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La Shoah oggi
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E-book53 pagine36 minuti

La Shoah oggi

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Ogni evento storico ospita una potenziale storia degli effetti attraverso la quale il suo senso si arricchisce nel tempo grazie alle interpretazioni dei posteri che lo studiano e lo meditano. Questo vale tanto più per la Shoah, un avvenimento talmente carico di senso da sembrare ad alcuni lettori indecifrabile, incomprensibile, inimmaginabile. Questo dossier intende presentare alcune recenti prospettive sulla Shoah che supportino gli insegnanti di storia nel difficile compito di una mediazione didattica disciplinare e interdisciplinare. Esso da un lato sceglie consapevolmente di non evitare un paio di questioni “imbarazzanti”, quali la negazione della Shoah e la sua banalizzazione da parte della cultura di massa; dall’altro incoraggia il riferimento alle storie individuali come via d’accesso preferenziale alle vicende dell’attuazione dello sterminio e ai tentativi di resistenza e salvataggio.
LinguaItaliano
Data di uscita19 gen 2018
ISBN9788838246500
La Shoah oggi

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    Anteprima del libro

    La Shoah oggi - Sante Maletta

    Shoah

    La Shoah oggi

    Sante Maletta Maria Peri

    Ogni evento storico ospita una potenziale storia degli effetti attraverso la quale il suo senso si arricchisce nel tempo grazie alle interpretazioni dei posteri che lo studiano e lo meditano. Questo vale tanto più per la Shoah, un avvenimento talmente carico di senso da sembrare ad alcuni lettori indecifrabile, incomprensibile, inimmaginabile. Questo dossier intende presentare alcune recenti prospettive sulla Shoah che supportino gli insegnanti di storia nel difficile compito di una mediazione didattica disciplinare e interdisciplinare. Esso da un lato sceglie consapevolmente di non evitare un paio di questioni imbarazzanti, quali la negazione della Shoah e la sua banalizzazione da parte della cultura di massa; dall’altro incoraggia il riferimento alle storie individuali come via d’accesso preferenziale alle vicende dell’attuazione dello sterminio e ai tentativi di resistenza e salvataggio.

    Sante Maletta

    Maria Peri

    Memoriale della Shoah, Milano

    The sense of the Shoah as a historical event is deeper than in the past tanks to the interpretations of the scholars. This dossier presents some recent perspectives on the Shoah that can support the teachers in their difficult educational work. A couple of embarrassing questions are brought: the negation of the Shoah, and its present trivialization. Individual stories are highlighted as helpful means for the comprehension of the persecution and the rescue of the Jews.

    Tra storiografia e didattica. Insegnare la Shoah

    Francesco Maria Feltri

    Per quanto riguarda l’insegnamento della Shoah, mi pare esistano due approcci possibili: una didattica della razionalità e una didattica della emozionalità. In linea di massima, non sono due strategie comunicative (ed educative) antitetiche e opposte: anzi, l’ideale sarebbe riuscire a farle interagire in modo complementare. Tuttavia, poiché spesso le due didattiche tendono a escludersi, e comunque una tende a sovrapporsi all’altra, la prima mi appare di gran lunga la strada più efficace e convincente.

    Il problema dell’approccio

    Mi spiego meglio. Per didattica della emozionalità intendo un approccio alla Shoah che privilegi alcuni episodi orrendi e terribili, al fine di far risaltare la disumanità dei nazisti. È il taglio che, in linea di massima, avevano le prime pubblicazioni e i primi filmati che circolarono in tutta l’Europa negli anni Cinquanta e Sessanta: cumuli di cadaveri, descrizione dettagliate di esecuzioni o di torture, esibizione di scheletri ambulanti. Sono immagini toccanti e angoscianti, che nessuno di noi può occultare o nascondere.

    Eppure da alcuni anni, come storico, come divulgatore e come insegnante, mi interrogo se questa sia davvero la strategia educativa più efficace: il rischio che intravedo è quello di concentrare l’attenzione su alcuni dettagli (terribili, certo, ma spesso circoscritti), perdendo di vista il processo generale. Inoltre (per quanto possa sembrare paradossale) ci si abitua anche al macabro, all’orrore: piano piano, i musulmani di Dachau o di Buchenwald ci fanno lo stesso effetto dei bambini affamati di una carestia in Sudan, degli apocalittici scenari del Bangladesh sconvolto da un’alluvione, o dei migranti che sono recuperati in mare dalla guardia costiera. Li osserviamo, ci sentiamo un po’ in colpa... e

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