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Il sole illumina mio zio
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E-book97 pagine17 minuti

Il sole illumina mio zio

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Info su questo ebook

È un piccolo libro pieno di trovate umoristiche e tragicomiche. La spina dorsale della narrazione è la storia struggente di uno smarrito e tenero innamorato che funambolicamente s’inventa tutto quello che gli manca, compreso il suo grande amore. Lui soffre a voce alta e descrive in modo caricaturale quello che intimamente pensano e provano tutti gli innamorati del mondo. Si aggiungono gli aforismi dell’Antologia Della Malasorte e le “metafisiche” sentenze dello stralunato testamento che dà il titolo al libro. L’ultima parte, infine, è una visione demenziale di certi sentimenti e della retorica che spesso li va a rappresentare. C’è anche qualche piccolo dettaglio da cercare in qua e in là. Questo è un libro che si legge in fretta ma è concepito come le canzoni dei Beatles. Corte, ma capaci di farsi riascoltare con passione.
LinguaItaliano
Data di uscita9 giu 2023
ISBN9788831289641
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    Anteprima del libro

    Il sole illumina mio zio - Paco D'Alcatraz

    PREFAZIONE

    Sono piacevolmente incappato su Paco D’Alcatraz nei primi anni ottanta a Bologna. Ci andavo ogni tanto a fare spettacolo al Black Shadow: un night club all’ombra delle Due Torri. Il proprietario era Paolo Bacilieri, cantante popolare degli anni ’60, ospite fisso del celebre programma Il Musichiere. Questa informazione è alquanto inutile ai fini della prefazione, ma mi faceva piacere  annoiarvi un po’.

    Una notte, che non era né buia né tempestosa, dopo l’esibizione, vagando a caso per la città mi ritrovai nel famoso locale Gran Pavese Varietà. L’atmosfera era socievole e cominciai a guardarmi intorno. Riconobbi Roberto Freak Antoni, leader degli Skiantos, per me un mito. Con lui c’erano altre due persone: la sua compagna, credo, e un tipo che, dopo, venni a sapere si faceva chiamare Paco D’Alcatraz. I tre si accorsero che origliavo interessato e che stavo occupando un tavolo da solo, così m’invitarono a unirmi a loro, e quando dissi che ero un mago e che lavoravo in quel night, mi strapazzarono con delicatezza prendendomi abilmente per i fondelli fino a notte fonda. Complice qualche bicchiere di vino diventammo amici e ci scambiammo i numeri telefonici.

    Vidi Paco in tv alcuni mesi dopo mentre cantava una canzone che mi fulminò, il titolo era: Mutande. Negli anni, poi, è successo spesso che ci incrociassimo, e ci ritrovammo sullo stesso palco a Salerno per un Festival di Cabaret. Ricordo che Paco mi regalò

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