Incontri
Di Remo Rudi
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Anteprima del libro
Incontri - Remo Rudi
abbandonato..."
1.
Marco Picozzi è un cinquantenne alto di statura, ben piantato con una muscolatura da atleta.
La sua passione per l’alpinismo e per lo sci, praticata dagli anni dell’adolescenza, ha contribuito a mantenergli un aspetto giovanile nonostante l’avanzare degli anni. I capelli castano scuro e qualche filo d’argento ravvivano il fascino di un viso regolare con qualche ruga d’espressione, sempre gradevolmente abbronzato. Dietro gli occhiali con lenti e montatura leggera si notano due occhi nocciola chiaro con uno sguardo vivo e attento di persona sveglia, intelligente.
Lavora come dirigente amministrativo presso un’azienda chimica e con orgoglio sente di aver raggiunto il traguardo professionale che si era prefisso, al punto da permettersi una vita agiata e serena.
Abita a Varese in Via Dandolo. Per periodi più a meno lunghi secondo l’estro e lo stato d’animo del momento, ha avuto un’intensa relazione con Elisa, una relazione che si è trasformata da una decina d’anni in una tranquilla convivenza. Da qualche settimana, tuttavia, la sua serenità e il suo quieto vivere sono stati gravemente compromessi da un evento che proprio non si aspettava: Elisa l’ha lasciato, improvvisamente, senza alcun preavviso.
2.
Una sera, tornando dal lavoro, Marco notò sul tavolo del soggiorno un cartoncino su cui era tracciata una laconica scritta: Ti lascio perché sono annoiata e infelice... non sto più bene con te. Ti spiegherò tutto quando e se ci rivedremo...Addio! Elisa.
Rilesse inebetito più volte il messaggio che teneva fra le mani e di colpo fu travolto da un senso di profondo disagio. Sentì montare dentro di sé uno stato di acuto malessere causato soprattutto dal fatto di essere abbandonato senza neppure una parola che spiegasse un simile comportamento.
Nessun importante segno premonitore gli aveva fatto intravedere una svolta così brutale nel normale ritmo della sua esistenza.
Gli sembrava anche assurdo non avere la possibilità di chiarire subito con Elisa quanto stava accadendo, scambiare con lei almeno due parole per tentare di capire i reali motivi della sua drastica decisione.
Doveva prendere atto che quest’abbandono imprevisto e improvviso, l’aveva colpito come un fulmine a ciel sereno, sbriciolando di colpo il tranquillo menage quotidiano di una relazione amorosa che credeva solida, destinata a durare tutta la vita.
Al momento Marco rimase stordito, quasi incredulo, ma col passare delle ore sentiva montare un’angoscia mortale, un disagio insostenibile che lo faceva veramente soffrire. Si sentiva oppresso da una sofferenza sorda, una sofferenza che gli pesava sul cuore come un macigno insopportabile.
Cercò di rintracciare Elisa ma ogni suo tentativo cadde nel vuoto: nessuno aveva più visto la donna e neppure aveva notizie di dove fosse finita.
Marco per settimane non si diede pace: continuava ad arrovellarsi il cervello per ricordare se involontariamente avesse commesso qualche sbaglio, qualche passo falso, qualche grave disattenzione tali da influire tanto negativamente sul suo rapporto con Elisa.
Continuava comunque a ripetersi che essere abbandonati così, sui due piedi, senza una spiegazione valida, era stato un colpo doloroso e crudele, una vera vigliaccata!
Lui ed Elisa si erano innamorati giovanissimi, avevano subito trovato un’intesa invidiabile tanto che la decisione di vivere assieme era sbocciata come un fatto normale, scontato, inevitabile fra due giovani che si volevano bene. La loro vita sessuale era stata, soprattutto nei primi anni, molto vivace e gratificante in tutti i sensi. La loro intimità era spontanea e fluiva senza intoppi con manifestazioni di affetto sempre più teneri e coinvolgenti.
Avevano convenuto di non avere figli, anche se questa decisione non trovava la completa approvazione di Elisa. Su questo punto, infatti, Marco incominciò a chiedersi se tale decisione non avesse causato un impatto negativo sull’equilibrio della loro unione. Probabilmente Elisa aveva un forte desiderio di maternità e il fatto di non poterlo soddisfare le procurava un’insoddisfazione che teneva nascosta ma che minava lentamente la sua serenità. Tuttavia, non aveva mai dato a vedere di essere dispiaciuta più di tanto da questa scelta, tanto più che Marco le offriva un tenore di vita agiato, ricco di eventi piacevoli. Molto del loro tempo libero era dedicato alle escursioni in montagna nella bella stagione e a bellissime giornate sugli sci in inverno. Inoltre, non erano mancati viaggi in terre esotiche, viaggi che Elisa apprezzava molto e che spesso sollecitava per spezzare gli inverni più rigidi o le estati più torride. Ma l’analisi meticolosa e spietata a cui Marco stava sottoponendo la sua vita passata per capire i motivi che avrebbero indotto Elisa ad abbandonarlo, non metteva sufficientemente in evidenza alcuni aspetti negativi del suo comportamento, aspetti a cui non aveva dato grande importanza ma che ora affioravano nella sua mente come difetti evidenti e, forse per Elisa, inaccettabili.
Ad esempio, da quando era diventato dirigente Marco era troppo assorbito dal lavoro e tendeva a trascurare Elisa diradando i momenti di intimità e le piacevoli evasioni che di solito si concedevano assieme durante i fine settimana: dopo cinque o sei dure giornate in ufficio, Marco preferiva trascorrere i giorni di riposo a casa, in pantofole.
Non faceva certo mancare ad Elisa il benessere di una vita senza problemi economici, ma privava la ragazza di quelle evasioni e tenere attenzioni che per anni avevano reso piacevole la loro vita di coppia. Spesso la donna gli rinfacciava di ascoltarla poco e in modo distratto, di non avere più con lei la solita confidenza e spontaneità nel trattare i piccoli problemi quotidiani, di aver diradato e di non favorire i loro incontri d’amore con quella passione e frequenza che tanto avevano allietato i loro primi anni di convivenza. Anzi, ora che ci pensava con attenzione, Marco non aveva neppure dato importanza al fatto che Elisa gli avesse parlato di un giovane ammiratore, un comune amico che la stava circondando di eccessive attenzioni.
Elisa, infatti, anche se non giovanissima, era una bellissima donna. Aveva un viso molto grazioso e una figura molto piacevole. Oltre tutto, possedeva un’evidente carica di femminilità ed era difficile resistere al suo fascino quando si aveva l’occasione di frequentarla con una certa assiduità.
Marco ricordava anche che negli ultimi tempi Elisa appariva distratta, assente, parlava poco e non si lasciava coinvolgere con la consueta partecipazione nelle vicende della loro vita.
Alla fine di tante considerazioni, Marco giunse alla conclusione che le ragioni di quell’improvviso abbandono potevano essere essenzialmente due: primo, Elisa si sentiva molto trascurata; secondo, Elisa si era innamorata di un altro uomo.
Probabilmente il secondo motivo era una conseguenza del primo, ma era il più importante, forse quello decisivo.
3.
Le lunghe riflessioni che per giorni e giorni avevano impegnato la mente di Marco, lo portarono ad una decisione, quella che al momento riteneva essere la più importante: alleviare in qualche modo lo stato di sofferenza e di prostrazione in cui era caduto. Non poteva continuare a crogiolarsi nello sconforto.
Come prima idea, forse la più scontata, Marco considerò la possibilità di vivere per qualche tempo in uno stato di ‘single’, libero da qualsiasi legame con donne. In una condizione di splendido isolamento poteva coltivare con maggiore passione i propri interessi culturali e dedicare più tempo ai suoi hobby. Doveva intensificare le attività fuori dal lavoro e cambiare radicalmente le sue abitudini senza una donna al fianco. Doveva anche allacciare nuove amicizie, frequentare nuovi ambienti.
In particolare, doveva dedicare più tempo alla montagna, la passione della sua vita. Decise di intensificare le escursioni e le ascensioni scegliendo itinerari più impegnativi e più interessanti di quelli che solitamente proponeva ad Elisa in conseguenza delle sue limitate capacità fisiche.
Scartò quindi decisamente l’idea di allacciare una relazione con un’altra donna. Oltre a non poter godere della grande libertà che gli si prospettava come ‘single’, poteva anche rivelarsi una decisione prematura: Elisa sarebbe potuta ritornare e lui sentiva di amarla ancora. Come avrebbe potuto respingerla e non accoglierla di nuovo nella sua casa?
Inoltre, non gli sarebbe stato facile trovare una donna attiva, piacente e dall’aspetto giovanile come Elisa. Un’eventuale nuova compagna doveva essere disponibile al punto da amare un cinquantenne ormai condizionato da uno stile di vita di persona matura. Marco si rendeva conto con orgoglio di essere ancora in grado di condurre una vita attiva e gratificante, ma la predilezione per i suoi hobby poteva non avere nulla a che fare con le esuberanti e vivaci esigenze di una trentenne.
Ad ogni modo, più Marco rifletteva su questi punti, più affondava in un mare di indecisioni assillato da altri problemi all’apparenza insolubili.
D’accordo coltivare piacevoli svaghi e andare in montagna, ma qualcuno doveva pur provvedere alle indispensabili mansioni domestiche.
Tornare nella casa dei genitori ormai molto avanti negli anni?
Impossibile e anche umiliante. Assumere una domestica? Non facile trovare una persona a cui affidare con fiducia la gestione quotidiana della vita di uno scapolo.
Una decisione su questi problemi doveva, comunque, essere presa. Inoltre, l’incertezza di come affrontare gli anni che ancora lo separavano dalla vecchiaia vera e propria, lo inquietavano. Soffriva quindi uno stato di subdola e perenne agitazione, senza intravederne un via d’uscita.
4.
L’avviso che apparve su ‘Lo Scarpone’ e che Marco lesse quella sera d’inizio aprile, fece balenare nella sua mente un’idea fuori dal comune, forse strana ma sempre più appetibile man mano ne considerava la possibile attuazione.
Perché, infatti si chiedeva, non approfittare di questa occasione per trascorrere tre mesi