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Byakkotai
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E-book74 pagine52 minuti

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Info su questo ebook

Thriller - racconto lungo (46 pagine) - Un nuovo incarico asiatico per Riccardo Passoni, già protagonista di Kowloon Moon: in Giappone, per negoziare con… uno yūrei!


Nel corso di un’indagine a Hong Kong, l’investigatore Riccardo Passoni ha scoperto di poter “comunicare” con il sovrannaturale. E non si può dire che abbia accolto tale capacità con grande entusiasmo, né con consapevole accettazione. Ma è proprio per questa inusuale competenza del suo (non così quotato) profilo professionale che Passoni viene ingaggiato da un giovane giapponese residente in Italia. Un suo caro amico è tormentato da uno yūrei, un fantasma. Pur scettico, come sempre, alla fine accetta l’incarico. Destinazione: Sendai, Giappone.


Delos Veronesi è nato a Bergamo nel 1977. Ha vissuto per tre anni in Cina. Ha scritto vari racconti, presenti in diverse antologie, e due romanzi: Winter, edito da Watson, e Il destino della tigre, su Amazon. In fase di pubblicazione, nel 2019, un nuovo romanzo cyberpunk, per Watson, e un manga action ispirato agli anni 80.

LinguaItaliano
Data di uscita17 dic 2019
ISBN9788825410860
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    Anteprima del libro

    Byakkotai - Delos Veronesi

    9788825408058

    A Stefania,

    è merito tuo se ho vissuto quest’esperienza.

    Ad Alessandro Leonida,

    un giorno ci andremo assieme.

    1 – Giovanni Battista Bernini

    Riccardo Passoni era seduto mollemente sulla vecchia poltrona di pelle marrone, intento a sfogliare lo scarno dossier su cui stava oziando da giorni. Nascosto al civico ventinove di via Bernini, in un vecchio palazzo ingiallito dallo smog ma con delle meravigliose grate in ferro battuto a protezione delle finestre di piano terra, il suo ufficio era il luogo in cui si rifugiava quando voleva sfuggire alla depressione che lo assaliva dal suo ultimo incarico.

    Erano trascorsi sei mesi dal suo ritorno da Hong Kong e da allora non aveva fatto altro che ripensare a quello che era accaduto, si tormentava nell’inedia senza trovare la forza di riprendere la sua scialba esistenza da investigatore privato.

    La solita schifezza senza senso.

    Sfogliò le poche informazioni contenute nei suoi appunti, scorrendole velocemente per rivederne i dettagli più importanti.

    Una moglie nevrotica che sospetta dei numerosi viaggi di lavoro del marito, di vent’anni più vecchio di lei, ma che si gode il lusso di fare la mantenuta a trent’anni.

    Richiuse il fascicolo con una smorfia disgustata e lo gettò tra la pila dei casi che aveva rifiutato fino a quel momento. Non poteva continuare a respingerli tutti, i soldi stavano finendo e presto avrebbe dovuto rimettersi al lavoro, ma per quanto si sforzasse non riusciva a rassegnarsi a tornare alla sua scialba monotonia quotidiana.

    Nei pochi giorni che era stato in Cina aveva scoperto che esisteva qualcosa oltre i confini del tangibile, qualcosa che lo aveva sconvolto e al tempo stesso affascinato, trascinandolo nella spirale in cui stava cadendo dal giorno del suo ritorno.

    Guardò l’orologio chiedendosi se le undici del mattino fossero un orario giusto per un bicchiere di vino.

    – Ma chi voglio prendere in giro? – Sospirò sapendo che si stava facendo degli scrupoli inutili. Aveva un appuntamento fisso che lo attendeva al Max Cafè in fondo alla via, un paio di bicchieri di spumante e qualche patatina per fingere di non bere solo per il gusto di intontirsi. Raccolse l’impermeabile dall’appendino all’ingresso e se lo infilò sopra la giacca blu senza abbottonarlo, chiudendosi la porta alle spalle prima di dirigersi verso il portone d’uscita del palazzo.

    Il sole d’aprile stava scaldando l’umidità milanese dopo il lungo letargo dei mesi invernali, liberando nell’aria il suo caratteristico odore di cantina fumosa e polvere di cemento. Riccardo inspirò a pieni polmoni come un detenuto nella sua unica ora d’aria quotidiana, muovendo i primi passi sul marciapiede leopardato dai resti delle gomme da masticare e dalle deiezioni dei cani.

    – Signor Passoni! – Chiamò una voce alle sue spalle, costringendolo a voltarsi per vedere chi fosse. – Signor Passoni, mi scusi.

    Un giovane asiatico gli si avvicinò a passi svelti, fermandosi a piedi uniti per fargli un piccolo inchino con le braccia tese lungo i fianchi.

    Cazzo vuole sto cinese?

    Imprecò silenziosamente osservandone i lineamenti marcati e la carnagione chiara, qualcosa non gli tornava, socchiuse gli occhi per studiare meglio quei dettagli fuori posto.

    No, mi sa che non è cinese.

    – Buongiorno Signor Passoni. Mi chiamo Satoru Ota e mi scuso profondamente per averla disturbata in questo modo. – Si inchinò di nuovo prima di proseguire. – Ho necessità di parlare con lei, professionalmente, per sottoporle un caso a cui vorrei che prestasse le sue competenze.

    – Senti ragazzo, ti ringrazio ma in questo momento non accetto nuovi lavori. Non ho tempo per occuparmi di cagnolini smarriti o della tua fidanzatina che se la fa con un tuo compagno di scuola.

    – Sumimasen, Signor Passoni, mi scusi ma credo che abbia frainteso – piegò la testa in un piccolo inchino appena abbozzato, – ho superato da anni il periodo scolastico e sono venuto da lei per un caso molto delicato che fino a ora non ha trovato soluzioni con i metodi canonici.

    – Quanti anni hai, ragazzo?

    – Ventotto, ventinove al 19 agosto.

    L’uomo si girò a guardare verso la meta in cui due bicchieri di vino lo attendevano, per poi voltarsi verso il cliente che continuava a fissarlo senza muovere un muscolo.

    Maledizione! Non poteva arrivare in un altro momento? Non me ne va mai una giusta.

    – Seguimi, andiamo dentro a parlarne.

    – La ringrazio. Le pagherò il disturbo per il tempo che mi dedicherà.

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