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Horr
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E-book94 pagine1 ora

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Fantascienza - romanzo breve (68 pagine) - Horr era diverso perché era uguale


Gli Shen-zat vengono dal cielo e hanno volanti meccanici che possono contenere nel ventre interi villaggi.

Servono guerrieri che li combattano, che raggiungano il kawura e si dimostrino degni e forti per passare all’età adulta in un lampo e somigliare ai padri che hanno già sfidato gli Shen-zat.

Ma il padre di Horr non lo ricorda nessuno. Anche Madre è sfuggente quando Horr chiede di lui, dentro la grotta in cui vivono, lontano da tutti.

Horr è un emarginato. La sua diversità lo conduce ad avvicinare gli Shen-zat più di quanto la prudenza consigli. Si avvicina così tanto da non potere tornare più indietro, perché deve sapere; deve conoscere il mistero dietro quegli esseri e quello che è nascosto in sé, e che lo porta verso le luci pulsanti nel cielo notturno da cui scendono le strie infuocate degli Shen-zat.


Maria Lipartiti è nata a Torremaggiore e vive e lavora a Padova. Ex ricercatrice nel settore delle neuroscienze, è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e del libro Lezioni di nutrizione (Tecniche Nuove, Milano, 1998).

Scrive narrativa di genere fantastico, filastrocche in rima, haiku e fantaiku.

Ha vinto il Premio Italia 2013 con il racconto I Retroviaggianti, il Premio Kataris-BSG 2013 con il racconto Mankind e il Premio Star Trek 2008 con il racconto Cherchez la femme. È tra i vincitori del Premio Mondiale di Poesia Capoliveri Haiku 2013.

Suoi racconti sono pubblicati nelle antologie: Star Trek dall’immagine al racconto di STIC Sezione Editoriale, Pegasus Racconti inediti di Blog Pegasus, Ma il Dottore si ammalò di Sadastor Edizioni, 365 Racconti d’estate, 365 Racconti di Natale, 365 Storie d’amore, 365 Racconti sulla fine del mondo, 365 Racconti Horror per un anno, Il Magazzino dei mondi e Il magazzino dei mondi 2 di Delos Books, NASF 9 Albe & Tramonti, NASF 8 Mutazioni e NASF 7 Tribute di AssoNuoviAutori, BReVI Autori – Volume 1, Il Bestiario del terzo millennio e 256K di Bravi Autori, Premio Letterario Kataris Antologia del Concorso Nazionale di Letteratura Fantascientifica 2010-2012 di Battlestar Galactica Italian Club e Associazione Galaxy, I Brevissimi 2 di Freaks Edizioni.

Altri racconti sono pubblicati negli e-book: LTL11 Cybersex – ll sesso del futuro, LTL9 Beyond Death – Scacco alla morte, LTL3 Bullets – La guerra dei mondi, LTL2 Cells – L’alba delle creature, LTL1 Seeds – Un universo in una pagina di N.A.S.F. e Almanacco n. 1 di Lettere Animate Editore.

Delos Digital ha già pubblicato, in questa collana, il racconto lungo Purificazione.

Infine, suoi racconti sono presenti nei siti web: Progetto Babele, Bravi Autori, Scheletri, Commissione Voyager e nella rivista Inside Star Trek Magazine.

LinguaItaliano
Data di uscita7 mag 2019
ISBN9788825408874
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    Anteprima del libro

    Horr - Maria Lipartiti

    9788865307175

    Capitolo 1

    La pallina rotolò sulla testa di Horr. Accovacciata accanto a lui, Madre gliela appiattì sul cranio. Con la punta delle dita, scrostò un lembo della striscia appena formata e strappò.

    – Uhm – mugolò il ragazzo. Una lacrima corse giù lungo la guancia e si asciugò sul mento.

    – Non piangere – sussurrò Madre. Staccò un altro blocco dalla mistura zuccherina che teneva in grembo, lo sfregò tra i palmi per arrotondarlo e glielo premette sul capo; lisciò, sollevò e continuò a strigliare. A ogni impasto, Horr pregava che la tortura finisse.

    – Diventerò un guerriero come Padre? – chiese per consolarsi.

    Un guaito sfuggì dal petto di Madre, le parole uscirono lente dalla sua bocca: – Era abile nel combattimento.

    – Tutto qui? Gli altri ragazzi non fanno che vantarsi delle imprese dei padri e io non so mai cosa dire del mio. Il peggio è che nessuno al villaggio sembra ricordarsi di lui.

    – È morto tanto tempo fa, prima che tu nascessi. Devono averlo dimenticato – disse Madre quasi senza voce.

    – Non ha compiuto nessuna azione eroica per farsi ricordare?

    Madre non rispose. Raccolse le sferette pelose accumulate al suo fianco, scavò una buca e le interrò.

    – Ecco, ora sei liscio e pulito come le pietre lavate dall’acqua impetuosa – disse con un sorriso che voleva essere allegro ma appariva stirato.

    Horr si levò in piedi, pronto ad andare, ma lei lo trattenne per una caviglia.

    – Lasciami! Arriverò tardi! – protestò.

    Madre finse di non sentire: infilò le dita tra gli sterpi che crescevano nella caverna, ne cavò un involto di foglie e tese il braccio: – Prendi. Ti daranno forza durante il viaggio.

    – Il lusamba ha parlato chiaro. Non possiamo portare nulla con noi.

    Madre gli prese le mani tra le sue, gliele chiuse a coppa e vi depositò il pacchetto. Sbuffando, Horr lo infilò nella cintura del lava-lava e schizzò fuori dalla grotta. Il grande cerchio che percorreva il cielo chiaro era già sorto e gli altri ragazzi potevano essere partiti senza aspettarlo: doveva correre se voleva raggiungerli.

    Tutta colpa di Madre, si diceva, zigzagando tra gli alberi e scartando cespugli. Si ostinava a farlo vivere in una caverna lontano da tutti e, se le chiedeva il motivo, cambiava discorso o non rispondeva come quando le domandava di Padre. Horr non lo sopportava: vivere attaccato alle pelli di Madre lo faceva sembrare un inetto agli occhi degli altri ragazzi.

    Il pensiero che presto sarebbe stato un uomo e lei non avrebbe più potuto dirgli cosa fare lo rincuorò, ma se voleva che il suo desiderio si realizzasse, doveva forzare l’andatura. Salì su un cumulo di terra, portando scompiglio tra le file di zampettanti testa rossa che lo abitavano, e discese dal lato opposto. Corse, si arrampicò, saltò. Rametti spezzati crepitavano sotto i suoi passi veloci, volanti intimoriti si rifugiavano tra le fronde al suo passaggio.

    Arrivato alla radura in cui sorgeva il villaggio, si appoggiò a un tronco per riprendere fiato. Con sollievo, vide che gli altri ragazzi erano ancora allineati davanti alla capanna del lusamba, tutti e quattro glabri come roditori appena nati, i crani striati di rosso dove la battaglia tra i peli e la melassa era stata più aspra. I due piccoli nati dallo stesso seme, di cui confondeva sempre i nomi, si tenevano per mano e si dondolavano sulle gambe come se volessero correre via; Asa Mezzo Dente, l’unico che poteva vantare costellazioni infuocate su petto e labbro superiore, agitò le braccia per salutarlo. La bocca di Ucra si torse in una piega sghemba.

    Occhi Stretti, sei riuscito a separarti da Madre! Credevo che non ce l’avresti fatta. Davvero sei pronto a diventare un uomo? – ghignò. Il ventre tondo e gonfio ballonzolò, scosso dai singulti di scherno. Horr ignorò la provocazione, lo affiancò e si irrigidì nella posa rituale, gambe tese e spalle aperte.

    Accanto alla capanna del capo, la yomta, l’anziana che conosceva i tabù del sangue e dell’unione e maneggiava il potere delle erbe, sorvegliava alcune femmine più o meno della stessa età dei ragazzi. Una di loro, Kaya, guardò Horr di sottecchi e lo indicò alle altre. Era alta e sottile, con sacche pettorali gonfie, da adulta, diverse da quelle appena accennate delle coetanee.

    Horr ricambiò lo sguardo: Madre diceva che Kaya avrebbe generato cuccioli sani e numerosi e lui sperava che gliela assegnassero al ritorno dal viaggio. Come se gli avesse letto nel pensiero, Ucra sbuffò: – La femmina fertile spetta al guerriero migliore e quello non sei tu, Occhi Stretti.

    Il grassone spinse il gomito in fuori e glielo piantò nello stomaco. Il dolore risalì lungo il corpo di Horr fino ad arrivare alla sommità del cranio e lo fece piegare in due.

    Ucra rovesciò la testa all’indietro e mosse il mento insù e ingiù, emettendo ogni volta un gorgoglio rauco di scherno. Horr si slanciò su di lui e lo abbrancò alla cintura: il sacchetto di foglie preparato da Madre scivolò da sotto il lava-lava e cadde a terra tra i due. Ucra non reagì all’assalto e si irrigidì ancor più nella posa cerimoniale.

    – Un guerriero non si presenta scomposto davanti al capo – tuonò la voce del lusamba. Nell’accesso di rabbia, Horr non lo aveva visto uscire dalla capanna. Chinò la testa in segno di obbedienza e raddrizzò le spalle.

    Il lusamba raccolse da terra l’involto di foglie e lo scagliò lontano, tra gli alberi. Il suo sguardo di rimprovero oscillò da Horr a Ucra.

    – La disciplina è la prima dote del guerriero – scandì. – I giorni a venire dimostreranno chi di voi la possiede. Coloro che supereranno le prove diventeranno uomini e saranno chiamati a un grande compito: combattere gli Shen-zat. Da troppo tempo questi esseri immondi scorrazzano indisturbati per le nostre terre, prendendo ciò che ci appartiene e degradando le nostre femmine. L’abominio deve finire! Le altre tribù si stanno organizzando per rispedirli nella fossa da cui provengono e anche noi dobbiamo fare la nostra parte.

    Il lusamba tirò il fiato e lasciò vagare di nuovo lo sguardo da Horr a Ucra; scrutò gli altri ragazzi. – Tutti voi potrete dimostrare di essere dei veri guerrieri, ma soltanto il più valoroso si guadagnerà il diritto di guidarvi.

    Horr gonfiò il petto: avrebbe battuto con facilità il grosso e goffo Ucra in ogni prova e Kaya sarebbe stata sua. Con il rispetto della tribù, anche Madre avrebbe smesso di trattarlo come se fosse ancora un cucciolo bisognoso di protezione.

    La voce del lusamba lo riscosse dalle sue fantasticherie: – Gli Shen-zat hanno sconvolto il nostro mondo, ma non le nostre tradizioni. Il guerriero si forgia attraverso la Rinascita. Le prove che vi attendono sono numerose e temibili e serviranno a separare il forte dal debole, il

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