Fedra
Di Jean Racine
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Parigi, 1 gennaio 1677. Hôtel de Bourgogne: la Champmeslé è protagonista di Fedra, il capolavoro assoluto di Racine e del classicismo francese. Fedra è una vera grande tragedia 'degna dei Greci', in cui la musica dei versi alessandrini si fa suprema, ma anche un dramma della passione dove, come scrive Roland Barthes, "sotto la purezza della lingua, le grazie dell'alessandrino, la precisione della psicologia, il conformismo della metafisica, non è difficile ritrovare le figure e le azioni dell'orda primitiva". La bellezza del testo e la bravura della protagonista non bastano a decretarne il successo. Aristocratici invidiosi della fortuna di Racine hanno comperato molti biglietti per poi lasciare le poltrone vuote. Contemporaneamente al Marais va in scena una tragedia, scritta apposta sulla stesso argomento da un certo Pradon, che ha più successo di pubblico. Ne derivano lunghe polemiche alle quali pone fine il principe di Condé. Così arriva il meritato successo.
Jean Racine
Jean Racine, né le 22 décembre 1639 à La Ferté-Milon et mort le 21 avril 1699 à Paris, est un dramaturge et poète français. Issu d'une famille de petits notables de la Ferté-Milon et tôt orphelin, Racine reçoit auprès des « Solitaires » de Port-Royal une éducation littéraire et religieuse rare.
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Anteprima del libro
Fedra - Jean Racine
ITALIANO
INTRODUZIONE
Jean Racine
Nato in una famiglia della media borghesia e rimasto orfano giovanissimo, Jean Racine (1639-1699) è allevato dai nonni e poi dalla zia, religiosa a Port-Royal. Compie i suoi studi alle Petites-Ecoles, poi al Collège Beauvais a Parigi e alle Granges a Port-Royal-des-Champs. La formazione culturale di impronta giansenista fanno di Racine un drammaturgo pienamente capace di comprendere il senso profondo del peccato e della tragedia. La sua Phèdre, uno dei grandi capolavori della letteratura francese, è una autentica tragedia 'alla greca'. La musicalità dei versi alessandrini composti da Racine, suggestionato dalla recitazione cantante della Champmeslé, fanno delle sue tragedie un modello insuperato della lingua francese.
Il classicismo francese
In seguito all'azione promozionale di Richelieu l'Hotel de Bourgogne vede cambiare il suo pubblico: da quello popolare dei primi venticinque anni del secolo XVII a quello colto, aristocratico e borghese. Debuttano nuovi drammaturghi, che seguono le regole classiche ribadite da Jean Chapelain, teorico ufficiale di Richelieu (Lettre sur la règle des vingt-quatre heures, 1630). Le commedie avventurose di Hardy e i primi drammi eroici di Corneille vengono sostituiti sempre più spesso dal dramma classicheggiante. Ma il teatro classicistico, che nella seconda metà del secolo raggiungerà vertici strabilianti con Racine, è il teatro di una élite guidata dalla corte, che trasforma i propri gusti raffinati in categorie estetiche. Non diventerà mai un fenomeno di massa. Hanno molto più successo di pubblico le commedie satiriche di Molière e quelle tutte azione degli italiani. Le radici del neoclassicismo erano non meno politiche che letterarie; quello di Hardy è il mondo del feudalesimo morente; riflette il brio ribelle e stravagante degli aristocratici della Fronda, che lanciavano un’ultima sfida al potere centralizzato dello stato moderno; la concezione del dramma neoclassico è quella forgiata da Richelieu e imposta da Mazzarino: l’ordine nella vita e nell’arte
. (Steiner, Morte della Tragedia, Garzanti, Milano 1965, 44). Con l'ascesa al trono di Luigi XIV tutta l'organizzazione teatrale passa sotto il controllo dello stato. Il re finanzia con la propria cassa personale l'Opera, che dipende direttamente da un ministro, e tutti gli altri teatri, di cui sono sovrintendenti i Gentiluomini della Camera del Re, che controllano i regolamenti e la gestione finanziaria, dirimono le liti tra attori, ecc. La carica è molto ambita dai giovani aristocratici per amore, tra l'altro, delle attrici.
Il capolavoro del classicismo francese
Parigi, 1 gennaio 1677. Hôtel de Bourgogne: la Champmeslé è protagonista di Fedra, il capolavoro assoluto di Racine e del classicismo francese. Fedra è una vera grande tragedia 'degna dei Greci', in cui la musica dei versi alessandrini si fa suprema, ma anche un dramma della passione dove, come scrive Roland Barthes, sotto la purezza della lingua, le grazie dell'alessandrino, la precisione della psicologia, il conformismo della metafisica, non è difficile ritrovare le figure e le azioni dell'orda primitiva
. La bellezza del testo e la bravura della protagonista non bastano a decretarne il successo. Aristocratici invidiosi della fortuna di Racine hanno comperato molti biglietti per poi lasciare le poltrone vuote. Contemporaneamente al Marais va in scena una tragedia, scritta apposta sulla stesso argomento da un certo Pradon, che ha più successo di pubblico. Ne derivano lunghe polemiche alle quali pone fine il principe di Condé. Così arriva il meritato successo.
La tensione tragica in Racine
In Racine c’è una tensione tremenda tra la forma classica, razionale del dramma vero e proprio e il carattere demoniaco e irrazionale della favola. Racine contrapponeva un’arte laica a un mondo mitico, arcaico o sacro. Ed è qui, a mio avviso, che il suo giansenismo gioca un ruolo importante. Al fondo della posizione giansenista sta lo sforzo di riconciliare il mondo della ragione col mistero della grazia. [...] Racine esige che il linguaggio ed i gesti di una società cartesiana esprimano favole sacre e mitologiche. Non si potrebbe esser più lontani dal mondo di Corneille; il mito basilare del dramma corneilliano è quello della storia. Racine invoca la presenza di Jehovah e il minoico Dio del sole: scatena terrori arcaici in un teatro di corte
. (Steiner, Morte della Tragedia, Garzanti, Milano 1965, 65).
Racine regista
Racine non è solo autore, ma anche regista delle sue tragedie. In questa veste insegna alla Champmeslé una tecnica di recitazione tutta incentrata sulla musicalità dei versi che devono essere detti con pudore e nobiltà, in un linguaggio depurato, senza enfasi. Le principali caratteristiche dei versi raciniani sono la musicalità e la semplicità. Racine fa quasi cantare le parole. Quando dirige i suoi attori, ricerca una declamazione così melodiosa che il musicista Lully consiglia ai suoi cantanti di andare ad ascoltare. "Questo teatro, spiega Brunel (Histoire de la Litterature Française, Bordas, Parigi, I, 255), è una festa del linguaggio: arredi e gesti sono inutili, tutto scorre all’interno e