L'anima del Moderno: Lituania 1918-1940

Di Vilma Cernikyte, Monika Gaidyte

L’architettura moderna è una fonte di identità importante per l’odierna Kaunas che adesso si candida per entrare a far parte del patrimonio UNESCO.La mostra e il convegno non raccontano soltanto la città di Kaunas, come affermano i curatori, essa parla anche delle speranze che nascono e che crollano, degli sforzi dell‘attività creativa e dell’ottimismo, della migrazione, località e comunanza di idee e di forme, dell’arte e della libertà, della guerra e della repressione, del cambiamento delle forme del passato e delle idee e il loro rapporto con l’oggi.

• Lingua: Italiano
• Editore: SMOwnPublishing
• Data di uscita: 12 nov 2018
• ISBN: 9788899165345

Anteprima del libro

Vilma Cernikyte, Monika Gaidyte

L'anima del moderno

Lituania 1918-1940

ISBN: 9788899165345

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Indice dei contenuti

L'Anima del Moderno, Lituania 1918-1940

Architettura dell'ottimismo. Il fenomeno di Kaunas 1918–1940

L’Architettura dell’Ottimismo: il fenomeno di Kaunas 1918-1940

Mostra

Introduzione al convegno

Anime del Moderno

Fermenti culturali nel tarpukaris

La lingua Lituana 1918–1940

La rinascita culturale, civile e materiale della Lituania indipendente nel periodo interbellico (1918-1940)

La vita nello spirito del modernismo a Kaunas: le tendenze della vita quotidiana

Interior design in Lituania: concetti di modernità tra il 1918 e il 1940

Convegno

Biografie

L'Anima del Moderno, Lituania 1918-1940

a cura di Vilma Černikytė e Monika Gaidytė

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Studio Marinoni

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Atti del Convegno. L'anima del moderno.

In occasione dell'inaugurazione della mostra Architettura dell’ottimismo: Il fenomeno di Kaunas, 1918-1940, il Consiglio della Cultura Lituana ha presentato il convegno aperto al pubblico L'ANIMA DEL MODERNO: Lituania 1918-1940.

A cura di: Vilma Cernikytė, Monika Gaidytė

Graphic design: www.vilmacernikyte.com

Traduzioni: Viltė Gefenaitė, Mariangela Marinoni

Fotografie: Daniele Cifalà, lithuanianstories.com

Il progetto è finanziato dal:

ISBN 9788899165345

Architettura dell'ottimismo. Il fenomeno di Kaunas 1918–1940

Ričardas Šlepavičius, Ambasciatore della Repubblica Lituana in Italia

L‘ottimismo innanzitutto è uno stato di coscienza che descrive precisamente la situazione, quando in meno di venti anni, dal 1918 al 1940, Kaunas, la capitale provvisoria della Lituania indipendente, da piccola città di provincia era diventatala capitale europea.

È molto simbolico che proprio adesso, quando festeggiamo il Centenario della Rinascita dello Stato lituano, cogliamo l’occasione di esplorare l’architettura di questa città e di provare a comprendere come, allora, visse la gente che costruì il nostro Stato.

È emblematico anche che nel 2022 Kaunas diventerà la capitale europea della cultura, quindi il temporaneo diventerà il contemporaneo. L’ottimismo è una parola chiave, adottata dai curatori, che descrive come pensarono e lavorarono le persone durante questo complicato periodo, tra le due guerre mondiali; esprime simbolicamente la loro speranza e sovranità, lo stile per commemorare e il messaggio da trasmettere alle generazioni future. L‘architettura di Kaunas ci dimostra in quale posizione sulla mappa Europea si intendeva stare.

L’architettura moderna tra le due guerre, anche dopo la Seconda guerra mondiale, ha svolto un grande ruolo, era diventata la memoria della ex-sovranità, una finestra simbolica verso l’Ovest e un esempio per gli architetti lituani.

L’architettura moderna è una fonte di identità importante per l’odierna Kaunas che adesso si candida per entrare a far parte del patrimonio UNESCO.

La mostra non racconta soltanto la città di Kaunas, come affermano i curatori, essa parla anche delle speranze che nascono e che crollano, degli sforzi dell‘attività creativa e dell’ottimismo, della migrazione, località e comunanza di idee e di forme, dell’arte e della libertà, della guerra e della repressione, del cambiamento delle forme del passato e delle idee e il loro rapporto con l’oggi.

È molto importante per me menzionare oggi qui che Kaunas è stato creato dagli architetti che si sono laureati