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Lady Diana top-secret
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E-book352 pagine4 ore

Lady Diana top-secret

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Info su questo ebook

Questo è l'unico libro al mondo che rivela apertamente, senza timore e con le prove in mano, il nome e il cognome del mandante che ha provocato la morte alla Principessa Diana Spencer; inoltre, sarà palese identificare l'identità dei restanti veri colpevoli che ne furono coinvolti.

Sulla ragione del tragico evento finale cui la Principessa ne è rimasta vittima, ne è svelato il movente reale, come hanno agito i sicari e ogni minimo particolare di ciò che è sfuggito ai più grandi investigatori.

come il vademecum di un dossier investigativo, il contenuto quest'opera letteraria vi svela le crude verità su ciò che tutti i detective, dopo essersi arresi alle ricerche, hanno denominato: "LA MORTE DI LADY DIANA RIMARRA' UN IRRISOLVIBILE GRANDE MISTERO".

"This is the only book in the world which openly reveals, without fear and with evidence at hand, the name and surname of the instigator who caused the death of Princess Diana Spencer, furthermore it will be easy to discover the identity of the remaining true culprits involved in the case.

Regarding the reason behind the tragic final event in which the Princess was a victim, this book reveals the real motive, the way in which her executors acted and every little detail of what went unnoticed by the greatest investigators, as well as what they were forced to hide.

Like the handbook of an investigative dossier, the content in this literary work will reveal the crude truths about the case which every detective, after giving up their research, have referred to as: "LADY DIANA'S DEATH WILL REMAIN A GREAT AND IRRESOLVABLE MYSTERY".

"This book is not a novel, but a real and in-depth inquiry which lasted 3 years.

A tribute to Lady D"
LinguaItaliano
Data di uscita13 giu 2017
ISBN9788892670396
Lady Diana top-secret

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    Anteprima del libro

    Lady Diana top-secret - Sergio Felleti

    consentito.

    CAPITOLO 1

    GLI ULTIMI GIORNI DELLA VITA DI DIANA

    Abbiamo evidenziato che in tantissimi quotidiani e rotocalchi, gli orari e i tempi citati di un determinato evento appaiono diversi, spesso errati e contrastanti. Con molta cura e meticolosità, abbiamo tentato di verificare, calcolare, correggere e stabilire l’esatta cronologia di ogni data e il preciso orario di ogni singolo evento.

    È il sabato pomeriggio del 30 agosto 1997, seduti all’aperto sul ponte del panfilo Jonikal, dopo aver consumato una ricca colazione all’inglese, sotto il sole italiano del mattino, come al solito, Diana telefona ai suoi figli e ai suoi Public Relations avvisandoli della sua prossima tappa parigina. Dopodiché, verso mezzogiorno, la coppia Dodi-Diana si dirige verso la vicina isola della Sardegna, dove li attende una Mercedes bianca che dal porto navale li accompagnerà presso l’aeroporto di Olbia.

    Sono le ore 13.50 e la coppia sta per lasciare l’aeroporto di Olbia con l’aereo privato di Mohamed Al-Fayed (il padre di Dodi). Il potente Jet è un Gulfstream 4 che porta i colori di Harrods, la loro destinazione è Parigi, aeroporto Le Bourget.

    Dopo gli assistenti di volo la Principessa è la prima a salire a bordo dell’aereo, dopo di lei salirà Dodi e per ultimi le loro due guardie del corpo: Trevor Rees-Jones e Kez Wingfield, poi i piloti. Tutti i passeggeri si trovano ora a bordo dell’aereo, dopo 90 minuti di volo si atterrerà all’aeroporto Le Bourget di Parigi. Lì saranno accolti da Henri Paul, vice capo della sicurezza di Al-Fayed, e da un’altra guardia del corpo: Philippe Dourneau. Poi, Wingfield guiderà una Mercedes limousine blindata e con i vetri oscurati, mentre Dourneau (l’autista abituale di Dodi) li seguirà con una Range Rover, fornita di materiale di Pronto Soccorso medico e per il trasporto dei bagagli.

    LE ULTIME ORE DI UNA PRINCIPESSA

    Il countdown delle ultime 12 ore, che anticipano la fine della vita della Principessa del sorriso sono già iniziate. Mentre Dodi e Diana erano in volo verso l’aeroporto di Parigi, Dodi fu telefonicamente informato dalle guardie del corpo dell’Hotel Ritz riguardo alla presenza di alcuni importanti membri delle Autorità francesi che li stavano attendendo all’aeroporto di Parigi, intenzionati ad offrir loro una scorta con tutti gli onori.

    Secondo i presenti, Dodi convinse Diana a rifiutare la protezione che le sarebbe resa possibile dagli agenti della polizia nazionale, gli SPHP, ma di dare il proprio affidamento di tutela alle guardie di Sicurezza di suo padre Al-Fayed. (SPHP: Service de protection des hautes personnalités) (Inglese VIPPS: Important Persons Protection Service – Protection, although the President of the French Republic is protected by both the Gendarmerie & the National Police).

    La Gendarmeria nazionale francese (Gendarmerie nationale) è una forza di polizia a statuto militare posta sotto il controllo del Ministero della Difesa francese durante le operazioni militari, mentre durante le normali operazioni di polizia risponde al Ministero dell’Interno.

    Il Criminalmagazine di Sabato 5 Luglio 2008 riferisce: La protezione di Diana, come abbiamo visto, era affidata alle guardie di Al Fayed e non al SPHP, per i VIP, della polizia Parigina. L’SPHP si offrì di scorta per più volte, ma Dodi rifiutò(www.1922lasegretissima.com).

    L’Edizione dell’anniversario 1997-2007 (I Grandi Eroi-N° 5) LADY DIANA a pagina 31 scrive: La protezione di Diana è dunque affidata alle guardie del corpo di Al-Fayed e non al SPHP, il servizio che la polizia parigina riserva alle personalità più importanti e del quale Dodi diffida.

    Nel libro Lady died di Francis Gillery, Edizione L’ippocampo, a pagina 302 è scritto: Le autorità francesi, anche se lo hanno negato recisamente, erano al corrente dell’arrivo del Gulfstream IV del padrone di Harrods al Bourget, il 30 agosto 1997, con a bordo Diana. La presenza di un’auto e di motociclisti della polizia nazionale alla discesa dall’aereo della Principessa è attestata dalle foto dei pochi paparazzi lì presenti.

    Riguardo alla presenza di Diana a Parigi, secondo il protocollo ufficiale e agli ordini ricevuti in precedenza dalla Casa Reale e dal Governo britannico: Durante una ‘vacanza privata’ la divorziata Principessa di Galles non era obbligata, e in quella circostanza neppure doverosa, dover chiedere l’autorizzazione o avvisare l’Autorità francese o l’Ambasciata britannica con sede a Parigi del suo arrivo.

    È da notare ciò che hanno riferito e fotografato alcuni paparazzi che si trovavano all’aeroporto quel pomeriggio (due di questi si chiamano Fabrice Chassery e James Andanson): «Verso le ore 15.20 di quel sabato 30 agosto ‘97, sulla pista di atterraggio parigino erano anche presenti alcune limousine e diverse moto della polizia francese (gli SPHP). Inoltre vi era anche l’Organo centrale della polizia di Parigi, l’Ambasciata britannica, le Autorità francesi e altre Autorità per la tutela precauzionale a favore di corpi diplomatici».

    Dopo l’incidente, alcuni membri delle Autorità francesi hanno asserito ai giornalisti di: «Non aver mai saputo che quel sabato la Principessa si trovava a Parigi». Tuttavia, anche se qualche rappresentante delle Autorità lo nega con risolutezza, le foto (sequestrate dalla polizia e quindi mai pubblicate) che avrebbero scattato i paparazzi lì presenti e la testimonianza di almeno tre guardie del corpo del Ritz (Trevor Rees-Jones, Kez Wingfield e Philippe Dourneau) dovrebbero essere la prova più che evidente della loro presenza presso l’aeroporto Le Bourget di Parigi.

    Questo testimonierebbe che alcuni delle autorità diplomatiche avrebbero mentito, loro erano benissimo al corrente dell’arrivo del Gulfstream 4 del padrone del Ritz, con a bordo Diana. Una delle chiavi essenziali per conoscere una parte del segreto sulla morte di Lady Diana si potrebbe trovare proprio dentro le righe appena menzionate.

    Un’altra chiave per scoprire una successiva frazione della verità, ancora arcana, potrebbe celarsi nel sapere: In nome di chi stavano parlando quegli autorevoli membri quando affermarono la frase: «Le Autorità francesi hanno asserito di non aver mai saputo che quel sabato 30 agosto ‘97 la principessa Diana si trovava a Parigi». Da quanto è emerso dai media, tra coloro che udirono o affermarono ai giornalisti la sopra indicata frase, vi erano:

    1) l’Ambasciatore britannico a Parigi: Sir Michael Jay;

    2) il Ministro degli interni francese: Jean-Pierre Chevènement;

    3) il questore e capo della Polizia parigina: Philippe Massoni.

    Come vedremo di seguito, questi sono i primi tre personaggi che si sarebbero dovuti preoccupare del motivo e del perché l’ambulanza, che trasportò Diana dopo l’incidente, è stata trattenuta troppo a lungo sotto la galleria dell’Alma, invece di partire direttamente e con urgenza verso l’ospedale più vicino al luogo del crash. È pure da considerare che Philippe Massoni e Jean-Pierre Chevènement furono fra i cinque corresponsabili della prima Inchiesta penale, quella francese (l’Enquête criminelle).

    COUNTDOWN (CONTO ALLA ROVESCIA)

    IN REALTÁ, È DA QUESTO MOMENTO CHE INIZIA CIO’ CHE

    PER LA PRINCIPESSA DIANA DIVERRANNO

    GLI ULTIMI GIORNI DELLA SUA VITA

    1981 Febbraio 24: Carlo Windsor e Diana Spencer si fidanzano.

    1981 Luglio 29: Carlo e Diana si uniscono in matrimonio.

    1982: A sorpresa Diana si rende conto che il suo matrimonio è formato da tre persone. Carlo è l’assiduo amante di Camilla Parker Bowles. Nonostante mille sforzi (seduzioni e sofferenze) Diana non riesce a separarli.

    1984: Durante l’anno della nascita del principe Harry, George Smith (uno dei camerieri di Palazzo), sostiene d’aver sorpreso il suo collega Michael Fawcett durante un rapporto omosessuale con il principe Charles Windsor. Smith riferisce a Diana il seguente: «Fawcett e Carlo sono amanti». Questo scandalo fu citato tra l’altro dal quotidiano Mail on Sunday, nel dicembre 2002.

    1992 Dicembre 9: Carlo e Diana si separano ufficialmente.

    1994 Giugno 29: Il principe Carlo ammette, attraverso i canali TV della Bbc, di aver commesso adulterio con Camilla Parker Bowles.

    1995 Settembre: Diana incontra il suo nuovo amante, è il cardiochirurgo pakistano Hasnat Khan.

    1995 Novembre 20: Diana rilascia un’intervista televisiva. Parla della sua inquieta relazione con la Casa Reale e del cattivo rapporto con Carlo.

    1995 Dicembre 14: Diana rende pubblica la notizia che suo marito Carlo ha messo incinta la baby-sitter dei suoi figli William e Harry. Poi, pagandola, l’ha fatta abortire.

    1996 Agosto 28: Carlo e Diana divorziano ufficialmente.

    1996 Dicembre: Molti tabloid annunciano l’inizio dell’esistenza di una presunta love-story fra Lady Diana e Dodi Al-Fayed.

    1997 Primavera: Termina il rapporto amoroso fra Hasnat Khan e Diana.

    1997 Luglio 11: Diana ed entrambi i figli, William e Harry, sono ospiti del miliardario Mohamed Al-Fayed e trascorrono le vacanze a Saint-Tropez, nel Castel Sainte-Thèrèse. Questa è un’immensa proprietà del magnate egiziano.

    1996 Fine Luglio: I due principi William e Harry ritornano in Inghilterra, a Highgrove, e sono affidati al loro padre Carlo. Diana parte per le vacanze con l’amica Rosa Monckton.

    LA VITA DI LADY DIANA STA PER TERMINARE

    Addentriamoci in quell’atmosfera dell’ultima esistenziale e funesta vacanza estiva ed esaminiamo le settimane conclusive della coppia Diana e Dodi, durante la loro prima ed ultima crociera sulle coste nordiche del Mar Mediterraneo. Guy Croussy, uno scrittore, specialista della corona britannica e autore del libro Les Chagrins du prince Charles, aveva un servizio stampa che usava per informare molti giornalisti di tutti gli spostamenti che avrebbero fatto la coppia novella.

    Le informazioni di Croussy includevano con precisione gli orari di arrivo e partenza in tutti gli scali dove avrebbero approdato con il panfilo Jonikal nel Mediterraneo, questo sono: Saint-Tropez, Saint-Jean Cap Ferrat, Sardegna, Portofino, Cinque Terre, Isola d’Elba e altri. Inoltre, le informazioni includevano: Giovedì pomeriggio 28 agosto a Parigi, passaggio dall’Hotel Ritz, visita alla Villa Windsor nella periferia parigina di Bois de Boulogne. Sabato mattina 30 agosto a Londra.

    Il seguente lunedì 1 settembre, insieme al suo ex marito Carlo, Diana avrebbe accompagnato il figlio William alla riapertura dell’Eton College, la famosa scuola privata inglese situata a Eton, nel Berkshire. Questa è una scuola elitaria fondata nel 1440 da Enrico VI (Stuart) re d’Inghilterra e battezzata: King’s College of Our Lady of Eton Beside Windsor.

    1997 Agosto dal 5 al 20: Da Saint-Tropez Diana parte per un viaggio di beneficenza in Bosnia, presso il Landmine Survivors Network. È accompagnata da Lord Deedes (ex direttore del Daily Telegraph).

    1997 Agosto 10: Il Sunday Mirror pubblica la famosa foto del BACIO tra Dodi e Diana. Per l’opinione pubblica, questa prima e unica foto dovrebbe rivelare la relazione amorosa esistente fra la coppia. Questa foto scandalo è anche la prima istantanea che illustra la Principessa fra le braccia di un altro uomo dopo il matrimonio con Carlo. Da questo momento, i mass media di tutto il mondo propagandano l’esistenza del presentimento che la Principessa potrebbe essere incinta di un bimbo musulmano, di cui Dodi potrebbe esserne il padre.

    1997 giovedì 21 agosto: Dopo aver visitato le isole greche, Diana parte e fa una fugace visita a Londra nel suo appartamento a Kensington Palace. Ritorna a Saint-Tropez lo stesso giorno.

    1997 domenica 24 agosto: Secondo quanto scritto dai tabloids: "A Montecarlo (quartiere del principato di Monaco), Dodi invita Diana ad entrare nella prestigiosa filiale della gioielleria dell’italiano Alberto Repossi e presenta alla Principessa un favoloso anello, chiamato Dis-moi oui. Diana rimane disinvolta di quel regalo, ma non è la sua misura ditale, Repossi le promette di aggiustarlo su misura esatta al suo dito e che la settimana susseguente potrà essere ritirato presso la sua filiale parigina in Place Vendôme. Dodi e Diana sono ora a bordo del panfilo Jonikal (di proprietà del padre di Dodi, Mohamed Al-Fayed), salpano lasciando il porto di Monaco sito sulla Costa Azzurra francese e si dirigono verso Portofino, sulla Riviera Ligure italiana. Come di consueto Diana possiede quattro telefoni cellulari.

    1997 lunedì 25 agosto: Inseguiti da numerosi paparazzi a bordo di un barcone a motore, Diana e Dodi lasciano Portofino e si dirigono più a sud della Riviera Ligure. Oltrepassano il mare all’orizzonte di Chiavari e di Sestri Levante in direzione le Cinque Terre, poi gettano l’ancora presso Porto Venere, appena prima di La Spezia.

    1997 martedì 26 agosto: Diana e Dodi trascorrono un’intera giornata lungo la Costa toscana. Attraversano l’arcipelago lungo l’isola Capraia e ormeggiano il panfilo Jonikal presso l’isola d’Elba.

    1997 mercoledì 27 agosto: Diana e Dodi lasciano l’isola d’Elba e si dirigono verso la costa della Sardegna.

    1997 giovedì 28 agosto: Dodi e Diana, sempre a bordo del superbo yacht Jonikal si trovano ora sulla Costa Smeralda della Sardegna, nelle vicinanze di Olbia. Secondo l’itinerario prestabilito, la coppia sarebbe dovuta partire oggi pomeriggio per Parigi.

    1997 venerdì 29 agosto: È il penultimo giorno della crociera mediterranea sul panfilo di Al-Fayed. Diana ha spesso telefonato ai suoi due figli. In una telefonata fatta al suo fedele maggiordomo Paul Burrell, Diana gli chiede un consiglio: «Come devo reagire se Dodi mi regala un anello di fidanzamento? Il mio desiderio di sposarmi è come il desiderio di avere un foruncolo in faccia!». Il maggiordomo le suggerisce: «Lei lo deve accettare garbatamente e con gentilezza e poi lo infilerà all’anulare della mano destra». Dodi avrebbe già accennato a Diana che è suo desiderio fare un breve scalo a Parigi prima di ritornare a Londra.

    Diana aveva promesso ad Harry e a William in particolare, che sabato 30 agosto sarebbe assolutamente ritornata a casa. Al telefono William l’aveva anche sgridata e le aveva rivelato la sua angoscia, perché non desiderava per niente che la mamma avesse un rapporto con Dodi. Evidentemente il quindicenne William era stato informato che la famiglia Al-Fayed aveva una fama non tanto onesta. Pare che Dodi abbia cercato comunque di persuadere Diana ad accettare questo suo successivo invito, facendole presente che suo padre Mohamed aveva comprato il grande panfilo, Jonikal, solo per farle passare una vacanza da sogno. Nel suo convincimento, Dodi le avrebbe chiesto di fargli questo favore.

    A questo punto, nonostante Diana recalcitrasse a seguirlo, si sarebbe sentita obbligata ad accettare la proposta del suo ‘compagno’. Pare però che, in realtà, Dodi era atteso a Parigi per ragioni sue personali. Durante quell’estate del 1997, intere comitive di giornalisti e paparazzi viaggiavano giorno e notte con i loro veicoli, camper, motoscafi ed elicotteri dietro le orme della Principessa Diana.

    I loro reportage e fotografie erano spediti in tempo reale presso le Agenzie Stampa e i quotidiani di tutto il mondo. Una semplice foto o una piccola notizia su Diana valeva moltissimi soldi. La settimana che ha preceduto l’arrivo della Principessa a Parigi, giornalmente, tutti i giornali, le radio e le TV del mondo avevano annunciato e illustrato con fotografie ogni singolo movimento di Diana.

    1997 sabato 30 agosto ore 13.50: Diana e Dodi si trovano ancora a bordo del panfilo Jonikal sulla Costa Smeralda della Sardegna, nelle vicinanze di Olbia. All’aperto sotto il sole caldo del mattino, sono seduti sul ponte, sotto coperta, e stanno consumando una ricca colazione. Verso mezzogiorno si dirigono con un motoscafo verso il porto della vicina isola sarda.

    Salgono su una Mercedes bianca che li porterà all’aeroporto Olbia-Costa Smeralda. Poi lasciano l’aeroporto e volano verso Parigi con un aereo privato di Mohamed Al-Fayed, un Gulfstream 4. Il moderno Jet porta i colori di Harrods. Riguardo al suo arrivo a Parigi, secondo il protocollo e gli ordini ricevuti dalla Casa Reale e dal Governo britannico, Diana non sarebbe obbligata ad avvisare nessuna autorità italiana, francese, inglese o ambasciata britannica con sede a Parigi.

    1997 sabato 30 agosto ore 15.20: (Proprio in questo momento, per la Principessa di Galles Lady Diana Spencer, inizia il vero finale del countdown). L’aereo con a bordo Diana, Dodi, Trevor Rees-Jones e Kez Wingfield atterra all’aeroporto Le Bourget di Parigi. Sono accolti dal vice capo della sicurezza dell’Hotel Ritz di Al-Fayed: Henri Paul e dall’autista abituale e guardia del corpo di Dodi: Philippe Dourneau.

    Oltre a diversi paparazzi e agenti dei servizi segreti, sulla pista di atterraggio erano anche presenti una macchina e alcune moto della polizia nazionale francese. Le foto scattate dai paparazzi che erano presenti all’arrivo di Diana al Bourget, confermano la presenza della polizia nazionale francese, mentre attendevano l’atterraggio aereo dell’Harrods. Dodi convinse Diana a rifiutare la protezione che le sarebbe resa possibile dagli agenti della polizia parigina, gli SPHP. Così, la coppia preferì dare il proprio affidamento di sicurezza alle proprie guardie appartenenti alla scorta dell’Hotel Ritz.

    1997 sabato 30 agosto ore 15.50 circa: La coppia sale con altre due guardie del corpo in una Mercedes Benz, limousine, blindata, colore nero, serie 600, tipo sedan, 12 cilindri, modello S-280 con vetri scuri, targa: 405 jvj75 (non è la Mercedes dell’incidente). Philippe Dourneau è alla guida, di fianco a lui Trevor Rees-Jones. Gli altri due agenti, Henri Paul e Kez Wingfield li seguono su un Range Rover verde che viene usato anche come vettura per trasportare i bagagli e soccorso medico.

    Essendo spiati e inseguiti con circospezione da un piccolo ma noioso corteo di paparazzi, Dodi decide di accelerare la corsa e di non dirigersi subito al Ritz ma direttamente presso la Villa Windsor di proprietà di Al-Fayed. I bagagli sono portati nell’appartamento di Dodi in Rue Arsène-Houssaye che si trova prima dell’Arc de Triomphe, vicino alle Avenue des Champs-Elysées. L’intenzione della coppia è di trascorrere la notte in questo appartamento.

    1997 sabato 30 agosto ore 16.10: La coppia arriva presso una delle residenze del ricchissimo Mohamed Al-Fayed, la Villa Windsor. Questa villa si trova nel Bois de Boulogne, uno spazio verde d’ispirazione ottocentesca, situato nel cuore di Parigi all’estremità sudoccidentale. Il rigoglioso e lussuoso palazzo è composto da 14 lussuose stanze del XIX secolo.

    L’insieme dell’immobile è circondato da un ampio parco verde, ricoperto da numerosi alberi. È un’ex dimora appartenuta al duca e alla duchessa di Windsor, trasferitisi qui in esilio nel 1953 dopo essere stati messi al bando dai reali e dal governo britannico. Diana e Dodi entrano in questo romantico e signorile podere degli Al-Fayed e fanno una brevissima sosta di circa dieci minuti, dopodiché, ancora affiancati dai sempre più numerosi e imprevedibili paparazzi, ripartono.

    1997 sabato 30 agosto ore 16.35: La coppia arriva all’Hotel Ritz di Parigi. Le 31 telecamere a circuito chiuso funzionanti, delle 43 presenti all’interno ed all’esterno del Ritz, hanno registrato tutto in sequenza.

    Alle ore 16 e 38 minuti Diana passa davanti alle colonne del foyer del Ritz per andare a prendere l’ascensore, indossa un tailleur con pantaloni beige. Mentre Dodi le dà le spalle per percorrerle strada, il viso vellutato e roseo di Diana si apre in un sorriso spontaneo. Diana attraversa serena la lobby mentre Dodi le cinge il braccio. Da dentro la cabina dell’ascensore del Ritz, si ammira uno degli ultimissimi sorrisi radiosi di Lady Diana con il suo sguardo allegro, soddisfatto e birichino.

    A partire da questo momento la Principessa del sorriso non apparirà mai più così calma e sorridente su una foto o su una telecamera. L’ascensore porterà la coppia alla chambre presidenziale, situata al primo piano del lussuoso palazzo alberghiero. La suite imperiale di Diana porta il numero 102 ed è esposta sull’affascinante Place Vendôme (Questa suite è una delle più grandi dell’Hotel, nel 1997 era concessa ai clienti per 6.000 dollari a notte).

    Emad El-Din Mohamed Abdel Moneim Al-Fayed, alias Dodi, figlio del multimiliardario Mohamed Al-Fayed, avrebbe promesso a Diana che a Parigi l’aspettava la felicità con una cerimonia festosa che avrebbe accompagnato il regalo di uno degli anelli più rari e più famosi del mondo: il Dis Moi Oui. Questo regalo sarebbe dovuto essere per Diana (fra i tanti già avuti da Dodi), un ultimo ma gioioso avvenimento all’apice della loro crociera mediterranea. Al contrario di tutto ciò, uno spirito d’irritazione sostituirà tra breve l’attraente fascino di lady Diana. Il motivo di questa spontanea ma obbligata tristezza di Diana, riguarda ciò che accadrà dopo le ore 17.40, in particolare dopo che la coppia scenderà al piano terra del Ritz e si avvicinerà ad un gruppo di amici d’affari di Dodi.

    1997 sabato 30 agosto ore 17.06: Dodi scende le scale e insieme alla sua guardia del corpo, Trevor Rees-Jones, esce dall’ingresso principale e si dirige verso il gioielliere italiano Alberto Repossi, la sontuosa gioielleria si trova sulla Place Vendôme a poche decine di metri dal Ritz (Le telecamere della gioielleria hanno registrato tutto. In seguito però, dopo l’avvenuto incidente, Trevor Rees-Jones negherà di essere stato quel giorno nella gioielleria). Già un mese prima, all’inizio d’agosto, mentre si trovavano a Montecarlo in una filiale della gioielleria Repossi, gestita dal fratello di Alberto, su indicazione del padre di Dodi la coppia aveva scelto un anello preziosamente raro e molto speciale.

    L’anello di fidanzamento scelto faceva parte di una collezione sentimentalmente evocativa, il suo nome era Tell Me Yes cioè Dimmi di Sì. «Bisogna solo confezionarlo per benino...» disse a Dodi la signora Angela, la moglie di Alberto «durerà qualche minuto». Dopo che Alberto Repossi ebbe accumulato altri preziosi e bellissimi gioielli e dopo aver consigliato a Dodi di mostrarli a Diana, Dodi disse che l’anello di fidanzamento sarebbe stato in seguito ritirato da un suo subordinato, prese una manciata di gioielli e insieme a Trevor lasciò rapidamente il negozio.

    1997 sabato 30 agosto ore 17.30 circa: Claude Roulet, direttore dell’Hotel Ritz, su ordine di Dodi, entra nella gioielleria di Repossi, la signora Angela Repossi aveva ancora il rinomato anello di fidanzamento al proprio dito della mano sinistra, se lo tolse e terminò il suo confezionamento. Dopodiché, insieme al famoso anello destinato a Diana, Roulet riceve anche altri preziosi gioielli selezionati da Alberto Repossi da far visionare a Dodi e a Diana, e poi ritorna al

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