L'IX Zona patrioti "Pippo". Le relazione dei Comandi
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La lotta di Liberazione era un fatto militare che doveva articolarsi su specifiche regole di spostamento, alloggiamento, ingaggio e combattimento.
Gli ideali erano quelli puri della lotta di Liberazione. Gli obiettivi per costruire un mondo migliore, dopo averlo liberato dalla tirannia del nazismo e del fascismo, nel quale eguaglianza, libertà e fraternità dovevano rappresentare le colonne portanti della nuova nazione.
L’impegno di Pippo e dei suoi partigiani e patrioti era dunque ideale non partitico e per questo una volta raggiunti dagli Alleati sono proprio questi a rifornire l’unità e porla in combattimento sulla Linea Gotica a partire dall’ottobre del 1944.
I combattenti del Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo lottarono a Sommocolonia (Barga) a fine dicembre del 1944 nella tragica battaglia di Natale, e contribuirono a superare la Linea Gotica a fine aprile del 1945 raggiungendo Milano. Tra le relazione si possono trovare le pagine dedicate all’attività del Gruppo Valanga comandato da Leandro Puccetti.
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L'IX Zona patrioti "Pippo". Le relazione dei Comandi - a cura di Andrea Giannasi
9788899735722
Punti di riferimento sulla Resistenza
Scritta tra gli anni quaranta e cinquanta recuperando documenti, rapporti e appunti, la Relazione sull’attività svolta dalle unità di patrioti operanti alle dipendenze del Comando XI Zona, raccoglie nomi, luoghi, date ed eventi.
Manrico Ducceschi, nome di battaglia Pippo
, è stato un comandante autonomo, ovvero non permise l’ingresso e ingerenze politiche da parte di commissari o funzionari di partito nella vita della formazione. La lotta di Liberazione era un fatto militare che doveva articolarsi su specifiche regole di spostamento, alloggiamento, ingaggio e combattimento.
Gli ideali erano quelli puri della lotta di Liberazione. Gli obiettivi per costruire un mondo migliore, dopo averlo liberato dalla tirannia del nazismo e del fascismo, nel quale eguaglianza, libertà e fraternità dovevano rappresentare le colonne portanti della nuona nazione.
L’impegno di Pippo e dei suoi partigiani e patrioti era dunque ideale non partitico e per questo una volta raggiunti dagli Alleati sono proprio questi a rifornire l’unità e porla in combattimento sulla Linea Gotica a partire dall’ottobre del 1944.
I combattenti del Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo lottarono a Sommocolonia (Barga) a fine dicembre del 1944 nella tragica battaglia di Natale, e contribuirono a superare la Linea Gotica a fine aprile del 1945 raggiungendo Milano. Pippo e i suoi patrioti vennero smobilitati all’Abetone con l’onore delle armi l’8 giugno del ’45 e Manrico Ducceschi venne successivamente decorato con la Bronze Star Medal per aver combattuto aggregato al IV corpo della V Armata statunitense.
Non si può raccontare la storia dell’XI Zona e dei suoi patrioti senza affrontare l’uomo Manrico Ducceschi con i suoi ideali e i propri convincimenti. Fu un vero patriota che incarnò i concetti di patria e di onore, lottando per il tricolore e per l’Italia.
E proprio in questa ottica si inseriscono l’amicizia con Silvano Fedi, delle Squadre Franche Libertarie della montagna pistoiese caduto il 29 luglio del 1944, e i continui contatti con Leandro Puccetti, comandante del Gruppo Valanga morto dopo il ferimento nella battaglia del monte Rovaio del 29 agosto del 1944.
Altre figure di combattenti autonomi lontani dalle scelte partitiche che divisero l’Italia e il mondo al termine del secondo conflitto mondiale. Patrioti che dimostrano l’ampiezza della partecipazione alla Resistenza.
La storia di Pippo del resto ricalca fedelmente la storia del partigianato italiano. Storia che è utile ricordare.
Il primo nucleo di formazioni della Resistenza venne formato in prevalenza da ufficiali e soldati del dissolto Regio Esercito che all’indomani dell’8 settembre del 1943 si trovarono sbandati.
Organizzati in montagna combatterono contro l’invasore tedesco e i fascisti della Repubblica Sociale. Ad infoltire le fila dei resistenti intervenne il bando Graziani del febbraio 1944 con la chiamata della leva militare dei nati dal 1922 al 1924. La scelta di moltissimi renitenti non fu solamente quella di fuggire verso il sud liberato o quella di nascondersi, ma decidere di contribuire alla lotta di Liberazione. Da quel momento si organizzarono in montagna e in pianura gruppi di partigiani e patrioti sempre meglio organizzati con un crescente interesse da parte dei servizi segreti inglese e americano.
Le formazioni si differenziavano sotto insegne politiche, ma anche per tecniche di azione: sotto l'insegna di Garibaldi
si distinsero le formazioni del PCI; le formazioni Giustizia e Libertà
erano l'espressione militare del Partito d'Azione, attive particolarmente in Piemonte; le Brigate del Popolo
, le Fiamme Verdi, i fazzoletti azzurri erano legate alla DC che però riconosceva e appoggiava anche le formazioni apartitiche, le cosiddette Autonome
; le Matteotti
erano ispirate dal PSI; le Mazzini
dal PRI.
Le formazioni partigiane possono essere divise in: 46 Garibaldi (PCI), 33 Giustizia e Libertà (PdA), 12 Matteotti (PSI), 4 Fiamme Verdi (DC), 15 autonome (ex militari e monarchici).¹
Sappiamo però che questi dati vennero formulati dopo la guerra in una nuova fase di appropriazione del campo di intervento
e per questo incontriamo alcuni errori di attribuzione. Tra questi l’inserimento tra le Brigate Garibaldi legate al Partito Comunista, della Brigata Lunense che combatté in Garfagnana fino al suo scioglimento avvenuto il 29 novembre del 1944. Questa unità non aveva connotazione partitica era comandata dall’inglese magg. Antony Oldham, e il 16 luglio del 1944 ricevette la missione paracadutata Turdus della quale faceva parte proprio Roberto Battaglia Barocci
, aderente al Partito d’Azione, che nel 1946 divenne comunista.
Questa breve nota aiuta il lettore a comprendere meglio cosa accadde subito dopo la fine della guerra.
Tatticamente, poi, accanto alle formazioni di montagna si affiancarono i GAP (Gruppi d'Azione Patriottica) specializzati nel sabotaggio, e le SAP (Squadre d'Azione Partigiana) prevalentemente di operai nelle città.
IL CLN teso a coordinare le diverse anime della Resistenza nell’estate del 1944 pose le basi per la creazione di un comando militare unificato: il Corpo Volontari della Libertà (CVL), sotto il comando del generale Raffaele Cadorna, vicecomandanti Ferruccio Parri (Partito d'Azione) e Luigi Longo (Partito Comunista), con Giovanni Battista Stucchi (Partito Socialista), nominato capo di stato maggiore; Enrico Mattei (Democrazia Cristiana); Mario Argenton (Partito Liberale e formazioni autonome), aggiunti al capo di stato maggiore.
Al termine del conflitto tutti i combattenti si riunirono nell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, ma al primo congresso dell’ANPI – tenutosi a Roma dal 6 al 9 dicembre 1947 – avvenne la scissione con Raffaele Cadorna, Enrico Mattei e Mario Argenton, uomini del partigianato autonomo e cristiano, che fondarono la Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL).
Nel 1949 uscì dall’ANPI anche Ferrucci Parri con gli ultimi azionisti e i socialdemocratici fondando la Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane (FIAP).
Queste scissioni riprodussero lo scenario internazionale con la Cortina che divise il mondo in due blocchi e sfere di influenza ideologica. Da una parte gli Stati Uniti e dall’altra l’Unione Sovietica.
La creazione poi del Patto Atlantico NATO da una parte e del Patto di Varsavia dall’altra, contribuì ad elevare ulteriormente il muro tra i due sistemi.
Manrico Ducceschi tra il maggio del 1945 – quando raggiunse Milano con i suoi uomini - e il 24 agosto del 1948, giorno della morte, visse in prima persona la divisione della Resistenza e il crescente intrusivo interesse partitito. Una pagina ancora da scrivere che però, alla luce di recenti scoperte d’archivio, permette di dare nuove chiavi di interpretazione.
La Relazione va letta contestualizzando il ruolo e l’impegno delle unità dell’XI Zona Pippo tra il 1943 e il 1945, senza dimenticare che oltre ogni errore di narrazione
, quell’impegno ha permesso al nostro paese di liberarsi da una dittatura e trovare una strada democratica.
Senza celare che la Resistenza fu un moto popolare spesso senza armi, minore e silenzioso di resistenze
alla sopraffazione, la prevaricazione, la violenza. Infatti leggendo la Relazione incontriamo, accanto a tanti che presero le armi in pugno e combatterono lasciando anche la vita, molti, moltissimi, che compirono un semplice e piccolo gesto. Anche per loro si può e si deve parlare di Patriottismo.
Tutti quelli che anelavano un mondo migliore, libero, democratico e giusto, erano uomini e donne della Resistenza.
E a questo proposito proponiamo anche i numeri che composero la galassia resistenziale.
Giorgio Bocca, partigiano combattente in una Brigata Giustizia e Libertà, scisse che i partigiani nell’inverno 1943-1944, furono circa 3.800 partigiani; al 30 aprile 1944 salirono a 12.600; nell’estate del 1944 furono circa 70.000; al 25 aprile 1945: 80.000.² Secondo il servizio segreto statunitense OSS, i combattenti della Resistenza non furono più di 80.000 con un picco di 160.000 nell’autunno del 1944 per poi risalire a circa 200.000 nella primavera del 1945.
Molto più ampia la stima generale pubblicata nel 1947 dalla Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane che indicava un dato complessivo di 223.639 partigiani combattenti (di cui 35.000 donne) e di 122.518 collaboratori accreditati come patrioti. Interessante è contrapporre anche l’analisi dei numeri dei combattenti che si riunirono nella RSI stimati in non più di 200.000 militanti attivi.³
Questi numeri devono far riflettere perché di fronte ad una popolazione di circa 46 milioni di cittadini solamente una piccola parte parte (meno dello 0,5%) scelte di lottare per la libertà. L’altra si sottrasse e attese.
L’intenzione di questa pubblicazione è quella di riportare i fatti così come avvennero e furono redatti. Ricordando l’impegno nella lotta e l’alto interesse ideale per il raggiungimento di uno scopo comune. Diventando inoltre spunto per i nuovi Volontari della Libertà di oggi che, scevri da condizionamenti ideologici o partitici, lontani dalle divisioni o dalle appropriazioni, lavorano solo sugli ideali di eguaglianza, fraternità, pace e libertà.
Ponendosi come garanti dei valori che si sono affermati nella Resistenza, sanciti poi nella Costituzione
Manrico Ducceschi: la biografia
Manrico Ducceschi, conosciuto con il nome di battaglia Pippo
nasce a Capua l’11 settembre 1920 e muore a Lucca – in circostanze mai del tutto chiarite – il 24 agosto 1948.
Figlio dell'aviatore pistoiese Fernando⁴ e di Matilde Bonaccio, casalinga, trascorse l'infanzia e l'adolescenza nella città natale del padre, a Pistoia in Toscana, dove frequentò il Liceo classico Niccolò Forteguerri. In seguito frequentò il Liceo classico Niccolò Machiavelli di Lucca dove conseguì la maturità classica. Successivamente si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia a Firenze, senza però terminare gli studi a causa della chiamata alle armi.
L'8 settembre 1943 lo trovò a Tarquinia, allievo ufficiale del V Rgt. Alpini. Riuscì a sottrarsi alla cattura e a fare ritorno nella sua città, ove entrò in relazione con ex compagni di studi, militanti dei gruppi Giustizia e Libertà di Firenze, vicini al Partito d'Azione, dandosi successivamente alla macchia per partecipare alla Resistenza italiana con il nome di battaglia di Pontito
prima e di Pippo
(in ricordo di Giuseppe Mazzini) successivamente.
Già a metà settembre costituì la prima Brigata Rosselli e, stabilito il quartier generale alle Tre Potenze, assorbì alcune formazioni minori del Pistoiese e della Lucchesia. Il 16 marzo 1944 la formazione assunse la denominazione ufficiale di Esercito di Liberazione Nazionale - XI Zona Patrioti
con caratterizzazione dichiaratamente apartitica e operante fra la Garfagnana, la Valdinievole e la Montagna Pistoiese.
Durante la lotta di Resistenza la squadra entrò anche in contatto con quella di Silvano Fedi che agiva nei dintorni di Pistoia e anche all'interno della città (mentre quella di Ducceschi si muoveva prevalentemente in montagna).
Una delle operazioni principali della formazione fu l'intercettazione di Tōyō Mitsunobu, Contrammiraglio della Marina imperiale giapponese, che permise di raccogliere documenti importanti per le successive operazioni belliche degli Alleati nel Pacifico.
Era l’8 giugno 1944 a Pianosinatico – vicino all’Abetone – il contrammiraglio giapponese Toyo Mitunobu, venne ucciso mentre cercava di fuggire, e il suo assistente Dengo Yamanaka, invece nell’attacco rimase gravemente ferito.
Anche questa azione portò maggior accredito presso gli Alleati e la formazione poté ricevere rifornimenti e agenti del servizio segreto statunitense OSS.
Pippo era infatti collegato, tramite il pistoiese Giovanni La Loggia, amico di Silvano Fedi ed agente dell’OSS paracadutato ed aggregato al suo gruppo, con l’intelligence americana, impegnata nel pesciatino con le missioni Berta
e Carnation
, e grazie a ciò verrà rifornito con aviolanci.
L’8 e il 9 giugno i patrioti di Pippo danneggiarono i ponti sui torrenti Gronchio, Dogno e Lima, e lasciarono presidi nei punti strategici nei pressi di Cocciglia e San Cassiano di Controne.
Solo tre giorni dopo tra l’11 e il 12 giugno furono protagonisti della battaglia di Fabbriche di Casabasciana durante la quale i tedeschi in due distinte azioni sono costretti a ripiegare con ingenti perdite.
Dopo l'arrivo degli Alleati della V Armata, dall'ottobre 1944, la formazione, venne inquadratata in forma di reparto regolare e organico, e venne chiamata Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo
. Con divise ed equipaggiamento americano venne destinata al controllo di 40 chilometri di fronte, sulla Linea Gotica, dalla zona di Fornovolasco-Vergemoli-Gallicano) alla linea Sommocolonia-Renaio. In totale furono circa 200 i patrioti impegnati in azioni di pattugliamenti, perlustrazioni, controllo delle linee e appoggio agli attacchi statunitensi.
Il Battaglione sostenne l’avanzata della Força Expedicionaria Brasileira liberando, spesso prima degli alleati, cittadine come Barga, Fornaci di Barga, Gallicano. Dal novembre venne affiancata alla 92° divisione di fanteria americana Buffalo
contrastando forze tedesche e alcuni contingenti delle Divisioni Italia
, San Marco
e Monterosa
della Repubblica sociale.
I patrioti combatterono nella Battaglia di Natale durante la quale unità alpine tedesche, con l’ausilio di truppe fasciste della RSI, sfondarono la linea Gotica a Sommocolonia, travolgendo le unità della Buffalo, raggiungendo Piano di Coreglia, Ghivizzano.
I gesti di eroismo di alcuni uomini di Pippo segnarono pagine indelebili nella storia della Resistenza in lucchesia.
A fine aprile, dopo l’apertura della Linea Gotica, il Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo
affiancò gli Alleati partecipando alla liberazione di Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Lodi, entrando quindi a Milano.
Rientrata all’Abetone il 6 di giugno del 1945, alla presenza di ufficiali alleati, la formazione fu sciolta con l'onore delle armi.
Ducceschi fu insignito della Bronze Star Medal al valor militare da parte degli Alleati, ma non ebbe alcun riconoscimento né da parte delle organizzazioni partigiane né da parte dello Stato Italiano.
Una parte della relazione che riportiamo integralmente venne pubblicata da Carlo Francovich con il titolo Relazioni sull’attività militare svolta dalle formazioni patriottiche operanti alle dipendenze del Comando XI Zona dell’Esercito di Liberazione Nazionale, in Il Movimento di Liberazione in Italia - Rassegna Bimestrale di Studi e Documenti, a cura dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, nn. 44-45, 46, 47, Milano 1956-57.
Nulla è stato modificato rispetto agli originali conservati a cura dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà presso la sede di Lucca via S. Andrea 43.
Lo scopo è quello di fornire fedelmente il lavoro così come fu compilato.
Capitolo 1
ESERCITO DI LIBERAZIONE NAZIONALE. COMANDO XI ZONA
Sintesi delle relazioni generali del Comando XI Zona Militare Patriotti sulla attività del periodo clandestino dal 15 settembre 1943 al 9 ottobre 1944.
L’XI Zona inizia la sua attività alla metà del settembre 1943 su iniziativa del patriota DUCCESCHI MANRICO e con la collaborazione del Movimento Giustizia e Libertà
alle dipendenze del Comando Militare clandestino del C.T.L.N. nella persona del comandante CAMPOLMI.
In data 16 marzo 1944, dietro parere concorde di tutti i componenti, il reparto assume la denominazione: ESERCITO DI LIBERAZIONE NAZIONALE – XI ZONA MILITARE PATRIOTTI
già in precedenza usata, sebbene non ufficialmente, ed è preso l’impegno di dare al reparto un carattere essenzialmente apolitico e con fini esclusivamente militari e patriottici.
L’XI Zona nel periodo della sua attività clandestina risulta pertanto così costituita:
Settore Nord: Gruppo COMANDO
e Gruppo VALANGA
.
Settore Sud: Formazioni COMANDO
, CIPRIANI
, PUCCI
, PERINI
e NELLI
.
SETTORE NORD
GRUPPO COMANDO
Dal settembre 1943 al marzo 1944 si attesta nel massiccio montano delle TRE POTENZE
, organizzandosi in pattuglie mobili a carattere esclusivamente offensivo.
Nel periodo dal marzo 1944 al 15 giugno 1944, si organizza nello stesso massiccio in una prima forma di caposaldo.
Dal 15 giugno 1944 al 14 luglio 1944 il caposaldo assume una seconda e più completa forma di organizzazione.
Dal 14 luglio 1944 al 15 agosto 1944 viene frazionato in una colonna mobile, in numero di sette Distaccamenti autonomi a carattere essenzialmente difensivo, un reparto informatori e quattro pattuglie in missione oltre le linee.
Dal 15 agosto 1944 al 26 settembre 1944 si organizza a fascia semicircolare attorno al massiccio montano TRE POTENZE – RONDINAIO
.
ZONA D’INFLUENZA.
Il territorio montano racchiuso nel quadrilatero di Bagni di Lucca – Passo dell Radici – Pieve Pelago – Ponte Lima – Bagni di Lucca e adiacenze.
COMANDANTI DEL GRUPPO.
Dal 16 marzo 1944 al 16 giugno 1944: patriota DUCCESCHI MANRICO.
Dal 16 giugno 1944 al 10 ottobre 1944: patriota WAHL JOHN.
GRUPPO VALANGA
Dal settembre 1943 al febbraio 1944 fase organizzativa.
Dal febbraio 1944 al 29 agosto 1944 organizzato a presidio dell’altura di ALPE DI S. ANTONIO
(Molazzana).
Dal 30 agosto 1944 al 6 ottobre 1944, organizzato a presidio della località VERGEMOLI
.
ZONA D’INFLUENZA.
Il massiccio montagnoso della PANIA SECCA
, ed in modo particolare il versante destro della Valle del Serchio.
COMANDANTI IL GRUPPO.
Dal settembre 1943 al 29 agosto 1944: patriota LEANDRO PUCCETTI.
Dal 29 agosto 1944 al 6 ottobre 1944: patriota DE MARIA MARIO.
In data 16 giugno 1944 il Gruppo si pone alle dipendenze del Comando di Zona inquadrandosi nel Settore Nord.
SETTORE SUD
ZONA D’INFLUENZA.
Valdinievole, ed in modo particolare la montagna