Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Noi due a ogni costo
Noi due a ogni costo
Noi due a ogni costo
E-book271 pagine3 ore

Noi due a ogni costo

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Scandalosamente irresistibile

Pretty Series

Ci sono voluti anni perché Kennedy Moore rimettesse insieme i pezzi della sua vita dopo la rottura con Reese Spencer. Ma ce l’ha fatta. Adesso è una donna nuova, forte e indipendente e insegue il sogno di danzare all’Altman American Dance Theater. Sa bene quanto sarà difficile, ma è determinata. Quando Reese ricompare nella sua vita, offrendole l’opportunità più unica che rara di un’audizione, Kennedy non ha nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire per colpa dei suoi sentimenti. Deve solo assicurarsi di non lasciare che lui la ferisca ancora. Reese, però, non intende renderle la vita semplice. Vedere Kennedy dopo
tanto tempo ha risvegliato in lui delle emozioni che non gli piacciono affatto. Ci sono voluti anni per riuscire a dimenticarla, ma adesso ha un piano: tenerla vicino a suo piacimento per dimostrare a se stesso che non gli importa. Quello che Reese non si immaginava è che avrebbe provato il desiderio di proteggerla. Proteggerla proprio da se stesso…

L’autrice bestseller di New York Times e USA Today che ha conquistato l’Italia

Lui non ha mai desiderato essere un eroe
finché lei non ne ha avuto bisogno

«Amo questa serie, amo i protagonisti e amo la chimica travolgente che c’è tra loro. Ne voglio ancora!»

«Colpi di scena e svolte improvvise: assolutamente favoloso e ben scritto. Amo questo libro, lo amo, lo amo, lo amo.»

«M. Leighton, sei un genio! Ho pianto in più di un’occasione perché le emozioni sono così ben scritte, e anche le parti sexy e sensuali sono trascinanti e divertenti. Bel colpo!»
M. Leighton
è nata in Ohio. Ha scritto più di una decina di romanzi e i suoi libri sono bestseller del «New York Times» e di «USA Today». La Newton Compton ha pubblicato la serie Bad Boys: Solo per te, Ti stavo aspettando e Tutto o niente e The Wild Series. Con Le tue innocenti bugie e Noi due a ogni costo arriva in Italia anche la Pretty Series.
LinguaItaliano
Data di uscita25 set 2018
ISBN9788822726599
Noi due a ogni costo

Correlato a Noi due a ogni costo

Titoli di questa serie (100)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica contemporanea per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Noi due a ogni costo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Noi due a ogni costo - M. Leighton

    Capitolo 1

    Reese

    «Accidenti! Ma è fantastico!», esclama Sig Locke mentre guido il nostro gruppetto oltre le porte di Exotique, uno dei tanti locali di lusso di mia proprietà.

    «Sei sicura di volerlo fare?», chiede Hemi, mio fratello minore, a Sloane, la sua ragazza.

    Lei solleva il viso e gli sorride. «Tesoro, lo faccio per Sig. Voglio che la sua prima visita a Chicago sia memorabile, te l’ho detto. E poi», continua allungandosi per mordicchiargli affettuosamente il mento, «magari posso imparare qualche nuovo movimento».

    Hemi ha un sorriso malizioso, e io so a cosa sta pensando. Già s’immagina Sloane aggrappata a un palo in uno show privato tutto per lui.

    «Santo cielo!», esclama Sig coprendosi le orecchie con le mani. «Non voglio più sentire queste cazzate!».

    Io scuoto la testa ridacchiando e mi fermo un attimo per guardarmi intorno.

    Provo sempre un misto di orgoglio ed eccitazione quando entro in uno dei miei club. Ho costruito un impero di night club, molto lussuosi e di alta classe, disseminati in tutti gli Stati Uniti e in diversi altri Paesi. E anche se non riesco a visitarli tutti più di una o due volte l’anno, provo sempre una forte emozione quando entro.

    Tutto è esattamente com’era quando sono passato tredici mesi fa. I pavimenti in marmo nero sono lucidati a specchio, la sbarra cromata è illuminata da una fila di luci soffuse e tutte le bellissime cameriere portano giacche da smoking senza maniche, molto scollate, che lasciano completamente scoperte le cosce. Sofisticate. Sexy. Mie.

    So bene che potrei avvicinare una di loro, una qualsiasi, e dopo dieci minuti andarmene insieme a lei. Non avrei neanche bisogno di dirle chi sono. È uno dei miei tanti talenti. Non è arroganza, è semplicemente un dato di fatto. Io ho qualcosa che loro vogliono, e loro hanno qualcosa che io voglio. Almeno per una notte.

    Ma ora non è il momento. Stasera sono qui per Hemi, il mio fratellino. Gli ho detto che lui e Sloane, la sua ragazza, partiranno con me su uno dei miei yacht di lusso per fare scalo alle Hawaii, dove li sbarcheremo per le due settimane di vacanza che ho organizzato per loro. Il fratello di Sloane è stato una sorpresa, ma… insomma. È il minimo che possa fare per Hemi, dopo che ha trovato e consegnato alla giustizia il poliziotto corrotto le cui azioni hanno portato alla morte di Ollie, il nostro fratello più giovane.

    «Venite», dico al mio gruppetto. «Da questa parte».

    Quando Hemi mi ha detto che stasera volevano venire qui, ho telefonato al manager e ho fatto riservare per noi uno dei tavoli Vip, il migliore, leggermente a sinistra del palco, tanto vicino da poter cogliere il profumo delle ballerine. Dato che la fidanzatina innocente di mio fratello vuole imparare qualche nuova mossa, le darò il miglior tavolo del locale.

    Mentre ci avviciniamo, riconosco qualcuna delle ragazze. Mi sorprende vederle ancora qui. Non ricordo i loro nomi, ma ricordo bene la precisa caratteristica di ciascuna:

    - cameriera bionda: urlatrice.

    - barista dai capelli rossi: ama il sesso rude.

    - altra cameriera bionda: appiccicosa (vedere il suo sguardo torvo mentre le passo accanto mi ricorda quanto sia stato spiacevole farle finalmente capire che parlavo sul serio quando le ho detto: "Non affezionarti a me. Non voglio una relazione". L’ha scoperto a sue spese).

    Una volta seduti, una bella mora con due gambe lunghe un chilometro e tette prorompenti si avvicina per prendere le ordinazioni. Il sorriso che mi rivolge è molto… interessato. Che sappia o meno chi sono, scommetterei un migliaio di dollari che potrei convincerla a entrare alla chetichella in bagno con me. Una cosa veloce e piccante. Una cosa che non significa niente. Ma con la mia attuale compagnia, stasera non posso fare niente del genere.

    Peccato, penso mentre mi godo ancora una volta la vista del suo corpo ritoccato dal chirurgo plastico.

    «Scusa, puoi ripetermi il tuo nome? O dovrei semplicemente chiamarti mia?», scherzo strizzando l’occhio.

    La sua reazione non mi sorprende. Si china un po’ verso di me, offrendomi una panoramica dei beni, e con voce roca sussurra: «Pandora, ma lei può darmi qualsiasi nome, compreso tua».

    Sollevo le sopracciglia e le rivolgo un mezzo sorriso. «Prima che ne diresti di farci cominciare con un giro di shottini? Sono cliente abituale e offro io. Apri un conto e continua a portare da bere».

    Gli occhi le brillano per l’attrazione, e allora la riconosco, l’ho vista un sacco di volte. «Il suo nome, signore?», mi chiede, e la punta della lingua fa capolino per inumidire l’angolo delle labbra carnose.

    «Reese Spencer».

    I suoi occhi si dilatano quasi impercettibilmente.

    Quasi.

    Lei sa chi sono. Non è facile scoprire che questo locale è mio, ma ogni tanto capita che la voce giri. E la voce deve essere arrivata fino a lei.

    «Sì, signore. Torno subito con i vostri drink».

    La ringrazio con un cenno del capo, poi mi concentro sul palcoscenico mentre le luci del locale si attenuano e si accende un riflettore. La musica cambia, e tutti gli occhi puntano sulla magnifica ragazza biondo platino che esce con incedere allusivo sulla passerella a forma di T che dai camerini porta al palcoscenico.

    Osservo la scena con blando entusiasmo. Mi piace guardare le ballerine, e sono contento che il locale proceda senza intoppi e che tutto sia in ordine; ma più di ogni altra cosa vorrei che la serata finisse presto in modo da poter tornare a casa a riposarmi. Domani devo andare a un funerale.

    Bevo mentre mio fratello e la sua ragazza scherzano tra loro. Troverei il loro amore sincero invidiabile, se m’importasse avere quel genere di relazione, ma non mi interessa, quindi presto loro poca attenzione.

    Distolgo lo sguardo, ignorando le loro pubbliche manifestazioni di affetto, e guardo il fratello maggiore di Sloane. Sig sembra un tipo a posto e si sta divertendo un mondo nel mio locale.

    «Oddio! Quella deve portar qui il suo bel culetto e sedersi sulle mie ginocchia!», esclama quando un’altra bella bionda dalle curve più generose esce sul palco.

    Sig ride e ulula, butta giù un altro shottino e lo rinforza con un Southern Comfort e Sprite. Quando si accorge che lo sto guardando, ulula persino più forte e mi molla un pugno amichevole sul braccio.

    «Bevi, amico mio! Ho bisogno di qualcuno con cui ubriacarmi. Il fatto di trovarmi con mia sorella in un locale come questo mi fa sballare!». Ride un po’ più forte di quanto sarebbe sensato.

    «Mi sembra che te la cavi bene anche da solo», gli dico, e lo vedo perdere l’equilibrio e quasi cadere dalla sedia.

    Sto pensando di scusarmi e andarmene quando la musica cambia di nuovo e mi blocca. Il ritmo sexy di Justify My Love di Madonna mi colpisce, è una scelta interessante ma strana per ballare, e riporta la mia attenzione al palcoscenico.

    Dal lato sinistro del backstage emerge una ragazza che si avvia lentamente sulla passerella. Il riflettore la segue, e vedo che indossa una camicia e una cravatta da uomo. Nient’altro.

    Ha le gambe lunghe – con quei tacchi a stiletto sembrano ancora più lunghe – e perfettamente toniche. Gambe da ballerina. Forti, aggraziate. Peccaminose.

    Ogni suo passo ne rivela il movimento conturbante, sensuale. Lento, deliberato. Mi raddrizzo sul sedile. Sono immediatamente catapultato da uno stato di moderato interesse a uno di estrema fascinazione, e non so bene perché. Ho visto centinaia di ballerine esibirsi in centinaia di danze, ma non ho mai visto questa. E in questa c’è qualcosa che accende tutti i miei sensi.

    Mentre si avvicina vedo che sui folti capelli castani porta con impertinenza un cappello sulle ventitré, e tra le mani stringe un lucido bastone nero. Quando arriva in mezzo al palco si ferma, fa oscillare il bastone una volta, poi lo punta a terra davanti a sé. Con un solo movimento tormentosamente misurato, irrigidisce le gambe e si china in avanti, mostrando tutta la lunghezza delle cosce perfette che si innestano nella curva perfetta delle natiche.

    Prima che io abbia finito di ammirarla quanto vorrei, lei si raddrizza facendo roteare il bastone sopra la testa, poi lo blocca in orizzontale tra le mani. Inarca la schiena, e così facendo le sue tette lussureggianti si sollevano e si protendono in fuori. Poi, sempre con mosse lente e misurate, abbassa il bastone davanti a sé.

    Ogni sua azione è fluida e priva di fretta, ogni movimento è erotico, il suo corpo sembra sciogliersi da una mossa alla successiva perfettamente a tempo con la musica.

    Sollevo lo sguardo sul suo viso, ma è nascosto dall’ombra del cappello e riesco a vedere solo la bocca. Ma, accidenti, che bocca! Le labbra, sottolineate dal rossetto rosso vivo, sono le più sensuali che io abbia mai visto. Sono quelle che io chiamo labbra da fellatio: carnose, imbronciate e perfettamente modellate per scivolare sulla testa della mia verga.

    Dato che non ero particolarmente entusiasta di venire qui stasera o dello spettacolo, sono sorpreso nel sentire il mio uccello contrarsi quando lei si prende il labbro inferiore tra i denti e lo morde. Ma, accidenti, reagisce eccome!

    Sento un gemito montarmi in petto mentre la vedo scendere lentamente sulle ginocchia, allontanare il bastone dal corpo come se volesse fare delle flessioni, per poi scivolare sensualmente sul ventre. Dopo qualche istante, abbandona il bastone e si gira sulla schiena spostando i fianchi per ultimi, come un gatto che si sta stiracchindo. Mi sembra quasi di sentirla fare le fusa.

    Le gambe allungate sul palco, fa scorrere le mani dall’attaccatura delle cosce al ventre, sollevando il bordo della camicia solo quanto basta per offrire un rapido sguardo stuzzicante a quello che porta sotto. Prosegue fino ai seni e alla gola, e le sue agili dita allentano la cravatta, facendola scivolare lentamente giù dal collo. Poi incrocia le mani, avvolgendo la seta intorno ai polsi.

    Per qualche secondo, nella sala siamo solo io e questa ragazza. Tra noi si frappone solo la musica. E quella maledetta cravatta. La mia mente è attraversata da immagini fin troppo eloquenti: fantastico di legarla con quella striscia di seta rossa, e subito sento pulsare il membro dietro la cerniera lampo.

    La donna allunga languidamente una gamba in aria mentre l’altra rimane distesa sul palco. Si allunga e si afferra la caviglia, sfiorando il ginocchio con le mani legate, attirando la gamba verso il viso. Le cosce si spalancano in una spaccata perfetta che rivela succinte mutandine in raso nero. Quando le vedo, il mio unico pensiero è inginocchiarmi tra le sue gambe e baciare quel morbido tessuto.

    Vedo le sue labbra arricciarsi per depositare un casto bacio sul ginocchio. Sono affascinato, ma quando noto la sua lingua guizzar fuori, sento che potrei perforare il tavolo con la mia erezione. In lei c’è qualcosa di sottilmente erotico. È come se non fosse consapevole della nostra presenza, sembra persa nei suoi pensieri. Oddio, quanto mi piacerebbe far parte delle sue fantasie!

    La scena s’interrompe quando sento una mano sul braccio. Sono istantaneamente irritato da quell’intrusione, e mi libero con uno strattone. Neanche mi curo di voltarmi finché non sento una voce.

    È mio fratello, ed è deciso a ottenere la mia attenzione. Finalmente mi volto e non cerco neanche di nascondere il mio sguardo turbato.

    «Che c’è?»

    «Puoi accompagnarci a casa? Sloane non si sente molto bene. Forse è qualcosa che ha mangiato prima di uscire». Mi lancia un’occhiata significativa. Mi ci vuole qualche istante pe sganciarmi completamente dalla ragazza che mi ha incantato, ma alla fine (a malincuore) ci riesco, e mi viene in mente che Sloane non ha bevuto il suo shottino di tequila. Poi ricordo il perché. Hemi mi ha detto che è incinta ma che ancora non l’hanno comunicato alla sua famiglia, quindi mi ha chiesto di non dire niente.

    «Ah... certo», rispondo un po’ troppo bruscamente. «Sì, vi accompagno io».

    Riluttante ad andarmene proprio adesso, mi volto a guardare di nuovo verso il palco, in tempo per vedere che la ballerina è di nuovo sulle ginocchia, e si toglie il cappello liberando una cascata di morbidi riccioli castani. Riesco a scorgere i suoi lineamenti solo di sfuggita. Lei agita i capelli e nasconde il viso, ma non prima che io riesca a intravedere un occhio verde chiaro. Che si dilata quando incontra il mio sguardo.

    Immediatamente sono trasportato indietro nel tempo, ad anni e anni fa. All’erba morbida di una radura nel bosco, e alla pelle liscia della ragazza sotto il mio corpo.

    Ricordo quegli occhi, quella bocca. Ricordo una versione più allampanata, meno matura del corpo di questa donna, e la sensazione che provavo nel toccarla, nello stringerla tra le braccia. Ricordo come rideva, il suo sapore. E come è finita.

    E che non ho mai potuto dimenticarla.

    Oddio!

    È Kennedy.

    Capitolo 2

    Kennedy

    Il cuore mi si ferma in petto e dimentico di respirare quando i miei occhi incontrano i luminosi occhi verdeazzurri che non sono mai riuscita a lasciarmi completamente alle spalle.

    Reese.

    È in piedi davanti a me, lo osservo e catalogo ogni suo tratto in meno di un secondo.

    È invecchiato magnificamente. È sempre lo stesso tipo, alto e sconvenientemente bello, di tanti anni fa, ma ora è un uomo. Un uomo mozzafiato.

    Le spalle sembrano più larghe e, se possibile, più forti. Le braccia sono lunghe e possenti sotto la camicia elegante, i bicipiti tendono la stoffa costosa persino quando sono a riposo. La vita è snella, lo stomaco piatto, e le cosce sono muscolose come ricordo, ma è quello che si nasconde tra loro ad arrossarmi le guance, l’impressionante rigonfiamento dietro la cerniera lampo.

    Per quanto mi sia sforzata di togliermi quel giorno dalla testa, tutto torna in fretta con chiarezza cristallina. Ricordo cosa provavo a essere penetrata da lui, emotivamente e fisicamente. E ricordo anche cosa ho provato a essere distrutta da lui.

    Lui è rimasto immobile e mi guarda. Mi riconosce. I suoi occhi scorrono sul mio corpo, e io li sento su di me come se mi stesse toccando. Di nuovo. Come una volta.

    Quando le pupille color acqua si fermano sulle mie labbra posso quasi avvertire la pressione del suo bacio. Mi sfiorano, e il suo sguardo scivola lungo la gola fino al petto che si solleva e si abbassa sotto la camicia. Quando i suoi occhi si fermano sui miei seni, sento formicolare i capezzoli al ricordo delle sue mani, e quando prosegue sul ventre per fermarsi all’orlo della mia camicia, che copre a malapena le mutandine nere, sento una vampata di calore indesiderato.

    Indesiderato, perché ho smesso di volere Reese anni fa. Ho smesso di amarlo. Ho dovuto farlo, per sopravvivere.

    E poi i suoi occhi si sollevano di nuovo sui miei. In loro leggo apprezzamento, un po’ di rabbia, grande desiderio e shock. Un forte shock.

    Tutto questo trapela in pochi istanti. Quando distolgo a fatica lo sguardo, mi accorgo che sto tremando. Mi sforzo di mantenere la calma per i pochi secondi rimasti prima che il brano finisca. Quando il mio numero arriva alla fine, mi costringo a voltarmi e ad andarmene a passi lenti e misurati. Ma non è facile. Anzi, è la seconda cosa più difficile che abbia fatto in vita mia.

    Capitolo 3

    Reese

    Ci vuole la pacca sulla spalla di mio fratello per farmi staccare gli occhi da Kennedy mentre si allontana.

    «Allora, vieni?».

    Cinque minuti fa non vedevo l’ora di tornare a casa, ma adesso… adesso, l’unica cosa che vorrei fare veramente è andare nel backstage a cercare Kennedy. Non ho idea di cosa vorrei fare dopo. Baciarla, scuoterla. Chiederle come diavolo è arrivata a fare la ballerina in uno dei miei locali. Ma non posso.

    Be’, potrei, ma non lo farò. Non devo.

    Mi prende una rabbia improvvisa. E un senso di frustrazione.

    «Reese, insomma, che vuoi fare, accidenti?», mi incalza Hemi.

    «Vengo», rispondo brusco. Volto le spalle al palco così in fretta da rovesciare la sedia, e quasi vado a sbattere contro la cameriera che sta tornando al nostro tavolo con il drink per Sig e me.

    Lei sobbalza, sorpresa. «Mi dispiace, mi scusi».

    «Colpa mia». L’afferro per il braccio per impedirle di cadere.

    Lei si appoggia a me, e mi guarda con i suoi occhioni azzurri. «Grazie», sussurra, e i suoi seni mi sfiorano il petto.

    Il mio primo pensiero è che i suoi occhi sono del colore sbagliato; dovrebbero essere verde acqua. Il secondo pensiero è una lunga sfilza di oscenità molto spinte. Il mio terzo pensiero è che, in fondo, forse questa ragazza è esattamente quello di cui ho bisogno stasera.

    «A che ora finisci di lavorare?»

    «Dipende solo da lei», risponde provocante. Sfortunatamente per lei il mio umore è cambiato. In modo drastico.

    «Dammi le chiavi, Reese, aspetteremo in macchina», dice Hemi alla mia sinistra, irritato. Sfortunatamente per lui, mi ha appena offerto l’opportunità di cui ho bisogno.

    Prendo dalla tasca le chiavi della mia Mercedes e gliele schiaffo in mano. «Arrivo tra dieci minuti».

    Non appena la ragazza di Hemi si alza dandomi le spalle, con uno strattone tiro la mia distrazione più vicino al mio petto e le sussurro all’orecchio: «Che ne pensi del bagno degli uomini?»

    «Stasera è il mio posto preferito», mormora allusiva.

    «Come pensavo».

    E di colpo mi tolgo Kennedy dalla testa.

    Guido Pandora al bagno degli uomini, e mi accerto che non ci sia nessuno prima di chiudere a chiave la porta. La prendo tra le braccia e lei si abbandona volentieri. Come sapevo avrebbe fatto.

    Le afferro le natiche con una mano e un seno prosperoso con l’altra, e li stringo sfiorandole la gola con le labbra.

    «Dimmi cosa ti piace», geme lei, muovendo i fianchi in modo da massaggiare il mio membro pulsante.

    «Voglio vederti giocare con queste», le rispondo allargando i risvolti del suo top per scoprirle i seni nudi. «Mentre mi fai un pompino con queste». Le copro le labbra con la bocca, succhiando il labbro inferiore e mordendolo.

    Non appena la lascio andare, la piccante mora mi copre di baci e carezze il collo e il petto, poi scende lungo il ventre e la sento prendere in mano i testicoli attraverso i pantaloni. Mi sfugge un gemito e appoggio la testa contro le fredde mattonelle del muro, mentre lei mi apre la cerniera lampo dei pantaloni e infila una mano dentro.

    Quando sfiora con la lingua la punta del mio membro non posso trattenere un gemito. Lei comincia a leccare e succhiare, facendo scorrere le labbra lungo tutta la lunghezza, dalla base alla punta, ma non è abbastanza. Ho bisogno… di più. Ho bisogno di fottere qualcosa – o qualcuno – forte. La bocca della cameriera scivola giù lungo la mia asta, inghiottendo quanto più possibile fino in fondo alla gola. Allungo una mano a tastoni per

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1