dove la storia andava a parare, ma lasciai che Marty la raccontasse a modo suo. Nel frattempo, il nostro cognac era scomparso, e il nostro cameriere, un attempato cherubino dai lucidi riccioli neri e un panciotto sulla pancia sporgente, ci prese i bicchieri per riportarli di nuovo pieni. I minuti passavano, la folla dell’ora di pranzo si andava assottigliando, e Marty mi raccontava di come Marisol ("Nome adorabile, non credi Bernie? E’ spagnolo, naturalmente, e deriva da mar y sol, mare e sole. Sua madre è portoricana, suo padre di uno di quegli incantevoli piccoli paesi del Baltico. Sole e mare, davvero!") aveva un grande talento, ed era molto bella, con un’aria di vera innocenza da spezzare il cuore. L’aveva vista alla presentazione di un pezzo da mettere in scena, Le tre sorelle di Chekhov, di cui era meglio non parlare; ma la sua interpretazione e la sua incandescente presenza sul palcoscenico lo avevano colpito come non lo era stato da anni.

    E così era andato dietro le quinte, l’aveva portata a pranzo il giorno dopo per discutere della sua carriera, le aveva fatto da cavaliere a una commedia che a suo parere lei doveva assolutamente vedere e, be’, potete immaginare il resto. Un piccolo assegno mensile, appena un puntino sul suo radar finanziario, voleva dire che lei poteva smettere di fare la cameriera e avere più tempo per i provini e i corsi di recitazione e, non incidentalmente, per Marty, che prese a visitare il suo appartamentino nel quartiere di Hell’s Kitchen alla fine della giornata, per quello che i francesi chiamano un cinq à sept; o anche prima, per quella che i newyorkesi chiamano una sveltina di mezzogiorno.

    Prima viveva a South Brooklyn disse, il che voleva dire un lungo tragitto in metro. Adesso sta a cinque minuti a piedi da qualche dozzina di teatri. Il nuovo alloggio distava anche una breve corsa in taxi dall’appartamento di Marty, e una corsa anche più breve dal suo ufficio, il che rendeva questa sistemazione soddisfacente per tutti.

    Lui era completamente infatuato di lei, e lei sembrava altrettanto ardente. Dietro le tende chiuse dell’appartamento nella 56esima Ovest, lui le aveva mostrato raffinatezze che i precedenti giovani amanti di lei nemmeno conoscevano, e lei fu lieta di riconoscere che il vigore e l’energia della gioventù non reggevano il confronto con l’arte e la sofisticatezza dell’esperienza.

    L’appartamento che lui le aveva trovato era un vero Paradiso, al quale mancava solo il serpente, che presto comparve nella persona del riconosciuto filibustiere, Crandall Mapes. Vi risparmio i particolari, cosa che Marty non fece per me; basti dire che una Marisol in lacrime disse a un Marty Gilmartin dal cuore infranto che non avrebbe più potuto vederlo, che gli sarebbe sempre stata grata per la sua generosità e per il dono di sé stesso; ma aveva perso il cuore per l’uomo col quale sapeva di essere destinata a trascorrere il resto della vita, e forse anche tutta l’eternità.

    E quell’uomo, Marty fu sconvolto nel saperlo, era il filibustiere in persona. Lei pensa che lascerà la moglie per lei, disse. Bernie, lui ha una ragazza nuova ogni sei mesi. Ogni tanto, una dura per un anno intero. Tutte pensano che lascerà la moglie, e uno di questi giorni la lascerà davvero, ma non come pensano loro. La lascerà vedova, e ricca, quando un infarto farà ciò che mi auguro faccia, e lo toglierà dal gioco una volta per tutte.

    Che Marty fosse insolitamente amareggiato, lo si doveva anche al fatto che Mapes non era un rivale completamente anonimo. Marty lo conosceva in modo non del tutto superficiale. Lo aveva incontrato agli spettacoli e ai provini per i sostenitori, e lui ed Edna erano anche stati nella casa di Mapes, un edificio di pietra a Riverdale. L’occasione era stato un evento benefico per la Compagnia del Ridiculous Theater di Everett Quinton, che cercava una nuova sede dopo avere perso la loro storica di Sheridan Square. Si pagava un paio di centinaia di dollari per una cena e una rappresentazione per pochi intimi, e poi loro fecero il possibile per convincerci a dar loro un assegno per altri mille o duemila dollari. La cena non era male, benché i vini fossero appena passabili, ma Quinton è un genio, e io avrei dato quel contributo in ogni caso. Ed Edna fu lieta di potere dare un’occhiata alla loro casa. Ci fecero fare il giro completo. Non ci mostrarono il seminterrato e il solaio, ma ci trascinarono anche per tutte le stanze da letto; e in quella padronale vi era un quadro. Un paesaggio di mare.

    Non penso fosse un Turner.

    Scosse la testa. Era appena accettabile, disse, come il vino. Una generica barca con le vele spiegate. La sola cosa significativa di quel quadro è che era storto.

    Che canaglia!

    Sollevò un sopracciglio. Non è che io sia nevrotico, disse, ma mi dà fastidio vedere un quadro appeso storto. Va contro l’ordine naturale delle cose. E tuttavia, di solito non sono il tipo che va a raddrizzare i quadri a casa degli altri.

    Ma quella volta lo facesti.

    "Ero l’ultimo a uscire dalla stanza, Bernie, e qualcosa mi fece fermare per tornare al dipinto. Conosci quel verso di Coleridge? inerti come una nave dipinta — sopra un oceano dipinto?"

    Riconobbi il verso (due, in realtà) da La ballata del vecchio marinaio, una poesia che, a differenza della maggior parte di altre imperiture opere che si dovevano leggere alle scuole superiori, mi era piaciuta davvero. "Acqua, acqua dappertutto citai a mia volta; Le tavole del ponte contratte per il calore; Acqua, acqua dappertutto; e non una goccia da bere!"

    Approvò col capo. "Molti credono che l’ultimo verso dica neppure una goccia da bere."

    La maggior parte della gente si sbaglia per la maggior parte del tempo, sulla maggior parte delle cose. E la nave dipinta era immobile e silente, sul suo oceano dipinto?

    Sì, disse Marty Gilmartin. Ma ciò che vi era sotto era molto eloquente.

    DUE


    Una cassaforte a muro, disse Carolyn Kaiser. Stava raddrizzando il quadro, sentì che c’era dietro qualcosa, ed era una cassaforte a muro.

    Esatto.

    E l’idea di Marty, disse, e il solo scopo per invitarti a pranzo, era che tu potresti andare a Riverdale, introdurti nella casa di Mapes e scassinare la cassaforte.

    Mi piacerebbe pensare che non era questo il solo scopo del pranzo. Dopo tutto, siamo amici. Non credi che pensasse di apprezzare la mia compagnia?

    Questo è ovvio, Bern. Se mai io sarò socia di un club raffinato, ti inviterei a pranzo in continuazione. Ma per ora, temo che questo sia il massimo della raffinatezza che abbiamo.

    Eravamo nella Poodle Factory, il negozio di Carolyn, due numeri più in là dalla mia libreria nella 11esima Strada Est, tra University e Broadway. Era un mercoledì, e di solito avremmo mangiato i nostri sandwich alla Barnegat Books, poiché il giorno prima li avevamo consumati nel suo negozio di toelettatura per cani. Ma il martedì avevo pranzato con Marty, ed eravamo stati nella libreria il lunedì, così toccava a lei ospitarmi, e a me arrivare col cibo.

    Di conseguenza, avevo comperato un paio di pita ripiene e due porzioni di un contorno indefinito da un take-away chiamato I due del Kandahar, l’ultima identità di un mini negozio all’angolo di Broadway. La sola bibita che avevano era una orrenda cosa verde-blu, aromatizzata al pistacchio, così mi fermai a un negozio accanto a prendere due lattine di CocaCola.

    Sono buone, disse, "ma quanto credi che siano autentiche? Voglio dire, hanno veramente le pita in Afghanistan?"

    "Che importa? Cioè, hanno forse i tacos a Pechino? O il calzone a Tirana?"

    Comprese la mia obiezione. Dopo tutto, eravamo a New York, dove la metà dei chioschi che vendono tacos sono gestiti da cinesi, e la maggior parte delle pizzerie da albanesi. Hai ragione, disse. Ma tornando a Marty. Per lui questa è una cosa un po’ diversa dal solito, no? I lavoretti che ti propone sono di solito suoi amici che vogliono essere derubati, in modo da riscuotere l’assicurazione. Ma questo Mapes non sembra un amico . . .

    No, a meno di considerare ‘filibustiere’ un termine affettuoso.

    . . . e non penso che sia d’accordo sul fatto del furto. Che cosa c’è nella cassaforte?

    Denaro contante.

    Marty come lo sa? Non dirmi che era aperta.

    Se fosse stata aperta, dissi, "avrebbe potuto prendere il denaro lui stesso. Non che l’avrebbe fatto, poiché allora non aveva nulla contro Mapes. Non gli importava molto di lui, lo aveva sempre considerato una persona viscida e un imbroglione, ma questo molto prima che Marty incontrasse Marisol.

    Che probabilmente era ancora alle superiori, a San Juan.

    In realtà, a Oakmont.

    Quello che è. Oakmont? Dov’è, Bern?

    Pennsylvania. Fuori Pittsburgh.

    Anche Los Angeles è fuori Pittsburg, disse. Come sa del denaro?

    "Qualche cenno di Mapes. Non so che cosa disse esattamente, ma il sottinteso era che ogni tanto lui è pagato in contanti, e che questo non finisce in banca, né sui documenti ufficiali.

    Io non sono quasi mai pagata in contanti, disse. Ormai si usano solo le carte di credito. Che è un bene, poiché non vengono respinte, come poteva succedere con gli assegni. Tu sei pagato molto in contanti?

    Se sono meno di dieci dollari, quasi tutti pagano in contanti. E proprio l’altro giorno ho effettuato una vendita di quarantotto dollari e rotti, e il tizio mi ha dato un biglietto da cinquanta. Ma questo è raro.

    Una vendita di quarantotto dollari, o essere pagato in contanti?

    Entrambe le cose. Se è una vendita di due dollari dal bancone delle offerte, a volte me li metto semplicemente in tasca. Ma per lo più batto lo scontrino. Perché non cerco di scremare denaro dal reddito. Preferisco dimostrare il maggior guadagno possibile, dichiararlo e pagarci le tasse.

    Perché il tuo secondo lavoro non è tassato.

    Il bello di fare lo scassinatore, dissi, è che non vi sono tasse da pagare, e poche scartoffie da compilare.

    Non chiedo del piano pensionistico, Bern. In ogni modo, che cosa fa Mapes?

    E’ un medico.

    E lo pagano in contanti?

    Non sempre, ma vi è un certo giro di contanti.

    Ma tutti hanno un’assicurazione medica, disse Carolyn. Chi paga in contanti?

    Io non ho assicurazione medica.

    Be’, no. Nemmeno io ce l’ho, Bern. Abbiamo la nostra attività in proprio, e il costo di un’assicurazione medica ci manderebbe in bancarotta. Per fortuna la mia salute è buona, così non capita spesso, ma quando devo andare da un medico alla fine faccio un assegno. Che almeno è detraibile dalle tasse.

    Giusto.

    Ma forse Mapes è un dottore vecchio stile, disse, come quello da cui andavo a Stuyvesant Town. Non serve un appuntamento, si entra semplicemente e si prende il numero come al negozio di Zabar. E la visita standard costa quindici o venti dollari. Ma quell’uomo era un santo, Bern, mentre Mapes non mi sembra molto un candidato alla canonizzazione.

    No, vero?

    Ma che tipo di dottore è?

    E’ un chirurgo plastico.

    Ma vuoi scherzare? Uno che rifà i nasi viene pagato in contanti?

    Secondo Marty, dissi, la maggior parte della chirurgia plastica non sono cure necessarie. Le assicurazioni non la coprono. Se vuoi aumentarti il seno, o farti la liposuzione, o la rinoplastica, sono soldi di tasca tua.

    O del mio conto corrente, perché se tiro fuori tutti quei soldi vorrei almeno che fossero detraibili dalle tasse. Lo sono? Anche se sono interventi decisi da te?

    Penso di sì.

    E dunque?

    Persone che finiscono con l’avere molto contante, dissi, cercano sempre modi che non siano visibili per pagare in contanti. Mettiamo che tu faccia una cresta di centomila dollari l’anno dai tuoi affari . . .

    Che col mio lavoro sarebbe un bel colpo. Scremare un po’ di soldi non basterebbe. Dovrei scavare fino al fondo del barile, e poi nella crosta terrestre, fino a metà strada da qua alla Cina.

    E’ un esempio ipotetico.

    Non applicabile a un negozio per cani. Capito.

    Be’, diciamo che tu abbia tutto quel contante, dissi. Che cosa ne fai? Potresti comperare a tua moglie una collana di diamanti; andrebbe bene, ma non potresti assicurarla, o prima o poi ti potrebbero chiedere di dimostrarne l’origine. Se fossi un collezionista, naturalmente, saresti a posto. Potresti comperare francobolli, monete e libri rari fino a quando ti pare, pagando tutto in contanti, e il tuo hobby assorbirà ogni tuo dollaro extra. Ma un’altra cosa che puoi fare . . .

    E’ pagare un chirurgo plastico?

    Dovresti fare un assegno per l’ospedale, dissi, e sarebbe deducibile dalle tasse; ma forse il chirurgo ti fa capire che non gli importerebbe essere pagato in contanti, e che in cambio ti farebbe anche uno sconto. Così tutti guadagnano qualcosa.

    Bello.

    Molto bello, concordai. Inoltre, mi pare di capire che Mapes ha qualche conoscenza in quello che chiamerei la parte sbagliata della legge — se non fosse che da quella parte io stesso ho passato tanto tempo.

    Criminali.

    Di vario genere, sì. Le voci di corridoio, secondo Marty, sono che lui è il tipo giusto da cui andare quando qualcuno come Tony Soprano o qualche amico di don Vito Corleone ha bisogno di un’operazione illegale.

    Carolyn sembrò perplessa. Un’operazione illegale? Tipo, un aborto, Bern? L’ultima volta che ho sentito, era ancora legale.

    Tipo, se vuoi fare medicare una ferita di arma da fuoco, dissi, da qualcuno che non la denunci. O se arrivi con una foto segnaletica presa in un ufficio postale, e gli chiedi di farti sembrare diverso dall’immagine; e già che ci siamo, potremmo togliere quei tatuaggi e quei segni particolari che loro citano? Non penso che Mapes ne abbia molti così, ma scommetto che pagano fior di quattrini, e non tentano di farli figurare sulla loro MasterCard.

    Ci pensò, e approvò. Alla fin fine, disse, incassa una bella quantità di contante. E lo tiene in una cassaforte a muro.

    Questo è ciò che Marty immagina.

    E tu come te la immagini, Bern?

    Io immagino che incassi molto contante, e che tenga qualcosa nella cassaforte, dissi. Se non è contante, deve essere sempre qualcosa che vale la pena di prendere. Il fatto è che so che ha una cassaforte, e so dov’è. So anche che quadro c’è davanti ad essa.

    Una nave dipinta su un oceano dipinto.

    Una nave mediocremente dipinta, su un oceano mediocremente dipinto.

    Pensi che la cassaforte sarà difficile da aprire?

    Una cassaforte a muro? Non ne ho mai trovata una veramente difficile. E se lui avesse la madre di tutte le casseforti da muro, be’, allora vuol dire che dovrò strapparla fuori dal muro e portarmela a casa per lavorarci con comodo. E’ un fatto che le casseforti a muro sono trasportabili. Devono esserlo, o non potresti metterle nel muro.

    E lo farai, Bern?

    Ho detto a Marty che ci devo pensare. Lui vuole veramente che io lo faccia. Si è offerto di venire con me, e ha anche detto che sarebbe disposto a rinunciare alla sua quota.

    Che quota?

    Avrebbe diritto a un compenso per la soffiata e, se venisse anche materialmente con me, pure a una parte del guadagno. Ma lui dice che vuole farlo anche senza ricavare un centesimo per il suo impegno. Probabilmente sa che io non accetterei la sua offerta, ma il solo fatto che l’abbia fatta dimostra quanto ci tiene. Non gli importa del denaro. Vuole solo vedere Crandall Mapes che si becca un pugno nell’occhio. Qualunque cosa abbia nella cassaforte, o è del denaro contante, o qualcosa che ha comperato con quel denaro. Quindi non è assicurato, e per il buon dottore sarebbe una perdita secca.

    Pensi che Mapes sia davvero quel gran . . . filibustiere?

    Be’, suppongo che non sia una persona di natura nobile. Come minimo è una farabutto, e forse anche una canaglia. Marty ha una ragione particolare per odiarlo, perché gli ha rubato la ragazza prima che fosse lui a lasciarla. Personalmente, non ho nulla contro il dott. Mapes. Non mi ha fatto nulla di male, e nemmeno è probabile che lo faccia, dal momento che non ho una ragazza che potrebbe rubarmi.

    Nemmeno io ce l’ho.

    Ma non devo odiare qualcuno per derubarlo. Non mi sono mai preoccupato di giustificare quello che faccio, perché riconosco che non è giustificabile.

    Avevi detto che è un difetto del tuo carattere.

    E’ vero, e probabilmente dovrei fare qualcosa per questo, e forse lo farò, qualche giorno.

    Ma non oggi, eh, Bern?

    Non oggi, dissi, non domani, e non dopodomani.

    Che giorno è dopodomani?

    Venerdì.

    Grazie, Bern. Se non avessi te come amico, dovrei andare a comperarmi un calendario. Che succede venerdì? La guardai semplicemente, e lei si portò la mano alla fronte. Oh! disse, E’ il giorno che lo farai? Venerdì notte? Allora vuole dire che ordinerai solo la Perrier al Bum Rap.

    Ci incontriamo ogni giorno dopo il lavoro in un bar dietro l’angolo, per il rituale drink del Grazie-a-Dio-anche-oggi-è-finita, per scaricarci dopo una stressante giornata passata a lavare cani e smerciare libri. In quelle saltuarie notti in cui il mio lavoro sta appena per iniziare, il mio bicchierino standard è solo di acqua minerale Perrier. Lo Scotch, mia droga preferita, si confà a tutta una serie di cose, ma il furto con scasso, purtroppo, non è tra queste.

    Ma va bene, disse, perché io non ci sarò. Piegò la testa e ammiccò. Ho un appuntamento.

    Qualcuno che conosco?

    No. Be’, non dovrei dirlo così in fretta. Magari tu la conosci. Io non ancora.

    Vi siete incontrate on-line.

    Già.

    "In che sito? Date-a-Dyke?"

    "Sono i migliori, Bern. Molto più bravi di Lesbe Friends a filtrare gli adolescenti. Che cosa hanno gli adolescenti maschi con le lesbiche, hai un’idea? Perché sono così affascinati da noi? Perché ti assicuro che la cosa non è reciproca."

    Vuoi dire che tu non hai fantasie di essere un quindicenne, o di divertirti con uno di loro?

    Stranamente, no. Bern, tu una volta sei stato un ragazzo di quindici anni.

    Ma era prima degli appuntamenti via computer e delle chat on-line.

    Sì, ma non era prima di Saffo. Avevi una fissa con le lesbiche?

    Le lesbiche sapevo a malapena che esistessero. Avevo una fantasia piuttosto elaborata, ma a quanto ricordo era del tutto priva di lesbiche.

    Ho questa immagine di una conversazione in chat molto spinta, con due donne gay che senza freni si dicono che cosa vorrebbero fare e come, e ognuna di loro in realtà è un ragazzo. Pensavo una cosa.

    Che cosa?

    Be’, i ragazzi che fanno queste cose. Dico, saranno anche un po’ fuori di testa, ma non sono stupidi, giusto?

    E dunque?

    Dunque, non immagini che sappiano che il loro interlocutore on-line è tanto lesbica quanto lo sono loro? E se lo sanno, e continuano lo stesso, che dire di loro?

    Che gli piace così, suggerii.

    "Penso di sì. Comunque, con Date-a-Dyke di queste idiozie ce ne sono molto meno. Non c’è una chat; si postano solo dei messaggi, e poi si risponde. E se clicchi, fissi un appuntamento per incontrarsi."

    E questo sarebbe cosa, il tuo quarto appuntamento?

    Solo il terzo, Bern. Ne avevo uno fissato una settimana fa, ma lei l’ha annullato.

    Ha perso il coraggio?

    "No, ha ritrovato quello

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1