teoria del balletto - Cosi: manuale per l'insegnamento della danza classica
Di Liliana Cosi
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Info su questo ebook
I testi raccolti in questo volume prendono spunto da quegli studi e sono stati elaborati da Marinel Stefanescu e completati da Liliana Cosi.
Liliana Cosi con queste pagine non ha alcuna pretesa di risolvere tutti i problemi dell’insegnante di danza (lei stessa dice che sta ancora imparando!), sa benissimo che non esiste la bacchetta magica per diventare un buon insegnante, ma almeno vorrebbe illuminare un pochino il vastissimo mondo della danza che ancora oggi attira tante e tanti giovani nelle sale di balletto di ogni paese grande e piccolo d’Italia, cercando di dare ai loro insegnanti un aiuto, un sostegno nell’avere uno sguardo ampio soprattutto partendo dalla persona dell’allievo, e non tanto e non solo dal suo corpo, e anche qualche indirizzo di metodo, senza il quale è difficile passare il proprio sapere.
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teoria del balletto - Cosi - Liliana Cosi
Liliana Cosi
Teoria del BALLETTO
Per INSEGNANTI
DI DANZA CLASSICA
Compendio elaborato
Edizioni San Lorenzo
© Edizioni San Lorenzo
Proprietà letteraria riservata
Edizioni San Lorenzo
®
Autorizzazione Tribunale di Reggio Emilia n°565 del 12 marzo 1984
via Gandhi, 18a/b
42123 Reggio Emilia - C.P. 181
tel. e fax: 0522.323.140
e-mail: edizionisanlorenzo@gmail.com
Invieremo gratuitamente
l’elenco delle nostre pubblicazioni
a tutti coloro che ne faranno richiesta
Dirirri foto:...............
Carta..................
Progetto editoriale: Edizioni San Lorenzo
Impaginazione e grafica: StudioForte - Reggio Emilia
Premessa
Sempre più spesso, almeno negli ultimi dieci anni, è stato richiesto a Liliana Cosi di dare lezioni per insegnanti provenienti un po’ da tutta Italia e anche dall’estero.
Questa materia, la teoria del balletto, pur facendo parte del materiale di studio ancora dagli inizi della Scuola Cosi-Stefanescu, parliamo degli anni ottanta (allora era Stefanescu in persona ad impartire queste lezioni agli allievi più grandi), stimolò la Cosi, più di recente, ad ampliarne i concetti tanto più che ora i destinatari delle lezioni non sarebbero più stati solo i loro allievi ma insegnanti adulti e a volte con molti anni di esperienza d’insegnamento alle spalle. Dunque era necessario una maggiore preparazione.
Approfondendo i vari capitoli, i diversi principi, alla Cosi è venuto spontaneo non solo attingere a tutto il suo ricco bagaglio di studi alla Scala con la signora Bulnes e poi a Mosca con i diversi grandi maestri con i quali ha avuto la fortuna di lavorare, i molti artisti che ha conosciuto, tutto quanto la sua lunga carriera sui palcoscenici di tutto il mondo le hanno fatto da maestri, ma provare anche ad applicare quella mentalità universale acquisita in tanti anni di vita alla luce della spiritualità dell’unità di Chiara Lubich (l’ha conosciuta all’età di 21 anni), dalla quale ha cercato di assorbire tutta la bellezza e la profondità. Mentalità che senz’altro ha influito tantissimo sul suo modo di essere artista e ballerina ma che ora gettava altre intuizioni proprio sul come insegnare, anche da un punto di vista prettamente tecnico.
Chiara ha sempre avuto una grande stima degli artisti. Amava dire che
l’artista è il più vicino al santo perché se il santo è colui che dà Dio al mondo, l’artista dona il capolavoro di Dio che è l’anima umana
, un concetto decisamente contro-corrente, non solo ma prevedeva l’era di un’arte nuova a beneficio di tutto il corpo sociale.
La Cosi con queste pagine non ha alcuna pretesa di risolvere tutti i problemi dell’insegnante di danza (lei stessa dice che sta ancora imparando!), sa benissimo che non esiste la bacchetta magica per diventare un buon insegnante, ma almeno vorrebbe illuminare un pochino il vastissimo mondo della danza che ancora oggi attira tante e tanti giovani nelle sale di balletto di ogni paese grande e piccolo d’Italia, cercando di dare ai loro insegnanti un aiuto, un sostegno nell’avere uno sguardo ampio soprattutto partendo dalla persona dell’allievo, e non tanto e non solo dal suo corpo, e anche qualche indirizzo di metodo, senza il quale è difficile passare il proprio sapere.
APPUNTI SULLA TEORIA DEL BALLETTO
BALLETTO: LINGUAGGIO VIVO
un’arte eccelsa, un’arte per tutti
"La resistenza nel tempo dei balletti classici si basa su tre fondamentali motivi:
Il primo sta nel cuore dell’uomo, che anche nella nostra epoca ipertecnologica ha passioni e palpiti, amori e dolori, ed è sempre disposto a ricevere messaggi artistici dove gli è facile riconoscersi.
Il secondo, sta nella qualità e bellezza dei balletti classici, nell’impatto della loro buona musica, nell’appassionata drammaturgia, nella validità dei simboli.
Il terzo si collega a un forte sentimento del pubblico, l’ammirazione del pubblico. (…) Un buon balletto è come un buon libro, l’uno e l’altro sfidano l’oblio grazie alla loro bella scrittura"¹
Questa è la voce di Mario Pasi, uno dei maggiori giornalisti e critico di balletto del Corriere della Sera di Milano, e sinceramente mi ha incoraggiato nel dedicarmi a questo specifico lavoro!
Una delle cose più interessanti riguardo il balletto è sapere che si è arrivati alla sua completa forma tecnico-espressiva non inventando niente ex novo. Si tratta di un processo profondo e complesso durato parecchi secoli, grazie ad artisti e maestri soprattutto italiani e francesi, solo più tardi russi, che ne hanno forgiato un vero e proprio linguaggio con un suo preciso vocabolario, la sua grammatica, la sua sintassi.
Lo studio della danza è molto complesso ma guardandolo bene in profondità è anche ‘semplice’ perché risponde a delle leggi fisiche ed estetiche che non sono difficili da individuare da cogliere anche da chi non è addetto ai lavori, si può paragonare al canto, come tutti si accorgono se un cantante è stonato così tutti possono accorgersi se un ballerino balla e studia male.
Le leggi fisiche legate all’anatomia del nostro corpo e alle leggi dell’universo sono fisse non possono cambiare, così l’estetica non può cambiare.
Si può anche dire che il balletto, tra le discipline artistiche, potrebbe essere il linguaggio più universale e anche il più forte, tutti lo possono capire perché non solo non ha bisogno di traduzioni ma anche perché strumento e artista coincidono, sono la stessa persona, non ci sono barriere di mezzo.
Questa ‘unità di opposti’ (lo strumento, il corpo è materia, l’artista è creatività, spirito) è una cosa unica e bellissima ma, nello stesso tempo, difficilissima a gestirsi. L’artista ha la possibilità di esprimere idee, emozioni, sogni, sentimenti, di infinite sfumature che albergano nel suo animo ma per far questo deve utilizzare il suo strumento, il suo corpo, la sua persona e questo significa disciplina, lavoro, sudore, continuamente ricominciare senza tregua, senza fermarsi mai. Sono due tensioni veramente opposte tra loro, si direbbe un lavoro estenuante che non ha sosta, se non ci fosse la parte spirituale che pungola e sprona verso un continuo perfezionamento. Galina Ulanova² amava dire che per diventare una ballerina o un ballerino occorre 99 % di lavoro e 1 % di talento, ma è proprio quell’1 % di talento che è indispensabile, è quel fuoco che spinge ad una tale forza di lavoro!
Forse si capisce perché non c’è una folla di ballerini e ballerine che studiano danza classica. E’ tra le professioni più difficili.. Pensate che in Russia è ritenuta la professione più pesante in assoluto, più pesante di quella degli scaricatori di porto!
Andando avanti nello studio di questa disciplina il ballerino deve crescere tutto insieme sia come strumento (con tutto quello che comporta: salute fisica, studio quotidiano e costante senza cedimenti, superare il passaggio dell’adolescenza, l’avanzare degli anni coi relativi acciacchi professionali), sia come artista (con tutto quello che comporta: sogni, riflessioni, approfondimenti, ideali, maturità, fantasia, creatività). Due lavori, due tensioni molto difficili da armonizzare in una stessa persona.
Tutto invece deve crescere insieme e così si forma l’artista ballerino.
A questo proposito è interessante sapere che nella lingua russa non esiste la parola ballerino o danzatore ma si dice proprio ‘artista del balletto’, non c’è un altro modo per nominarlo ma soltanto artista del balletto
!
A parole è difficile da spiegare questo tipo di lavoro ma nel campo dell’arte è così, non tutto si può spiegare. Due più due non fa mai quattro!
Basta leggere la vita di qualche artista …
Si può quindi capire facilmente quanto sia importante come si studia il balletto e che