Hanno ammazzato il tempo
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Anteprima del libro
Hanno ammazzato il tempo - Roberto Marzano
(foto)
Roberto Marzano
Hanno ammazzato il tempo
Collana Il Piacere di Scrivere.it
Copyright
© 2019 Hanno ammazzato il tempo
di Roberto Marzano. Pubblicazione a cura del sito Il Piacere di Scrivere.it con PubMe Gold (progetto collana Il Piacere di Scrivere
).
Foto interne e copertina: Davide Marzano.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistenti o esistite è puramente casuale.
Prima edizione Gennaio 2019
Prefazione
A cura di Stefi Pastori Gloss
Con l'ultima silloge poetica di Roberto Marzano, HANNO AMMAZZATO IL TEMPO, inauguro la mia carriera di prefatrice, che spero lunga e prolifica. Come ho già avuto modo di dire in una recensione relativa a M'ILLUMINO DI MENSOLE, il Marzano si conferma Poeta Maiuscolo. Un Poeta Maiuscolo deve partire dai Grandi, parafrasandoli. Un Poeta Maiuscolo e Ironico, anzi, Auto-Ironico deve creare poesia giocando e divertendo i suoi lettori. Giocate allora a riconoscere le ispirate parafrasi annidiate tra i versi della sua silloge poetica HANNO AMMAZZATO IL TEMPO. Come Marzano, divertitevi. L'azione del divertire va intesa secondo il suo stesso etimo: dal latino divertĕre ‘volgere altrove, deviare’, non solo con il corpo, nel senso dello spazio, da un'altra parte, in luoghi altri dal solito, ma anche con la mente, nel senso di allontanarsi dall'abitudine del quotidiano, dal già detto, dal già fatto. A tale scopo, se la tradizione poetica del romanticismo utilizzava un linguaggio aulico, o quella dei moderni cercava di scardinare l'aulico con accostamenti inusuali (l'ungarettiano immenso che illumina), quella dei contemporanei gioca con le parole grazie a ironia e auto-ironia. In questo atteggiamento, si inserisce il Marzano, già dal titolo della silloge, lo stesso del componimento d'apertura di cui riporto un estratto:
Hanno ammazzato il tempo
fatte a pezzi le ore
in secondi infiniti
tempestati e perduti
maciullato i momenti
infiniti di noia
di una vita scandita
da condizioni e frenate...
E il tempo è morto davvero
gli hanno sgozzato i minuti
trapassati gli istanti
spiaccicandoli tutti.
Quasi a ribaltare il comune e condiviso credo che il Tempo sia imbattibile. Qua e là nella raccolta poetica, l'auto-ironia la fa da regina, come in I POETI "I poeti respirano dalle orecchie e dagli occhi/ assorbono la musica, la dipingono in parole". Leggetela con la gioiosa mestizia di chi ha compreso l'animo del Poeta. E tra: LE PAROLE NON DETTE che fremono d'arsura, di fremiti/vespai di cupa inquietudine
, lezioni su come tirare poeticamente degli ACCIDENTI: Che un cataclisma nero ti colpisca/gli spigoli degli ossi ti frantumi/a schiaffi e ed improperi a scatafascio/e torcerti i menischi anziché il collo/che un rutto di rifiuti ti sommerga(...) proteso al sciocco vizio di star spento
, alcune monovocaliche, quella in I dal titolo LITIGI INFINITI è gioiellino di senso, o monoconsonantiche come l'eccelsa in L intitolata LINGUE LAMPONE, esercizi cari al Marzano, un altro titolo fallace SALI & TABACCHI con giochi di parole per scapigliati giochi d'amore, oppure un divertimento di rimescolamenti ne LA SFILATA e LA SFILATA DI RITORNO dove modi di dire comuni si intersecano, rendendoli non comuni, come: una puttana d'assalto e un granatiere senza figli (...) un traduttore d'algebra e un professore simultaneo (...) una suora a prezzo modico e un coiffeur di clausura (...) un profanatore di poesia, un appassionato di tombe (...) un pollo in silicone, un seno alla cacciatora (...) un portiere platonico, un amore di riserva
, se ne trova una, dal titolo NON DIRE GATTO che evidenzia il gioco dei concatenamenti illogici che il Marzano adora fare spesso. Fino a ADDIO A KADUNA sonetto imperfetto, dove l'autore si sperimenta col sonetto endecasillabico appunto, ma stravolgendo quello dantesco, in sorta di amaro epitaffio ad una prostituta, ancor più amaro perché feroce critica sociale. Mi accorgo che un'imprevista quantità di poesie termina con tre puntini di sospensione... come se non fossero finite, forse a significare l'estrema prolificità del Marzano.
MATTINA è una composizione di Giuseppe Ungaretti composta di due soli versi: M'illumino d'immenso
. Nella precedente silloge, Roberto Marzano si è divertito a trasformarla in M'ILLUMINO DI MENSOLE. Nella presente silloge, invece, pur continuando a divertirsi con le parole, il timbro è mutato, Marzano forse ha creato poesie più addolcite e malinconiche. Fino al punto da sembrare schiacciato sotto pesanti note di