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Redenzione Scandalosa: Signorine E Mascalzoni, #3
Redenzione Scandalosa: Signorine E Mascalzoni, #3
Redenzione Scandalosa: Signorine E Mascalzoni, #3
E-book175 pagine2 ore

Redenzione Scandalosa: Signorine E Mascalzoni, #3

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Info su questo ebook

Due persone diffidenti saranno in grado di superare le ferite del passato, un vecchio scandalo e le costrizioni sociali per andare incontro al vero amore?

 

Lei non l'aveva mai voluto...

Rovinata da uno scandalo, Claudia Akoford è sopravvissuta ad anni di matrimonio con un crudele bruto. Una volta rimasta vedova, è decisa a riguadagnare la propria posizione in società, ma Lord Shillington  è la personificazione della tentazione. Buono e gentile, ma anche virile e bello come il peccato, sarebbe l'amante perfetto, ma desidera più di quanto ella voglia dargli.

 

Lui aveva bisogno di lei...

Henry Shillington sa qualcosa della bella ma famosa Claudia Akford, essendo allo stesso tempo colpito dal suo buon cuore, dalla sua intelligenza e dal suo acume. Più tempo trascorre in sua compagnia, più sogna un futuro con lei. Ma la donna resiste alle sue rispettose avances e un'amante non farà mai al caso suo.

 

Due persone diffidenti saranno in grado di superare le ferite del passato, un vecchio scandalo e le costrizioni sociali per andare incontro al vero amore?

LinguaItaliano
Data di uscita3 lug 2022
ISBN9798201983017
Redenzione Scandalosa: Signorine E Mascalzoni, #3
Autore

Amanda Mariel

USA Today Bestselling, Amazon All Star author Amanda Mariel dreams of days gone by when life moved at a slower pace. She enjoys taking pen to paper and exploring historical time periods through her imagination and the written word. When she is not writing she can be found reading, crocheting, traveling, practicing her photography skills, or spending time with her family.

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    Anteprima del libro

    Redenzione Scandalosa - Amanda Mariel

    Uno

    Londra 1843


    Lord Henry Shillington attraversò la stanza della musica nella tenuta di campagna di Lord e Lady Wexil, impegnato a cercare sua sorella. Qualcuno cozzò contro di lui e lo fece inciampare spedendolo all’indietro. Girò su se stesso, riccioli castano chiaro catturavano il suo sguardo mentre si allungava per afferrare quella donna. Scusatemi. Fece un lieve inchino, ma non lasciò la presa.

    La donna lo scrutò attraverso stretti e fieri occhi verdi del colore degli smeraldi. Dovreste stare attento a dove camminate. Lasciatemi andare, per favore.

    Henry incontrò il suo sguardo freddo. La donna emanava il dolce profumo dello champagne. Si aggrappava all'aria intorno a lei riempiendo i suoi sensi come se davvero lo usasse come profumo. Buon Dio, siete ubriaca.

    I suoi orecchini danzarono e brillarono mentre lei si avvicinava, il fuoco nei suoi occhi diveniva sempre più intenso. Il mio stato non vi riguarda. Si liberò dalla sua stretta e fece un passo indietro. La sua gonna color gioiello blu emise un fruscio a causa del movimento improvviso.

    Lui le afferrò il braccio, fermandola. Il suo battito pulsava attraverso le vene. Non potete restare qui nelle vostre condizioni. Causerete uno scandalo sia a voi stessa che ai nostri ospiti.

    Cosa ve ne importa? Si girò verso di lui.

    Dovette fermarla prima che facesse una scenata. Permettetemi di accompagnarvi fuori. Possiamo fare una passeggiata in giardino. Una parte di lui si preoccupò per i loro ospiti, Lord e Lady Wexil erano cari amici ma, se avesse voluto essere sincero, avrebbe dovuto ammettere che avrebbe voluto sapere qualcosa di più riguardo a questa bellezza. C'era qualcosa in lei che lo attirava. Forse i suoi occhi particolari o la tristezza che vi scorgeva.

    Un timido sorriso si aprì sulle sue labbra piene. Molto bene.

    Lei barcollò e si aggrappò al suo braccio mentre lui la conduceva fuori attraverso le porte della veranda nell'aria di campagna. Cosa poteva aver fatto sì che una signora si ubriacasse così presto? Il sole doveva ancora lasciare il posto al bagliore lunare. E chi era quella donna? Di sicuro non si erano mai incontrati.

    La condusse lungo un sentiero delimitato da fiori e fogliame verde. Non importava chi fosse e perché si fosse lasciata andare. Era evidentemente in difficoltà e lui voleva aiutarla, se poteva. Studiò il profilo del suo volto delicato.

    Possiamo sederci...come vi chiamate? La sua risata euforica galleggiò nel silenzio.

    Non aveva mai sentito un suono più dolce. Lord Shillington. E voi? Si fermò davanti a una panchina di ferro lavorato. Non riuscì a guardare altrove mentre lei si sedeva in un turbinio di gonne. Ella rappresentava un mistero che voleva risolvere.

    Sedetevi con me, Lord Shillington. Diede dei colpetti accanto a lei sulla panchina.

    Henry si sedette vicino a lei, ma non troppo. Trovarsi lì fuori con una signora non accompagnata era abbastanza scandaloso. Non era sua volontà compromettere lei—o se stesso. Dato il suo stato, non aveva avuto altra scelta se non quella di allontanarla dalla gente. Tuttavia, era anche responsabile del controllare l’appropriatezza del proprio comportamento.

    Una fredda brezza arruffò le sue eleganti vesti, attirando la sua attenzione sul corpo di lei. Calore si diffuse attraverso di lui mentre la studiava. Era alta e flessuosa, ma aveva comunque curve in tutti i punti giusti. Egli fece un sorriso educato. Il vostro nome, milady?

    Lei lo guardò attraverso le ciglia socchiuse. Lady Claudia Akford.

    Il suo cuore mancò un battito e la gola gli si strinse. La famosa Lady Claudia Akford. La stessa che aveva causato problemi ai suoi amici, Lord e Lady Luvington? Non avrebbe dovuto affatto avvicinarla, men che mai tentare di aiutarla. Questa donna scandalosa si portava dietro i suoi guai. Avrebbe dovuto semplicemente lasciarla sola con essi.

    Si alzò di scatto dalla panchina. Non sarò parte dei vostri intrighi. Lord e Lady Luvington sono miei amici, ma suppongo che già lo sappiate.

    Lei si alzò e gli afferrò il braccio. Un’espressione abbattuta oscurò le sue adorabili fattezze. Non so davvero nulla e non sto tramando niente. Andate, se dovete, ma sappiate che avete torto riguardo ai miei intenti.

    Lasciò andare la manica della sua giacca e lui si allontanò.

    Un lieve singhiozzo lo fece raggelare. Non voltarti. Dopo un altro passo, un gemito lacerò l’aria. Guardò al di sopra della sua spalla, incapace di fermarsi. Dannazione. Lady Akford sedeva sulla panchina, la testa reclinata, le spalle tremanti. Con un profondo sospiro, egli tornò al suo fianco.

    Almeno il rischio di comprometterla non esisteva più. Era perfettamente normale che una vedova girasse senza accompagnatore. E comunque, egli era troppo un gentiluomo per lasciarla sola in un momento così delicato. L’avrebbe vista sobria o almeno al sicuro nelle sue stanze, prima di abbandonarla. Di certo nessun pericolo sarebbe venuto dall’assisterla quell’unica volta.

    La donna alzò la testa. Non sono la poco di buono senza cuore che vogliono farmi credere.

    Le allungò il suo fazzoletto di seta, non fidandosi di parlare.

    Lei scosse la testa ed egli ripose il riquadro di seta in tasca.

    "So cosa la gente dice di me, ma si sbagliano."

    Per qualche ragione, egli dubitava che fosse così. Lady Sarah Luvington non avrebbe mai imbastito una bugia per rovinare la reputazione di qualcuno. Gli aveva raccontato tutto riguardo Lady Akford, dopo che la serpe si era insinuata nella casa cittadina di Lord Luvington e aveva causato guai. Aveva fatto una corte serrata a Luvington. Poi, dopo aver scoperto che egli era sposato, la sfacciata era arrivata a pregarlo di tenerla come amante. La gente non sapeva di quel particolare incidente, ma lui aveva resoconti di prima mano. Alla luce di essi, poteva solo dedurre che i precedenti scandali che coinvolgevano Lord Luvington e Lord Akford fossero veri. L’avrebbe vista tornare sobria e stop.

    Mi credete, Lord Shillington? Il suo sguardo si agganciò al suo.

    Il dolore della sua espressione lo costrinse a carezzarle la mano guantata. Non poteva darle il benservito, non importava cosa lui credesse. Ditemi, perché siete in questo stato, già a quest’ora? Continuate a piangere il vostro defunto marito?

    Lei scosse la testa. Le sfuggì un singhiozzo. Alcuni uomini sono dei mostri. Lord Akford era uno di questi. Le persone non festeggiano, forse, quando i mostri vengono uccisi?

    Henry ingoiò il nodo che aveva in gola. State…festeggiando? Le sue parole lo preoccuparono e lo confusero allo stesso tempo. Forse la donna era pazza.

    Lei rise amaramente e agitò il ventaglio. No, ma nemmeno piango la sua perdita. Al contrario, sono stata contenta di vederlo andarsene. Non mi è mai piaciuto Akford. Mi ha indotto a sposarlo con l’inganno, per poi maltrattarmi per anni. Possa la sua anima bruciare all’Inferno per l’eternità.

    Io… Henry non aveva mai udito una signora utilizzare un linguaggio così forte. Non sapeva cosa dire.

    Non avete bisogno di dire nulla. Ascoltatemi e basta. Raddrizzò le spalle e rivolse il suo corpo verso di lui.

    Dannazione, le sue guance erano davvero troppo pallide. Egli fece un respiro profondo e prese coraggio per ascoltare la sua storia.

    Lord Akford sapeva che intendevo sposare Julian, il Marchese di Luvington, e mi rovinò di proposito. Spiò me e Julian, poi, quando Julian mi fece la proposta, Akford ci vide mentre ci baciavamo. Ci saremmo sposati, non fosse stato per gli intrighi di Akford. Raccontò ai quattro venti ciò che aveva visto, poi andò da mio padre e si accordò con lui per il suo matrimonio con me. Non potevo fare altro che accettare. Mio padre minacciò di diseredarmi se avessi rifiutato e tutta Londra mi vedeva già come una donna perduta. Incrociò le braccia sul petto. Non vi narrerò i dettagli, è troppo doloroso per me, ma Lord Akford era un bruto. Non c’è mai stato amore tra noi.

    Henry le carezzò la guancia calda con il dorso della mano. Non dovete proseguire per forza. Ho ascoltato abbastanza. Gli aveva detto la verità? Non poteva considerare l’idea che si fosse inventata una storia simile. Se Lady Akford era stata onesta, allora quella donna aveva attraversato l’inferno. Egli doveva aiutarla, almeno per il solo fatto che lei era una signora e lui un gentiluomo. Ma cosa poteva fare?

    Ella si alzò, distogliendo il proprio sguardo da lui. Ho bisogno di un altro bicchiere di champagne. Unitevi a me.

    È l’ultima cosa di cui avete bisogno. Parliamo di qualcosa di più piacevole, le propose. Forse, se fosse riuscito a tenerla lì per un po’, l’aria fresca l’avrebbe resa sobria.

    Molto bene. Ella si lasciò ricadere giù in una maniera ben poco da signora. Dovrei raccontarvi forse di come i ricordi di Julian mi abbiano salvata nel corso degli anni che ho passato tra le grinfie di Lord Akford? O vi piacerebbe sentire di come Julian mi rifiutò quando tornai da lui?

    Un’espressione mortificata le attraversò il volto quando l’ultima parola le uscì dalle labbra. Doveva aver capito che aveva detto troppo. Henry chiuse gli occhi ed espirò. Ella non era la prima persona che incontrava messa in trappola dal proprio dolore, o che da brilla diceva cose che in circostanze normali non avrebbe mai detto. La sua consapevolezza dell’errore commesso lo addolcì, in qualche modo.

    Lord Luvington ha sposato Lady Sarah. Sono innamorati e aspettano un bambino. Non può di certo gettarla via come una scarpa vecchia. Henry tentò di farla ragionare.

    Lady Akford espirò rumorosamente. Ma io merito di esserlo?

    Non avete ben compreso ciò che ho detto. Avete ascoltato bene le mie parole? Lui ha sposato un’altra prima che voi tornaste. Henry si passò una mano sulla mascella. La donna lo frustrava in maniera inimmaginabile.

    Sì, non sono una sciocca. Sono riuscita ad accettare la sua scelta, ma questo non risolve affatto il mio mal d’amore. Si avvicinò, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso. Forse voi potete alleviare il mio dolore.

    Egli incontrò di nuovo il suo sguardo. Temo di non seguirvi.

    Avvicinò le labbra alle sue. Si sentì fremere di desiderio mentre lei si portava più vicino e poggiava la mano sulla sua coscia. Quando lei fece passare la lingua sul suo labbro inferiore, sentì il desiderio percorrere il suo corpo. Schiuse le labbra mentre lei piegava la testa per permettergli un accesso migliore. Ella mosse sfacciatamente la mano sulla coscia di lui.

    Lui si scostò. Sono un gentiluomo, Lady Akford. Non un giocattolo, e di certo non un libertino. Commettere errori quando si era feriti era un conto, ma questo… Si voltò per allontanarsi, le guance in fiamme, il cuore che gli martellava nel petto. Aveva giocato con lui come in una dannata partita a scacchi!

    Cosa gli era passato in testa quando si era concesso di trascorrere anche un solo momento in sua compagnia? Sarebbe dovuto andar via al solo sentire il suo nome. Non avrebbe portato altro che guai. Non le avrebbe permesso di rovinarlo. Né di usarlo. Non importava quanto ella lo tentasse. Non importava di cosa sapessero le sue labbra. E il suo bacio era stato divino. Il suo sangue si riscaldò al pensiero delle sensazioni che aveva fatto scorrere in lui. Scacciò il ricordo. La donna era impossibile.

    Entrò nella stanza del fumo e rimediò un bicchiere di porto. Come avrebbe fatto a evitarla? Per l’amor del cielo, si trovavano alla stessa festa.

    Dopo essersi scolato quel bicchiere, si versò altre due dita di porto. Semplicemente non doveva permetterle di arrivare a lui.

    Che cosa ti confonde così tanto, Shillington? Lord Keery gli si accostò e riempì il suo bicchiere.

    Henry si voltò verso quel suo conoscente di vecchia data. Niente. Sto benissimo.

    E per caso questo niente ha dei riccioli castano chiaro e dei brillanti occhi di smeraldo? ghignò Keery.

    Il volto di Henry si accalorò, ma non poteva dire se questo fosse dovuto all’astuta osservazione di Keery o al porto. Come hai fatto a indovinare?

    Ti ho visto allontanarti dalla stanza della musica con lei. Lady Claudia Akford, se non erro. Keery bevve un sorso.

    Henry alzò il bicchiere come per fare un brindisi. Proprio lei.

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