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Indiscrezioni Bollenti: Serie Omertà
Indiscrezioni Bollenti: Serie Omertà
Indiscrezioni Bollenti: Serie Omertà
E-book163 pagine2 ore

Indiscrezioni Bollenti: Serie Omertà

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Info su questo ebook

Luke 
In Irlanda ero un mercenario o un terrorista, in base a come la si vedeva. Mi ero lasciato tutto alle spalle, ma le mie uniche capacità erano quelle apprese dal lato sbagliato della legge. A Greco piaceva questo di me. Forse gli ricordavo se stesso mentre si faceva strada nella mafia. Ero leale al mio Boss. Ero lì per proteggerlo ad ogni costo e contro ogni minaccia. Poi ho conosciuto LEI.
Elda non era come le altre ragazze con cui ero stato. Il modo in cui si muoveva, il modo in cui camminava era diverso. Sapevo di doverla avere.
Ma avrei dovuto sapere che tutti hanno un passato...quello che non mi aspettavo era quanto i segreti di Elda fossero vicini ad entrambi. 


Elda
Greco è mio padre. Non quello che mi ha cresciuta, ma quello biologico. Sono stata una gravidanza indesiderata, il risultato di una relazione che Greco avrebbe tenuto segreta a tutti i costi.
Non sarei sopravvissuta se mia madre non si fosse nascosta. Ha messo me davanti a tutto ed è morta partorendomi perché sapeva che Greco l'avrebbe uccisa se fosse andata in ospedale. Da quando l'ho scoperto, sapevo che avrei vendicato la sua morte. 
Mi sono allenata per anni per essere a questo livello. Greco ha il meglio per la sua protezione. Avevo solo bisogno del momento giusto per fargliela pagare.
Ma poi ho incontrato Luke. Un uomo dai segreti profondi e logoranti quanto il mio. Il destino è una stronza capricciosa. Ma io avrò la mia vendetta su Greco e avrò Luke. I segreti possono andare a fan*ulo.

Questo è il primo libro della serie Omertà. Si tratta di un romanzo dark mafia. NON ci sono imbrogli, NIENTE suspense e lieto fine garantito!

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita28 ott 2018
ISBN9781547551972
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    Anteprima del libro

    Indiscrezioni Bollenti - Roxy Sinclaire

    Indiscrezioni Bollenti:

    Un Romanzo Dark Mafia

    Di Roxy Sinclaire

    ––––––––

    Capitolo Uno: Luke

    Mi aggiravo per la sala spaziosa, tenendo d'occhio gli ospiti. Riuscivo a pensare ad almeno una decina di cose che avrei preferito fare, ma, a quanto pareva, questo faceva parte del mio lavoro. 

    Non ero uno a cui piaceva indossare completi eleganti, ma mi ci ero abituato per la gente che frequentavo. Tuttavia, avere a che fare con la classe superiore non era una parte del lavoro che mi piaceva. Dovevo essere presente per divertirmi agli eventi, non per lavorare; ma non riuscivo a fare a meno di comportarmi da sentinella. Comunque, la festa era noiosa.

    E poi lei attirò la mia attenzione ed io cambiai idea.

    Alta, snella, aderente abito nero con spacco alto sulla coscia, che metteva in mostra un chilometro di gamba chiara e tonica. L'abito aveva uno scollo a V, davanti e dietro, che mostrava ancor più pelle, così diafana che il contrasto con l'abito scuro era impressionante. L'orlo toccava quasi terra nonostante i tacchi alti. Alcune forcine su un lato della testa le tenevano indietro i capelli castano scuri, in modo che le ricadessero sulla schiena e sulla spalla opposta. Non ero abbastanza vicino da vederle gli occhi, ma pensavo che, visti i suoi colori, fossero di un colore scuro, forse marroni. 

    Da un rapido sguardo in giro, mi accorsi che non era la donna più elegante né la più scollata della sala. Eppure, quando per farlo distolsi lo sguardo da lei, mi accorsi che la mia attenzione tornò immediatamente a lei.

    Non pensavo di conoscerla. Non era una sorpresa; non conoscevo parecchia gente a questa festa, considerato che tecnicamente ero qui solo per dare una mano. Ma ero stato ad abbastanza feste da sapere con che gente se la faceva il mio capo.

    Intrigato, la seguii nella sala. Mi interessava più degli altri, perché diversamente da loro, non aveva trovato un gruppetto con cui fermarsi a chiacchierare. Anzi, si spostava per la sala, senza fermarsi a lungo con nessuno, sempre con in mano un bicchiere di champagne da cui non beveva mai, anche se lo portò alle labbra un paio di volte, in cui venne ‘distratta’ e se ne dimenticò. Notai che, in tutte le fermate che faceva, non parlava con nessuno.

    Strinsi gli occhi.

    Mi guardai intorno. Erano tutti impegnati a fare conversazione e qualsiasi altra cosa facessero quei ricconi quando erano ad una festa. Vidi il mio capo dall’altra parte della sala e decisi che, per quella volta, non stesse facendo nulla di sospetto. Nessuno prestava attenzione a qualcosa in particolare, eppure questa donna sembrava non prestare attenzione a nulla.

    Cercando di non sembrare sospetto, mi spostai nella sua orbita. Non stava seguendo un percorso  particolare, ma ero diventato bravo a muovermi in questo tipo di feste.

    Fui fortunato e mi si avvicinò. Nessuno era abbastanza vicino da notare noi due. Non riuscii a resistere all’istinto di spostarmi per intercettare il suo tragitto.

    Lei alzò lo sguardo, quasi sorpresa, per guardarmi. L’avevo vista spostarsi con particolare attenzione, nonostante non sembrasse avere un percorso stabilito, quindi non ero totalmente sicuro che fosse sorpresa di essersi imbattuta in me.

    La prego, mi perdoni per l’interruzione, signora, ma non ho potuto fare a meno di notarla e incuriosirmi. La guardai con un sorriso genuino, recitando il ruolo del giovane gentiluomo.

    Faceva quasi ridere.

    Lo sguardo sorpreso fu immediatamente sostituito da qualcosa di grazioso, un sorrisino che le curvò le labbra. Non si preoccupi. Se posso chiedere, con chi ho il piacere di parlare?

    Mi porse la mano, la piega delle sue labbra si accentuò. Sorrisi a mia volta per il divertimento che provai, le presi la mano e la portai alle labbra, baciandole il dorso. I suoi occhi scuri mi guardarono, mi scrutarono.

    Luke Bable. Ma per favore, mi chiami Luke.

    Tecnicamente, Bable non era il mio vero nome, ma quello che avevo scelto quando avevo lasciato la mia vecchia vita. Era un nome abbastanza sicuro da utilizzare nelle poche volte in cui mi presentavo, perché Luke Bable non esisteva.

    La bellissima donna di fronte a me, però, non aveva bisogno di saperlo.

    È un piacere conoscerla, Luke. Io sono Elda Abba. Ma può chiamarmi Elda, aggiunse con un sorrisino che era quasi un ghigno.

    Elda, ripetei, accarezzando il suo nome. I suoi occhi si scurirono leggermente ed io mi sentii quasi compiaciuto. Aveva un cognome straniero, ma non riuscivo a capire di dove. Bene, Elda. Mi chiedevo se le dispiacerebbe accompagnarmi.

    Le tirai la mano per avvicinarla a me e me la sistemai sottobraccio. Si mosse senza opporre resistenza.

    Dovrei preoccuparmi? Uno sconosciuto viene da me e mi chiede di accompagnarlo. È sospetto, no?

    Scoppiai a ridere tenendo la voce bassa. È una festa privata. Si fidi, tutti qui sono stati passati al vaglio. Noi siamo entrambi qui, quindi non ha nulla di cui preoccuparsi, replicai.

    Abbassò le ciglia sugli occhi, stringendo le labbra. Come dice lei, mormorò diplomaticamente.

    La tirai e lei mi seguì. Evitammo gli altri ospiti e lo staff. La sala era piuttosto grande e piena di ospiti, ma non avevo bisogno di allontanarmi troppo.

    Piuttosto, la trascinai in un angolo che ci copriva alla vista della maggior parte della sale e la parte che poteva ancora vederci non avrebbe preso in considerazione gli angoli appartati, a meno che non volessero divertirsi un po’. Ma questa folla era troppo di classe per una cosa del genere.

    Ci fermammo e la feci voltare per averla di fronte e diedi un’occhiata in giro per sicurezza.

    C’è un motivo in particolare per cui siamo qui? sembrava divertita.

    Decisi di essere schietto. Devo perquisirla.

    Chiunque altro si sarebbe sentito offeso o irritato. Nessuno veniva perquisito a queste feste, erano controllati ben prima di arrivare. Questa donna, però, era un po’ speciale.

    C’è una ragione particolare? mormorò, guardandomi da sotto le ciglia, ma pensai che stesse continuando a divertirsi.

    Non ho visto il suo nome sulla lista degli ospiti.

    Lei fece spallucce. Forse sono stata invitata all’ultimo minuto ed il mio nome non c’è.

    Feci un sorriso tirato e ripetei, Fa lo stesso, Miss Abba, devo perquisirla.

    Non c’è motivo per cui non possa continuare a chiamarmi Elda. Tirò via la mano dal mio braccio ed io non la fermai. E, certamente, può perquisirmi. Esclusivamente per motivi di sicurezza.

    Strinsi gli occhi. Sta ridendo di me, Elda?

    Nemmeno per sogno, Luke.

    Però ero sicuro che lo stesse facendo.

    Fece un passo indietro e alzò le braccia, alzando un sopracciglio, mi stava praticamente sfidando a proseguire.

    Non riuscivo a non essere sospettoso. Queste feste avevano una sicurezza talmente rigida che persino io ne ero impressionato. Nessuno che non fosse sulla lista – preparata con settimane di anticipo, avrebbe dovuto superarla. Non sapevo come fosse entrata, ma chiedere non mi avrebbe portato da nessuna parte. Avrebbe semplicemente negato, negato, negato.

    Oppure, se era abbastanza brava, avrebbe avuto una scusa perfetta.

    Può perquisirmi, mi disse quando non iniziai subito.

    Mi avvicinai, toccandole i polsi con la punta delle dita. Non era necessario, aveva le braccia nude, quindi non c’era modo che vi avesse nascosto qualcosa, ma le accarezzai le braccia fino alle spalle. Seguii il suo abito, facendole scivolare le mani lungo i fianchi e dietro la schiena, con accuratezza.

    Certo, non aveva nulla su di sé. Notai anche la mancanza molto importante di una borsetta. E quale donna che si rispetti, persino in una folla del genere, non avrebbe avuto una borsetta? Non l’avevo vista entrare, quindi non avevo modo di sapere se l’avesse lasciata da qualche parte in sala. Avrei dovuto lasciarla andare per andare a chiedere alla guardia all’ingresso principale.

    Ma non riuscii a pensarci a lungo. Non riuscivo a pensare a nulla se non a perquisirla lentamente, guardandola negli occhi tutto il tempo.

    Quando arrivai ai fianchi, mi accovacciai piegando la testa per continuare a guardarla.

    Allarghi le gambe per me, solo un po’. Le parole vennero fuori in un mormorio e la vidi deglutire, sentii il suo corpo muoversi mentre si spostava per obbedire.

    Avevo osservato il suo corpo abbastanza a lungo da conoscerne ogni curva, anche mentre percorrevo le sue curve con le mani – esclusivamente per motivi di lavoro, ovviamente – ma non avevo dato uno sguardo come si deve agli occhi. Erano marroni, come avevo immaginato, ma non un marrone banale a cui ero abituato. Anche in questo angolo buio, sembravano brillare.

    Li trovavo sorprendentemente familiari. Ma, in questo momento, tutto ciò che mi interessava erano il modo attento in cui mi fissavano.

    Capitolo Due: Elda

    Avevo avuto il sospetto che qualcosa del genere potesse succedermi. Però, non pensavo a questo.

    La festa era ancora al culmine ed ero durata più di quanto pensassi. Ma l’uomo che possedeva questa casa non aveva assunto degli stupidi; non importava quanto fossi brava, era destino che venissi notata. Quindi, ero venuta preparata per quest’eventualità.

    Avevo lasciato appositamente la borsetta, con dentro la mia pistola, attaccata sotto un tavolo. Mi ero seduta solo per un momento quando ero arrivata, con la scusa di riposarmi brevemente prima di mischiarmi alla folla—in un gruppetto dove c’erano parecchie donne—e non ci ero andata in giro. Se l’uomo davanti a me mi aveva visto con la borsetta a inizio serata, mi sarei preoccupata, ma non pensavo l’avesse fatto.

    Luke.

    Un nome semplice per qualcuno che non lo era affatto. Non l’avevo visto quando ero entrata, né tra la sicurezza in giro, con occhiali, abiti scuri e auricolari né tra la folla. Lui era uno che risaltava.

    E sospettava di me.

    Sentii gli angoli della mia bocca sollevarsi ancora un po’.

    Mi sta perquisendo con estrema accuratezza, mormorai.

    Le sue labbra si curvarono in un sorriso. Fa parte del mio lavoro.

    Giusto. Ecco perché stava facendo correre le mani su e giù lungo le mie gambe, trovando pelle invece di raso quando si fece strada lungo la parte superiore della mia gamba destra, infilando la mano sotto il vestito. Mi morsi il labbro alla sensazione della sua mano callosa sulla pelle morbida della mia gamba, sulla coscia, si avvicinava alle mutandine e tornava giù.

    Fui improvvisamente felice di aver scelto di non indossare le calze.

    Sebbene me lo aspettassi, questo era certamente un bastone tra le ruote per il mio piano. Stava andando tutto così bene, sarebbe stato meglio risolvere tutto in fretta. Ma mi distrassi dall’obiettivo. Non avevo dubbi di potermi tirar fuori da questa situazione senza causare scenate. Ma sebbene potessi dire che quell’uomo era interessato a me, non aveva motivo di allungare le mani in questo modo né di far durare una perquisizione tanto a lungo. Non che la colpa fosse tutta sua.

    Io non cercai di fermarlo.

    Avevo dei piani per la serata ed ero concentrata su quello; almeno, avrei dovuto esserlo. Ma quest’uomo, Luke, mi stava, sorprendentemente, facendo eccitare.

    I miei uomini erano pochi e distanti tra loro. Di solito, ero troppo presa

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