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Quello che i bugiardi dicono: Tre Piccole Bugie #1
Quello che i bugiardi dicono: Tre Piccole Bugie #1
Quello che i bugiardi dicono: Tre Piccole Bugie #1
E-book155 pagine1 ora

Quello che i bugiardi dicono: Tre Piccole Bugie #1

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Info su questo ebook

Bugie, bugie, bugie: tutti le diciamo...

Greyson Keller non voleva mentire, ma è stato più forte di lei. Perciò, quando il protagonista della sua bugia si presenta alla sua porta, lei si ritrova confusa, sconvolta e imbarazzata.
Calvin Thompson frequenta un’università della Ivy League, a un’ora di distanza. Gioca a rugby e praticamente non gli importa di nulla. Quindi, si può ben immaginare la sua sorpresa quando un tizio di nome Greyson comincia a spargere, online, la voce che si stiano frequentando... l’unica soluzione logica è guidare per un’ora e affrontarlo.
Assicuratevi di essere presenti quando Greyson e Cal si incontreranno faccia a faccia, perché... ci saranno scintille!

Questo romanzo, insieme a tutti gli altri della serie, è autoconclusivo e non vi lascerà con un finale in sospeso. Non serve ringraziare.
Sì, ci saranno scintille. Perché questo è un libro indirizzato a dei lettori dai 17 anni in su.
Linguaggio volgare, imprecazioni, e contenuto sessuale.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mag 2019
ISBN9788855310529
Quello che i bugiardi dicono: Tre Piccole Bugie #1

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Quello che i bugiardi dicono - Sara Ney

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Calvin.

«Cal. Amico, ci sei? Devi venire a vedere.»

Mason, il mio coinquilino, mi chiama nella sua stanza, la musica proveniente dall’impianto Bose che si è comprato si combina al rumore di sottofondo della televisione, e per poco la sua richiesta non viene sovrastata da tutto quel chiasso.

Ma purtroppo per me non succede, e nel frattempo mi chiama una seconda volta. «Vieni qua, amico. Davvero.»

Cristo, è una spina nel fianco. «Aspetta un attimo, cazzo. Sono impegnato» gli rispondo.

Sì, sono impegnato: sto divorando un panino di Subway, annaffiato con una birra ghiacciata. Prendo l’altra metà del panino e la avvolgo in un tovagliolo prima di avviarmi, senza fretta, verso la parte di appartamento di Mason. Mi appoggio con nonchalance allo stipite della sua porta, prendendo un altro enorme morso del mio panino e masticando lentamente.

«Che c’è?»

Lui allunga il collo muscoloso nella mia direzione, con fare irritato. «Ti ho detto di venire a vedere. Dio. Perché te ne stai lì impalato? Dove sta il tuo senso d’urgenza?»

Alzando gli occhi al cielo, mi avvicino di qualche passo. «Se si tratta di nuovo di roba porno, mi incazzo.»

«Come ti pare. Fidati di me, non sarà uno spreco del nostro tempo.»

«Nostro? No. Non dire nostro.» Scettico, mi avvicino furtivo alla sua scrivania, e lui gira il monitor verso di me. Ha ancora Twitter aperto, e con l’indice nerboruto picchietta lo schermo su un messaggio in particolare.

C’è talmente tanto casino che non riesco a concentrarmi su niente che non sia la schifosa musica assordante, R&B, che esplode dalle sue casse.

«Ti dispiacerebbe abbassare un po’ il volume?»

Mason sospira, ma cliccando qualche tasto con il mouse, spegne la radio. «D’accordo. Dunque, guarda qua. Seguo mia cugina Jemma, che va alla State, su Instagram, Reddit e così via.»

Faccio roteare gli occhi. «Va bene.» Arriva al punto.

«Comunque, Jemma sta in questa confraternita studentesca femminile, no? Ci sono le ragazze più fighe del campus. Una volta sono andato a trovarla per un fine settimana dedicato alla famiglia, non chiedermi il motivo.» Il mio coinquilino fa una pausa, e per un secondo spero che non continui a parlare.

E invece, sorpresa. Mi spiega il motivo.

«Mia zia Cindy, la mamma di Jemma, insisteva perché andassimo tutti. A ripensarci adesso, probabilmente voleva che andassi anch’io per farmi conoscere qualche brava ragazza e …»

Emetto un sospiro tra l’infastidito e l’esasperato. «Gesù Cristo, Mase, dove vuoi andare a parare? Arriva al dunque.»

«Scusa. Il punto è che io seguo Jemma su Twitter, giusto?» Oh mio Dio. «La confraternita di cui fa parte ha in programma questo grosso, sofisticato ballo che fanno ogni anno. In ogni caso, un tizio di nome Grey li sta aiutando a organizzare l’evento, d’accordo? Perché è una cosa seria. E vedi questo?» Mason punta il suo indice contro il monitor del computer, su un altro tweet.

«Giuro su tutto ciò che è sacro che se non arrivi a una conclusione perderò la pazienza.»

«Un certo Grey ha twittato il tuo nome in quanto suo accompagnatore. Guarda.»

Mi piego per esaminare lo schermo più da vicino, e aggrotto le sopracciglia quando leggo il tweet difronte ai miei occhi.

Porca miseria, il bastardo ha ragione.

@JemmaGemini ha twittato: Il Gala dei Teta sta arrivando! A condurre la serata @grey_vkeller accompagnata da @calthompson3192, biglietti adesso in vendita! Compra il tuo biglietto qui (clicca sul link) #state #confraternita #filantropia #GaladeiTheta15

Stringo i pugni. «Ma. Che. Cazzo.»

«Aspetta, aspetta, c’è dell’altro. Questo è di ieri.» Mason sposta il mouse con un movimento circolare, cliccando per far scorrere la pagina. Compare il profilo e lo storico di Grey Keller. «Dai un’occhiata.» Indica il monitor.

«Potrei farlo se togliessi il tuo cazzo di dito da davanti» sbotto, avvicinandomi ulteriormente finché la mia faccia non si trova a pochi centimetri dallo schermo. «Non riesco a vedere.»

«Potresti essere più gentile, sai.»

Serro la mandibola, e Mason sposta il dito.

Osserviamo i tweet, entrambi con la testa piegata.

@Grey_VKeller ha Twittato: mi sei mancato oggi @calthompson3192 alla #State stendili tutti alla partita, dolcezza! #thompsonvince

@Grey_VKeller ha Twittato: niente batte @starbucks e @calthompson3192 durante queste fredde giornate piovose #depressione #pioggiavattenevia #lattedisoia #fidanzato #abbracci

@Grey_VKeller ha Twittato: quello che serve a @calthompson3192 è l’aiuto dei #fantasticicinque mentre prova il suo abito per #IlGala15

Ce ne sono altri, ma Mason li sta leggendo ad alta voce da dietro la mia spalla, e la sua telecronaca comincia a darmi sui nervi.

«In quell’hashtag c’è davvero scritto Fantastici Cinque?» domanda al silenzio. «Ehi. Cos’è peggio di avere una stalker?» chiede Mason con un sorrisetto, rispondendo alla sua stessa domanda dopo che gli lancio uno sguardo cupo. «Che in realtà sia un ragazzo. Ehi. Credi che sia venuto alle nostre partite senza che ce ne accorgessimo?»

«Come li hai trovati?»

«Te l’ho detto, mia cugina Jemma. Li ha ritwittati, e nonostante sia un profilo falso, me ne sono accertato, ho notato subito il tuo nome.»

«Tutto questo è assurdo.»

«Non vorrei essere nei tuoi panni, amico.»

«Chiudi la bocca, Mason.»

«Era tanto per dire. Lui se ne sta là fuori a osservarti, e tu neanche lo sai. È disgustoso, amico.»

È l’ultima cosa che avrei bisogno di sentire, quindi sferro col gomito un brusco colpo sulla spalla del mio coinquilino, mancando per un pelo la testa.

«Ti ho detto di chiudere la bocca!» ripeto infastidito. «Non riesco a pensare.»

«Ma ho spento la radio.»

«Sei tu a dover fare silenzio.»

«Mi dispiace. Sto solo pensando ad alta voce.» Poi mormora. «Stai reagendo da vero stronzo, comunque.»

«Non. Sei. D’aiuto.»

«Va bene.» Ma aggiunge poco dopo: «Però ammetti che potrebbe averci osservato durante le nostre partite.»

Gli rivolgo un’occhiata di ghiaccio. «Come possiamo essere certi che sia un ragazzo?» Fantastico. Comincio pure a usare il plurale.

Mi guarda spazientito. «Ma sei scemo? Grey è un nome maschile. Ecco come possiamo esserne certi.»

@Grey_VKeller ha Twittato: @calthompson3192 conto alla rovescia per #IlThetaGala15 e il tuo bellissimo viso.

@Grey_VKeller ha Twittato: @calthompson3192 la scorsa notte è stata bellissima. Vorrei che vivessi vicino per vederci più spesso. #sexy #stallone

«Questo Grey deve essere cieco,» dice Mason accanto a me. Gli do un’altra gomitata dietro la testa. «E che cavolo!» grugnisco scontento.

«Dico solo che potresti spaccare uno specchio.» Farfuglia Mason, massaggiandosi il collo.

«Vaffanculo.»

*

Sferro un pugno simile a una martellata contro la porta di legno sottile, un tempo doveva essere blu ma al momento ha un aspetto di merda, con ogni probabilità potrei scardinarla completamente con un semplice strattone.

Dietro di me, i miei coinquilini, Aaron Buchanan e Mason, mi osservano come una coppia di polli, in piedi su una lastra di cemento vicino al portico. Mi hanno accompagnato per un’unica ragione: farsi due risate.

Oltre che a essere ovviamente stati spinti dalla curiosità e dal bisogno, se necessario, di evitarmi di guidare quarantacinque minuti per poi picchiare a sangue l’inutile bastardo a cui dovevo chiedere spiegazioni.

«Thompson, hai già bussato quattro volte. Magari non c’è nessuno a casa.» Mason cerca di farmi ragionare, mentre controlla il telefono per dei nuovi messaggi. Il suo pollice scivola sullo schermo, la bocca si allarga in un sorriso. «Dacci un taglio.»

Socchiudo gli occhi fissando la porta. «Oh, c’è sicuramente qualcuno in casa. Sento della musica.»

Aaron incrocia le braccia corpulente e si acciglia. «Beh, cerca almeno di non rompere la porta. Rilassati.»

Gli lancio un’occhiata da sopra la spalla e faccio scrocchiare le nocche. «Facile parlare quando un tizio non si sta fingendo il tuo ragazzo su ogni social media esistente.»

Il pensiero mi innervosisce, e chiudo la mano a pugno, dando alla porta fatta di compensato un altro colpo con le nocche. «Vieni fuori, vieni fuori, ovunque tu sia. Apri questa dannata porta, piccolo pisciasotto» canticchio tra me. «Non ho tutto il giorno.»

«Amico, sembri uno psicopatico» ride Mason senza scollare lo sguardo dal telefono. Poi dà una spintarella ad Aaron. «Guarda qui. Sasha Baldwin mi ha appena mandato una foto del suo sedere.»

Busso un’ultima volta alla porta e funziona, perché all’improvviso la musica all’interno della casa si spegne, sento un fruscio, e una voce femminile gridare: «Arrivo!». Il tutto seguito dal rumore affrettato di passi in avvicinamento. Vedo la serratura girare, e la porta si apre.

«Scusami. Non abbiamo sentito bussare.»

Un’alta brunetta mi fissa curiosa dalla porta, con un sorriso smagliante stampato in faccia e le braccia attorno la vita sottile.

Mi osserva, con gli occhi che guizzano da me ad Aaron e Mason, che sono improvvisamente sull’attenti. Il sorriso da mille watt della brunetta sembra allargarsi ancora di più. «Beh, salve. Posso aiutarvi?»

Con la testa inclinata, la guardo serio mentre lei ci studia con chiaro interesse, cercando di capire chi siamo e se non ci avesse già visti prima in giro per il campus. O a una festa.

Oggi è il tuo giorno sfortunato, dolcezza.

Con indosso dei leggings neri e una larga felpa celeste della State, si raccoglie i capelli castano scuro in una coda spettinata.

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