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I Santi del "Bel Paese": Due secoli di storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia
I Santi del "Bel Paese": Due secoli di storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia
I Santi del "Bel Paese": Due secoli di storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia
E-book295 pagine2 ore

I Santi del "Bel Paese": Due secoli di storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia

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Info su questo ebook

Il testo analizza sommariamente la storia della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, a partire dal 1820, anno della sua genesi, e dal 1830, anno della sua fondazione, confrontando le informazioni che di volta in volta giungevano agli italiani attraverso la stampa dell'epoca.
Segue la storia della prima missione in Italia dal 1850 al 1860, ne presenta i convertiti e li accompagna nel loro cammino che li portò fino alla Valle del Gran Lago Salato dove, come tutti i membri dell'epoca, si insediarono.
Osserva lo sviluppo e la situazione attuale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia fino alla costruzione del tempio di Roma.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2020
ISBN9788835804253
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    Anteprima del libro

    I Santi del "Bel Paese" - Pietro Caracciolo

    titolare.

    PREMESSA

    Di trattati e volumi intorno alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ne sono stati scritti tanti.

    Molti redatti da autori appartenenti alla religione o filoreligiosi inneggianti al credo e alle opere di questo popolo, molti altri compilati da scrittori di altre confessioni religiose allo scopo di dimostrare che gli insegnamenti professati fossero falsi e privi di qualsiasi fondamento etico religioso.

    Alcuni autori si sono mossi nel contesto storico della società americana per dimostrare che Joseph Smith, fondatore e primo profeta della Chiesa di Gesù Cristo, fosse un impostore e un arruffapopolo e che tutte le sue azioni fossero solo rivolte ad interesse personale, allo scopo di acquisire potere economico e politico. Altri invece credono nella tesi opposta e vedono lo Smith come un vero messaggero divino ordinato per edificare la chiesa del Signore in questa dispensazione, fino al punto da diventare un martire della fede.

    Eppure, vera o falsa che sia, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è cresciuta e in moltissime nazioni ha edificato luoghi di culto per le riunioni dei fedeli e templi per officiare quelle che essa ritiene essere le ordinanze più sacre.

    La sua presenza ha influenzato in una qualche misura le società in cui si è insediata, anche semplicemente con l’atteg-giamento che i suoi membri hanno tenuto e tengono nei confronti del restante della popolazione. A volte con segnali più profondi, influenzando per alcuni versi, il pensiero comune e proponendo una nuova interpretazione, spesso staccata dalla tendenza della società moderna, del pensiero evangelico.

    Quando ho iniziato a lavorare a questo saggio mi sono proposto tre semplici obiettivi.

    Il primo era quello di analizzare la storia del popolo dei santi degli ultimi giorni, attraverso le informazioni che, dal 1830, epoca della sua fondazione, ad oggi, sono state offerte agli italiani e raffrontandole con quanto storicamente accadeva a questo popolo nel continente americano e nel resto del mondo.

    Il secondo era quello di scoprire chi furono i primi adepti italiani, le loro vicissitudini e come l’appartenenza alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni abbia influenzato la loro vita.

    Il terzo era quello di identificare, senza per altro entrare nel merito del messaggio evangelico che questa religione porta, gli influssi che essa ha potuto avere sul popolo italiano e le motivazioni, giuste o sbagliate che siano, che hanno spinto degli italiani ad unirsi al popolo dei santi degli ultimi giorni in numero sempre crescente al punto che oggi, a distanza di poche decine di anni dall’apertura della missione in Italia, in molte città sono stati edificate cappelle come luoghi di culto, vi sono delle unità amministrative per supervisionare le congregazioni, delle missioni per organizzare la divulgazione del vangelo e un tempio per svolgere le ordinanze ritenute più sacre da questo popolo.

    Nella stesura di questo testo mi sono mosso cercando di mantenere sempre costanti questi tre obiettivi, analizzando tutto quello che la stampa, dal quotidiano all’enciclopedia dell’epooca potevano offrire, rinunciando, a volte, ad una stretta trattazione cronologica degli eventi, ma prediligendo le situazioni e i temi che da esse scaturivano.

    In questa revisione, in cui anche il titolo ha subito un deciso cambiamento, ho continuato a conservare questa ottica raccogliendo nei due secoli la storia di questa professione religiosa. Volendone seguire i dettami, ho tenuto conto delle direttive del profeta Russel M. Nelson del 2019, così, là dove possibile, perfino nel titolo, ogni riferimento ai mormoni è stato sostituito dal corretto nome della Chiesa, ovvero Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, a prescindere se in un determinato contesto storico il termine fosse considerato ora identificativo, ora dispregiativo.

    Mi auguro di essere riuscito, anche se parzialmente, nel mio intento.

    Pietro Caracciolo

    CAPITOLO 1

    Il primo decennio

    Nella prima decade del mese di maggio del 1860 all’interno del periodico La civiltà cattolica, una rivista della Compagnia di Gesù, la più antica ancora attiva in lingua italiana, veniva pubblicata una interessante dissertazione del cardinale Reisach a seguito di un discorso letto nell’allora Accademia di religione cattolica, successivamente incorporata alla Pontificia accademia di san Tommaso D’Aquino, dal titolo Il mormonismo nelle sue attinenze col moderno protestantesimo.

    Mi sembra opportuno puntualizzare il fatto che La civiltà cattolica era stata fondata intorno al 1850 da un gruppo di gesuiti di Napoli per iniziativa di padre Carlo Maria Curci, e che il suo scopo primario era quello di difendere «la cattolica civiltà», minacciata dai nemici della chiesa, in particolare dai liberali e dai massoni, che andavano ispirando molte linee portanti dell'Italia risorgimentale.

    Che La civiltà cattolica, nata a detta di padre Curci, col programma di condurre l'idea e il movimento della civiltà a quel concetto cattolico da cui sembrava negli ultimi tre secoli avere fatto divorzio, avesse un carattere polemico e combattivo era un dato di fatto. Così il discorso del cardinale Reisach, nato per dimostrare al suo uditorio che la corrente religiosa dei santi degli ultimi giorni era chiaramente nell’errore come potevano esserlo tutte le religioni protestanti e qualsiasi forma religiosa che fosse diversa dal cattolicesimo, divenne un’ottimo argomento di pubblicazione.

    A tinte forti, Reisach dipingeva la setta in questione sentenziando che quel filone religioso essendo opera dell’uomo, sarebbe caduto

    … se non vinto dalle armi americane, scisso e sciolto dalla propria sua iniquità e dalla mostruosità delle sue dottrine.¹

    Ma quanti anni erano passati da quando l’organizzazione religiosa era stata fondata? E cosa intendeva dire il cardinale Reisach quando profetizzava la disfatta di quella istituzione per mano delle armi americane? E infine, perché rivestiva tanto interesse al punto da essere motivo di dissertazione di fronte ai membri dell’accademia?

    Erano trascorsi praticamente trenta anni. Ed in trenta anni, dal 1830, anno in cui era stata fondata la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, già buona parte del mondo nel bene o nel male era a conoscenza di questa nuova corrente religiosa.

    Nel decennio compreso fra il 1850 ed il 1860 erano stati inviati missionari in Europa, Asia, Africa e Australia e, di conseguenza, costituiti dei rami, luoghi dove i membri avrebbero avuto la possibilità di riunirsi e di mettere in pratica un vangelo attivo non solo dal punto di vista spirituale, ma anche materiale.

    Nello specifico, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni era approdata in Italia nel giugno del 1850 grazie all’opera di un gruppo di missionari capeggiati da Lorenzo Snow e sarebbe rimasta presente fino al 1867, anche se l’ultima famiglia italiana appartenente alla chiesa sarebbe emigrata per raggiungere la terra promessa nel 1869.

    Brigham Young, secondo profeta della chiesa, in merito all’espansione della stessa avrebbe detto:

    Non soltanto rivoluzionerà gli Stati Uniti, ma tutto il mondo, ed avanzerà da mattina a sera, dal sorgere del sole al suo tramonto […] finché tutta la terra non ne sarà inondata e i giusti non saranno radunati.²

    Dal punto di vista giuridico l’avvio di questo grande movimento missionario religioso aveva avuto una data precisa: 6 aprile 1830, martedì, cinque giorni prima della Pasqua di quell’anno.

    Un gruppo di nove uomini si erano riuniti nella casa di Peter Whitmer Sr., una modesta dimora lungo il confine occidentale dello stato di New York, a Fayette, contea di Seneca.

    Vi erano presenti Joseph Smith, Oliver Cowdery ed alcuni membri delle famiglie Smith e Whitmer.

    Si trattava di una riunione più che formale, poiché era stato programmato che in essa si sarebbero gettate le basi del futuro movimento religioso.

    Dopo alcuni inni e preghiere furono lette ai presenti alcune rivelazioni che Joseph Smith aveva ricevuto in merito alla chiesa.

    Secondo il comandamento ricevuto in precedenza, il profeta Joseph chiese ai fratelli presenti se erano pronti a riconoscere lui stesso e Oliver Cowdery come loro maestri nelle cose del regno di Dio, e inoltre se erano d’accordo a che essi procedessero a organizzare la Chiesa secondo il comandamento del Signore. A questa richiesta, i presenti acconsentirono per voto unanime. Joseph allora ordinò Oliver anziano della Chiesa di Gesù Cristo, e dopo, a sua volta, Oliver fece lo stesso con Joseph. Fu somministrato il sacramento, e coloro che in precedenza erano stati battezzati furono confermati membri della Chiesa e ricevettero lo Spirito Santo mediante l’imposizione delle mani. Alcuni ricevettero il dono della profezia e tutti si rallegrarono grandemente.³

    In conformità alle leggi dello stato di New York in materia di organizzazione di nuclei religiosi, essendo necessari sei firmatari per questo genere di documento, sei di essi vi apposero la loro firma. I loro nomi erano: Joseph Smith, Oliver Cowdery, Hyrum Smith, Peter Whitmer Jr., Samuel H. Smith e David Whitmer. Dei sei, Hyrum Smith aveva appena compiuto trenta anni ed era il più anziano, mentre il più giovane era Samuel Smith, che aveva compiuto ventidue anni tre settimane prima.

    Così aveva avuto origine quella che a quel tempo veniva chiamata la Chiesa di Gesù Cristo e che in un secondo momento, nel 1838, sarebbe stata definita ufficialmente con il nome di Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni sulla base di una specifica rivelazione ricevuta da Joseph Smith:

    Poiché è così che dovrà essere chiamata la mia chiesa negli ultimi giorni, cioè Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

    Ma torniamo al cardinale Reisach e alla sua dissertazione. Erano trascorsi dunque trenta anni. E in soli trenta anni la popolazione dei santi aveva raggiunto le ottantamila anime, facendo parlare di sé tanto in America, quanto nel resto del mondo e, di conseguenza, benché in ambienti ristretti, anche in Italia.

    Proseguendo la sua trattazione in merito ai santi ed al loro credo religioso, il cardinale Reisach avrebbe parlato di un popolo che aveva sede in

    …un angolo dell’America settentrionale nascosto tra le alte montagne, che separano la California dagli altri Stati-Uniti.

    Luogo in cui si erano radunati

    […] i santi dei Giorni Posteriori, com’essi si chiamano, per istabilire e rinforzare la perseguitata loro Chiesa, e per prepararsi con ciò alla grande missione che essi pretendono aver ricevuto dallo Spirito Santo, di uscir cioè dalla valle di Utah, e di combattere e distruggere, condotti dal loro profeta sotto il vessillo di tutte le nazioni, le schiere di Gog e Magog raccoltesi sotto le insegne del Papa di Roma; affinché aiutati dal Signore, che con piogge di fuoco, colla peste e colla fame distruggerà il resto dei cristiani tutti immersi nel paganesimo, possano inaugurare trionfanti il nuovo periodo mondiale, quando i popoli tutti della terra dovranno formare la grande famiglia dei santi fratelli, pei quali la terra stessa sarà dalla nuova chiesa cangiata in cielo.

    Sembra evidente dal tono ironico delle sue parole che il cardinale Reisach dissentisse in modo energico dal credo dei santi, tanto è vero che di lì a poco avrebbe aggiunto, nella stessa dissertazione:

    […] di quei fanatici, che colla frode più svergognata e palpabile hanno inventato una dottrina, la quale riunendo agli errori più grossolani e schifosi delle sette eterodosse, quei del politeismo e del panteismo, non ritiene niente della fede cristiana: e rivolta tutta ed immersa nel più turpe materialismo e sensualismo forma dei suoi addetti piuttosto una setta politica di comunisti e socialisti, che una società religiosa di fedeli.

    Per comprendere i motivi che avevano spinto il cardinale Reisach ad esprimere in modo così violento la premessa alla sua dissertazione, è necessario dare un’occhiata, anche se sommaria, agli episodi che si erano svolti in America durante i trenta anni dalla organizzazione ufficiale della chiesa, e che avevano visto i santi e Joseph Smith, loro primo profeta, in primo piano nel teatro delle azioni.

    Una delle prime cause delle persecuzioni rivolte contro i santi fu il loro zelo missionario. Era chiaro che quella che era stata fondata era una chiesa giovane e che doveva essere proposta a tutti coloro che fossero stati in grado di accettarne i principi. Ma, al tempo stesso, era evidente che questo avrebbe causato una certa invidia nei ministri delle altre sette religiose che avrebbero visto, mano a mano, loro adepti allontanarsi dalle loro file per unirsi al nuovo credo religioso.

    E questo avveniva con incredibile rapidità. Basti pensare che l’11 aprile 1830, la domenica di Pasqua, Oliver Cowdery teneva il primo discorso pubblico fatto da un membro della chiesa e alla fine del discorso sei nuovi membri venivano battezzati da lui; la settimana successiva ne battezzava altri sette. Il 9 giugno 1830, alla prima conferenza della chiesa, vi erano presenti novanta persone di cui trenta almeno erano già membri battezzati. E ad una conferenza tenuta il 2 gennaio del 1831 a Fayette, a meno di un anno dalla fondazione, i santi presenti del solo stato di New York erano settanta e vi erano diverse altre centinaia di santi dell’Ohio.

    Chi si convertiva alla nuova chiesa sentiva il desiderio di comunicare la propria conversione ad altri, di divulgare la buona novella. Questa azione a catena diede l’avvio ad una certa attività missionaria. Samuel H. Smith partì in viaggio per le città vicine con un certo numero di copie del Libro di Mormon, un libro di sacre scritture su cui, oltre

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