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Cercami questa notte
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E-book86 pagine2 ore

Cercami questa notte

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Tangled Series 4.5

La visita di tre spiriti del Natale porterà Drew in un viaggio per riscoprire se stesso

Dopo un furioso litigio con Kate riguardo la sua tendenza a lavorare troppo, Drew passa la vigilia di Natale in ufficio, e si addormenta esausto alla scrivania. A quel punto, tre spiriti di Natale fanno la loro comparsa. Ovviamente, sono tre donne bellissime. Durante la notte, gli spiriti che fanno visita a Drew gli faranno ripercorrere tutti i momenti più belli vissuti insieme alla sua famiglia, e gli ricorderanno di non dare mai niente per scontato. Al suo risveglio se ne ricorderà o lo liquiderà come uno strano sogno?
Emma Chase
Nonostante sia autrice della Tangled Series e della Sexy Lawyers Series, Emma Chase è una moglie fedele e una madre premurosa. I suoi libri sono pubblicati con enorme successo in 23 Paesi. La Newton Compton ha pubblicato tutti i romanzi della Tangled Series – Non cercarmi mai più (ma resta ancora un po’ con me), Cercami ancora, Io ti cercherò, Tu mi cercherai e gli extra Dimmi di sì e Cercami questa notte – e la serie Sexy Lawyers, con Amore illegale, Niente regole e Amore senza regole. Amore reale è il primo romanzo della Royal Series.
LinguaItaliano
Data di uscita4 dic 2017
ISBN9788822708823
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    Anteprima del libro

    Cercami questa notte - Emma Chase

    1594

    Titolo originale: It’s a Wonderful Tangled Christmas Carol

    Copyright © 2014 by Emma Chase

    Traduzione dall’inglese di Mariafelicia Maione

    Prima edizione ebook: dicembre 2017

    © 2017 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-0882-3

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Emma Chase

    Cercami questa notte

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Nota dell’autrice

    Proposta indecente

    Per tutti coloro che conservano cari ricordi

    con le proprie famiglie e credono ancora

    nella magia delle feste.

    Capitolo 1

    Deck the halls with boughs of holly,

    Fa la la la la, la la la la.

    ’Tis the season to be jolly,

    Fa la la la la, la la la la.

    Leggende metropolitane. Tutti ne abbiamo sentito parlare: mangiare Mentos e Coca-Cola ti fa esplodere lo stomaco; turisti in una terra lontana a cui viene rubato un rene; una popolazione di alligatori nelle fogne. Quando cresci capisci che sono tutte cazzate. Storie tramandate di generazione in generazione per farcela fare sotto dalla paura e mantenerci sulla retta via.

    Be’… a parte quella degli alligatori: ho passato tutta la vita a New York ed è possibilissimo che sia vero.

    Le altre, però, sì: tutte bugie.

    Nell’ultima parte del secolo scorso sono spuntate nuove leggende metropolitane a cui la società è sin troppo disposta a credere senza riserve: divi del cinema d’azione che muoiono sul set durante un numero acrobatico; piante provenienti dalla foresta amazzonica che curano l’obesità e Justin Bieber che avrebbe sul serio le palle.

    Sul finire degli anni Settanta, quando la criminalità ha cominciato a diminuire a New York e la città è diventata più a misura di turista, è comparsa un’altra leggenda, che ogni anno sputtana gli altrimenti impeccabili ingranaggi della mia vita.

    Ovvero, il mito secondo cui New York è il posto ideale in cui fare le compere di Natale.

    Non so quale idiota abbia messo in giro per primo questa voce, però mi piacerebbe molto prenderlo a calci in culo, se mai lo scoprissi. Perché adesso un mucchio di gente della Pennsylvania, del New Jersey, del Connecticut e dell’interno arriva a intasare i nostri ponti, le nostre gallerie e le nostre strade dal Black Friday alla Vigilia, correndo di qua e di là per fare shopping come ratti a caccia di un formaggio raffinato. Per comprare al piccolo Tim un trenino da

    FAO

    Schwarz e alla nonna una spilla di Tiffany.

    Lo sanno che esiste internet. Lo sanno che sarebbe più semplice (e meno costoso) ordinare online e farsi consegnare i pacchetti direttamente a casa.

    Tuttavia, non è la semplicità quello che conta. Fare i regali di Natale in città… ripetete con me: ormai è tradizione.

    Vogliono vedere il grande albero, le luci. Vogliono fare file chilometriche per pattinare al Rockefeller Center e farsi fotografare con Babbo Natale da Macy’s in Herald Square. Vogliono vedere quelle cazzo di Rockettes e consumare il cenone di famiglia in un ristorante dai prezzi gonfiati fino a scoppiare.

    Scordatevi di trovare un taxi: sono tutti occupati e persino camminare sul marciapiede mette alla prova la vostra capacità di sopportazione, perché a ogni passo c’è un turista con passeggino e bustoni che si ferma senza un cavolo di avvertimento proprio davanti a voi per fotografare l’Empire State Building con le sue lucine rosse e verdi.

    Vi sembro incazzato? Ma che perspicaci. Spirito natalizio, io? Mai stato un fan. Ebenezer Scrooge ci aveva visto giusto: bubbole, cazzo!

    La ragione dell’attuale sfogo antinatalizio è che sono in coda da quarantacinque minuti, nel tentativo di comprare un regalo dell’ultimo minuto per la donna perfetta che ho sposato.

    Per favore, prendete i miei soldi e lasciatemi andare, cazzo.

    Quando si tratta di regali, di solito mi muovo con largo anticipo; non sono tipo da corse dell’ultimo secondo. Tuttavia, mentre passavo davanti a Saks Fifth Avenue, ho visto un paio di scarpe di Valentino in seta e Swarovski, con il tacco a spillo, che sarebbero state benissimo a Kate. Le piacerà indossarle e a me piacerà moltissimo vedergliele addosso – soprattutto senza nient’altro – quindi è un successo garantito.

    Coda a parte.

    Non sono abituato a mettermi in fila. Di solito ho dei personal shopper e dei commessi in cerca di provvigioni che si contendono la mia attenzione con frasi tipo: Posso tenergliela io, Mr Evans?, L’abbiamo anche in altri quattro colori, Mr Evans, Vuole che le faccia un pacchetto, Mr Evans?.

    Ma è la Vigilia. Quindi ai negozi non importa un fico secco della tua qualità come cliente. È la quantità quello che conta: attirare più compratori possibili prima dell’ora di chiusura. E questo mi porta al prossimo punto: oggi il mondo è popolato da idioti.

    Non ridete: potreste essere tra quegli stupidi bipedi e non saperlo nemmeno. È vero, però. Dite quello che volete sulla disparità di reddito o l’inferiorità delle scuole pubbliche: la cruda verità è che la maggior parte delle persone non è intelligente, punto. E quel che è peggio, fa schifo nel proprio lavoro. Se ne fregano delle buone performance e della longevità; gli importa solo di fare il minimo sindacale per portarsi a casa uno stipendio.

    E non esiste esempio migliore dei commessi assunti a tempo determinato durante le feste.

    Non li scelgono per la loro abilità né per il contributo che possono dare alla forza lavoro, ma solo perché respirano. Sono corpi di scorta, abbigliati con completini natalizi, il cui scopo primario è raggruppare i consumatori come un recinto rinchiude delle vacche. E

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