Pronto intervento psicologico: Tecniche e strategie di sopravvivenza da quarantena
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Pronto Intervento Psicologico basa i suoi contenuti su di un’ampia letteratura riguardante l’evoluzione delle tecniche psicologiche d’intervento breve, facendo della praticità il suo punto cardine.
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Anteprima del libro
Pronto intervento psicologico - Elton kazanxhi
Ricci
Pronto Intervento psicologico
(Tecniche e gestione dello stress)
Elton Kazanxhi Diego Ricci
Edizioni EMI Italy
www.emiitaly.com
Premessa pag. 8
CAPITOLO 1. Ansia: riconoscerla e
affrontarla pag. 13
1.1 Riconoscere i sintomi dell’ansia
pag. 15
1.2 Tecniche per la gestione dell’ansia pag. 18
1.3. Ristrutturazione cognitiva
pag. 19
1.4. Superare gli evitamenti pag. 21
1.5. Rielaborare gli episodi ansiosi
pag. 22
1.5.1 Discutere di un’esperienza recente di
panico
pag. 22
1.5.2 Connessione tra sensazioni e pensieri pag. 23
1.5.3 Diario degli episodi ansiosi
pag. 24
CAPITOLO 2. Strategie e pratiche
d’intervento
pag. 25
2.1. La risorsa più importante che
abbiamo: la distrazione
pag. 25
2.1.1. Attenzione visiva focalizzata pag. 26
2.1.2 Training Sensoriale
pag. 28
2.1.3. Distrarsi con la logica e la matematica pag. 29
2.1.4. Installare ricordi e fantasie piacevoli.
Gli ancoraggi
. pag. 30
2.1.5. Lo strumento più potente che
abbiamo: l’immaginazione pag. 33
2.1.6. Contatto Pieno
pag. 34
2.2. Tecniche cognitive. Analizzare gli eventi pag. 35
2.3. L’ABC e l’analisi funzionale pensiero-comportamento
pag. 38
2.4. Uso delle tecniche di respirazione pag. 39
2.4.1. La tecnica del respiro quadrato
pag. 40
2.4.2. La tecnica del palloncino
pag. 41
2.4.3. La tecnica da 1 a 6
pag. 42
2.5. Lavoriamo con il corpo pag. 42
2.5.1. Rilassiamo il corpo partendo dalla
mente pag. 42
2.5.2. Il Training Autogeno
pag. 45
2.5.3. Rilassamento muscolare progressivo pag. 48
2.6. Il Problem Solving
pag. 50
2.6.1. Quando il Problem Solving non
funziona: la ruminazione
pag. 50
2.6.2. Schema per la risoluzione dei
problemi
pag. 52
2.6.3. Le mappe mentali pag. 54
CAPITOLO 3 Le conseguenze dell’ansia
pag. 56
3.1 Esplosioni di rabbia pag. 56
3.1.1. Comprendere la collera
pag. 58
3.1.2. Gestire la collera pag. 61
3.2 I conflitti
pag. 63 3.2.1.
Falsi miti
pag. 64
conflitto
pag. 65 3.2.3
Sviluppare l’assertività
pag. 67
3.3.1.
Affrontare la propria vergogna pag. 73
3.4. La tristezza e le sue conseguenze
pag. 74
3.4.1. Psicoeducazione sulla depressione
3.4.1. Psicoeducazione sulla depressione pag. 75
CAPITOLO 4
. La gestione del lutto pag. 81
4.1. Le fasi di elaborazione del lutto: il
modello di Elisabeth Kübler Ross pag. 82
4.2. La gestione del lutto
pag. 85
4.2.1. Passare dal dolore alla speranza pag. 85
4.2.2. La tecnica dei 9 punti
pag. 87
4.2.2. Altre considerazioni riguardo al lutto pag. 89
Appendice
pag. 92
Note biografiche pag. 102
Bibliografia
pag. 105
Premessa
Stiamo vivendo in un momento storico in cui ci sentiamo smarriti, ci sentiamo persi dentro ad un focolaio di paura. Il contagio ci limita la visione, ci chiude ogni orizzonte, la paura ci chiude dentro quel confine chiamato Io pelle
secondo Anzieu (Anzieu, 1985). Non tutti sanno che le nostre emozioni sono la parte irrazionale dell’essere umano, guidano le nostre azioni e le nostre scelte, determinano ciò che siamo e come appariamo agli altri. Le emozioni sono, dunque, componenti naturali e fondamentali di ogni essere vivente e rappresentano nel loro profondo la materia di cui siamo fatti. E’ di questa sfera emozionale che dobbiamo occuparci, in quanto essa viene talvolta associata anche alla nostra parte istintuale.
Si parla spesso, secondo la teoria del cervello trino di, Mc Lean (1995), di quella parte di noi che risponde a bisogni primari e che solitamente non riusciamo né a controllare né a spiegare.
Rappresentazione dei tre livelli del Cervello – Mc Lean (1995)
A questo concetto si unisce quello legato alle reazioni difensive del Sistema Nervoso Centrale, riassunte nell’immagine seguente.
Le tre tipologie di risposte comportamentali istintive
Come possiamo vedere, esse derivano dal nostro retaggio animale, ossia dalla parte del cervello legata all’istinto di sopravvivenza. Quando veniamo messi alla prova da un qualsiasi evento che ci destabilizza, reagiamo secondo queste tre tipologie: se il nostro cervello ritiene di avere le risorse per opporsi al pericolo, combattiamo, altrimenti ci diamo alla fuga. La terza tipologia di risposta subentra quando lo stimolo è talmente destabilizzante che il cervello e la psiche non possono farvi fronte in maniera sufficientemente adeguata, quindi vanno in tilt
, con un conseguente blocco psico-motorio. Va anche specificato che questo tipo di reazione è un sistema di difesa della mente, la quale, senza di essa, correrebbe seri rischi di disgregarsi, con un conseguente distacco dalla realtà (psicosi).
Quindi, paradossalmente, possiamo affermare che si tratta di una risorsa che il cervello sfrutta.
Ogni giorno, senza che ce ne rendiamo conto, mediamo tra la nostra componente emotiva e quella razionale. Il risultato di questa mediazione è molto spesso il compromesso tra ciò che vorremmo fare e ciò che possiamo concederci di fare. Talvolta, il conflitto diventa più acceso e il risultato più evidente è rappresentato dalle manifestazioni emotive intense. Attacchi di ansia, esplosioni di rabbia, collera e gelosia sono alcuni degli effetti del conflitto interiore che ci muove allorché non riusciamo a giungere ad un efficace compromesso con la nostra parte istintuale. Le emozioni, soprattutto quelle intense, hanno il potere di guidare le nostre azioni, di suggerire i nostri pensieri e sono determinanti per la nostra serenità personale.
Tutte le emozioni intense hanno la caratteristica di poter farci perdere il controllo, arrivando anche a farci commettere azioni e scelte di cui potremmo pentirci in seguito. Queste forti emozioni possono anche impedirci di fare o di dire quello che vorremmo, soprattutto quando siamo immersi in un emergenza socio-sanitaria come quella che stiamo vivendo a causa dell’epidemia, in cui la paura del contagio ci assilla quotidianamente e ogni secondo siamo bombardati dalle informazioni tutt’altro che rassicuranti dei mass media.
Ovviamente le emozioni non sono qualcosa di negativo, anzi: in quanto esse possono non essere controllate, la loro manifestazione, anche la più accesa e disturbante (vedasi un attacco di panico) ha sempre un significato e ci segnala qualcosa che sta avvenendo nel nostro organismo e nella nostra vita. In virtù di questo fatto, possiamo quindi imparare a gestirle.
La nostra capacità di modulare le emozioni dipende da diversi fattori:
dalla nostra storia personale;
dalla nostra autostima;
dalla capacità di esporci nei confronti del mondo esterno confidando nelle nostre capacità.
dalla paura di commettere errori che spesso consideriamo come irrecuperabili;
dall’esigenza di rispondere alle aspettative degli altri o la volontà di aderire a modelli spesso irraggiungibili.
Tutti questi aspetti snaturano il nostro comportamento. Quotidianamente ci costruiamo una serie di aspettative che fatichiamo a sostenere. In queste condizioni le emozioni premono fino a rompere gli argini del nostro controllo. Dobbiamo quindi ricordare che gli eccessi emotivi possono causare danni gravi per noi stessi e per gli altri, dato che possono essere, infatti, la causa di relazioni