Donne e Islam: l'altra metà del cielo
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Anteprima del libro
Donne e Islam - Massimo Campanini
a cura di Massimo Campanini
Donne e Islam: l'altra metà del cielo
ISBN: 9788838247897
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http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Le donne del Profeta
Bibliografia
L'uguaglianza di genere nel Corano
La donna nell'Islam medievale. Tracce di storia
Introduzione
Prima dell'Islam: la donne nelle culture mediterranee
L’Arabia pre-islamica: mito e realtà della jahiliyyah
La società ‘abbaside: lo splendore della civiltà, il tramonto delle donne…
Mamelucchi e ottomani: cambiamenti e continuità
Bibliografia essenziale
Gli aḥādīṯ falsi e deboli sulla donna nell’islām, una ricerca dello European Forum of Muslim Women
La condizione delle donne nell’islām
Lo studio delle fonti scritturali
La questione femminile
Le divisioni nel campo femminista
Le azioni dell’European Forum of Muslim Women (EFOMW)
Musulmane d’Europa, musulmane europee
Non si chieda a un uomo perché ha picchiato sua moglie
L’atteggiamento del Profeta verso le sue mogli
Contro le violenze
European Forum of Muslim Women
In puro stile maomettano
. Femminismi, imperialismi, e Islam
Una definizione controversa
Genealogia di uno stereotipo
Uguaglianza fra i sessi: un valore universale
Bibliografia
Tra realtà e rappresentazione: appunti su donne musulmane in Italia e questioni di genere
Il rischio di strumentalizzazione
Una (presunta) dicotomia tra Islam e Occidente
Il velo, scelta libera o imposizione?
Capovolgere il significato di religione
Le donne del Profeta
Massimo Campanini
La vita del Profeta Muhammad è stata segnata dalla presenza femminile. Si tramanda che una volta abbia detto: Tre cose ho amato di questo vostro basso mondo: la preghiera, i profumi e le donne
. Le donne l’hanno fiancheggiato, sostenuto, consigliato, accudito e hanno lasciato qualche volta un marchio profondo sulla sua attività profetica e sull’Islam. Nella tradizione anti-islamica, già a partire dal Medio Evo, Muhammad è stato rappresentato come un libidinoso gaudente, soprattutto perché la rivelazione gli ha garantito il privilegio di avere più mogli di quante siano concesse al musulmano normale (al massimo quattro contemporaneamente). Di fatto, il Profeta si sposò una dozzina di volte, ma è importante notare che fino all’età di cinquant’anni rimase rigorosamente monogamo.
Fu infatti sempre fedele alla prima sposa, Khadija, che impalmò a venticinque anni, circa nel 595. Allora Muhammad era un giovane promettente, abile ed affidato, noto a Mecca per la sua dirittura morale e la sua onestà, proveniente da una famiglia nobile, ma non affluente e ricca. In gioventù si era distinto nel commercio, come la maggior parte dei Qurayshiti, la tribù cui apparteneva, che dominavano la città carovaniera di Mecca, e aveva condotto spedizioni, insieme allo zio Abu Talib, fino in Siria. Aveva avuto tanto successo - anche perché cominciavano a manifestarsi in lui i primi segni dell’elezione profetica -, che venne adocchiato appunto da Khadija. Costei era, si direbbe oggidì, una ricca imprenditrice, che organizzava carovane d’inverno e d’estate per tutte le direzioni privilegiate del commercio meccano. Khadija era vedova e la tradizione afferma che avesse quarant’anni. Naturalmente non è detto che la sua età fosse proprio quella [1] , ma comunque è certo che fosse più anziana di Muhammad. Khadija propose dunque a Muhammad di sposarla e lui accettò. L’aneddoto dimostra come, nell’Arabia pre-islamica, le donne godessero di un certo grado di indipendenza e di autonomia, seppure forse Khadija vantasse particolari privilegi a causa della sua intraprendenza e abilità. Peraltro esistono lontane testimonianze di matriarcato e di poliandria nella società araba arcaica.
Sposando Khadija, Muhammad, per così dire, si accasò
e divenne ricco, senza più preoccupazioni di sopravvivenza. Ciò gli consentì di dedicare maggior tempo alla meditazione religiosa cui indubbiamente si dedicava già da anni, e di moltiplicare i ritiri spirituali. Era sua abitudine infatti, periodicamente, ritirarsi sul monte Hira, nei pressi di Mecca, a pregare. In città a quell’epoca non mancavano presenze monoteistiche, specialmente cristiane, e probabilmente cristiano, o comunque profondo conoscitore delle Scritture, era Waraqa Ibn Nawfal, cugino di Khadija. L’inquietudine spirituale caratterizzava Muhammad, scontento della primitività del culto pagano professato a Mecca e della povertà e superficialità dei costumi morali della sua patria. Ebbene, un giorno del 610, durante uno di questi ritiri ascetici sul monte Hira, Muhammad venne visitato per la prima volta dall’arcangelo Gabriele che gli comunicò le prime parole della rivelazione coranica. Terrorizzato dall’apparizione e dall’esperienza, Muhammad corse a casa e cercò rifugio presso la moglie, che lo coprì con un mantello per difenderlo dai brividi di freddo che lo avevano colto, e lo rincuorò.
Le rivelazioni proseguirono nel corso del tempo e Muhammad pian piano prese coscienza della sua missione e cominciò a predicare l’Islam nell’ambiente pagano di Mecca. Khadija fu la prima a credere in lui, a sostenerlo e a proteggerlo. Fu lei, quando i dubbi tormentavano il Profeta, a consigliargli di recarsi da Waraqa Ibn Nawfal per ottenere conferma del suo destino privilegiato di inviato di Dio e di latore del messaggio divino. Waraqa riconobbe in Muhammad i segni della profezia e lo spinse a percorrere senza timore la sua strada.
Muhammad e Khadija ebbero sei figli. Quattro femmine e due maschi. I maschi morirono entrambi in tenera età: Muhammad non ebbe mai la gioia di una progenie maschile diretta e questo ebbe conseguenze non indifferenti sulle sorti della Comunità islamica dopo che il Profeta fu morto. Le femmine si chiamavano Umm Kulthum, Ruqayya, Zaynab e Fatima. Soprattutto quest’ultima è importante, come vedremo più avanti.
Khadija morì nel 619, e dopo la sua morte il Profeta convolò a nozze più volte, qualche volta per amore, ma soprattutto per ragioni diplomatiche, intenzioni politiche o per dare l’esempio come ci si dovesse comportare nel matrimonio. La sposa favorita di Muhammad, dopo Khadija, cioè ‘Aisha, figlia del compagno Abu Bakr, ricordava ancora in seguito come il ricordo della prima moglie non abbandonasse mai il Profeta. Ed ‘Aisha ne era gelosa e protestava di non capire cosa mai lui (Muhammad) ci trovasse in una vecchia sdentata…
. Come prima convertita all’Islam, Khadija ha sempre svolto un ruolo importante nella storia mitica dell’Islam delle origini e indubbiamente in lei Muhammad trovò il sostegno che gli era necessario per vivere adeguatamente la sua straordinaria avventura terrena.
Ecco dunque ‘Aisha, la beneamata
di Muhammad. Aisha non fu semplicemente una moglie dell’Inviato di Dio, ma una protagonista della vita del suo tempo. Nata attorno al 614, era figlia di Abu Bakr, intimo amico di Muhammad e tra i primissimi convertiti all’Islam, primo dei califfi ben guidati successore del Profeta (regnò dal 632 al 634). Secondo le fonti, che non sono omogenee, ‘Aisha fu promessa al Profeta quando aveva sei anni (o nove). Il matrimonio fu celebrato presto, ma venne consumato quando la fanciulla ebbe raggiunto la pubertà, a nove o dieci anni (o a quattordici). È infatti uso nella maggior parte dei popoli mediorientali e africani di porre le mestruazioni a discrimine tra l’infanzia e il raggiungimento dell’età matura. Questa caratteristica antropologica spiega il diffuso costume dei matrimoni precoci, che tanto scandalo desta nell’opinione pubblica occidentale, ma che