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Michael Jackson – La vita di Michael
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E-book251 pagine2 ore

Michael Jackson – La vita di Michael

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Info su questo ebook

E' un'Opera letteraria arricchita con numerosissime foto del Re del Pop.

L'obiettivo di questa serie è di offrire un tributo in onore di uno dei più grandi artisti che il mondo abbia mai conosciuto: Michael Jackson.

Lo scopo è stato di mostrare al mondo questo fenomeno musicale in ogni sua sfumatura, ponendo in particolare rilievo, oltre alla produzione artistica, anche alcune controversie che nel corso degli anni hanno dato motivo di tante notizie non veritiere, alcune di esse vere e proprie leggende metropolitane entrate a far parte dell'immaginario collettivo.

Mi auguro che chiunque abbia letto tutti questi 4 libri sia stato animato da una sana curiosità e non da pregiudizi di fondo, così da farsi una propria opinione non per "sentito dire", ma solo dopo aver realmente "esaminato" tutto il ricco materiale qui presente.
LinguaItaliano
Data di uscita30 mag 2016
ISBN9788892611337
Michael Jackson – La vita di Michael

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    Anteprima del libro

    Michael Jackson – La vita di Michael - Sergio Felleti

    CAPITOLO 28

    LA SAPIENZA E L'AMORE CELATI NELLE FRASI DI MICHAEL

    Eccovi per intero il discorso tradotto in Italiano che Michael Jackson ha tenuto all'Università di Oxford (UK) la sera del 6 Marzo 2001. Michael ha poi lasciato Londra, ma rimarrà in Europa per un certo periodo di tempo prima di tornare negli USA dove concluderà il lavoro sul suo nuovo album entro due mesi, il che significa che l'uscita per Giugno 2001 potrebbe slittare.

    Per tutte le nuove foto, collegatevi a: www.childsheart.net

    DISCORSO DI MICHAEL ALL'UNIVERSITÀ DI OXFORD

    «Grazie, grazie miei cari amici, dal profondo del mio cuore per avermi accolto con tanto amore, e grazie anche a Lei, Signor Presidente, per avermi invitato, ne sono veramente onorato. Vorrei anche ringraziare Schmuely, che è stato il Rabbino di Oxford per oltre 11 anni.

    Insieme abbiamo lavorato tanto al progetto Heal The Kids, e al nostro libro sui bambini, e in tutto ciò che abbiamo fatto sei stato un amico adorabile e di grande aiuto.

    Vorrei anche ringraziare Toba Friedman, direttrice delle operazioni Heal The Kids, che sta sera è tornata alla sua alma mater dove è stata Marshall Scholar, e anche Marilyn Piels, un altro membro importante del team di Heal the Kids.

    Sono onorato di avere l'opportunità di parlare in un luogo che in passato ha ospitato persone come Madre Teresa, Albert Eistein, Ronald Reagan, Robert Kennedy e Malcom X.

    Ho sentito che anche Kermit la Rana (Muppets Shows) è stato qui, e mi sono sempre sentito in sintonia con l'affermazione di Kermit che non è facile essere verde. Sono sicuro che per lui non sia stato tanto più facile di quanto non lo sia per me ora.

    Durante un sopralluogo qui ieri, non ho potuto fare a meno di rendermi conto della grandezza e della maestosità di questa grande istituzione, per non parlare delle brillanti menti che per secoli hanno popolato questi corridoi. I muri di Oxford, non solo hanno ospitato i più grandi geni della filosofia e della scienza - ma hanno anche lanciato alcuni dei più grandi autori di letteratura infantile, da JRR Tolkien a CS Lewis.

    Oggi mi hanno permesso di visitare il salone della Chiesa di Cristo per vedere Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll immortalata nei vetri delle finestre. E persino uno dei miei compaesani, il grande Dr. Seuss ha graziato questi saloni lasciando un segno nell'immaginario di milioni di bambini in tutto il mondo.

    Credo di dover iniziare giustificando la mia presenza qui ed elencando le qualità che stasera mi permetteranno di tenere questo comizio. Amici, non pretendo di avere la stessa esperienza accademica di coloro che hanno parlato in questa aula in passato, come sicuramente loro non possono dire di saper fare il moonwalk, e sapete, Einstein era veramente maldestro in questo.

    Ma sicuramente posso dire di aver visto e conosciuto luoghi e culture che la maggior parte della gente non conosce nemmeno. La conoscenza non è fatta solo di biblioteche piene di carta e inchiostro, è anche fatta dai volumi di conoscenza che sono scritti nel cuore degli uomini, modellati sull'animo umano e incisi nella psiche di tutti noi.

    E amici… ho raccolto talmente tante esperienze in questa mia vita relativamente breve che non riesco a credere di avere solo 42 anni. Spesso dico a Schmuely che dentro di me mi sembra di avere almeno 80 anni, e stasera cammino anche come se avessi 80 anni. Vi prego quindi di ascoltare il mio messaggio, perché ciò che vi dirò stasera può aiutarci a guarire l'umanità e il nostro pianeta.

    Per mezzo della grazia di Dio, ho avuto la fortuna di raggiungere molti degli obiettivi professionali e artistici che mi ero prefisso quando ero più giovane. Ma questi, amici, sono solo record, e i record non sono sinonimo della mia personalità. Anzi, quel ragazzino carino che cantava Rockin Robin e Ben alla folla in adorazione non era necessariamente lo stesso che si celava dietro quel sorriso.

    Stasera, più che come un icona del Pop (qualsiasi cosa significhi) vengo da voi come l'icona di una generazione, una generazione che non sa più cosa significa essere bambini.

    Siamo tutti il prodotto della nostra infanzia. Io sono il prodotto di un'assenza completa di infanzia, la mancanza di quell'età preziosa e meravigliosa in cui ci interessa solo giocare, completamente persi nei nostri genitori, in cui l'unica preoccupazione è studiare per il compito di grammatica del lunedì mattina. Quelli di voi che conoscono i Jackson Five, sanno che ho iniziato ad esibirmi all'età di 5 anni e che da allora non ho mai smesso di ballare o cantare.

    E mentre cantare e ballare rimane senza ombra di dubbio una delle mie più grandi gioie, quando ero giovane volevo solo essere un ragazzino normale. Volevo costruire le case sugli alberi, fare le battaglie con i palloncini ad acqua, e giocare a nascondino con gli amici. Ma il fato ha voluto diversamente e non mi restava altro che invidiare gli altri che giocavano e si divertivano intorno a me. Non c'era un attimo di distrazione dal mio lavoro.

    La domenica andavo in Predicazione, il termine usato per descrivere il lavoro di casa in casa dei Testimoni di Geova. Era in quelle occasioni che avevo la possibilità vedere la magia dell'infanzia altrui. Dato che ero già una celebrità, dovevo camuffarmi con barba, gommapiuma e occhiali e passavamo la giornata in giro per le case dei sobborghi nel sud della California, facendo il porta a porta o distribuendo la nostra rivista biblica La Torre di Guardia nei supermercati.

    Adoravo poter entrare in quelle case normalissime e vedere i ragazzini giocare a Monopoli e le nonne con i nipotini e tutte quelle scene meravigliosamente ordinarie della vita di ogni giorno. Lo so, molti potrebbero obiettare che non si tratta poi di niente di eccezionale, ma per me erano assolutamente estasianti.

    Una volta pensavo di essere l'unico ad essere cresciuto senza una vera e propria infanzia. Credevo, infatti, che ci fossero solo pochissime persone in grado di condividere le mie stesse sensazioni.

    Quando recentemente ho incontrato Shirley Temple Black, la grande baby star degli anni 30 e 40, all'inizio non ci siamo detti niente. Abbiamo semplicemente pianto insieme, perché era in grado di capire la mia tristezza come solo i miei carissimi amici Elizabeth Taylor e Maculay Culkin possono.

    Non vi sto dicendo questo per guadagnarmi la vostra simpatia, ma per farvi capire il primo punto importante che vorrei presentarvi - non sono solo le star di Hollywood ad aver sofferto per la perdita dell'infanzia.

    Oggi, questo fenomeno rappresenta una vera e propria calamità, una catastrofe al livello globale. L'infanzia è diventata la più grande perdita della vita odierna. Tutto intorno a noi stiamo creando eserciti di ragazzini che non hanno conosciuto la gioia, a cui non è stato concesso il diritto e la libertà di sapere cosa significa essere bambini.

    Al giorno d'oggi, i bambini sono costantemente incoraggiati a crescere in fretta, come se questo periodo conosciuto come infanzia fosse un momento da superare subito, un peso da cui liberarsi in fretta. E su questo posso dirvi di essere uno dei più grandi esperti al mondo.

    La nostra è una generazione che ha dovuto assistere all'abrogazione dell'accordo fra genitori e figli. Gli psicologi pubblicano continuamente libri su quanto sia distruttivo negare ai bambini l'amore incondizionato che è così necessario per un sano sviluppo della mente e la formazione del carattere.

    E, a causa di tutta questa indifferenza, troppi dei nostri bambini devono, essenzialmente, crescere da soli. Crescono lontani dai loro genitori, dai nonni e dagli altri membri della famiglia, come se tutto intorno si fosse dissolto quel legame indistruttibile che una volta legava una generazione con l'altra.

    Questa violazione ha dato vita ad una nuova generazione, potremmo chiamarla Generazione O, a cui ora è stata passata la torcia dalla Generazione X. La 'O' sta per una generazione che ha tutto per quanto riguarda l'esteriorità (in inglese 'Outside' sta per esteriore), benessere, successo, bei vestiti e macchine costose, ma un vuoto tagliente dentro.

    Quella cavità nel nostro petto, quel semplice nucleo, quel vuoto al centro di quel luogo dove una volta batteva il nostro cuore e dove prima c'era amore. E non sono solo i bambini a soffrire. Anche i genitori soffrono.

    Quanto più coltiviamo piccoli adulti nei corpi di bambini, tanto più perdiamo le nostre qualità di essere un po' come loro, e c'è tanto per cui vale la pena mantenere alcuni aspetti dei bambini anche da adulti.

    L'amore, signore e signori, è il legame familiare più importante dell'umanità, il lascito più caro, l'eredità più preziosa. Ed è un tesoro che passa da una generazione all'altra.

    Forse le generazioni precedenti non avranno goduto del benessere che abbiamo avuto noi, magari non avevano l'elettricità e il riscaldamento, ma in queste case non c'era il buio e non erano fredde.

    Erano illuminate dal bagliore dell'amore e riscaldate dal vero calore del cuore umano. I genitori, senza distrazioni di lusso e arrivismo, davano ai propri bambini la precedenza su tutto.

    Come tutti saprete, i nostri due paesi hanno avuto una disputa su alcune affermazioni di Thomas Jefferson, riguardo certi diritti innegabili. E mentre fra Americani e Inglesi potrebbe continuare la disputa, ciò che non si può assolutamente mettere in discussione è il fatto che i bambini hanno certi diritti inalienabili, e la graduale erosione di questi diritti ha portato alla mancanza di gioia e sicurezza nelle vite di milioni di bambini in tutto il mondo.

    Dunque, vorrei proporre di stilare in ogni casa un Dichiarazione Universale dei Diritti del Bambino, i cui punti fondamentali siano:

    Il diritto di essere amati, senza doverselo guadagnare.

    Il diritto di essere protetti, senza doverselo meritare.

    Il diritto di sentirsi importante, anche se sei venuto al mondo senza niente.

    Il diritto di essere ascoltato, senza dover risultare interessante.

    Il diritto di poter ascoltare una fiaba a letto, senza dover competere col Tg della sera o East Enders.

    Il diritto all'educazione senza doversi beccare un proiettile a scuola.

    Il diritto di essere considerato adorabile, anche se hai una faccia che solo una madre potrebbe amare.

    Amici, la conoscenza e la coscienza umana devono avere inizio con la consapevolezza di essere amati. Prima di sapere se hai i capelli rossi o castani, prima di sapere se sei bianco o nero, prima di sapere di che religione sei, devi sapere che sei amato.

    Circa 12 anni fa, quando stavo per iniziare il Bad Tour, un ragazzino venne a visitarmi con in suoi genitori a casa in California. Stava morendo di cancro e mi disse quanto amasse me e la mia musica. I suoi genitori mi dissero che era destinato a morire, e che sarebbe potuto succedere da un giorno all'altro, e io gli dissi, "fra tre mesi aprirò il mio tour proprio nella tua città, Kansas. Voglio che tu venga allo show.

    Ora ti regalerò una giacca che ho indossato in uno dei miei video. I suoi occhi si illuminarono e mi disse, vuoi regalarla a me?. Io gli dissi di si, ma mi devi promettere che la indosserai al concerto. Stavo cercando di fargli tenere duro. Gli dissi che quando sarebbe venuto allo show, avrei voluto vederlo con quella giacca e quel guanto e gli regalai uno dei miei guanti di paillette, e non sono solito regalare quei guanti.

    Era in paradiso, ma forse lo era già troppo, perché quando andai a Kansas, era già morto. L'avevano seppellito con la giacca e il guanto. Aveva solo 10 anni.

    Dio solo sa, e io so, quanto abbia cercato di vivere. Ma almeno quando è morto, sapeva di essere amato, non solo dai suoi genitori, ma anche da me, un perfetto sconosciuto. Io gli volevo bene. E con tutto quell'amore sapeva di non essere venuto al mondo da solo, come non se ne è andato da solo.

    Se vieni al mondo sapendo di non essere solo e te ne vai allo stesso modo, riesci ad affrontare tutto ciò che accade nel cammino della vita.

    Un professore potrebbe bocciarti, ma non ti sentirai inferiore, un boss potrebbe opprimerti, ma non ti sentirai oppresso, una potente azienda potrebbe sconfiggerti, ma trionferai comunque. Come potrebbero prevalere solo buttandoti giù? Tu sai che sei una persona amata. Il resto è solo contorno.

    Ma se non puoi dire di essere amato, sei condannato a cercare qualcosa che riempia quel vuoto.

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