Un Alieno in casa: Una nuova fanta-commedia
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Questo libro è opera di fantasia. Ogni riferimento ad esseri umani ed extraterrestri e a fatti realmente accaduti, in qualsiasi tempo o pianeta, è da ritenersi puramente casuale!!
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Anteprima del libro
Un Alieno in casa - Alessandro Desogus
Un Alieno in casa
Una nuova fanta-commedia
di Alessandro Desogus
Irene e Luigi sono una coppia in crisi che abita nella noiosa periferia di una grande città. Lui è un professore di matematica, lei una casalinga depressa ed in continuo scontro con la suocera. Ma l'arrivo di un extraterrestre, Sasha, che letteralmente ‘cade dal cielo’ sulla loro terrazza e li coinvolge in epiche battaglie contro una razza nemica, sconvolge sia la loro esistenza che la loro vita sentimentale. Come andrà a finire?
Questo libro è opera di fantasia. Ogni riferimento ad esseri umani ed extraterrestri e a fatti realmente accaduti, in qualsiasi tempo o pianeta, è da ritenersi puramente casuale!!
Immagine di copertina acquistata presso il sito: www.istockphoto.com
Grafica eseguita dall’autore attraverso il sito: www.canva.com
Quest'opera è protetta dalla legge sul diritto d'autore.
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
Copyright © 2018 Alessandro Desogus
Edizione originale 2018
Capitolo 1
Che stanchezza...e che abbuffata!
disse Irene mentre si toglieva le scarpe e gli orecchini in bagno.
Eh si
rispose Luigi, che passò davanti alla porta con delle mandorle in mano.
Ti ho visto sai, ma sei pazzo? Abbiamo appena finito di mangiare l’impossibile da Andrea e Giulia e tu stai già riiniziando?
Ma dai, è solo uno spuntino dopocena
.
No vabbè, dillo al tuo pancione...ormai sembri incinto di nove mesi
.
Esagerata
disse, tanto quando sono vestito si vede poco, e poi le donne notano altro
.
Lei fece una smorfia.
Tipo?
Il mio viso ad esempio, tutte a scuola mi dicono che sembro più giovane
.
Tutte?? Chi sarebbero tutte?? Chi sono le sciagurate che ti prendono in giro in questo modo?
Ah ah
rispose luigi in tono acido, le mie colleghe sono sempre sincere
.
Poverino, e tu che ci credi anche...te l’avranno detto per pietà
.
Senti, se ti degnassi di guardarmi ogni tanto, ti renderesti conto che ho pochissime rughe
disse mentre si gettava in bocca una decina di mandorle tutte insieme.
E guarda che anc Cronc cronc cronc tu ne cronc cronc di me
.
Cos’ hai detto?
disse lei arrabbiata, avendo intuito la sua frase.
Ehm
rispose esitando, impaurito da ciò che stava per ripeterle... anche tu...ne hai più di me
.
Io più rughe di te?
Beh…ehm, si tesoro, guarda che inizi ad avere delle rughe
.
Lei scosse la faccia con una mossa isterica e si volse disperata allo specchio: dove? Dove???
***
Irene si chiuse in bagno, e ne uscì 15 minuti dopo, struccata e con indosso il suo pigiamone rosa anti-sesso, pronta per andare a dormire.
Ignorò Luigi, che andò a sua volta in bagno.
Lui lasciò la porta aperta, e nel frattempo le chiese: tesoro, ti è piaciuta la lasagna di Andrea? Questa volta si è superato
.
Mhm
bofonchiò lei, scocciata.
Dai amore, prima stavo scherzando
.
Il problema è che le rughe mi stanno venendo sul serio, ed ho solo 27 anni
disse lei cupa, ma quelle cavolo di creme che metto da anni a che accidenti servono? Acido ialuronico di merda
.
Ma non è vero, magari se non mettessi nulla ne avresti di più
.
Pure?
sospirò, e dopo pochi secondi cambiò discorso.
Comunque Andrea si sta trasformando in tua madre, tra poco ci legherà alla sedia e ci infilerà le teglie di cibo direttamente in gola
.
Ma daiii. E poi che c’entra adesso mia madre? Non vorrai metterla in mezzo, ora!
E perché no? A me tua madre mi legherebbe e mi prenderebbe direttamente a sprangate sui denti se potesse...
Esagerata, in fondo ti vuole bene, è solo un po’ protettiva nei miei confronti
.
Hai 57 anni, non è il caso che la smetta?
Ne ho 56, non 57! E una mamma è sempre una mamma
.
Bravo, difendila sempre, a me non mi hai mai difeso
.
Ma se tu nemmeno mi guardi più
.
Ci credo, non vuoi mai fare niente. Torni da scuola e ti butti sul divano a guardarti le partite in tivù mangiando schifezze...l’altra sera il pavimento era pieno di cartacce di snack e lattine di birra...e comunque anche i tuoi amici dovrebbero darsi una regolata, dall’ultima volta che ci siamo visti sono ingrassati tutt’e due
.
Anche tu hai notato che Laura sta ingrassando?
osservò Luigi.
Eh si, però Andrea se continua così diventerà un bisonte
.
Ma no, è solo un po’ grosso...
Grosso? Mangia che sembra un bidone aspiratutto!
Esagerata! Ed in ogni caso sono amici di entrambi, perché dici ‘i tuoi amici’?
Perché è vero, lui è amico tuo, e ormai vediamo solo loro, le mie amiche le ho perse il giorno del nostro matrimonio...ma...ma che puzza di merda...stai facendo la cacca?
Si!
Non potevi chiudere la porta?
Irene si alzò dal letto nel quale si era appena sdraiata, e mentre chiudeva la porta del bagno con un certo impeto, scocciata per l’odore che invadeva la stanza, in quello stesso istante un grosso colpo fece tremare tutta la casa.
Boommm…
Per un attimo andò via la luce, tutto si fece buio, e quando l’illuminazione tornò sembrava quasi che la casa stesse tintinnando.
Che cazzo è successo?
gridò Irene, impaurita.
Cavolo, hai sbattuto la porta, ecco cos’è successo! E hai fatto tremare tutta la casa!
urlò Luigi dal bagno.
No scemo, non sono stata io
.
Sicura? Hai sempre avuto...una certa grazia quando..
Fai silenzio!
lo interruppe lei bruscamente.
Irene rimase in ascolto per qualche secondo, cercando di capire cosa fosse accaduto.
In quegli attimi sentì solamente i battiti del suo cuore accelerare fortissimo, ed un brivido di paura scorrerle per tutto il corpo. Si guardò intorno, deglutì, e si avvicinò pian piano alla finestra della camera da letto.
Quel botto era stato molto strano, era sicura di non esserne stata lei la causa, ma le aveva dato un’impressione che sul momento non riuscì a spiegarsi, e che le suscitò molta preoccupazione.
Guardò dai vetri attraverso l’oscurità della notte, cercando qualcosa di diverso in essa, ma tutto era uguale: la tiepida luce del lampione in fondo alla strada, le luci delle villette vicine, nulla sembrava diverso in quella silenziosa periferia della città.
Cosa cerchi di vedere là fuori?
le chiese Luigi uscendo dal bagno, mentre controllava che la porta si chiudesse correttamente.
Per fortuna qui è tutto a posto
disse. Poi si avvicinò a lei.
Sei preoccupata?
Si!
Pensi ad una piccola scossa di terremoto? Di certo non lo scoprirai guardando il buio là fuori
.
No, non penso fosse un terremoto, e poi questa non è una zona sismica
.
Comunque secondo me sei stata tu come hai chiuso la p…
Non sono stata io a fare tutto quel casino, hai capito?
lo interruppe lei stizzita. Come puoi pensarlo? É stato un colpo molto più forte
.
Lo guardò con aria allarmata. Per una volta lui fu contento che lei lo stesse guardando negli occhi.
Ti prego, controlli che giù in giardino sia tutto a posto?
gli chiese in tono supplichevole.
Lui sbuffò: Uff, e va bene, vado a controllare
.
Luigi scese al piano terra ed aprì la porta di casa, accendendo tutte le luci al suo passaggio. Accese anche la luce del giardino e controllò che fuori fosse tutto tranquillo.
Irene lo osservò per un po’ dalla finestra, poi si sedette sul letto rendendosi conto che aveva trattenuto il fiato per tutto quel tempo.
Si mise a respirare profondamente, pensando che probabilmente non era successo nulla di grave e che si era preoccupata eccessivamente.
Luigi tornò in camera: "Non ho trovato nulla di strano né al piano di sotto, né in giardino, e neppure su in terrazza.
Ora starai più calma?"
E hai chiuso tutto vero?
Si, si, dai non preoccuparti. Adesso però andiamo a letto, domattina ho scuola
.
Lui si cambiò velocemente, si sdraiò e spense subito la luce della sua abat-jour.
Lei fece altrettanto, e rimase per parecchi minuti a cercare di sentire se ci fossero rumori strani o insoliti, ma tutto tacque, e quando Luigi iniziò il suo solito russare, la stanchezza prevalse sulla sua preoccupazione, e pian piano scivolò nel sonno.
I suoi sogni furono agitati, forse per quello strano rumore, oppure per la cena di quella sera...
Capitolo 2
Irene si svegliò bruscamente durante la notte.
Cos’è stato, un rumore?
pensò tra sé e sé, poi guardò la sveglia. Segnava le 3 e 06 minuti.
Uff, ormai qualunque suono strano al di sopra del russare di questo qua mi farà paura
.
Confusa per non aver capito se si era svegliata davvero per un rumore o solo per la paura che le era rimasta da quello strano ‘incidente’ di qualche ora prima, richiuse gli occhi rimanendo in ascolto, ma nel giro di due minuti si stava già riaddormentando.
Tutum...tutum!
Aaaahhhh!
si alzò di scatto e rimase seduta sul letto. Luigi, Luiiigi svegliati, c’è qualcuno di là, ho sentito un rumore...ci sono i ladri, ci sono i mostriii
disse impaurita a Luigi, con voce bassa, mettendogli la mano in faccia per svegliarlo.
Maahh..muuh..beh..groff..chee...ma che c’è? Che hai adesso? Perché mi svegli mettendomi la mano in faccia?
Col buio non ti vedevo...alzati per favore e vai a vedere giù, c’è qualcuno, ho sentito un rumore
.
Ancora impaurita dal botto di ieri sera? Non starai iniziando ad esagerare?
Non lo so, però ti prego, vai a vedere lo stesso
.
Uff Irene, non ne posso più
disse brontolando, mentre si alzava...
Luigi si mise le sue vecchie pantofole e cliccò l’interruttore della luce.
Clic..clic..
Mbeh? Non si accende la luce!
Cosa??
disse lei con aria atterrita! Miagolò qualcosa del tipo: dimmi che non è vero
.
Lei provò ad accendere la sua abat-jour, ma niente. Quella strana paura che ebbe la sera prima tornò immediatamente spazzandole via ogni residuo di sonno.
Non entrare nel panico tesoro, magari è solamente saltata la corrente
disse Luigi con voce tentennante.
Anche lui iniziava ad avere una leggera inquietudine, ma tentò di mantenere calma la situazione: magari è andata via la luce per colpa di un leggero sisma, adesso vado a controllare
.
Ingoiò la saliva, prese la torcia elettrica che aveva dentro il cassetto del comodino, la accese e la puntò verso Irene.
Non puntarmela in faccia, stupido
.
Scusami, volevo vedere se avevi un mostro vicino
.
Spiritoso
.
Luigi ridacchiò per cercare di smorzare la tensione che si era creata nella stanza, e si avviò verso le scale che portavano al piano di sotto.
Irene, impaurita e sola in camera, decise che era meglio cercarsi un’arma, così afferrò al buio la borsetta che aveva lasciato sulla sedia e, scalza, si avvicinò alle scale, senza scenderle, restando in